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Scrittura creativa => Pensieri, riflessioni, saggi => Topic aperto da: Doxa - Maggio 19, 2018, 17:24:34
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Basilica: parola di origine greca, deriva da “basiliké” (= reggia); basileus (= re).
Nell’antica Grecia nel perimetro dell’agorà c’erano dei portici, le “stoài”, colonnati coperti per uso pubblico.
Ad Atene la stoà basileios o stoà reale fu uno dei primi e più importanti edifici pubblici della città, era lunga 18 metri, composta da otto colonne doriche nella parte anteriore e quattro nel mezzo.
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resti della stoà basileios
La stoà reale era la sede dell’arconte re, addetto ai riti pubblici religiosi.
In questa stoà si riuniva anche il consiglio dell’ aeropago (incaricato degli affari religiosi e della criminalità).
(https://zitofra29.files.wordpress.com/2012/10/stoa_attalos1.jpg?w=640&h=443)
Atene, ricostruzione ideale della stoà di Attalo: aveva un porticato lungo 116,5 metri, situato sul lato orientale dell’agorà di Atene, donato dal re di Pergamo Attalo II nel 140 a.C..
Era dotata di due file di colonne, una esterna ed una interna,due vani scala sui lati corti dell’edificio, che permettevano di salire fino alle 21 botteghe del piano superiore.
Dalla stoà basiliké greca derivarono a Roma le prime basiliche a pianta rettangolare, con tetto a capriate e navata centrale, fiancheggiata da altre due o quattro navate minori, più basse, divise da colonne o pilastri.
Nella basilica si svolgevano riunioni, affari, attività commerciali, vi si amministrava la giustizia. Per i giudici c’era la tribuna (tribunal, da cui il nostro tribunale) nel fondo della navata centrale, con o senza abside o esedra.
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Lo storico Tito Livio (59 a.C. – 17 d. C.) nella sua “Storia di Roma” afferma che nel 210 a.C. non esisteva ancora alcuna basilica nell’Urbe. La prima fu fatta costruire nel 184 a.C. da Catone il Censore. Seguirono la “Fulvia” nel 179 a.C. e la “Aemilia” nel 170 a.C., entrambe sul lato settentrionale del foro major.
In epoca imperiale furono costruite basiliche più complesse, come la Basilica Ulpia, edificata tra il 106 e il 113 d.C. nel Foro di Traiano e dedicata da questo imperatore alla sua famiglia: il suo nome completo era Marcus Ulpius Traianus. Questa basilica era la più grande nella città: aveva cinque navate con absidi contrapposte sui lati brevi (113 d.C.).
Invece le basiliche signorili o imperiali come quella della Domus Augustana sul Palatino (92 d.C.) erano generalmente a navata unica conclusa da un’abside e con pareti articolate da colonne o semicolonne.
Tra la fine del III secolo e gli inizi del IV la planimetria della basilica come edificio pubblico subì alcuni cambiamenti per l’inserimento della statua dell’imperatore in un’abside. Quell’infausto omaggio all’imperatore di turno favorì il prevalere del tipo a navata unica con copertura lignea.
La Basilica Nova o di Massenzio al Foro Romano, iniziata nel 308 fu l’ultima ad essere costruita nella città. L’esercito di Massenzio fu poi sconfitto a Saxa Rubra (località alla periferia di Roma e non a Ponte Milvio) dalle truppe di Costantino ed anche per la basilica, in senso generale, ci fu il “cambio di destinazione d’uso”, sul quale argomenterò nel prossimo post.
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basilica paleocristiana
Nel IV secolo dopo il cosiddetto editto costantiniano (è un rescritto e non un editto) del 313, che permise al cristianesimo di essere un culto lecito, e il successivo editto dell’imperatore Teodosio I che nel 380 scelse il cristianesimo come unica religione di Stato per tutto l’impero, la forma architettonica della basilica civile, rettangolare e divisa in navate tramite colonnati interni, venne scelta dalla gerarchia religiosa dell'epoca come luogo adatto per riunire i fedeli del culto cristiano.
Differenze e novità nell'architettura della basilica paleocristiana
Nella basilica civile romana gli ingressi erano di solito collocati nei lati più lunghi, invece in quella cristiana la porta d’entrata veniva edificata in uno dei lati minori, quello ad ovest, con l’abside e l’altare ad est.
