Visualizza post

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i post inviati da questo utente. N.B: puoi vedere solo i post relativi alle aree dove hai l'accesso.


Topics - Annabel

Pagine: [1] 2 3 4
1

Tutti gli emirati islamici nelle città dell'Eurabia

La polizia islamica tedesca è stata sciolta dalla polizia statale la scorsa settimana. La notizia, arrivata finalmente anche sui grandi giornali, dopo essere rimbalzata solo su blog, siti e piccoli quotidiani “islamofobi” ha catturato l’attenzione dell’opinione pubblica, scandalizzandola. Solitamente sentiamo parlare di “polizia islamica”, atta a implementare con la forza il codice morale e legale della sharia, solo quando leggiamo notizie sull’Arabia Saudita (una monarchia assoluta sunnita) o l’Iran (una teocrazia sciita), ma non nel cuore dell’Europa.

La polizia islamica, “Shariah Police”, con tanto di divisa, corpetto catarifrangente, numero verde per il pronto intervento, pattuglie organizzate, era regolarmente in servizio a Wuppertal, Vestfalia, Germania, fino alla settimana scorsa. Nonostante i numerosi documenti che ne provavano l’esistenza, le denunce dei cittadini locali, le foto, una pagina Facebook regolarmente aggiornata e una pagina Facebook contraria al corpo di polizia religiosa, i guardiani della moralità islamica hanno continuato, per mesi, a pattugliare la città, rimproverando le donne abbigliate in modo non appropriato (senza velo), implementando il divieto dell’alcol, del fumo, del gioco d’azzardo, delle discoteche. Sven Lau, il loro fondatore, è un tedesco convertito. Consumatore di droga leggera, si è disintossicato trovando la soluzione nell’islam e adesso è un talebano locale. Dell’esperienza della polizia religiosa non è affatto pentito. «Siamo riusciti ad allontanare le care e cari sorelle e fratelli dall’alcol, da abiti peccaminosi e immorali, dall’inferno infedele di discoteche, locali notturni, case da gioco». La polizia ha tardato a muoversi, perché allontanare i giovani da abitudini come queste non è un reato. Ma il motivo di questo ritardo è anche dovuto alla paura di scontrarsi con una minoranza islamica salafita, ultra-integralista, che potrebbe diventare una bomba di destabilizzazione. Fra gli immigrati turchi (prima popolazione di immigrati in Germania) e arabi l’integralismo si sta diffondendo da più di un quindicennio, considerando anche che Amburgo è stata la città da cui sono partiti alcuni degli attentatori dell’11 settembre 2001. Tre anni fa, nel 2011, il commissario di polizia Bernhard Witthaut confidava al quotidiano Der Westen: «Ogni ufficiale di polizia e il ministro dell’Interno tenderanno a negarlo, ma ovviamente noi sappiamo dove andare con l’auto della polizia e dove, invece, si deve entrare con i blindati. La ragione è che i nostri colleghi non si sentono più sicuri quando viaggiano in coppia e iniziano ad avere paura di rimanere vittime del crimine essi stessi. Noi sappiamo che ci sono aree in cui non possiamo più entrare. E anche peggio: in queste aree il crimine non viene più denunciato. Sono lasciate a se stesse». Fra queste aree, Witthaut includeva quasi esclusivamente quelle ad alta densità di immigrati musulmani, nella Ruhr e in Renania, l’area in cui si trova Wuppertal. Quindi non si tratta di un fenomeno nuovo. Per ora la polizia, presa tra il fuoco incrociato della stampa, ha dovuto intervenire con le maniere forti, ma in quanti casi ci sono quartieri musulmani che amministrano la giustizia con proprie polizie e lo fanno sulla base della legge coranica? In aree ad alto tasso di immigrazione, in Germania, gli islamici regolano già la giustizia con propri tribunali, come dimostrava l’anno scorso l’inchiesta del giornalista Joachim Wagner.

Nel 2010, in Gran Bretagna, era nato un movimento, i Musulmani contro i Crociati, che intendeva separare dal resto del Paese le città e i quartieri a maggioranza islamica. Nel progetto separatista islamico rientravano Bradford, Dewsbury e i distretti londinesi dei Tower Hamlets. Queste aree urbane avrebbero dovuto, negli intenti dei Musulmani contro i Crociati, trasformarsi in emirati indipendenti, regolati dalla sharia, con una propria polizia religiosa per implementarla. Il movimento islamico radicale è stato sciolto d’autorità nel novembre del 2011. Sempre nello stesso anno, Anjem Choudary, un radicale islamico di Londra a capo di un gruppo di seguaci, nei Tower Hamlets aveva iniziato ad appendere cartelli gialli per la costituzione di una “Shariah Controlled Zone”, un’area controllata dalla legge islamica. Anche in questo caso, una mini-polizia religiosa, formata da volontari, pattugliava le strade e implementava le norme coraniche. «Se le persone sono terrorizzate dal taglio della mano, non rubino – diceva Choudary ai suoi intervistatori – se la gente si scandalizza per la lapidazione delle adultere, si eviti l’adulterio». Questa esperienza è durata poco, smantellata anch’essa dalla polizia britannica, ma le sue idee sono tutt’altro che morte e sempre nuovi salafiti le mettono in pratica. Abbiamo infatti visto lo scandalo delle scuole islamizzate a Birmingham e quello ancor più recente degli stupri impuniti a Rotherham. In questi casi, la polizia britannica si è comportata come se le minoranze musulmane su suolo britannico fossero già, di fatto, parte di uno Stato nello Stato. E la legge britannica inizia a recepire questo principio, considerando che ha permesso l’esistenza legale di ben 85 corti islamiche che operano regolarmente nel Regno Unito e, a partire da quest’anno, principi della legge coranica saranno recepiti anche nei tribunali ordinari.

