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Post - Faber

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Diario di una giornata particolare: a spasso per il Bel Paese in cerca di una pausa e, forse, di un benessere che altrove è negato.
Al termine di una giornata può capitare, specialmente dopo una gita c.d. "fuori porta", di tirare le somme per capire se ne è valsa la pena; se tanta fatica, ansia e denaro, hanno potuto ripagarci dandoci l'illusione di essere stati bene. Con noi stessi e con gli altri (famiglia, amici o conoscenti).
Le città, come in un copione desueto, si sono svuotate (tranne quelle dell'estremo sud, quest'anno invase da migliaia di turisti stranieri) per cedere famiglie e comitive in cerca di bellezza e buon cibo nei vari "Borghi dell'Anno", oramai ben pubblicizzati attraverso programmi televisivi costruiti "ad hoc".
L'assalto, pertanto, ha richiesto la trasmigrazione di lunghissimi serpenti gommati, su strade e autostrade, che ha preso forma e sostanza già dalle prime ore del giorno, per un "mordi e fuggi" che, oramai, caratterizza le nostre pause settimanali e, talvolta per poca disponibilità di denari, le nostre tanto agognate ferie (estive o invernali).
Il "popolo dei vacanzieri pendolari" si è potuto concedere, dopo alcune ore di viaggio (o di coda) una passeggiata nelle stradine e per i viottoli del paesino selezionato direttamente dalla rete; o visitato virtualmente con Google Earth; consumare uno spuntino veloce, magari tra un selfie a futura memoria, da annoverare tra le tante notizie ed aggiornamenti pubblicati sulla personale pagina Facebook, ed una immancabile telefonata (l'ennesima!).
Il rito è stato, anche questa volta, rispettato!
Sopratutto in una di quelle giornate che, in virtù della loro stessa storia e cultura, non poteva non essere ricordata per la classica gita da farsi fuori, con amici e parenti.
Al rientro, tuttavia, dopo aver percorso in senso inverso la strada che quella mattina ci aveva condotti verso "la meta", lontano dalla monotonia dal caos quotidiani, adesso ci ricorda che da domani tutto tornerà come prima!
Tutto questo ha un senso? Siamo sicuri che questo stile di vita ci appaga? O si fugge all'inseguimento di un'illusione?
O, forse, sarebbe bello poter decidere che si vuole cambiare, uscendo dagli schemi pre-confezionati, che ci costringono in spazi angusti e progettualità sempre uguali?!

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Pensieri, riflessioni, saggi / E' sul far della sera che...
« il: Marzo 25, 2017, 23:20:45 »
Sovente mi succede, viaggiando in macchina, assorto nei miei pensieri, di riflettere guardando il cielo ed i suoi colori sfumati, quasi confusi tra cielo e terra, tra cielo e mare, che: "E' sul far della sera che ritrovo me stesso. E' sul far della sera che i miei pensieri, vagando, ritrovano la loro "casa" in quello spazio senza tempo. Una magia che si ripete, da sempre, all'alba e al tramonto, quando tutto cade in sospensione tra presente e futuro, un momento oppure un'eternità. Chi può dirlo con certezza? Così, come la magia delle stelle che girano intorno a noi, illuminando quel cielo che tutti noi guardiamo ammirati e un po' impauriti, poichè ci spiegano quanto siamo piccoli in questo universo fatto di energia e di tempo. Già, proprio il tempo, che nel frattempo ha ripreso a scorrere, come sabbia dentro una clessidra, rompendo l'incantesimo di quell'istante sospeso tra il mio ieri e il mio domani". Mi consolo pensando che potrò sempre ritrovare i miei pensieri e le mie riflessioni in quel non luogo della mia mente, dove scevro dalle leggi del tempo e dello spazio, posso vagare libero e sereno. Si lo farò "Sul far della sera quando..."

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Cinema e Tv / Re:Serie Tv
« il: Marzo 16, 2017, 18:34:59 »
Eccomi!!
A me piace Montalbano (Il Commissario mio conterraneo!).
Un Cordiale saluto.