In un testo del IV secolo riguardante la costruzione delle basiliche c’è scritto: "[Preghiamo Dio] che ascese sopra il cielo dei cieli verso oriente, ricordando l'antica passione per il Paradiso, posto a oriente, da dove il primo uomo, disobbedendo a Dio, persuaso dal consiglio del serpente, fu cacciato."
Oriente, il luogo dove si trova il Paradiso e dove c’è Dio. Nello stesso testo si dice che il seggio del vescovo deve stare al centro, affiancato dai sacerdoti; i diaconi devono disporre in zone separate i laici, divisi tra uomini e donne; nel mezzo, in un luogo rialzato, deve stare il lettore dei testi sacri.
Nella struttura longitudinale, dall'ingresso all'abside, il percorso del fedele all’interno dell’ambiente diventa un cammino guidato verso l’altare, posto in fondo, nella zona riservata ai sacerdoti celebranti, invece nelle basilica civile era la zona con o senza abside destinato ai giudici.
L'asse principale longitudinale della chiesa permette anche le processioni dei presbiteri e dei fedeli.
Ai lati dell’abside delle basiliche paleocristiane c’erano due locali di servizio, i pastoforia, detti prothesis e diakonikon. La stanza di sinistra, o a nord (dato che l'abside è ad est per ricevere la prima luce), era chiamata prothesis e vi si conservavano le offerte dei fedeli, mentre nell'ambiente di destra, detto diakonikon, si custodivano i vasi e i paramenti sacri, come nelle odierne sacrestie. C’erano anche i contenitori con l’acqua per i lavacri.
Oltre l’abside sul fondo della navata centrale, si diffuse in seguito la collocazione dell’abside anche nelle navate laterali, ma non veniva realizzato il transetto.
Nelle basiliche paleocristiane con tre navate, quella centrale aveva il soffitto più alto rispetto alle altre due laterali per permettere la collocazione di finestre nella parte alta dei muri perimetrali.
Esternamente, la forma architettonica della chiesa era di solito "a capanna", copertura con due spioventi, che non implica necessariamente che l'ambiente interno sia costituito da un'unica navata; la facciata può pertanto celare un'articolazione più complessa del corpo principale.
All’interno, il soffitto era di solito a capriate in legno a vista.
Uno degli elementi tipici all’esterno delle prime basiliche maggiori era l’atrium, un quadriportico con al centro il fonte battesimale, usato dai catecumeni (dal greco katēchúmenos = “colui che viene istruito), i non battezzati. Essi potevano assistere solo alla prima parte della messa, la liturgia dei catecumeni o liturgia della parola, in cui venivano letti e commentati i testi sacri, ma prima dell’offerta eucaristica, la liturgia dei fedeli, erano obbligati ad uscire e sostare nell’atrium.
Nei primi tempi la celebrazione eucaristica si svolgeva nella chiesa principale, chiamata kathòlikon.
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Nella foto si vede la torre campanaria, non prevista nelle basiliche paleocristiane. La tradizione attribuisce a Paolino (V secolo), vescovo di Nola, la paternità dell'uso delle campane come richiamo per le adunate, ma risale al 561 la prima segnalazione di Gregorio di Tours che attesta l'uso della campana posta su un'apposita torretta per richiamare i fedeli. Questa costruzione si diffuse dall'VIII secolo da quando papa Stefano II fece costruire una torre campanaria dotata di tre campane nella Basilica di San Pietro in Vaticano.
p. s. all'attenzione di Vault: per cortesia potresti aiutare il nick Presenza, amministratrice del forum, dicendole come deve fare per limitare la grandezza delle foto che inseriamo nei topic ? Grazie.
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La costruzione delle grandi basiliche dedicate alla religione cristiana indusse ad abbandonare le precedenti domus ecclesiae o “tituli” come luoghi di culto all'interno di abitazioni private di patrizi convertiti al cristianesimo.
Se serviva il materiale edilizio per la costruzione delle basiliche venivano demoliti o spoliati i templi greco-romani pagani, inadatti ad ospitare i numerosi cristiani. Infatti la forma architettonica dei templi greco-romani non permetteva l'accoglienza di molti fedeli: questi, per pregare ed i rituali, si riunivano presso un altare fuori dal tempio, al cui interno c’era il naòs, la cella dove veniva collocata la statua della divinità pagana, e l’area riservata ai sacerdoti addetti al culto.
Invece, la pianta longitudinale della basilica permette anche la processione all’interno della chiesa, dall’ingresso attraverso la navata centrale fino al presbiterio e viceversa.