Nella vicina Norvegia non esistono città o quartieri della capitale con una propria legislazione islamica. I salafiti locali, comunque, hanno chiesto di costituirne una, nel quartiere di Groenland, a Oslo, nel 2012, ancora sull’onda dell’emozione dell’attentato dell’islamofobo (anche se ha ucciso quasi solo norvegesi cristiani e laici) Anders Behring Breivik. A Groenland, secondo testimonianze locali (soprattutto di omosessuali che vengono spesso aggrediti) esisterebbe già, informalmente, una polizia islamica che implementa la shariah.

In un altro Paese scandinavo, la Svezia, Stoccolma è stata teatro di una grande rivolta di immigrati nell’estate del 2013 e si trattava, soprattutto, di immigrati dichiaratamente islamici radicali, che combattevano contro la polizia svedese nel nome di Allah. Non c’erano dubbi sulla natura ideologica e religiosa delle aggressioni agli agenti e alle loro auto. Malmoe, la città portuale che ospita la comunità musulmana più grande della Svezia (il 25% della popolazione totale) ha già quartieri, come Rosengaard, in cui persino le ambulanze e i vigili del fuoco devono entrare con la scorta della polizia.

L’Olanda, dove nel 2004 venne sgozzato dagli estremisti islamici il regista Theo Van Gogh, ha circa 40 aree controllate dai musulmani dove la polizia ha difficoltà ad operare. La lista di questa zone islamiche è stata redatta dallo stesso governo olandese, su richiesta della magistratura, nel 2010. I quartieri musulmani considerati più problematici sono ad Amsterdam, Rotterdam e Utrecht. Nel vicino Belgio, la stessa capitale Bruxelles, in cui il 20% della popolazione è musulmana, ha quartieri come Kuregem, pericolosi persino per la stessa polizia. E nel grande porto di Anversa, nel 2003, era sorta la prima “Zona ad Islamizzazione Progressiva” che la cronaca ricordi, con una propria polizia religiosa che pattugliava le strade per implementare la sharia.

In Francia il modello delle aree a controllo islamico è molto diffuso. Nel 1996 il ministero degli Interni aveva rilasciato una lista di 751 aree a “Urbanizzazione Sensibile”, abitate da immigrati e con gravi problemi sociali e di sicurezza. Fra queste vi sono anche aree a maggioranza islamica, fra cui interi quartieri di Marsiglia, Tolosa, Lione. È a Marsiglia che è stato arrestato Mehdi Nemmouche, autore dell’attentato a Bruxelles del maggio scorso. Ed è Tolosa lo scenario di un altro tragico attentato, la strage nella scuola ebraica, commesso da un estremista islamico francese, Mohammed Merah. Parigi, comunque, con le sue banlieue resta l’area più instabile. Tre movimenti francesi nati di recente, quale risposta alla prepotenza islamica, Generation Identitaire, Résistence Républicaine e Risposte Laique, denunciano continue violenze contro francesi autoctoni e la volontà di creare emirati nei quartieri periferici a maggioranza musulmana. In uno scenario che ricorda da vicino il Libano, il movimento di destra Generation Identitaire sta iniziando a organizzare proprie ronde di volontari, contrapposte a ronde islamiche.

E in Italia? I musulmani non sono abbastanza numerosi da organizzare propri emirati. Ma lo scenario che iniziamo a vedere anche in quartieri di Milano, Roma e Torino ricorda molto le “zone sotto il controllo della sharia” britanniche, tedesche e del resto dell’Europa occidentale.

2
Un altro grande intellettuale italiano è scomparso, Giovanni Sartori, fra i massimi esperti di scienza politica a livello internazionale, da anni attento osservatore dei temi-chiave di oggi: immigrazione, Islam, Europa,ci lascia il suo intelligente, approfondito e chiaro pensiero sull'islam in questa intervistanrilasciata su "Il Giornale" a gennaio 2016.



Giovanni Sartori, fiorentino, 91 anni (quasi 92), considerato fra i massimi esperti di scienza politica a livello internazionale, da anni è attento osservatore dei temi-chiave di oggi: immigrazione, Islam, Europa.
Su queste parole, in Francia, intellettuali di sinistra ora cominciano a parlare come la destra. Dicono che il multiculturalismo è fallito, che i flussi migratori dai Paesi musulmani sono insostenibili, che l'Islam non può integrarsi con l'Europa democratica...
«Sono cose che dico da decenni».
Anche lei parla come la destra?
«Non mi importa nulla di destra e sinistra, a me importa il buonsenso. Io parlo per esperienza delle cose, perché studio questi argomenti da tanti anni, perché provo a capire i meccanismi politici, etici e economici che regolano i rapporti tra Islam e Europa, per proporre soluzioni al disastro in cui ci siamo cacciati».

Quale disastro?
«Illudersi che si possa integrare pacificamente un'ampia comunità musulmana, fedele a un monoteismo teocratico che non accetta di distinguere il potere politico da quello religioso, con la società occidentale democratica. Su questo equivoco si è scatenata la guerra in cui siamo».

Perché?
«Perché l'Islam che negli ultimi venti-trent'anni si è risvegliato in forma acuta - infiammato, pronto a farsi esplodere e assistito da nuove tecnologie sempre più pericolose - è un Islam incapace di evolversi. È un monoteismo teocratico fermo al nostro Medioevo. Ed è un Islam incompatibile con il monoteismo occidentale. Per molto tempo, dalla battaglia di Vienna in poi, queste due realtà si sono ignorate. Ora si scontrano di nuovo».

Perché non possono convivere?
«Perché le società libere, come l'Occidente, sono fondate sulla democrazia, cioè sulla sovranità popolare. L'Islam invece si fonda sulla sovranità di Allah. E se i musulmani pretendono di applicare tale principio nei Paesi occidentali il conflitto è inevitabile».

Sta dicendo che l'integrazione per l'islamico è impossibile?
«Sto dicendo che dal 630 d.C. in avanti la Storia non ricorda casi in cui l'integrazione di islamici all'interno di società non-islamiche sia riuscita. Pensi all'India o all'Indonesia».