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Laboratorio di scrittura creativa / Re:Il piede e la scarpa
« il: Marzo 14, 2017, 14:15:07 »
Riflessione illuminante.
Brava, come sempre. :rose:

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A questo punto della storia dell'umanità è solo una questione di statistica e di tempo, poichè non è più concepibile l'idea che non ci siano nella nostra galassia e nell'universo (che è formato da migliaia di galassie in continua espansione) altri sistemi planetari simili al nostro. La vita, dunque, non è un'esclusiva del nostro sistema solare, tutt'altro! L'esplorazione dello spazio, anche grazie ai nuovi telescopi orbitanti, in arrivo nei prossimi dieci anni, non potrà che confermare ciò che già oggi appare plausibile: la presenza dell'acqua, in forma liquida, una temperatura tra lo zero ed i cento gradi, sono elementi assai più diffusi nella galassia di quanto si pensava sino a ieri.
Ora, inevitabilmente, tutto questo avrà delle considerevoli ripercussioni sulla realtà quotidiana, a cominciare dalla nostra cultura, religione, filosofia, ricerca scientifica e via via elencando. Insomma, da oggi molti di noi volgeranno più spesso lo sguardo al cielo ed una maggiore attenzione, forse intrisa di speranza, alla ricerca scientifica e spaziale, in particolare. Sono sempre più convinto che quel "Piccolo passo sulla superficie lunare, fatto da un celebre astronauta americano, non solo è stato un gigantesco passo in avanti per l'intera umanità, ma una proiezione dell'uomo verso l'universo circostante nella speranza di poterlo colonizzare e, magari, condividerlo con altre entità intelligenti. Del resto, oramai è evidente che la sola Terra non potrà più assicurare all'infinito la nostra sopravvivenza, oltre che quella di tutti gli altri esseri viventi che la abitano, da ben 5 miliardi di anni., poichè le risorse non possono essere inesauribili. Il futuro dell'umanità, credo, non potrà che essere altrove, in qualche angolo della nostra o di altre galassie ed in armonia con altre forme di vita. Buon viaggio, quindi, a i figli ed ai figli dei nostri figli.

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Pensieri, riflessioni, saggi / La questione della lingua.
« il: Febbraio 05, 2017, 21:19:55 »
La questione della lingua, ovvero la sua sopravvivenza al tempo e non solo. Persino il famoso regista Ridley Scott lo aveva prefigurato nell'ultra premiato film "Blade Runner" , nel quale immagina una società, ovviamente multietnica, che si esprime attraverso una lingua frutto della fusione di mille lingue, dialetti e idiomi parlati dalla gente comune. Una società futuristica che ha perso la memoria delle proprie radici culturali, delle quali la lingua dovrebbe rappresentare la storia e l'origine. I nostri studenti (ma non solo) non sanno esprimersi in un italiano che sia, non solo grammaticalmente corretto, ma persino capace di essere coerente ed a senso compiuto: costruzione di un pensiero ed organizzazione coerente del pensiero che si vuole esprimere. L'allarme è stato lanciato da oltre 200 docenti delle scuole superiori ed universitari, soprattutto toscani. Il problema, non è di poco conto in quanto non solo si riferisce alla qualità della preparazione degli studenti delle scuole superiori e delle università, ma in prospettiva di coloro i quali, dopo il conseguimento della laurea (triennale o magistrale) aspireranno a ricoprire incarichi di livello superiore e dirigenziale. Il futuro, lo sviluppo dell'economia e della cultura italiana, e non solo, sarà loro affidata sperando che siano in grado, a loro volta, di trasferirla alle future generazioni. Ma su quali basi? Se si assiste ad un costante impoverimento del linguaggio usato comunemente dalle giovani generazioni; se è vero, come è vero poichè dimostrabile, che i giovani sono sempre meno propensi alla lettura e, quindi, all'approfondimento delle tematiche socio-culturali oltre che tecnologiche o politico-amministrative, tanto per esemplificare, cosa dobbiamo legittimamente attenderci per il futuro? Una società che si impoverisce, non solo sotto l'aspetto economico, è altamente vulnerabile. La questione culturale, pertanto, dovrebbe essere attenzionata da chi governa. E non solo in Italia. Lo sappiamo, i giovani si esprimono per mezzo di frasi smozzicate; prive di qualsiasi analisi logica; essenzialmente veloce e per tale ragione prive di ogni capacità di approfondimento. Sopratutto, ci esprime con telefonini e pc, quasi mai attraverso la scrittura, raramente affrontando discussioni tra individui "presenti fisicamente". Una generazione, questa, che sta perdendo il piacere della lettura, dell'introspezione; capace di meditare nel silenzio e con la fantasia. Generazioni di giovani incapaci, non solo di esprimersi coerentemente e correttamente, ma capaci di chattare per ore, curvi sui loro cellulari, ed altrettanto lontani dall'idea di scambiarsi opinioni e "pettegolezzi" in presenza di altri individui! Il mondo virtuale avanza, a discapito della realtà fisica e della fisicità del vivere, come lo si è inteso sino all'avvento del web. Il futuro è foriero di novità, possibilità e risorse, ma solo se si sapranno usare con intelligenza gli strumenti che la scienza ci propone. Argomenti, questi, sui quali credo sarebbe opportuno fermarsi a ragionare: a cominciare dagli insegnanti e, a seguire, dalla classe politica. Tutti chiamati in causa, per dare quelle risposte che sino ad oggi, oggettivamente, non siamo stati in grado di dare. Forse perchè il futuro, già immaginato nella letteratura e nel cinema, ha di gran lunga sopravanzato la realtà.

