Autore Topic: Se le poesie potessero parlare - Racconto n. 6, Oscurità  (Letto 375 volte)

pasrimoli

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Se le poesie potessero parlare - Racconto n. 6, Oscurità
« il: Luglio 23, 2015, 14:14:01 »
Racconto tratto da "Alla sera" di Ugo Foscolo.
http://selepoesiepotesseroparlare.blogspot.it/2015/06/racconto-n-6-oscurita.html
Buona lettura :)

Un’altra giornata si è conclusa e io mi faccio accarezzare dall’oscurità. Mi sembra quasi di vedere le sue lunghe e nere mani che si posano sulle mie spalle e, come un bambino, mi faccio accompagnare… verrà il giorno in cui intraprenderò veramente un viaggio da cui non tornerò mai più e, man mano che i giorni si susseguono, la speranza di poterlo fare diviene sempre più viva nel mio cuore. E ciò mi allieta… è la mia unica consolazione tra mille tristi pensieri…

Può esserci la pioggia, può esserci il vento, persino la neve ma io non smetterò mai di lasciare la mia casa per vedere il sole cadere dietro le montagne lontane. Il sole si abbassa e la mia anima si risolleva perché so che il giorno della mia morte, il giorno del Nulla eterno, si fa sempre più vicino. Non faccio fatica a nascondere questo mio desiderio: desidero, senza ombra di dubbio, morire. Ecco perché, ogni qual volta sopraggiunge la sera, io sento qualcosa muoversi nel mio stomaco, poi percepisco il cuore battere sempre più forte, le guance si accendono, le gambe cominciano a tremare. Se si leva una brezza, sento caldo e freddo allo stesso tempo… forse la morte non è tanto diversa da ciò che provo io in quei momenti!

Quando vedo la luce solare scemare sempre più, tutta la rabbia, tutto il dolore, tutta la sofferenza vengono meno. È il momento in cui riesco a rilassarmi veramente: è il presagio di un sonno molto più lungo e profondo. È il momento in cui il mio volto riesce finalmente ad abbozzare un sorriso, sicuro dell’inesorabile e quanto mai prolifico scorrere del tempo. Così spalanco le mani, lascio che la frescura mi investa, sperando quasi che mi trascini con sé. Resto in quella posizione per diversi minuti apprezzando il susseguirsi dei secondi… a occhi chiusi li conto e, in quel silenzio, riesco a godere dei ritagli di quell’infinito che vado agognando. È un rituale quotidiano che merita una costante dose di cura e meditazione.
Desidero morire: questo me lo ripeto sempre. A che pro, infatti, continuare a vivere? A cosa o a chi potrebbe giovare l’esistenza del triste Ugo? In molti ci siamo illusi di veder cambiare le cose… pura illusione! Una grande delusione… quando era concreta la prospettiva di poter essere finalmente liberi, il sogno è svanito, spazzato via dalle salate onde della politica e della diplomazia. Per un attimo abbiamo gustato il sapore di un piatto prelibato. È stato solo un attimo… immediatamente quel piatto ci è stato tolto e ci è stata offerta la solita immangiabile zuppa che, chiudendo gli occhi e tappandoci il naso, abbiamo ingoiato…

Il sogno dell’Italia agli italiani ha alimentato in noi vane speranze… ci ritroviamo nella medesima situazione di prima (prima, cioè, dell’arrivo di Napoleone) con la beffa di aver sognato a occhi aperti… ma, a tenere sempre aperti gli occhi, ci si stanca… e, infatti, le palpebre si sono chiuse, poi riaperte e, inesorabilmente, è svanito tutto ciò che vedevamo. Allora, perché non dovrei invocare la morte? Perché non dovrei desiderare di morire? Non posso far altro che adorare la sera e applaudire alla sua venuta. Se c’è una certezza che non cadrà mai è il tuo arrivo quotidiano, o Sera! E, più volte tu giungi, più si avvicina la “vera sera”, più io mi consolo…
Non posso desiderare altro… solo morire… e, forse, avrò più giovamento dal morire lontano dall’Italia tradita dai potenti…

nihil

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Re:Se le poesie potessero parlare - Racconto n. 6, Oscurità
« Risposta #1 il: Luglio 30, 2015, 17:30:01 »
questa è la storia! sempre uguale, spaccia illusioni, che verranno sostituituite da altre illusioni.


ma, a tenere sempre aperti gli occhi, ci si stanca… e, infatti, le palpebre si sono chiuse, poi riaperte e, inesorabilmente, è svanito tutto ciò che vedevamo.

pasrimoli

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Re:Se le poesie potessero parlare - Racconto n. 6, Oscurità
« Risposta #2 il: Luglio 31, 2015, 09:06:58 »
Purtroppo è così... e, soprattutto quando ci affanniamo per cose che non dipendono da noi, per fili che non siamo noi a muovere, ci ritroviamo con un pugno di mosche in mano...