Quindi se nei loro Paesi i musulmani vivono sotto la sovranità di Allah va tutto bene, se invece...
«...se invece l'immigrato arriva da noi e continua ad accettare tale principio e a rifiutare i nostri valori etico-politici significa che non potrà mai integrarsi. Infatti in Inghilterra e Francia ci ritroviamo una terza generazione di giovani islamici più fanatici e incattiviti che mai».

Ma il multiculturalismo...
«Cos'è il multiculturalismo? Cosa significa? Il multiculturalismo non esiste. La sinistra che brandisce la parola multiculturalismo non sa cosa sia l'Islam, fa discorsi da ignoranti. Ci pensi. I cinesi continuano a essere cinesi anche dopo duemila anni, e convivono tranquillamente con le loro tradizioni e usanze nelle nostre città. Così gli ebrei. Ma i musulmani no. Nel privato possono e devono continuare a professare la propria religione, ma politicamente devono accettare la nostra regola della sovranità popolare, altrimenti devono andarsene».

Se la sente un benpensante di sinistra le dà dello xenofobo.
«La sinistra è vergognosa. Non ha il coraggio di affrontare il problema. Ha perso la sua ideologia e per fare la sua bella figura progressista si aggrappa alla causa deleteria delle porte aperte a tutti. La solidarietà va bene. Ma non basta».

Cosa serve?
«Regole. L'immigrazione verso l'Europa ha numeri insostenibili. Chi entra, chiunque sia, deve avere un visto, documenti regolari, un'identità certa. I clandestini, come persone che vivono in un Paese illegalmente, devono essere espulsi. E chi rimane non può avere diritto di voto, altrimenti i musulmani fondano un partito politico e con i loro tassi di natalità micidiali fra 30 anni hanno la maggioranza assoluta. E noi ci troviamo a vivere sotto la legge di Allah. Ho vissuto trent'anni negli Usa. Avevo tutti i diritti, non quello di voto. E stavo benissimo».

E gli sbarchi massicci di immigrati sulle nostre coste?
«Ogni emergenza ha diversi stadi di crisi. Ora siamo all'ultimo, lo stadio della guerra - noi siamo gli aggrediti, sia chiaro - e in guerra ci si difende con tutte le armi a disposizione, dai droni ai siluramenti».

Cosa sta dicendo?
«Sto dicendo che nello stadio di guerra non si rispettano le acque territoriali. Si mandano gli aerei verso le coste libiche e si affondano i barconi prima che partano. Ovviamente senza la gente sopra. È l'unico deterrente all'assalto all'Europa. Due-tre affondamenti e rinunceranno. Così se vogliono entrare in Europa saranno costretti a cercare altre vie ordinarie, più controllabili».

Se la sente uno di quegli intellettuali per i quali la colpa è sempre dell'Occidente...
«Intellettuali stupidi e autolesionisti. Lo so anch'io che l'Inquisizione è stata un orrore. Ma quella fase di fanatismo l'Occidente l'ha superata da secoli. L'Islam no. L'Islam non ha capacità di evoluzione. È, e sarà sempre, ciò che era dieci secoli fa. È un mondo immobile, che non è mai entrato nella società industriale. Neppure i Paesi più ricchi, come l'Arabia Saudita. Hanno il petrolio e tantissimi soldi, ma non fabbricano nulla, acquistano da fuori qualsiasi prodotto finito. Il simbolo della loro civiltà, infatti, non è l'industria, ma il mercato, il suq».

Si dice che il contatto tra civiltà diverse sia un arricchimento per entrambe.
«Se c'è rispetto reciproco e la volontà di convivere sì. Altrimenti non è un arricchimento, è una guerra. Guerra dove l'arma più potente è quella demografica, tutta a loro favore».

E l'Europa cosa fa?
«L'Europa non esiste. Non si è mai visto un edificio politico più stupido di questa Europa. È un mostro. Non è neppure in grado di fermare l'immigrazione di persone che lavorano al 10 per cento del costo della manodopera europea, devastando l'economia continentale. Non è questa la mia Europa».

Qual è la sua Europa?
«Un'Europa confederale, composta solo dai primi sei/sette stati membri, il cui presidente dev'essere anche capo della Banca europea così da avere sia il potere politico sia quello economico-finanziario, e una sola Suprema corte come negli Usa. L'Europa di Bruxelles con 28 Paesi e 28 lingue diverse è un'entità morta. Un'Europa che vuole estendersi fino all'Ucraina... Ridicolo. Non sa neanche difenderci dal fanatismo islamico».

Come finirà con l'Islam?
«Quando si arriva all'uomo-bomba, al martire per la fede che si fa esplodere in mezzo ai civili, significa che lo scontro è arrivato all'entità massima».

3
Quante volte avete sentito dire che gli Arabi hanno apportato grandiose novità ai popoli conquistati, a partire dal 622 d.C.?
Spesso, immaginiamo.
Alcune visioni romanticistiche ottocentesche ci narrano, ad esempio, di una Sicilia completamente rinnovata dai conquistatori arabo/berberi, di campi che producevano "oro verde che sgorgava dalla terra", di tolleranza, di rispetto per le tradizioni degli autoctoni sottomessi, di integrazione...
Ma è davvero così?
No.
La storia va giudicata dalle fonti primarie o comunque per mano di autori vissuti nello stesso contesto storico/geografico. Non ci si può basare su fantasiose interpretazioni volte a denigrare avversari politico/religiosi come quelle di qualche autore ottocentesco.