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La realtà virtuale che surroga quella fisica; l'idea (malsana) che tutto ciò che si scrive e si pubblica, anche se foriero di idee e/o atteggiamenti folli o inneggianti ad attività contro la legge, non abbia nè ripercussioni nè responsabilità morali e penali è, semplicemente, folle che ci trasloca tutti verso una società priva di limiti e regole. In pratica, anarchica ed irrispettosa della vita e degli esseri umani. Quando si scrive, quando si denuncia, quando si accusa condannando prima ancora delle sentenze in tribunale (ricordando che i gradi di giudizio sono 3) ci si deve assumere anche la responsabilità delle proprie azioni. La cosa andrebbe insegnata e ricordata sempre ai fruitori dei social e dei sistemi di comunicazione virtuale, sopratutto quando si agisce nell'anonimato. Anche le giovani generazioni devo ricordare ed avere ben presenti la valenza delle loro azioni, quando attuate attraverso la rete che, è bene ricordarlo, può avere ripercussioni nell'immediatezza e per un tempo illimitato, al di là quindi delle proprie intenzioni (pensando e sperando che quest'ultime possano e debbano essere limitate nel tempo). I giovani in particolare (in quanto maggiori fruitori del web) debbono rendersi ben conto delle potenzialità, anche negative, della rete e delle conseguenze nefaste che immagini, messaggi ed altro possono avere sulla vita del destinatario delle loro azioni "divulgatrici" via internet/social. Occorre, pertanto, che i sistemi educativi (dalle scuole, di ogni ordine e grado, all'informazione) prendendo coscienza del problema, si impegnino a divulgare un "messaggio educativo" indirizzato a tutti coloro che normalmente fruiscono della rete e dei suoi mezzi di divulgazione, ed in particolare alle giovani generazioni sempre più immerse nelle modalità di comunicazione "virtuale" che ha surrogato (purtroppo) quella fisica, sempre più spesso. In questo la società ha una ben precisa responsabilità riflessa e diretta: ogni volta che qualcuno azzera l'esistenza di qualcun'altro, o ogni qual volta che una persona decide, spinto dalla pressione mediatica, di togliersi la vita o negarlo a qualcun'altro. Si rifletta maggiormente, a livello legislativo e tra i responsabili dell'educazione e nel controllo di quanto passa attraverso i social via web!

