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Post - Rubio

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Altro / Re:Frammento di vita (III Parte)
« il: Luglio 21, 2012, 20:21:11 »
Bellissimo, sono senza parole. Non ti viene voglia di continuarlo con la fantasia? R.

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Altro / Re:Frammento di vita (II Parte)
« il: Luglio 20, 2012, 16:38:11 »
Sempre più bello. R.

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Altro / Re:Frammento di vita (I Parte)
« il: Luglio 20, 2012, 08:40:31 »
Bella storia e molto ben scritta. C'è un seguito? Rubio

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Sentimentale / Re:Sentire i gesti
« il: Luglio 15, 2012, 19:05:06 »
  Grazie ancora a Patapuffola che ho ringraziato già altrove. I commenti positivi fanno sempre piacere. Non mi convince molto l'equivoco, certo somma di due insicurezze, ma, mi sembra, un po' forzato. Comunque mi arrendo e pretendo troppo, forse può succedere proprio così. Un caro saluto
                                                 Rubio

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  Temo che il suo istinto sia il "non essere" e, io, lo abbandonerei come, saggiamente, le venne consigliato. Faccio l'elogio della ragione almeno quanto quello della follia. Temo che l'istinto la porterà in quel bar dove si conobbero e, poi, si lasciarono. Spero di sbagliarmi. R.

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Altro / Re:Breve dialogo tra un essere e un non-essere (I Parte)
« il: Luglio 12, 2012, 21:02:34 »
  Io, invece, questo lui fuggito (e che forse si ripaleserà, prospettiva inquietante; non il ritorno ma la sua possibilità) lo prenderei a sberle; e non da questo post ma dai molti che lo precedettero.
   Come si fa a lasciare, anche per un attimo, una tal presenza (con la minuscola!), e lasciare di sè una scia imperitura? similes mi suscitano invidia mista a commiserazione per l'incapacità, loro non nostra, di cogliere il presente. E andiamo avanti, passando accanto a esseri meritevoli di attenzione, inseguendo la scia impalpabile del nostro trasfert. Siamo noi che creiamo la realtà (come dicono i giovani: ci facciamo un film) o esiste davvero? e, se sì, è conoscibile o ci rifiutiamo di conoscerla? per me è uno str e, se fossi Dante nostro, lo condannerei all'eterna attesa.

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Altro / Re:Le idee non si pagano
« il: Luglio 12, 2012, 20:48:15 »
   Se non ha di che vivere, chi vive di idee, come fa? Problema individuale o sociale? Siamo disposti a tutto per gli oggetti ma non crediamo giusto riconoscere, a chi produce l'impalpabile, la dignità. E' sempre stato così? sì, abbastanza; con qualche lodevole eccezione: qualche cortigiano ("vil razza dannata") di valore. E' vero comunque che la questione è giunta ai suoi estremi "nell'epoca della riproducibilità tecnica" (Benjamin) nella quale con un click si può riprodurre un opera d'arte e, teoricamente, ad infinitum. Quanto dobbiamo a chi produce l'ineffabile? noi italiani dovremmo saperlo bene, circondati dall'80% del bello del mondo. Invece lo diamo per scontato e lo percepiamo solo, per contrasto, quando visitiamo l'altrove che ne è privato e ci chiediamo, retoricamente, come sia possibile lì vivere.
  Sì, Nihil,ciascuno è come è, prodotto della sua storia e della sua educazione, e immagina se io voglio insegnargli a stare al mondo. Chiedo solo di aiutarmi a combattere l'elogio del gratis: il gratis lo paghiamo salatissimo, individualmente e socialmente e prima ce ne renderemo conto  meglio sarà.
    Un grazie a PiccoloFi e a Nihil per l'attenzione. Un caro saluto
                                                     Rubio

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Letteratura che passione / Re:Che cosa sto leggendo...
« il: Luglio 09, 2012, 23:22:04 »
Brava, ottime scelte. Mi interesserebbe un commento sul primo, se vuoi. R.

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Giochi letterari / Re:Il gioco dei telegrammi
« il: Luglio 09, 2012, 23:19:57 »
Inflazione est passato ora poverta vera stop R

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Grazie Patapuffola per il tuo intervento. Io cerco di capire, diversamente da te mi faccio leggere e i ritorni, salvo rare eccezioni, non sono entusiasmanti. Un caro saluto
                                       Rubio

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Altro / Le idee non si pagano
« il: Luglio 09, 2012, 13:10:55 »
Le idee non si pagano