Dunque, sappiamo che gli Arabi in realtà erano non solo "Arabi", ma soprattutto in Nordafrica, dopo aver sconfitto a più riprese i berberi e i bizantini, integrarono i primi nei loro eserciti. Una possibile spiegazione del come gli Arabi siano riusciti ad integrare così facilmente le popolazioni berbere si può ritrovare nel fatto che entrambi erano popoli nomadi e abituati a vivere nei deserti(Sahara e Arabico, ndr), con alcuni tratti comuni nella cultura, anche se non tanto nella genetica, essendo i Berberi una popolazione prettamente indoeuropea.
In ogni caso, il Nordafrica da allora è cambiato molto ed in 1400 anni tantissimi Berberi si sono mescolati con gli Arabi, anche se non mancano oggigiorno associazioni culturali et similia volte a riscoprire ed a conservare la cultura berbera, le tradizioni e quant'altro.
Gli Arabi, dopo aver conquistato tutto il Nordafrica, volsero velocemente lo sguardo alla penisola iberica, da duecento anni sotto dominio Visigoto, anche se va specificato che i Visigoti erano una minoranza rispetto alla popolazione ibero-latina.
La furbizia e la scaltrezza araba si vide nella determinazione con la quale furono capaci di intravedere subito i problemi del Regno Visigoto, che era in preda a lotte intestine e divisioni interne. Gli Arabi stessi, desiderando liberarsi di alcuni rivoltosi berberi, mandarono Ta-riq, un ex schiavo berbero, a conquistare la Spagna con poche decine di migliaia di uomini.
Dal 711 al 718 la conquista fu pressoché repentina, anche per il collaborazionismo degli ebrei (perseguitati spesso in Spagna) e di qualche traditore Visigoto, oltre alla politica bizantina in Spagna che s'era lasciata corrompere dall'oro visigoto qualche decennio prima.
Non bisogna pensare comunque che la popolazione autoctona fosse felice di sottostare al dominio dei nuovi arrivati: subito la resistenza si organizzò sulle Asturie, rilievi montuosi a nord della penisola, dove si rifugiarono parecchi esuli cristiani, sia visigoti che latino-iberici.
Ci volle comunque più di due secoli perché la "Reconquista" iniziasse ad ingranare, facilitata anche dai vari regni arabo/berberi in lotta tra di loro nella penisola.
In ogni caso, mentre i ribelli cristiani vivevano a Nord della Spagna, nel frattempo, dalle coste della Tunisia, erano già iniziati attacchi e scorrerie piratesche ai danni della Sicilia. Bisognerà attendere però l'827 perché si assista al primo vero sbarco volto a conquistare l'isola.
Si narra che Eufemio, un membro della nobiltà bizantina, avesse chiesto aiuto agli Arabi per scacciare il dominio bizantino dall'isola, liberandola.
Checché vi siano propagande arabofile volte a dimostrare la "corruzione" bizantina e l'eccessiva tassazione che il Basileus, da Costantinopoli, imponesse alle province, sappiamo in realtà che la Sicilia aveva goduto di una posizione privilegiata dopo la cacciata dei Vandali, aveva un'agricoltura florida ed era protetta dal mare dalle scorrerie Longobarde che invece avevano imperversato nella penisola per i primi 30-35 anni del loro dominio in Italia.
Lo sbarco avvenne a Mazara del Vallo, a sud ovest.

Chi si convertiva all'Islam poteva mantenere i suoi ruoli e anche accedere a posizioni di prestigio, ma chi non lo faceva?
Qui bisogna dimenticare un attimo i fantasiosi miti della "tolleranza" spesso entrata nell'immaginario collettivo.


Il dominio arabo-islamico in Sicilia non fu più tollerante di altri popoli che a quei tempi si insediavano con la forza in altri territori come èlites comandanti/dominatrici.

Per i cristiani/ebrei erano disposti tutta una serie di obblighi e divieti ai quali dovevano sottostare, estrapolati dall'aman di Omar, il famoso califfo che nel 642 diede fuoco alla magnifica biblioteca di Alessandria d'Egitto, contenitore di tutta la sapienza del mondo classico greco-romano-egiziano(uno dei più grandi crimini contro l'umanità e la cultura),ma per garantirsi certi limitati diritti dovevano pagare la jizya, e se proprietari di fondi la khàrag, una sorta di sovraimposta sugli immobili che i musulmani invece non erano tenuti a pagare.
L'elenco dell'aman indicava diciassette divieti estremamente pesanti e in qualche caso pure umilianti. Fra questi divieti, a parte quelli di manifestare e praticare in pubblico la propria fede e di costruzione o riparazione di edifici di culto(Chiese), ve n'erano alcuni che incidevano sulla vita privata dei singoli.
C'era fra questi l'obbligo di ospitare un musulmano nella propria dimora, quella di cedere i posti a sedere ai musulmani, di non utilizzare selle per le cavalcature o di non costruire edifici che fossero più alti di quelli dei musulmani. Ma c'erano anche imposizioni umilianti come quello di portare segni distintivi per distinguersi dai musulmani; tipico segno distintivo era, ad esempio, l'obbligo di rasarsi la parte anteriore della testa. Questi divieti che, in ogni caso non furono sempre applicati rigidamente e con fermezza, e la pesantezza delle imposte applicate, furono lo strumento che consentì di attuare una rapida islamizzazione dell'isola, fatto a cui gli stessi governanti musulmani cercarono di porre un freno per ragioni economiche. Le conversioni facevano venir meno le ingenti risorse provenienti dalle imposte cui erano sottoposti i dhimmi (cristiani/ebrei)-

Inoltre gli arabo/berberi disboscarono molte foreste della Sicilia per ottenere il legno per le loro navi, dato che in Nordafrica ve ne erano ben pochi, e disincentivarono la coltivazione dell'ulivo.
In questo clima, vessati com'erano, è logico supporre che gli autoctoni avessero dato un grande apporto alla liberazione della Sicilia quando arrivarono i Normanni. Essi erano un gruppo poco numeroso, un ristretto ceppo di guerrieri mercenari con al seguito le loro famiglie.


Il dominio arabo-islamico dell'Iberia e della Sicilia (con Malta e le isole minori) fu breve per la Sicilia, più lungo per la penisola Iberica con strascichi di quasi otto secoli nell'attuale regione dell'Andalusia.
Fu fondamentale l'arrivo dei normanni, per alcuni punti specifici: il ritorno della Sicilia nell'alveo europeo, la formazione di un regno medievale di grande prestigio, la nascita della nazione siciliana, la progressiva eliminazione dell'elemento allogeno, ed infine, di non minore importanza, il riavvicinamento repentino col mondo latino pur non trascurando affatto l'altra base fondamentale della nostra cultura e del nostro sangue cioè la millenaria esperienza col mondo greco.