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Il nostro è un Paese fatto di bellezza artistica: nella poesia, nella scultura, nell'architettura, nella musica e...nella cucina. Ma in tanti altri campi ancora ci distinguiamo al punto che possiamo definirci precursori dello stile. All'avanguardia in molti aspetti del vivere quotidiano. Ma non in tutto! Il sistema-paese, ad esempio, non lo è, anzi, sembra ostacolarci, rallentarci il più delle volte. Ci fa arrendere, ci fa fuggire altrove, impoverendo la nazione, la sua economia e le prospettive per le future generazioni. La colpa? Le responsabilità? Facile prendersela con i politici e gli amministratori...facile additare gli altri! In una democrazia, ce lo hanno insegnato i greci, ben cinque secoli prima dell'era cristiana, è fatta di idee diverse che si confrontano su di un piano di parità in uno spazio condiviso (l'Agorà) ove decidere insieme ciò che è meglio per quella società. Il riferimento, ovviamente, è rivolto alla politica attuale e ai suoi principali attori (i nostri rappresentanti) quelli che ci siamo scelti ed ai quali abbiamo "delegato" il potere decisionale. Ci lamentiamo "in coro" attraverso "I social", tanto sviluppati e divenuti di moda, attraverso i media; siamo tutti informati, non possiamo certo dire di non sapere o non essere a conoscenza delle "criticità" del sistema politico e delle sue "malefatte", nell'amministrare il Paese. Eppure non cambia nulla: i personaggi, gli attori, gira e rigira, son sempre gli stessi e quand'anche se ne presenti qualcuno nuovo tra i vecchi e consunti dal tempo, pare debba essere "malato" dello stesso virus che ha già infettato i precedenti, senza lasciare scampo o speranza per il futuro. Una via senza uscita; un Paese bloccato e senza speranza, si direbbe! Ma non è e non può essere tutto limitato al dèjà vu, se la voglia di cambiare, di non arrendersi diventano un'idea, un progetto un target tra la gente comune, gli opinionisti, gli addetti alla cultura, insomma tra tutti coloro i quali possono risvegliare gli animi dei cittadini, verso un cambiamento della prospettiva nell'affrontare le problematiche quotidiane. Siamo giunti ad un bivio, tutti se ne rendono conto, lamentando l'iniquità e l'incapacità della politica, non solo nazionale, ma reagendo spesso senza costrutto. Ritengo che si debba ricominciare dalle basi culturali, dalla formazione nelle scuole, da un risveglio delle coscienze, dalla voglia di riconquistare gli spazi della politica, con le sue opportunità, volgendo lo sguardo al nuovo e superando un antico atteggiamento del tutto "italico" che ci vede sconfitti prima ancora di cominciare ad intraprendere qualunque progetto; sfiduciati come siamo dalla storia recente, fatta come dicevo di personaggi corrotti, ma anche corruttibili da quella stessa cittadinanza che "non vuole le regole e chi le dovrebbe amministrare". Si guardi in faccia la realtà e ciò che siamo veramente, ciò che vorremmo essere (a parole) e ciò che,invece, dovrebbe essere (nei fatti) per realizzare il vero cambiamento della società. Il testimone passa sempre dai padri ai figli, facciamo in modo di non perdere questa occasione; di non essere maestri negativi di vita; ma piuttosto capaci di indicare ai nostri figli, con l'esempio, che è possibile sperare ad un cambiamento, alla crescita, non solo economica, ma soprattutto culturale e delle coscienze.

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Pensieri, riflessioni, saggi / Re:L'Anno che verrà.
« il: Gennaio 19, 2017, 20:01:52 »
Mi si vorrà perdonare se non sono stato abbastanza chiaro nell'esprimere il mio pensiero che voleva essere un riferimento storico: infatti intendevo ricordare che il calendario islamico inizia circa 400 anni dopo quello cristiano, per evidenti ragione storiche legate alla nascita di Maometto, il profeta come tutti ricordano (nato nel 570 d.c. o nel 632 in aprile secondo gli annali della Mecca).

Non volevo assolutamente affermare, pertanto, che l'Islam è "arretrato" di 400 anni (perchè poi proprio 4 secoli?), non potrei mai pensare una cosa del genere, anche tenuto conto della storia europea e della sua cultura, che tanto si è "abbeverata" a quella islamica durante tutto il periodo medioevale (la matematica, l'astronomia ecc.) in un periodo di assoluto oscurantismo nell'Europa successiva alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente.

Comunque sia, grazie per l'apprezzamento e per aver avuto la pazienza di leggermi.

