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Post - overseadreams

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Anch'io Scrivo poesia! / Re:La solitudine
« il: Luglio 09, 2012, 11:59:23 »
Talvota è utile dimenticare.

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Anch'io Scrivo poesia! / Re:La solitudine
« il: Luglio 09, 2012, 10:43:10 »
Non è detto. Se il superfluo è durato abbastanza a lungo si è prodotto anche l'effetto di far dimenticare il "necessario originale" e la mancanza del superfluo porta a identificare quest'ultimo come necessario relegando a qualcosa di flokloristico il "necessario originale". Inoltre una cosa necessaria in un "sistema di riferimento" non è detto che abbia lo stesso valore in un altro.

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Anch'io Scrivo poesia! / Re:La solitudine
« il: Luglio 09, 2012, 08:01:41 »
Tuttavia è incredibile constatare come si possa fare a meno del necessario quando si ha il superfluo.

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Pensieri, riflessioni, saggi / Re:Il desiderio
« il: Luglio 09, 2012, 06:27:36 »
Non è altro che il continuo alternarsi del pensiero. O seguiamo ciò che ci viene dall'amigdala o ciò che passa attraverso la corteccia. Istinto o ragionamento? Natura o evoluzione? Sublimazione o precipitato? Siamo noi stessi gli alchimisti e, come tali, sappiamo che la pozione che abbiamo appena preparato può ucciderci oppure darci l'immortalità.

Una volta in Africa ho sentito un detto molto bello: "Dove c'è un desiderio c'è una via".
Si commenta da solo.

Unisquisque faber fortunae suae est.

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Anch'io Scrivo poesia! / Re:Poesia
« il: Luglio 08, 2012, 10:06:34 »
L'essenziale è invisibile agli occhi.

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Anch'io Scrivo poesia! / Sono razzista
« il: Luglio 07, 2012, 11:19:31 »
Ebbene si. Sono razzista.
Ma prima di sentenziare, di bollarmi come individuo da evitare e di cancellare il mio nome dalla lista degli amici nonché dalle rubriche telefoniche e di chiamare le autorità competenti leggete il motivo che mi spinge a schierarmi.
Ve lo dico in rima. (per me la poesia è rima. Deve suonare. Si deve poter cantare).

---

Trattienimi amico
ho appena appreso
chi è il vero nemico
e mi sento ancora offeso.

Guai a toccar la donna
non parliamo se un bambino in mente torna.
E se è un omosessuale?
Mille e più a salvar la forma!

Ma perché, scusa, dov'è il male
l'esser bianco è diventato
sinonimo di animale?

Perché ormai è risaputo
che anche il nero è migliore
di quel tipo scolorito
ch'era pria il dominatore.

Salvo ad essere giudeo
per rientrare tra gli eletti
di questo nuovo galateo
delle mode e dei difetti.

---

Riflessioni:

Donne, bambini, neri, ebrei, minoranze etniche, minoranze religiose e qualsivoglia altra categoria è ormai dichiarata "debole" e di conseguenza "protetta". Ci sono associazioni, movimenti, fiaccolate, discorsi di leaders politici, 8 per mille, ecc... ecc.... .

E per il maschio bianco non omosessuale e non ebreo?

Cosa è rimasto del "dominatore"? Non sarebbe ora di reclamare qualche diritto visto che la centenaria erosione ha ormai consumato ogni appoggio, ogni privilegio?

Un esempio?

Italia. Un concorso, un esame. Uno qualsiasi. Un "bianco normale" arriva pari merito (pari in tutto: valutazione, punteggi, stato sociale....ecc. ecc...) ad un altro concorrente facente parti di una delle suddette categorie. Se viene assunto il "bianco normale" si alzano voci autorevoli, interpellanze parlamentari, scioperi, manifestazioni varie a denuncia dell'ingiustizia, del sopruso, del razzismo, appunto.

Qualcuno può confutare quanto detto?

Ma fate attenzione. Se non riuscirete a trovare argomenti validi a confutazione vorrà dire che siete dalla mia parte e anche voi sarete razzisti come me!










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Anch'io Scrivo poesia! / Re:Poesia
« il: Luglio 06, 2012, 06:32:52 »
Sicuro. La vita comincia ad ogni angolo di strada, ad ogni parola detta o non detta e ogni volta che credi in un sogno.