4
Capalbio,
solo 50 “profughi” hanno scatenato la puzza sotto il naso dei radical-chic, i figli di papà che amano tanto atteggiarsi a buonisti purché gli invasori, "preziose risorse per il nostro Paese", se ne stiano lontano mille miglia, tra le borgate dei più sfortunati.

Bisogna essere prudenti, comprendere i problemi del territorio e capire che ci sono territori un po’ speciali” ha detto in un’intervista al Corriere della Sera, Nicola Caracciolo, nobile e ambientalista, nonché principe di Capalbio. “Bisogna accogliere, per carità. Ma queste so’ ville .” E di gran lusso!

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08/14/capalbio-larrivo-di-50-profughi-fa-discutere-la-sinistra-alcuni-territori-sono-speciali-le-accuse-ipocriti-radical-chic/2974710/

5
Pensieri, riflessioni, saggi / L'importanza dell'autorità
« il: Luglio 26, 2016, 00:02:39 »
Il gravissimo errore della filosofia contemporanea dove predomina il relativismo è che  “flessibile” sembra un bella parola, mentre “rigido” una parolaccia. Ci sono casi in cui la flessibilità è l’opzione corretta e casi dove la rigidità è l’unica scelta o la migliore.
Ad esempio, in una sala operatoria le regole di asepsi devono essere rigidissime; le regole di sicurezza devono essere rigide.
Dove le regole sono rigide l’emotività di smorza e si evita l’emotività inutile.
Altro esempio:  Se un bambino sa che deve viaggiare sempre sul seggiolino dietro, non si sognerà nemmeno di chiedere di stare davanti. Se qualche volta il nonno o la zia trasgrediscono, ogni volta il bambino chiederà, ogni volta sarà una discussione, ogni volta una speranza, ogni volta un capriccio e magari l’incidente ci sarà proprio il giorno in cui il bambino è dove non dovrebbe.

Ora, qualcuno convinto dell'assoluta validità del relativismo capirà che in effetti ci sta portando alla rovina in tutti i campi proprio perché appiattisce ed inaridisce tutto. La società occidentale sta svoltando  verso l'abisso a causa del prevalente relativismo.

6
A proposito di Turchia, come comincia la storia della Turchia? La città che ora chiamano Istanbul, in realtà è Costantinopoli, la terza città santa della Cristianità, la capitale dell'Impero romano d'oriente.

Lo stupro come arma di guerra
Il primo componente del genocidio è lo sterminio intenzionale di civili e principalmente di bambini, così da eliminare le generazioni future, il secondo è lo stupro etnico. Lo stupro etnico è stato un’arma di guerra ufficiale nella seconda guerra mondiale, non solo in Europa. L’armata giapponese si è coperta di disonore, prima a Nanchino, poi in tutta la Cina. Lo stupro etnico è stato protagonista in Bosnia e in Rwanda.

“Quando per il favore divino la fortezza fu espugnata, il nemico perdette ogni forza e fu incapace di reagire. Il popolo fedele non incontrò più ostacoli e pose mano al saccheggio in piena sicurezza. Si potrebbe dire che la vista della possibilità di poter fare bottino di ragazzi e belle donne devastasse i loro cuori e i loro animi. Trassero fuori da tutti i palazzi, che uguagliavano il palazzo di Salomone e si avvicinavano alla sfera del cielo, trassero nelle strade strappandole dai letti d’oro, dalle tende tempestate di pietre preziose, le beltà greche, franche, russe, ungheresi, cinesi, khotanesi, cioè in breve le belle dai morbidi capelli, uguali alle chiome degli idoli, appartenenti alle razze più diverse, e i giovinetti che suscitavano turbamento, incontri paradisiaci.”
Questa è la descrizione della presa di Costantinopoli da parte di Maometto II. Il brano è tratto da "Storia del signore della conquista" di Tarsun Beg Kemal, vale a dire che è il racconto ufficiale, quello su cui i bambini turchi studiano la storia. (vale a dire la storia ufficiale dello Stato ai turchi comincia con abbiamo stuprato le donne e i ragazzini).

Sicuramente anche i Crociati hanno commesso atti del genere, però hanno dovuto farlo di nascosto: era vietato. E punito. C’era la castrazione e il taglio del naso per un crociato che si facesse pescare con le mani su una donna araba. Noi giudichiamo sempre i Crociati con standard attuali: a quei tempi la ferocia era la norma, al punto tale che la castrazione e il taglio del naso viene minacciato ai loro stessi soldati. I crociati lo hanno fatto, ma poi non lo hanno scritto e sicuramente dove è vietato viene fatto parecchio di meno.

Da la realtà dell’orco
La presa di Costantinopoli, invece comincia ufficialmente con: abbiamo messo le mani sulle donne e sui bambini, che avevano il merito di essere belli. Gli altri sono stati passati a filo di spada mentre i difensori agonizzavano sugli spalti su cui i crocefissi si alternavano agli impalati. E dopo Costantinopoli il Mediterraneo diventa un mare islamico e non sono più contabili gli uomini e le donne rubati alle coste cristiane per morire come schiavi. Nell'islam è vietato che gli schiavi si riproducano, quindi di loro non resta nulla, come non resta nulla dei milioni di schiavi africani morti in Arabia e in Persia. In Arabia la parola africano è sinonimo di schiavo. Nulla resta dei nostri antenati, se non i grandi monumenti che hanno costruito.

La caduta di Costantinopoli avvenne il 29 maggio 1453 ed era martedì, e fu una tale catastrofe che fu messa quasi sullo stesso piano della crocefissione di Cristo. Di Venere e di Marte non ci si sposa e non si parte. In questa filastrocca è raggrumata la storia d'Europa. La superstizione è una specie di cabala dei poveri, un tentativo di trovare una prevedibilità in una realtà atroce. La realtà atroce è stata la vittoria dell'Islam.