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Pensieri, riflessioni, saggi / L'Anno che verrà.
« il: Gennaio 01, 2017, 10:25:20 »
L' Anno che verrà.
In fondo si è girato la pagina del calendario, l'ultima, per affiancare ai nomi dei mesi, che non cambiano, un nuovo numero, maggiore o superiore che fa pensare a qualcosa che passa e se ne va. Ed è così, da sempre e lo sarà per sempre. A meno che il sole, il nostro sistema solare, la nostra galassia, l'universo intero non smetteranno di volteggiare a velocità pazzesca, allontanandosi sempre più dal punto in cui tutto ebbe inizio. Miliardi di anni fa. Ma, mi chiedo, misurare il tempo (terrestre) confrontandolo all'intero universo può avere senso? La Terra continua a girare, ad orbitare intorno al suo (nostro) sole da oltre quattro miliardi di anni e lo farà (ci spiegano gli astrofisici) per altrettanti 4 o 5 miliardi di anni (se tutto va secondo le previsioni). E noi (come genere umano) continueremo a stappar bottiglie e far grandi propositi per il Nuovo Anno, che ha valore solo per la Terra ed i suoi abitanti, perchè non sarà l'Anno nuovo anche per Proxima Centauri (la Stella a noi più vicina), semplicemente per le leggi dell'astrofisica che lo stesso Albert Enstein aveva postulato: quella della relatività e della velocità della luce, che tutto rende, appunto, relativo dal punto di vista del "viaggiatore" che attraversa in un dato momento lo spazio siderale che lo circonda. La vita ed i suoi accadimenti, oggi, sono i medesimi di ieri, nonostante i tanti buoni auspici del genere umano che da ieri si proponeva ed augurava un anno migliore. Tuttavia, non è così per coloro che appartengono a culture e religioni diverse: cinesi e musulmani, ad esempio poichè loro, a ben guardare, vivono in un "tempo" diverso dal nostro! Forse è proprio per questo che i nostri buoni propositi la scorsa notte di San Silvestro non si sono "sposati" con quelli degli attentatori di Instabul, i quali hanno pensato (bene dal loro punto di vista) di mietere vittime, sangue e dolore, per sostenere la loro causa (il loro buon proposito!) a scapito del nostro modo di intendere la vita e le sue regole. Loro vivono in un tempo che, secondo la loro cultura e religione, è ben 400 anni indietro al nostro! Forse è per questa ragione che i nostri propositi non trovano un punto condivisione e capacità di coesistenza con il loro. E allora eliminiamo i calendari che appartengono ad un tempo e ad una cultura che produce solamente attriti ed incomprensioni...azzeriamo tutto e ricominciamo daccapo, ma senza avere la pretesa di essere i soli detentori della sapienza e della verità in senso assoluto, poichè è proprio partendo da questi assunti storici che si sono realizzate le guerre di religione e di conquista che, sino ad oggi, hanno procurato soprattutto incomprensione e morte, tra le diverse civiltà. Buon Anno, un augurio che non sia "consunto" dal tempo e dall'abitudine...ma che sia foriero del cambiamento di rotta, da parte dell'umanità intera. Si guardi alla grandezza ed alla perfezione dell'armonia dell'universo che ci circonda e che è vita, nelle più svariate forme che ogni singolo sistema solare avrà reso possibile. Le nostre ragioni, al confronto, non sono nulla. Eleviamoci tutti insieme dai piccoli e grandi egoismi, dei singoli e culturali, e forse si potrà cominciare a realizzare un Anno migliore, una vita che finalmente trova un senso per ciascuno di noi ed in armonia con tutto ciò che ci circonda. Senza limiti territoriali e di tempo. Il tempo, quello si lo abbiamo creato noi, per convenzione, per necessità legata al lavoro agricolo o alla pesca, per dare un senso alle quattro stagioni che si ripetono da milioni di anni. Vogliamo dare un senso all'Universo, partendo da regole che valgono, per forza di cose, solo per la Terra. Un po' troppo, probabilmente. Buon Tempo agli uomini di buona volontà.