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Diari di viaggio / Re:Conakry
« il: Luglio 05, 2012, 19:35:46 »
Ma che ci facevi in Guinea? Non è un posto da vacanzieri......sei operatrice umanitaria? Medico senza frontiere?
Comunque è un bel racconto. Anche leggendo te si "vede con le parole" ed è quello che un buon reporter di viaggio deve saper fare.



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Anch'io Scrivo poesia! / Re:Poesia
« il: Luglio 05, 2012, 07:41:35 »
...è nelle notti d'estate
che riscopri il cielo e i sentimenti
In te lottano amori, ricordi e fate
arditi voli e malcelati pentimenti.


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Diari di viaggio / Re:In Asia
« il: Luglio 05, 2012, 05:23:56 »
Hai detto bene. Nei miei viaggi cerco sempre di andare oltre le cose materiali che vediamo o la storia del posto. Cerco di percepire quello che la gente del posto trasmette. Basta osservare bene ma non con i normali sensi perchè come scrisse Saint Exupery: "Non si vede bene che con il cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".

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Diari di viaggio / Guilin
« il: Luglio 04, 2012, 15:45:07 »
…..e arrivò il quinto giorno di questo viaggio in Cina e lasciammo Hangzhou per raggiungere Guilin una città a 440 km dal confine con il Vietnam. Il caldo umido già pazzesco si accentuò ulteriormente e semplicemente l'atto di respirare ci faceva sudare prodigiosamente e, in quelle condizioni, si entrava negli hotel o nei locali pubblici dove l'aria condizionata era impostata a temperature polari. Così il giorno seguente, il giorno della navigazione sul fiume Li, io mi svegliai con la febbre a 39 e dovetti rinunciare. Duro colpo per il gruppo che fu costretto a sorbirsi le spiegazioni in inglese senza la mia traduzione ma non c'erano alternative. Stordito dalla temperatura ma confortato dai farmaci che il mio amico medico mi aveva lasciato da prendere ad ore stabilite rimasi nella mia camera dove regolarmente venivo controllato dal personale dell'hotel che in continuazione mi chiedeva se avessi avuto bisogno di un medico o qualsiasi altra cosa. Non mi aspettavo una tale attenzione. La mattina passò in un torpore assoluto ma per l'ora di pranzo stavo già meglio e verso le 14.30 decisi di fare due passi. In effetti la temperatura esterna era superiore a quella del mio corpo e non provai caldo né brividi. Fuori gli strumenti indicavano 41,4 gradi con 92% di umidità. Un clima terribile. Per chi non l'avesse mai provato e volesse farsi un idea: immaginate di entrare in una sala da bagno dove qualcuno abbia appena fatto una lunga doccia con acqua caldissima.
     Rimanendo sotto gli alberi arrivai al bordo del fiume dove vidi bufali immersi sia per rinfrescarsi che per mangiare le alghe del fondo e le stesse alghe venivano raccolte da alcuni uomini sicuramente per portare il cibo ad altri animali. Su un pontile un uomo immergeva in acqua un anatra viva affinché si presentasse pulita all'acquirente mentre poco più in la una donna lavava un bambino.
La foschia impediva di vedere chiaramente in lontananza ed il paesaggio era tremolante.
Sotto gli alberi alcuni anziani “danzavano” una musica che nessuno ascoltava; almeno questa fu la mia sensazione quando vidi questo gruppetto di persone muoversi all'unisono ma capii subito che non stavano danzando ma erano movimenti di Tai-Chi eseguiti in sincrono da decine di persone piuttosto anziane. Davanti a me una ragazza li stava filmando e provai a chiederle, in inglese, spiegazioni su questa arte. Mi guardò ma non parlava inglese e, facendomi alcuni gesti con le mani mi fece capire di attendere. Corse via tornando pochi minuti dopo con un altra ragazza che parlava inglese e mi diede alcune spiegazioni sul Tai-Chi che ogni mattina viene praticato da migliaia di persone lungo i fiumi cinesi. “Adesso ne stai vedendo pochi perché è tardi ma se vieni domani mattina saranno molti di più” mi disse lei. Quindi parlammo un po di cose generiche e mi sembrò naturale invitarle a venire in hotel più tardi, verso le 17,00 a prendere qualcosa di fresco.
     Le due ragazze confabularono nel loro incomprensibile idioma e poi Oriana ( le ragazze cinesi adottano un nome “occidentale” nei rapporti con noi per facilitare il tutto) mi disse che loro non sarebbero potute entrare nell'hotel in quanto l'ingresso è vietato alla gente del posto. Allora dissi loro che mi sarei fatto trovare davanti l'hotel e saremmo così entrati insieme essendo loro mie ospiti.