Ma con il coraggio e l'onore delle armi lo abbiamo affrontato. Ora il momento è tornato di avere di nuovo quel coraggio. Quindi con la morte nel cuore, affermo che il problema è religioso. Sarebbe bellissimo se non fosse religioso, ma è religioso. Il problema non è l'Occidente, non è l'economia, non è la finanza. Il problema è religioso. Il problema schiaccerà i nostri figli, li annienterà, li ridurrà a un popolo di Dhimmi (sottomessi) e poi un popolo di morti, se nessuno si alza in piedi e dice la verità. Faccio parte del gruppo che si alza in piedi e dice la verità. Il momento del coraggio è ora.

(Silvana De Mari - 23/07/2016)

7
Anch'io ho scritto un aforisma / Probabili scenari
« il: Luglio 25, 2016, 13:15:42 »


8
“Quando sicurezza e uguaglianza sono in conflitto, non bisogna esitare un momento: l'uguaglianza va sacrificata.”

Jeremy Bentham

9
Cogito ergo Zam / Sono gli italiani ad essere discriminati
« il: Luglio 16, 2016, 20:24:11 »
Nel mio Paese, l'Italia, sono gli italiani ad essere discriminati. Un'ondata di razzismo potrebbe esplodere, non perché verrebbero discriminati gli immigrati o i sospetti terroristi, ma perché si discriminano i cittadini dei Paesi europei per la nostra sottomissione a una ideologia globalista, immigrazionista, buonista e relativista...
(Magdi Cristiano Allam)

https://www.youtube.com/watch?v=0M8O1VsyMFg&feature=youtu.be

10
Politica / IL VICE PRESIDENTE DEGLI IMAM DI FRANCIA SI DIMETTE
« il: Luglio 16, 2016, 00:07:38 »
Da sempre sosteniamo che l'islam è uno solo, che non esiste alcun islam moderato, che l'islamismo è islam: terroristi islamici/islamisti e jihadisti, sono tutti musulmani. I mass-media di regime servono solo a confondere i cittadini e a imporre l'islamizzazione della nostra Europa. Forse ora che a dirlo, è una figura importante, come il vice presidente degli imam di Francia, i cittadini europei, inizieranno a prendere coscienza, mentre le sinistre, le destre moderate, l'UE e i musulmani, continueranno a raccontarvi la frottola, dell'islam moderato, degli islamisti e tutto il resto del consolidato repertorio di politiche menzogne. (mia personale e legittima opinione politica).

"ISLAM E ISLAMISMO SONO UGUALI"

IL VICE PRESIDENTE DEGLI IMAM DI FRANCIA SI DIMETTE



Hocine Drouiche alla vicepresidenza della Conferenza degli imam di Francia si dimette dopo l'attacco a Nizza. E ammette: "Le istituzioni musulmane smettano di ripetere che l'estremismo non esiste"


http://www.ilgiornale.it/news/cronache/islam-e-islamismo-sono-uguali-vice-presidente-degli-imam-1284799.html

11
In Italia si sta diffondendo un nuovo movimento radicale islamico, sotto i radar e senza controllo da parte delle autorità, vi portiamo a scoprire dall’interno il movimento “Tabligh Eddawa”. Reportage a cura di Giuseppe de Lorenzo per IL GIORNALE

“Roma è già musulmana”. Quando inizia l’intervista con Saydawi Hamid, la guida di una comunità del movimento islamico radicale dei Tabligh Eddawa, gli altri componenti del gruppo stanno dormendo distesi in moschea.

“Per ogni aspetto della società – spiega Hamid – l’islam impone una precisa legge”. E loro la applicano. La sera, dopo il calare del sole, leggono il Riyad al-Salihin, il libro dove sono spiegate tutte le regole formali e di comportamento. Quando si dorme in moschea, per esempio, i piedi non devono mai essere rivolti verso la Mecca e il sacco a pelo va purificato con lunghi rituali. Per tagliarsi le unghie, bisogna partire dal dito più esterno e poi seppellirle “perché sono una parte del corpo donata da Allah”. È questa la Sunna: il dettagliato codice di comportamento che ogni fedele è chiamato a seguire. L’unica via dettata dal Profeta. E se la Sunna è una, allora anche l’islam non può che essere unico: “Tutti dovrebbero diventare Tabligh – dicono – perché tutti devono seguire la strada indicata da Maometto”.

Così, se dovessimo sintetizzare i principi dei Tabligh lo faremmo con una parola: sottomissione. Ad Allah, al Profeta e alla legge coranica. Non a caso, per spiegare la relazione tra uomo e Dio, Hamid usa una metafora quanto meno curiosa: “L’uomo riesce a stare in piedi solo grazie alla cacca che ha nello stomaco: cosa può essere quindi di fronte a Dio se si regge solo grazie alla sua cacca?”. E se questi sono i pressuposti, la spiritualità Tabligh non può che essere totalizzante, avvolgente e granitica. Una fede che Hamid non ha esitazione a definire “l’unica religione naturale dell’uomo”. Non il cristianesimo. Non altri credo.

Sanno che l’imam parlerà anche per loro. Fa un certo effetto sentir dire che l’Italia “è stata conquistata, perché abbiamo una grande moschea, perché possiamo predicare liberamente la nostra fede. E il sorriso sul volto del nostro interlocutore tradisce il fatto che conosca l’effetto delle sue parole. Ma non è una provocazione: poter predicare il Corano in Occidente è a tutti gli effetti una vittoria.




http://www.imolaoggi.it/2016/06/22/in-italia-si-diffonde-lislam-radicale-sotto-gli-occhi-delle-istituzioni-inerti/




