Autore Topic: Cosimo Argentina, Vicolo dell'acciaio  (Letto 1235 volte)

Crisalide

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Cosimo Argentina, Vicolo dell'acciaio
« il: Marzo 19, 2011, 13:11:18 »
è il titolo di un libro su Taranto, sul dolore di alcune famiglie (la maggior parte) che vivono grazie all'Ilva e che vedono morire i propri capifamiglia sempre grazie all'Ilva.
Scritto da Cosimo Argentina, un valido scrittore, alla sua undicesima pubblicazione, tarantino che vive in Brianza da vent'anni e che porta nel cuore la sua città (che è anche la mia), con sofferta passione, con un misto di amore-odio tipico di chi, vivendo lontano, si sente impotente di fronte all'ineluttabilità di talune vicende e, contemporaneamente, sente crescere nelle proprie viscere un amore quasi incontenibile...

Dopo aver letto questo libro, ho scritto nel mio blog quel che vi copio...

ovviamente ne consiglio la lettura    abow


Vicolo dell'acciaio, una sorta di totem, un luogo di vita spicciola e di ordinaria follia e di morti eccellenti, tanto annunciate quanto inevitabili; in  realtà via Calabria, via Polibio con cui incrocia, via Vaccarella, via Maturi, un po' più in là...

Nel vicolo dell'acciaio quasi tutti gli uomini sono o dei "prima linea" o degli "imboscati", dei "polpa da ufficio" -come li chiama il Generale - del mostro d'acciaio che, nelle 260 pagine del libro,  verrà chiamato, il  novantacinque per cento delle volte, Italsider più che Ilva.

L'io narrante è un diciannovenne che dentro ha coscienza di essere un fuori_dalle_righe e che, invece, nella vita di tutti i giorni si lascia sopraffare nella consapevolezza di non avere abbastanza forza e volontà per opporsi agli eventi della vita. E, con questa rassegnata modalità, si lascerà sfuggire l'amore, arriverà a chiedere scusa ad un rivoltante individuo che aveva avuto il coraggio di minacciare con un machete e non riuscirà a dire nemmeno una volta al padre quanto gli voglia bene e ad abbracciarlo prima di vederlo sparire dalla sua vita.

I ragazzi, le ragazze, i capi(famiglia) e le femmine sono indicati o con soprannomi identificativi e talora onomatopeici o con numero e via d'appartenenza. Un via Calabria 75, una via Polibio 91 sono a pieno titolo appartenenti al vicolo dell'acciaio, mentre i via Alto Adige sono irrimediabilmente fuori.

E' un libro in cui il dolore è misto alla rassegnazione di un destino già tracciato per ognuno dei capi famiglia che lavorano all'Italsider. Un dolore visto dall'interno, vissuto con una sorta di grido che rimane afono; intravisto al di qua di sbarre che privano della libertà di andar via, di sfuggire ad un destino che sembra ineludibile.

Il linguaggio, ancora una volta, è quello che ci si aspetta da ragazzi di periferia, appartenenti a famiglie medio basse, farcito di dialetto, parolacce, ironia, scherno, modi di dire di una Taranto che esce tristemente uguale a se stessa, quasi sempre al peggio.

Si rimane incollati alla lettura. Si arrivano a percepire gli odori dei sughi di "Santa Rita da Cascia", madre di Mino, della disperazione e di ferro arrostito della tuta verde del Generale suo padre - un "prima linea" apparentemente incrollabile, icona del quartiere - il puzzo di un ingrassato e lercio Derviscio Dòminik.

Si vedono distintamente la bellezza  di Isa, Miss Sudan e il suo vulcanico agire, le armoniose forme della dea condominiale sua madre, i cinque gechi stampati sul muro che bevono birra nell'afa estiva e che diventano quattro e tre e due, aspirati da destini infami, variati all'interno della stessa maledizione.