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Non ci sono più le certezze di una volta!
C'era un tempo in cui il cittadino, militare o civile che fosse, poteva contare, sin dal primo giorno d'impiego/assunzione, su alcune certezze granitiche, scolpite nella roccia della memoria italica: avresti avuto un lavoro sicuro a fronte di uno stipendio dignitoso, certamente non ti avrebbe arricchito ma ti avrebbe accompagnato per una vita intera, consentendoti di far crescere la tua famiglia, far studiare i figlioli e, magari, acquistare la tua prima casa. Erano gli anni del boom economico (anni 60') l'Italia usciva da un pauroso periodo di povertà, riconducibile alla 2^ guerra mondiale con i suoi orrori, ma la gente era animata dalla fiducia e dalla speranza di poter progredire, potendo garantire alle future generazioni quel benessere che essi stessi (i genitori ed i nonni) di certo non avevano mai neppure immaginato che potesse esistere. Al periodo della ricostruzione(e del boom economico) seguirono gli anni delle contestazioni e delle rivoluzioni politiche: i primi movimenti terroristici inneggiavano ad una guerra totale fatta dagli appartenenti alle classi non solo operaie ma sopratutto dagli intellettuali (professori e studenti universitari) che avevano il preciso dovere di guidare tutti verso il cambiamento, anche usando le armi. Per fortuna la rivoluzione cruenta e sanguinaria non ebbe il seguito e l'appoggio che i terroristi (di destra e di sinistra) avevano sperato di ottenere. Per non farci mancare nulla, gli anni 80', seppure accusando i primi contraccolpi di una crisi strisciante, sia economica che politica, furono propedeutici ad un nuovo spirito di rinnovamento, culturale e politico, che ebbero come diretta conseguenza l'arresto di esponenti politici nazionali dando il "La" ad una nuova ed entusiasmante stagione di riforme. Da qui la Seconda Repubblica, la nascita della Comunità Europea, la nuova moneta unica, l'Euro, il mercato globale e...dulcis in fundo internet. Già, proprio quel http://www. cambiò per sempre il mondo e le sue regole. La cultura e la sua capacità potenziale di essere fruibile subito, gratis e in qualsiasi angolo del pianeta, purchè collegato al web. Ma cambiò l'economia, cambiò il modo di lavorare, si abbassarono i costi di produzione ad esempio risparmiando sulla manodopera (bastava un computer in luogo di una persona), la delocalizzazione delle merci e delle aree produttive eliminarono milioni di posti di lavoro in un batter d'occhio. Ora non era più indispensabile la presenza della manodopera umana, non nella consistenza che sarebbe stata necessaria solo qualche anno prima dell'avvento del web. L'economia, che sino a qualche decennio prima si basava sulla produzione del manufatto, ora preferiva evolversi attraverso lo spostamento di enormi capitali attraverso la carta ed il web. La ricchezza, quindi, la si produceva a mezzo di movimenti immateriali di denaro attraverso le linee telefoniche ed i satelliti collegati al web. D'improvviso, però, la bolla finanziaria dagli Stati Uniti, esplodendo, trascinò nel fango tutta quella carta, le promesse di una ricchezza basata sulla filosofia del guadagno facile e veloce (la speculazione) annullando in pochissimo tempo false speranze, banche e banchieri, i risparmi di milioni di cittadini e... le economie e gli equilibri dei bilanci statali. Anche di quelli europei. E non solo. I governi nazionali, che si erano retti sulle promesse di una maggiore ricchezza procapite futura; di una maggiore equità nella distribuzione delle risorse nazionali, sempre foriere di pace sociale e giustizia, d'incanto si volatilizzarono. Così, il nostro impiegato statale (militare o civile come accennavo all'inizio) da qualche anno non ha più certezze nè sul rinnovo dei contratti (scaduti da almeno 8 anni), nè della età in cui potrà finalmente godersi il meritato riposo dopo...quanti anni di lavoro? Neppure sulla data ci sono certezze!! Badate bene, sia che governi la destra sia che governi la sinistra o (peggio) un governo tecnico, nessuno al di là delle intenzioni (buone o meno) saprà "far di conto", com'era d'uso ai tempi delle maestrine del De Amicis. Quindi, cari colleghi non illudiamoci più di tanto: la politica appena trascorsa ha governato (davvero?) a colpi di slogan (ricordate gli 80 euro?) e quella prossima ventura, dopo le elezioni, per le quali non si sa neanche con quale legge, quasi certamente non potrà far meglio se: a.la Legge di Stabilità non può uscire dai binari imposti dagli accordi Comunitari; b. dovremo prima capire se e quanti denari rimangono nelle esauste casse della Banca d'Italia; c. l'economia nazionale non ricomincerà a marciare ben oltre quell'anemico 0,8%, mentre gli altri Paesi dell'Ue realizzano molto più dell'1,5 - 2%, per non parlare delle "Tigri asiatiche" che marciano intorno al 10%!!, rimpinguando l'erario nazionale; d. a proposito di erario: se non ci si mette in testa di combattere seriamente lo sport nazionale preferito dai più (per fortuna non da tutti!) di evadere allegramente il fisco, cari colleghi e cittadini del Bel Paese, non potremo fare nulla di più di quanto sia stato realizzato, in qualche modo, sino ad oggi. Cioè davvero poco, se si considerano altri Paesi avanzati, sul piano della produzione, della ricerca e della qualità della vita. Elementi, per finire, questi sui quali qualcuno dovrebbe cominciare a riflettere. Seriamente, però. Almeno per questa volta.