12
Riporto un post di una mia amicizia su Facebook.

"Per questioni familiari, mio padre dopo il congedo a seguito del referendum Monarchia-Repubblica essendo un valente ingegnere navale era entrato nella Società Italia di Navigazione mentre il fratello era dirigente prima nel Lloyd Triestino e poi nell'Adriatica, sin da piccolissimo ho avuto modo di frequentare il Medio Oriente, non avevo neppure 11 anni. Un mondo che mi affascinava come del resto tutta l'Africa e che ho frequentato a vario titolo per buona parte della mia vita. Avevamo degli amici in Libano, una famiglia cristiano-maronita importante, che ci hanno fatto conoscere quel bellissimo, civile, sviluppato Paese, la Svizzera del Medio Oriente come la chiamavano allora. Poi l'orrore, iniziarono da arrivare sempre più numerosi i musulmani palestinesi, ma non solo, si insediavano umili e pacifici, il dissimulare fa parte del loro credo, ma cambiavano gli equilibri interni del Paese e quando si sentirono abbastanza forti precipitarono il Libano in quell'inferno in terra che tutti, credo, ben conosciamo. Dei nostri amici, famiglia purtroppo in vista, non sopravvisse nessuno. Quando ci tornai non in veste di turista nel 1983 era sopravvissuto solo un cugino, verrà sgozzato nel 1984. Beirut era un cumulo di macerie, muri sbrecciati, degrado, odio e odore di morte e sangue ovunque. I giornali parlavano di guerra civile, ma queste guerre si fanno fra concittadini, fra fratelli non fra chi in una terra ci vive da sempre e chi di fatto l'ha invasa, non è guerra civile ma i musulmani sono così, arrivano, si insediano, si moltiplicano e iniziano a dire: qui è casa nostra e allora o combatti o soccombi. Adesso il Libano conosce una precaria pace sostenuta dai caschi blu, ma quello che è accaduto in quella terra un tempo splendida è accaduto in tutto il Medio Oriente, molti pensano che siano territori Arabi musulmani da sempre, è falso, sono terre invase, conquistate e occupate con altissimo prezzo di sangue, come del resto la Giudea dove gli arabi erano pochi, nomadi e prevalentemente pastori sino al 1948, iniziarono ad aumentare quando il Popolo Ebraico iniziò a tornare sulla sua terra e...beh anche a questo miracolo ho potuto assistere, una pietraia arida, ostile, si trasformava in campi coltivati, in terra fertile grazie anche ai Kibbutz e alla instancabile opera dei coloni. La dovete studiare la storia del Libano perché aiuta a capire che cosa siano i musulmani e quale sia la genesi di tutti gli attuali problemi, quanto a Israele, moltissimi sono di fatto europei, è un lembo di Europa in Medio Oriente, è gente che la testa l'ha dovuta chinare anche troppo e non è più capace di farlo adesso adesso la tengono ben alta..."

13
Cogito ergo Zam / Uno squarcio di ciò che succede in Italia
« il: Luglio 10, 2016, 18:07:56 »
Non capiranno mai, i sinistri, che andando avanti così sarà una vera babilonia e che non fanno altro che gettare benzina sul fuoco, accentuare la conflittualità e la tensione sociale. Non lo capiscono, è inutile.

La settimana scorsa 2 italiani hanno litigato per una mancata precedenza, uno ha ucciso l'altro con una coltellata al cuore... Sono episodi di degrado sociale, di delinquenza comune, ma se succede tra italiani è tutto normale, se la vittima è uno straniero, si tratta di “razzismo” e via... con lo sciacallaggio mediatico contro gli antagonisti politici e col bel parlare dei radical-chic. Quanti italiani sono morti per mano di immigrati? Nessuno parla di razzismo in questi casi.

Davide Raggi venne sgozzato da un marocchino espulso e rientrato in Italia da clandestino. Davide Raggi aveva 27 anni.
Nessuna autorità si mosse. Nessuna associazione si mosse. Nessuno si impietosì, nelle fila sinistrorse.
O la tragica notizia  dello scorso anno (l'ennesima), di una coppia di coniugi a Catania, uccisa in casa, lei gettata dal balcone. Fu fermato un profugo nel centro di Mineo. E tanti altri episodi di uguale o minore gravità che credo accadano di frequente e taciuti appositamente per non allarmare la gente e non orientare troppo l'opinione pubblica verso lidi che non piacciono al potere attuale.


L'omicidio a Fermo del nigeriano sta facendo scalpore perché si tratta un uomo di colore ( e l'argomento “razzismo”, si sa, fa gola a tutta la sinistra).

Ma non è così che funziona, cari sinistri. Siamo esseri umani prima di essere bianchi, neri, gialli, rosa o con gli occhi azzurri, neri o a mandorla.

La prima cosa che si dovrebbe dire in queste drammatiche vicende è : È STATA UCCISA UNA PERSONA, punto.
Invece tutta la sinistra è insorta dicendo: E' STATO UCCISO UN NERO per mano di un “razzista”, “fascista” e chi più ne ha più ne metta..., addirittura c'è chi se l'è presa per l'ennesima volta con Salvini.

A mio modesto avviso, i primi veri razzisti, perché usano lo spauracchio del razzismo come arma ideologica e politica, sono gli stessi giornalisti e tutti i sinistroidi che approfittano di qualsiasi notizia per tirare acqua al proprio mulino e gettar fango sugli avversari politici.

Non si deve, non si può accusare e inventare fatti, fantasticare sul tema “razzismo” accusando a destra e a manca quando ancora non sono ben noti i reali motivi di tutta la triste vicenda.


La legge deve essere uguale per tutti, ed è inaudito strumentalizzare una morte così violenta e per futili motivi. L'assassino di Emmanuel deve pagare, accertate le proprie responsabilità, ma anche colui che ha ucciso il ragazzo a Brescia con una bottiglia deve pagare, anche chi ha barbaramente ucciso a Catania deve pagare. Questa si chiama, semplicemente, giustizia. Ma la sinistra ultimamente sembra aver perso del tutto l'orientamento, il senso della giustizia.


Ma andiamo avanti... Ai funerali del povero nigeriano sarà presente la nostra cara presidente della Camera. E dei dei nove connazionali (anzi dieci, considerando anche il piccolo ancora in grembo di una delle vittime) massacrati a Dacca, quasi nessuno ne parla più; è normale, sono italiani, questo non è stato un massacro per “razzismo”.