Nella dedica c'è già tutto il senso e il tono che prenderà corpo nelle pagine di Vicolo dell'acciaio: "ai fottuti". Un unico termine che racchiude mille significati. Una condanna senza remissione. Un'attesa a senso unico.



« Ultima modifica: Marzo 19, 2011, 14:13:57 da LeD »

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Re: Cosimo Argentina, Vicolo dell'acciaio
« Risposta #1 il: Marzo 19, 2011, 20:57:38 »
Ciao Crisalide,  di Cosimo Argentina ho già letto: "Bar blu Seven"  e " Il cadetto".
Mi piace come scrive e quello che scrive. Lui è molto timido, ma quello che scrive è pieno di forza.
Non sapevo di questo nuovo libro, penso che lo leggerò. Grazie abow

Crisalide

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Re: Cosimo Argentina, Vicolo dell'acciaio
« Risposta #2 il: Marzo 19, 2011, 21:04:41 »
Il cadetto è stato il primo che ha pubblicato, nel lontano 1999... io non l'ho letto e non ci riuscirò visto che è fuori commercio esattamente come bar blu seves...

ne ha scritti altri prima di questo e se ti piace come scrive (cosa non facile a dire il vero, per una serie infinita di motivi) ti consiglio di leggere anche Cuore di cuoio e Maschio adulto solitario che insieme a Il cadetto e a Vicolo dell'acciaio, costituiscono quella che lui chiama la quadrilogia dedicata a Taranto e che rappresentano per lui rispettivamente la scoperta, i sogni, gli incubi e il dolore.

come fai a dire che è timido? lo conosci?
« Ultima modifica: Marzo 19, 2011, 21:07:29 da Crisalide »

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Re: Cosimo Argentina, Vicolo dell'acciaio
« Risposta #3 il: Marzo 20, 2011, 15:34:16 »
Sono stata a Milano alla libreria  FNAC (spero si scriva così) in via Torino a Milano, per la presentazione del suo "Bar blu seves" .  Era timidissimo e sul libro che ho acquistato, come dedica mi ha scritto: Spero che ti piaccia davvero.

Crisalide

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Re: Cosimo Argentina, Vicolo dell'acciaio
« Risposta #4 il: Marzo 20, 2011, 15:59:26 »
non so se in passato sia stato un timido... sicuramente è un po' chiuso e ripiegato in se stesso.... sa di valere, ma teme il giudizio perchè la sua scrittura è molto particolare... soprattutto nei tre romanzi che ti ho nominato (che sono gli unici che io abbia letto di lui), si vede che è estremamente a suo agio perchè parla della sua Taranto, della sua via, dei suoi ricordi mischiandoli alla creazione puramente letteraria, ma tutto questo, ad ora, gli è costato, insieme all'utilizzo del tarantino e dell'uso distorto che ne fanno i ragazzini di quartiere, l'accusa di provincialismo...
in bar blu seves, da quel poco che ne so, si misurava per la prima volta con una terra che, pur avendolo ospitato, non era la sua... quindi, probabilmente, si augurava davvero che tu riuscissi ad apprezzarlo...

nelle presentazioni dei suoi libri ai quali ho assistito, ciò che è emerso, più che la timidezza, è un modo anomalo e personalissimo di essere scrittore (almeno per ciò che significa per la maggior parte degli scrittori odierni)... ama scrivere più di ogni altra cosa al mondo e ritiene che sia l'unica cosa che sappia fare veramente
« Ultima modifica: Marzo 20, 2011, 16:02:55 da Crisalide »

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Re: Cosimo Argentina, Vicolo dell'acciaio
« Risposta #5 il: Marzo 20, 2011, 21:16:31 »
Ho parlato di timidezza perché Lui ha parlato pochissimo, ed era abbastanza curvo su se stesso, quasi chiuso. Non mi ricordo chi presentasse lui e il romanzo, di sicuro era bravo perché mi ha fatto venire voglia di acquistate il libro.