     Guilin è una città abbastanza grande ma fa parte di una provincia meridionale della Cina dove ancora vivono determinate tradizioni. Siamo nello Guangxi a circa 2000 km a sud di Pekino quindi ben distanti dai quartieri moderni della capitale: moderni sia come costruzioni che come mentalità. Qui alcune etichette vengono ancora rispettate. Infatti all'appuntamento vennero in sei. Oriana; la sorella – Xhe (la ragazza con la videocamera); due cugine, la zia e il figlio di quest'ultima. Sei persone. Eh, si. Mica poteva venire da sola ad un appuntamento con uno sconosciuto.....Guardandole con attenzione non si faceva fatica ad immaginare che avessero indossato gli abiti migliori e che in questi abiti non ci si trovavano molto...
     Il portiere dell'hotel, un vero buttafuori, le guardò con distacco ma, essendo io ad invitarle, io che ero ospite e che in un certo senso gli pagavo lo stipendio, non proferì verbo e poterono entrare. Non ero certo pronto a incontrare sei persone e devo confessare un po di imbarazzo in quanto queste mi seguivano come una cucciolata di paperelle segue la mamma. Mi seguivano e guardavano l'enorme hall alta 6 piani, freschissima, piena di piante. Salimmo al secondo piano dove c'era un american bar e dissi a Oriana di scegliere qualcosa da bere per tutti. Quindi cercai di instaurare una forma di conversazione con lei e si dimostrò essere una ragazza intelligente con conoscenze che non immaginavo. Comunque sia passò un ora e mezza durante il quale loro non fecero altro che guardare in alto e in ogni angolo dell'hotel affascinati da quella che era la più grande costruzione della loro città; un posto in cui non si entra, qualcosa al di fuori della loro portata. E vollero ricambiare la mia ospitalità invitandomi a fare un giro in barca. Il marito della zia mise in acqua un battello stretto e lungo dove salimmo in 4 e scivolammo sul fiume. La temperatura andava scendendo rendendo la passeggiata quanto meno sopportabile. Arrivammo in una ansa del fiume dove l'acqua sembrava immobile e qui c'era un tappeto di foglie e fiori di loto. Un tappeto di fiori dai colori bellissimi. Bianchi, rosa e lilla. Adesso ero io ad essere sorpreso e a guardare da ogni lato quella meraviglia. E loro guardavano me e risero increduli quando io dissi a Oriana che non avevo mai visto questi fiori; frase che lei tradusse nel dialetto locale. Ne raccolse uno avvolgendolo in un panno umido e quindi facemmo ritorno. Ancora il tempo per un saluto e fu a quel punto che lei mi fece dono di quel fiore di loto ma solo dopo seppi il significato che per gli orientali ha questo fiore: nel Buddismo, i fiori di loto costituiscono un’offerta particolarmente sacra quale simbolo di Buddha, della purezza del corpo e della parola, dell'affidabilità e dell'illuminazione della mente nell'uomo virtuoso. La preghiera buddista tradotta come ‘Oh, il gioiello del fiore di loto!’ ne esalta gli attributi di purezza, delicatezza e bellezza. I fiori si aprono soltanto per pochi giorni, poi ogni petalo scivola silenziosamente in acqua, uno per volta, nell’arco di un breve periodo, mentre le foglie coriacee rimangono sempre pulite essendo assai idrofobiche in superficie in seguito ad una proprietà denominata ‘effetto loto’. La pianta nasce da un seme che attecchisce sul fondo di acque stagnanti, immerso nel fango – sinonimo di ciò che è materiale, attaccamento, desiderio, avidità, odio, illusione – al buio come è l’ignoranza, che non consente di individuare con chiarezza la verità nella vita. La semenza cresce verso l’alto, attratta dal calore e dalla luce del sole, allo stesso modo degli esseri umani che crescono ricercando per natura l'amore, la compassione, il vero. Gli steli lunghi e tubolari portano separatamente una foglia rotonda di grandi dimensioni e un fiore appariscente che si dischiude a poco a poco, un petalo alla volta, al risveglio dei raggi del sole mattutino, come ad aprirsi completamente all’illuminazione, alla vita spirituale. I petali, come raggi di sole, galleggiano sempre in superficie, completamente alla luce, per richiudersi con il calare della sera. Il fiore rimane ancorato con le radici, ma si muove liberamente secondo il flusso di acqua, come succede ogni istante nell'evoluzione di ogni situazione. La rivelazione di Buddha nel ‘Sutra del Loto’ – uno dei testi fondamentali per le scuole buddiste cinesi e giapponesi – riguarda la forza vitale universale che origina e regola tutti i fenomeni esistenti.
     Non avevo mai ricevuto alcun regalo così carico di significato e la sera, nella mia fresca e tecnologica camera di hotel, connettendomi ad internet, trovai questa spiegazione sul fiore di loto che mi fece capire quanto banale  fosse stato il mio invito se confrontato al suo e quale importanza avesse dato al nostro incontro quella ragazza cinese di cui non seppi, né saprò mai il vero nome.
     Lo conservo ancora con attenzione; è un po rattrappito ma mantiene la bellezza e l'eleganza. Oltre che il significato e il ricordo.