Ancora un'altra considerazione...

Alla vedova di Emmanuel non mancherà nulla, ha detto il Presidente della Repubblica. Il parroco della comunità che aveva accolto la vittima insieme alla moglie ha dichiarato che la vedova avrà tutto il sostegno necessario affinché possa laurearsi in medicina. Tutto ciò mi fa piacere, è un bel gesto di umanità.
 Ma le vedove di chi è morto sul lavoro o per strage, o di coloro che si sono suicidati perché disoccupati? Le vedove di tutti gli operatori della forze dell'ordine caduti vittime della mafia durante l'adempimento del loro servizio servendo lo Stato? Queste hanno la colpa di essere italiane?

Due pesi e due misure, dunque, una modalità ingenua e balorda per cercare di tamponare una situazione che sfugge continuamente di mano, per una politica completamente inadeguata ad affrontare i cambiamenti epocali in atto nel mondo.

14
Cogito ergo Zam / Non conosceva il corano. A MORTE!
« il: Luglio 04, 2016, 23:56:52 »
PER RIFLETTERE ED AGIRE DI CONSEGUENZA


Con tutto il rispetto che si deve verso chi non c'è più e particolarmente per una persona scomparsa a causa di una strage messa in atto da matti esaltati ed inferociti, voglio evidenziare il fatto che una delle vittime di Dacca firmò la petizione per radiare Belpietro dall'albo dei giornalisti, in virtù del famoso titolo "BASTARDI ISLAMICI". E' morta a Dacca perché non conosceva i versetti del corano.

 Certamente le sue saranno state buone intenzioni, quando lo fece. Sicuramente erano nobili gli ideali che la muovevano e che muovono tantissime anime belle. Ma non serve. Con questa "gente" l'essere anime belle non serve; serve solo a facilitare loro la vita, a farli insediare sempre di più, contando sulla complicità di chi ritiene che il vero problema siamo noi, noi “rozzi”, noi “razzisti” che critichiamo l'islam e non distinguiamo i moderati dagli estremisti..

Questo è l'ennesimo esempio di come gran parte degli occidentali (forse ancora la maggior parte?) è accecata dalla cultura catto-comunista  del “volemose tutti bene” e del “vivi e lascia vivere”, senza capire che con questi soggetti (gli islamici) che stiamo accogliendo, sorridenti e a braccia aperte, in questi ultimi decenni, non è possibile nessun dialogo perché un dialogo fruttuoso lo si può instaurare fra pari, non con chi vuole la ragione prepotentemente e senza il rispetto reciproco.
Non conosceva il corano. A MORTE! Non credo sarebbe servito a nulla dire a quei bastardi che lei aveva firmato quella petizione.

SVEGLIA ANIME BELLE, SVEGLIA GENTE. Non c'è dialogo, non c'è nulla. Ci odiano e vogliono conquistarci con una duplice arma: il terrorismo, e con il lento radicamento nel nostro tessuto sociale.
No, non è cinismo, ma è solo un modo per sottolineare disperatamente qualcosa che molti non vogliono vedere, cioè la realtà dei fatti. Non si vive di soli ideali, bisogna anche saper guardare oggettivamente la realtà ed essere concreti. Belpietro fu estremamente concreto e conciso in quel titolo, anche se per niente diplomatico. Bastardi, si, perché è bastardo anche chi impone il velo alla donna o la sua subordinazione.
 

E come dare torto a Vittorio Feltri quando scrive nel suo editoriale:

"Quanto siano cretini certi intelligentoni da strapazzo è noto solo a quelli che hanno dovuto fare i conti con il machete. Ma sorvoliamo. Limitiamoci a ricordare che sta per entrare in vigore una legge che vieta di avere in aperta antipatia i musulmani.
Esemplifico: se tu dai del coglione a un prete della tua parrocchia, sei un maleducato, ma nessuno ti torce un capello; se invece dai del bastardo a un adoratore di Allah, perché (poniamo) ha stecchito tuo cugino, finirai davanti ai giudici e sarai condannato. Per quale reato? Islamofobia. Per cui mi domando con angoscia: ma se io non apprezzo un predicatore (ce ne sono tanti) da moschea e gli do del fesso cosa mi succede? Galera. L' ultima impresa (che non mi pare lodevole) dell' Isis è quella di cui ieri e oggi si parla: un' ecatombe di compatrioti nostri, gente che lavorava in Bangladesh e che si stava legittimamente ristorando."...

http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/11925797/vittorio-feltri-strage-dacca-editoriale-islam-moderato-.html


PER RIFLETTERE ED AGIRE DI CONSEGUENZA PERCHE' RIMANERE INERMI A GUARDARE NON CI SALVERA'

15
Non bastava già l'eccesso di inutili vocaboli inglesi in cui ci imbattiamo quotidianamente e voluto dalla politica: “jobs act “ (riforma del lavoro); “stepchild adoption” (adozione del figliastro); eccetera.
Non bastava l'imposizione della sola  lingua inglese in diversi corsi universitari italiani, no, per i super lecchini italiani, non basta!


A Bologna una scuola di bambini deve imparare pure l'arabo affinché mettano a proprio agio gli stranieri arabi islamici...
Ma per integrazione veramente si intende che i “figli di Allah” imparino innanzitutto il rispetto della cultura e delle usanze del Paese in cui hanno ricevuto l'onore di vivere, poi che debbano imparare la lingua del posto e uniformarsi alla cultura di chi li ospita. Altrimenti, signori miei, se questo non avviene, anzi, se accade il contrario, non stiamo in presenza di una normale immigrazione, bensì davanti ad una invasione da parte di conquistatori arroganti, arrivati, oggi, non attraverso scorrerie e saccheggi come usavano fare nel Medioevo, ma attraverso una diplomazia e una nostrana classe politica facilmente malleabile e corrotta.

http://www.piovegovernoladro.info/2016/03/08/integrazione-al-contrario-bologna-corsi-arabo-scuola-insegnare-valori-italiani-no/

Pagine: [1] 2 3 4