«Le idee non si pagano, che siamo matti? pensi che io, col lavoro che faccio, debba dare il pizzo all’architetto che m’ha messo sulla strada giusta? ha avuto ragione, chi lo nega, ma i soldi li ho messi io, io ho rischiato e ho vinto». «Ma senza di lui i soldi rimanevano in banca, o un’altra strada avrebbero preso, questo è innegabile, e non si sarebbero moltiplicati». «Ma se ci mettiamo a pagare le idee dove finiamo? che vogliamo metterci il copirait su ogni stronzata ci esce dalla bocca?», «su ogni, no. Ma su quelle bone …».
Quella discussione con l’amico e socio di una vita l’aveva innervosito, non riusciva a raccapezzarcisi: da una parte si sentiva dal giusto, da un’altra non trascurava la sua contraddizione. Non aveva fatto anch’egli affari intuendo una crepa nel sistema, che la giusta zeppa poteva allargare a sufficienza per passarvi comodamente in mezzo? ma l’idea era stata sua, suo l’istinto e, soprattutto, suoi i soldi che avevano allargato la crepa bastevolmente. Tutto tornava, ma in quell’altra faccenna la cosa era più complicata: dove mettere la zeppa del suo potere finanziario gliel’aveva indicato un altro. Certo, quello, non aveva rischiato niente di suo, e il suo contributo era tutto nell’aver alzato un dito e indicato il punto preciso, nient’altro. Quanto vale quel gesto? qualcosa in mezzo tra il niente e il tutto. Ma comunque, in ogni caso, sarebbe stata elargizione riconoscente, magnanimità: nessun diritto, nulla a pretendere, nessun copirait, insomma.
Non amava i pensatori, gli “uomini d’ingegno”, come se noi fossimo stupidi, quelli che si fanno vanto di aver studiato, capaci di mettere du parole in fila in grado di abbindolarti. Li guardava dall’alto in basso, conscio di quanto poco potessero da soli, anzi nulla potessero, e albergassero ai piedi della so mensa, a raccogliere le briciole. Utili manovali all’abbisogna, da accogliere a giornata, meglio a prestazione, che raccoglievano quelle briciole di carta moneta tutti sorridenti, prima di andarsene scodinzolando, increduli di come, con poco sforzo, fossero riusciti a mettere insieme un pranzo e due cene. Lui aveva studiato ben più di loro, in mezzo alle strade sterrate, nei cantieri, per una vita. Rubando con gli occhi, fin da bambino, dai più grandi, dal suo mentore e dai suoi collaboratori. La laurea sel’era presa su quelle palanche, traversate su due bidoni, altro che. E nessuno poteva fargli abbassare lo sguardo, perché era pari, se non superiore, a qualunque “dottore”, con la sua laurea all’università della vita.
Se pagava quell’architetto quanto avrebbe dovuto dare a suo nipote che l’aveva aiutato, dopo che la segretaria era già andata via, a spedire la mail con la risposta a quel preventivo? Qual è il valore di quei due clik? E un sorriso? una parola gentile? quanto valgono? son cose preziose, ma senza valore. Lui paga il lavoro ben fatto, non le idee, non siamo a Holliwood.
Il libro remunera l’autore, ma il libro è un oggetto, è solido, occupa spazio, è logico abbia un valore. Così un disco. Uguale un film, al cinema o in DVD. Ai concerti, e a tutto ciò che oggi chiamano eventi, non andava: perché pagare per qualcuno che si agita su un palco? che mi rimane poi? chi lo chiamava effimero non aveva tutti i torti. Non si paga per l’effimero, come per le idee, ecco come la pensava. Non si paga per il software, si scarica, così la musica e i film. È giusto siano gratis, per tutti. Alla faccia di tutti quegli spot sulla pirateria che è furto; ne subiamo tanti noi di furti che stiamo solo riprendendoci quanto ci hanno tolto.
L’economia è quello che produce beni materiali, beni durevoli: soldi in cambio di beni. Per questo non aveva mai capito la finanza, la borsa, le azioni. Le banche sì, le capiva, anche i soldi hanno un prezzo. Prendi soldi in prestito, paghi la tua mercé, si capisce. Ma le azioni che salgono, che scendono secondo l’umore, le speculazioni di ignoti magnati della finanza non le capiva e se ne era tenuto, sempre, doverosamente, alla larga.
Ma in fondo al cuore cominciava a sentire che questa logica stringente, su cui aveva basato la propria vita, aveva qualche incrinatura. Ed era proprio la storia di quell’architetto ad aver assunto ruolo emblematico. Quanto valeva quel dito alzato ad indicare?

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15 minuti per creare / Re:Maturità
« il: Giugno 27, 2012, 23:01:40 »
Prima esperienza di maturità in carcere (Rebibbia, Roma) una quantità di riflessioni da riempire 100 e più pagine. Ancora non ho scritto niente ma un giorno lo farò. Comunque, credetemi, questo paese è migliore di quanto non crediamo, ha risorse strordinarie, forse di pochi, che fanno onore alle nostre tradizioni e all'eredità culturale che, faticosamente, cerchiamo di conservare. L'Italia è la patria di Leonardo, Michelangelo, Galileo e molti altri e di Beccaria. Si può dimostrare. Saluti
                                    Rubio

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Letteratura che passione / Re:Su "L'amante di Lady Chatterley"
« il: Giugno 27, 2012, 22:53:01 »
Schifezza, ma io non concordo.
Lo cito sempre perchè Bertram Russell nomina Lawrence nella sua autobiografia come essere disgustoso, razzista e filonazista in piena II guerra mondiale in Inghilterra. Pensavo che non è necessario amare l'autore per amare l'opera. Continuo a pensarla così, spesso conoscere l'autore è una delusione.
Non so se l'anettoto sia vero, o anche verosimile, di un Flobert sul letto di morte che dice <<io sto morendo, ma quella tr..a di Emma Bovary vivrà per sempre>>. Mi piace pensare che i personaggi abbiano vita propria, forse non l'immortalità, ma possono anche sopravvivere a lungo ai propri autori. Saluti
                                                      Rubio

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15 minuti per creare / Re:Incubi dal passato-terza parte
« il: Giugno 10, 2012, 20:34:16 »
Ci avviamo verso la conclusione. Continua ad essere avvincente e ben scritto. Attendiamo la fine. Grazie
                   Rubio

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Umoristico / Re:Il milanese
« il: Giugno 07, 2012, 16:16:36 »
E' la seconda volta che, leggendo uno degli splendidi racconti di Brunello, penso a Boccaccio, e glielo dico. Amanti e tradimenti, mariti gelosi, perlopiù ignari, e acuti occhi che si soffermano su fatti non loro. A me questo mi ispira. Grazie Brunello e non dimenticarci. Saluti
                                      Rubio

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