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Giochi letterari / Re:Te ne dico quattro
« il: Novembre 25, 2016, 18:58:17 »
Dondolando dimentico donne danarose

Lettera U

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Giochi letterari / Re:Te ne dico quattro
« il: Novembre 20, 2016, 14:54:33 »
Facente funzioni firma francobolli.

Lettera T

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Stando seduto su quella bianca scogliera, dal chiarore abbacinante e avvolgente, consapevole che quella lunga linea del mare ci separa dalla vicina Tunisia, dal continente africano, così carico di storia, di drammi e di speranze: spesso disilluse a caro prezzo; qualche volta realizzate. Ma solo per pochi (troppi direbbero chi non è favorevole alle migrazioni di massa!) c'è stato un approdo, una nuova occasione di vita, al di qua di quel mare tanto amato e odiato ad un tempo. Come non ripensare alle migliaia di vite "perse" in quel mare, lunga quella linea di confine che rappresenta la vita o la morte...come non riflettere su tutto questo dolore a cui assistiamo, comodamente seduti sui nostri divani, nei confortevoli salotti di casa...io oggi ho riflettuto, invece, seduto su quella bianca scogliera, molto simile alle Bianche scogliere di Dover da dove i cittadini inglesi osservano, anche loro, una lunga striscia di mare che li separa dalla Francia, dal continente europeo, dove ammassati a migliaia altri poveri disgraziati attendono. Ma attenderanno ancora a lungo e forse invano, poichè nessuno vorrà aprire le porte, nessuno vorrà rinunciare alla propria parte di benessere e sicurezza, per dare ad altri una seppur minima speranza di vita. Seduto stavo, a lungo meditando su quella bianca scogliera, mentre alcuni turisti, felici ed appagati, mi passavano accanto e davanti al mio sguardo che ora ritorna al di qua del Mare Nostrum. Già, nostro, ma forse non proprio di tutti...!

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Anch'io Scrivo poesia! / A mia Madre.
« il: Giugno 21, 2016, 19:40:02 »
La guardavo, di lontano mentre asciugava i capelli nero corvino al vento. I riflessi erano blue, mentre raggi di sole le incoronavano la chioma, conferendo luce e bellezza al viso.
Così mi appariva in sogno...
Ora, che gli anni e le primavere sono le uniche esperienze che mi fanno compagnia, rimpiango il tempo della giovinezza, rimpiango il momento in cui, smarrito, le voltai le spalle, rimpiango la decisione di non tornare sui miei passi. Rimpiango la vita che non scelsi, fuorviato com'ero dalla menzogna e dalle illusioni.
Lei, paziente, rimane laggiù su quello scoglio, mentre lo sciabordio dell'acqua lentamente le bagna le vesti e le strappa un sorriso, come di bimba.
Io tornerò per abbracciarla...per non lasciarla mai più.

A mia Madre. La Donna che ha compreso, nel profondo, il mio animo e la mia pena.

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