A Roma, la prima basilica cristiana fu quella fatta costruire da papa Melchiade (pontificò dal 311 al 314) su autorizzazione dell'imperatore Costantino I, nell'area che comprendeva la domus dei Laterani (poi passata, dopo varie vicissitudini, al demanio imperiale) e la caserma in disuso degli "Equites Singulares" (la cavalleria di scorta dell'imperatore). Una parte della domus fu trasformata in sede ufficiale del papato per circa mille anni); sui resti della caserma fu costruita la prima basilica, corrispondente all'attuale navata dov'è l'altare del Sacramento e fino all'ingresso.
Quell'antica basilica, dedicata a "Cristo Salvatore", aveva cinque navate e fu il primo esempio occidentale organicamente concepito di basilica cristiana a sviluppo longitudinale, con più navate. Successivamente questa chiesa fu titolata ai santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista, ma nota come basilica di "San Giovanni in Laterano", che è la cattedrale del vescovo di Roma, cioé del papa.
Oltre l’imperatore Costantino I anche alcuni suoi familiari, in particolare la madre, Elena, furono fautori della costruzione a Roma di edifici basilicali da adibire al culto cristiano, prevalentemente fuori le mura aureliane: cinta muraria costruita tra il 270 e il 275 per volere dell’imperatore Aureliano per difendere la capitale dell’impero da eventuali attacchi da parte dei cosiddetti “barbari”.
La seconda basilica costruita a Roma fu quella dedicata all’apostolo Pietro nell’area della necropoli vaticana, dove la tradizione voleva fosse sepolto.
La basilica vaticana era più grande della lateranense ed aveva un elemento architettonico innovativo: il transetto, “braccio” trasversale largo 18 m circa, posto in prossimità dell’abside.
(http://www.laboratorioroma.it/ALR/San%20Pietro/immagini/antica1.JPG)
prospetto della primitiva basilica di San Pietro con il tetto a capriate lignee.
Successivamente in città furono edificate altre due basiliche: quella denominata “Santa Maria Maggiore” e quella di San Paolo fuori le Mura, commissionate dal vescovo di Roma anziché dall'Imperatore, segno della crescente importanza del papato.
Lo schema architettonico basilicale fu quello preferito e dal IV secolo fu diffuso ovunque, anche con diverse elaborazioni, come l’aggiunta del transetto tra l’abside e le navate (presente nella primitiva basilica di S. Pietro in Vaticano) e la cripta al di sotto del presbiterio, voluta nel 590 dal pontefice Gregorio Magno, ancòra nella basilica vaticana.
Oltre la forma basilicale, per l’architettura religiosa paleocristiana (e successivamente bizantina) venne adottata anche la forma a “pianta centrale” per i “martyrion”, cioè le chiese che custodivano le reliquie dei martiri. La simmetria centrale prevede la copertura con la cupola.
(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/a/af/SStefanoRotondoVsec.png/220px-SStefanoRotondoVsec.png)
Schema ricostruttivo dell'esterno della basilica di Santo Stefano Rotondo al Celio (Roma),nel V secolo
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Le basiliche cristiane a deambulatorio o circiformi.
Nel IV secolo, una variante architettonica della basilica classica paleocristiana fu la basilica con terminazione semicircolare, detta “a deambulatorio” (dal latino “deambulare” = camminare) o “circiforme”, per analogia con lo schema planimetrico del circus dove si disputavano le gare con le bighe e quadrighe guidate dagli aurighi e trainate da cavalli.
(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/4/4f/Grondplan_Circus_Maximus.jpg/310px-Grondplan_Circus_Maximus.jpg)
pianta del Circo Massimo di Roma
(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/d/d8/Chorumgang.svg/220px-Chorumgang.svg.png)
pianta di basilica a tre navate con deambulatorio dietro l’abside
Il deambulatorio permette le processioni all’interno della chiesa: i fedeli dalla navata laterale destra possono girare dietro l’altare maggiore e proseguire verso la navata laterale sulla sinistra.
Il deambulatorio divenne un elemento tipico delle basiliche di pellegrinaggio nei secoli XI e XII, lungo gli itinerari di pellegrinaggio, come il santuario di Santiago di Compostela. Il deambulatorio permette ai pellegrini di girare attorno all'altare maggiore, dove nel passato venivano collocate le reliquie del santo, e di pregare nelle cappelle collocate nel perimetro esterno dell'abside (cappelle radiali), senza disturbare le celebrazioni di culto che si svolgono sull'altare principale.