Bis est gratum, quod opus est, ultro si offeras
Publilio Siro

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Sentimentale / Elizabeth
« il: Giugno 19, 2012, 17:59:42 »
Rimosso dall'autore.

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Diari di viaggio / Hawaii
« il: Giugno 13, 2012, 10:23:35 »
     Un ora di volo da Catania a Roma; otto ore e mezza da Roma a New York; quasi cinque ore da New York a Los Angeles; altre quattro ore abbondanti da Los Angeles a Honolulu. E siamo alle Hawaii. Ho perso il conto del tempo e non so quante ore (comprese le soste negli aeroporti) siano trascorse dalla partenza né so che ora sia in Italia. Ma un viaggio è anche questo: libertà anche da se stessi; dal ruolo che recitiamo quotidianamente nella società. Naturalmente il conto lo ha tenuto per bene il mio organismo che mi chiede di dormire al più presto e infatti ogni attività è rimandata al pomeriggio. Il tipico residence coloratissimo con passerelle in legno e un sottofondo di una tipica melodia hawaiana ci accoglie e rapidamente guadagno la mia camera e cado in un sonno profondo e senza sogni. Mi sveglio che è sera inoltrata e addio pomeriggio a Pearl Harbour...Mi accorgo che anche gli altri del gruppo dormono profondamente e li lascio riposare. Saremo tutti pimpanti domani mattina. Mi sveglio prestissimo ed è ancora buio ma scendo ugualmente sulla sabbia umida ma piacevolmente tiepida. L'Oceano Pacifico è calmo e nero; nessuna musica intorno, nessun rumore. La città è lontana circa 10 km e le sue luci sono coperte dalla cresta delle verdissime montagne che avevo ammirato ieri durante l'atterraggio. Verso est il cielo comincia a scolorire e le prime forme arboree prendono corpo stagliandosi contro l'azzurro che si fa strada e quasi contemporaneamente, come se un direttore d'orchestra avesse dato l'avvio, milioni di uccelli cominciano il loro canto. Si, sono proprio alle Hawaii; le magiche isole in mezzo all'Oceano Pacifico. Ieri non avevo avuto il tempo nè la forza di rendermene conto ma da stamattina in poi voglio assaporare, godere ogni minuto di questo soggiorno.
     Margherita arrivò silenziosamente (non per niente l'ho sempre chiamata "la gatta") e mi abbracciò teneramente. In quel momento pensai che se qualcuno ci stesse guardando da lontano la scena sicuramente gli sarà apparsa come quella di un film....ma io e Margherita non stavamo insieme. Forse da anni ci stavamo rincorrendo e parallelamante respingendo come per mantenere quel limbo, quella zona neutrale che ci concede maggiore libertà e anche il dolce dolore delle cose volutamente perse. Non c'erano parole da dirsi in quel momento. La natura aveva la completa sovranità e tutto il palcoscenico. Alle nostre spalle il verde della vegetazione era ormai brillante e il sole cominciava la sua risalita.
     A colazione eravamo tutti eccitati e il gruppo mi faceva continue domande sui programmi e su dettagli molti dei quali sconosciuti anche a me. Devo premettere che io ero l'accompagnatore di quel viaggio ma era anche per me la prima volta alle Hawaii e proprio quella mattina avremmo incontrato la guida locale. L'escursione prevista era un volo con un monomotore sull'isola di Maui. Raggiungemmo l'aeroporto di Kalaeloa a 25 km oltre Honolulu. Bubba era il tipico americano fuggito da qualche polverosa contea del Texas per vivere una vita a ritmi più lenti incarnando il sogno di molti. Anche di molti di noi. Rapidamente fece una valutazione del peso di ognuno di noi e ci indicò dove sederci per una corretta distribuzione del carico sul piccolo Cessna e tutti avevano un bel finestrino per osservare e fotografare le meraviglie. Io presi posto proprio accanto al pilota e la mia vista era privilegiata ma d'altra parte, essendo l'unico a parlare inglese, era d'obbligo che mi mettessi al posto del co-pilota....per ogni eventualità. Volammo sul Pacifico per quasi due ore passando sopra l'isola di Molokai e facendo un mezzo giro sul vulcano Mauna Loa (noi Etnei conosciamo i vulcani e li amiamo e rispettiamo) e dopo l'ultimo tratto di mare arrivammo in vista della costa ovest di Maui delle sue vallate verdi con cascate a picco, rocce e alberi, improvvisi burroni e fiumi; nuvole e sole. Non si può stabilire una sequenza con cui le immagini si accalvallarono nella nostra mente; era un turbinio a seconda di come l'aereo si posizionasse. Non c'era il tempo di scattare una foto perchè l'altro versante pareva più bello e continuò così per un ora; il tempo necessario per fare un giro intorno alla prima montagna. Poi d'improvviso il pilota cominciò una discesa dirigendosi verso una strettissima vallata e la cosa curiosa era che nonostante ci avvicinassimo a oltre 150 km all'ora la vallata rimaneva sempre strettissima tanto che cominciai a dubitare che ci saremmo passati. Da dietro Monica mi urlò:"Ma è pazzo, non ci entriamo" e girandomi vidi che tutti cercavano di guardare dal vetro anteriore. Ma Bubba era sicuro di se e continuò la discesa fino a portarci non soltanto dentro la vallata ma addirittura a pochi metri dal fiume che vi scorreva dentro e, come se non bastasse, come se volesse darci una risposta, un altro aereo simile al nostro ci venne incontro nel senso opposto e ci passò accanto. Con una cabrata il pilota portò quindi l'aereo nuovamente in cima alle montagne, fece un paio di giri passando vicinissimo ad un costone da dove si partiva una cascata che pareva immobile completamente immersa in uno scenario verde e poi mise la prua in direzione Hilo per ritornare alla base. Il volo di ritorno fu per metà un continuo scambiarsi commenti ed emozioni mentre la seconda ora passò nel più completo silenzio e io mi godevo il sordo, monotono ma rassicurante rumore dell'elica cullato dal blu dell'oceano e del cielo in una surreale ninna nanna. Soddisfatto ed emozionato. Ne parlammo per tutto il giorno e a sera andammo a dormire con quella meraviglia ancora negli occhi e nella mente. Ma le meraviglie sanno fare anche miracoli e quella stessa notte Margherita, emozionata e felice, decise che questo ricordo meritava di essere legato ad un evento speciale. E così fu. Il nuovo sole ci trovò abbracciati.

(Racconto di un vero viaggio; veri nomi  e vere emozioni - dicembre 2005.)

Dedicato a Ninag che mi ha invitato in questo sito.

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Presentazioni / Presentazione
« il: Giugno 12, 2012, 21:46:00 »
Buonasera sono Bruno da Catania. La mia prima esperienza con pubblicazione online risale al 2003 sul sito "Liberodiscrivere" che poi non ho più seguito per varie ragioni. Torno dopo quasi 10 anni su invito di una amica (nuovissima amica peraltro) e mi auguro di essere all'altezza degli altri frequentatori.
Bruno

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