A Roma, nel IV secolo, nel periodo costantiniano furono costruite sei basiliche circiformi: la basilica Apostolorum (poi titolata a San Sebastiano) in via Appia Antica; quella dedicata ai santi Pietro e Marcellino, sull'antica via Labicana (ora via Casilina); quella di Sant'Agnese, in via Nomentana; quella di San Lorenzo, prospiciente il piazzale del Verano e adiacente la via Tiburtina; quella di Papa Marco, in via Ardeatina e quella anonima sulla Prenestina, nella cosiddetta “Villa dei Gordiani.
Le suddette chiese erano cimiteriali, costruite nei pressi di catacombe o necropoli, dove la tradizione accreditava la presenza delle spoglie di martiri per la fede cristiana, perciò dette “martyria”.
Gli studiosi ipotizzano che la prima delle sei basiliche circiformi fu quella dedicata a San Sebastiano. Non è citata nel Liber Pontificalis (= Libro dei Papi) tra le basiliche fatte costruire da Costantino I. Tale libro, invece, nella parte riguardante papa Silvestro I, che pontificò dal 314 al 335, attribuisce all’imperatore Costantino I la costruzione di tre basiliche martiriali-cimiteriali nel suburbio di Roma, quella dei Ss. Marcellino e Pietro, quella di S. Lorenzo fuori le mura e quella di Sant’Agnese, delle quali si hanno resti ancora esistenti o riportati in luce da scavi archeologici.
Queste basiliche fungevano anche da cimiteri coperti per i fedeli che desideravano farsi seppellire vicino al santo oggetto di venerazione a cui la basilica era dedicata.
I cristiani credevano che dalle reliquie dei martiri o dei santi si sprigionasse uno spirito salvifico, coinvolgente i corpi dei fedeli sepolti nei pressi, santificandoli e garantendo loro l'unione con Dio.
Numerosi esponenti del clero e delle famiglie aristocratiche convertiti al cristianesimo scelsero di farsi inumare presso la tomba di venerati santi, ed imponenti mausolei vennero affiancati alle basiliche circiformi. Essi pagavano o facevano lasciti alla Chiesa per essere sepolti “ad sanctos”, vicini al santo. Pensavano che tra i martiri e i defunti si stabilisse una sorta di amicizia religiosa, un intimo rapporto inter pares, che qualifica i santi come patroni, intercessori e protettori: essere vicini a loro, essere rappresentati in loro compagnia, significa rompere la barriera tra cielo e terra e porre su un medesimo piano i defunti ordinari e i santi.
Queste chiese, assieme alla basilica vaticana dedicata all’apostolo Pietro e quella dedicata all’apostolo Paolo (fuori le mura urbiche) rappresentano le più importanti manifestazioni monumentali della politica religiosa di Costantino, che diede ai cristiani degli edifici-contenitori funerari per rispondere alla pressante richiesta delle sepolture ad sanctos, presso il santo.
Questa dinamica cultuale e funeraria è evidente a Nola (prov. di Caserta), nel complesso di Cimitile. Nei pressi della tomba del confessore Felice, considerato santo, nel V secolo furono costruite quattro basiliche per lo più funerarie per assolvere la grande richiesta delle sepolture ad sanctos.
Vennero edificati anche un battistero, dei monasteri (in uno dei quali visse Paolino di Nola con la moglie Terasia), cortili, portici, un ospizio per i poveri, un acquedotto per le esigenze di coloro che si recavano in pellegrinaggio nel celebre santuario campano.
L’archeologo e docente Fabrizio Bisconti evidenzia che “le testimonianze letterarie ed epigrafiche illuminano un mondo cristiano lontano, primitivo, dove confluiscono i riti, i culti e, forse, le superstizioni delle culture e delle civiltà del Mediterraneo, ma ci parlano di un'evoluzione dei gesti e degli atteggiamenti di un ‘popolo nuovo’, che ricarica semanticamente le abitudini funerarie del passato, trasformando le usanze in forme di un culto, che genera i fenomeni della intercessione, del culto, della devozione e che avvicina, rompendo ogni barriera, i defunti ordinari, i martiri, i santi, che diventano gli abitanti del mondo dell'attesa, della resurrezione che verrà”.
Nei prossimi post descriverò ognuna delle sei basiliche circiformi sopra indicate.