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Topics - Annabel

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Politica / Smettiamolo di negare: L'islam è un problema
« il: Ottobre 01, 2015, 13:57:11 »
Vorrei citare a questo proposito Recep Tayyip Erdoğan, Primo Ministro della moderata Turchia, che molti vorrebbero accogliere nella Comunità Europea. In varie occasioni, tra cui la sua recente visita ufficiale in Germania, Erdogan, sicuramente un musulmano "moderato", ha pubblicamente dichiarato che "l'islamofobia" è un crimine contro l'umanità, che il termine "islàm moderato" è un insulto, in quanto non esiste un islàm moderato contrapposto ad un islàm fondamentalista, ma esiste un solo islàm e che anche il pretendere l'integrazione degli immigrati musulmani nella civiltà occidentale "è un crimine contro l'umanità". Queste citazioni ci dimostrano che anche un musulmano moderato può esporre idee non proprio moderate e sottolinea un quesito fondamentale a cui è obbligatorio trovare una risposta prima di esprimere opinioni sull'islàm o sui vari islàm.

Eesiste un islàm moderato? e, se esiste, quali sono le differenze tra islàm moderato e islàm radicale?
…....
Per avere una idea di quale sia l'islam moderato nei paesi islamici, basta riferirsi alle dichiarazioni sopracitate del Presidente Turco Erdogan o alla posizione dell'OIC (Organizzazione della Conferenza Islamica) all'ONU in tema di libertà di parola, di libertà religiosa e di diritti umani. I 57 stati islamici aderenti all'OIC non hanno sottoscritto la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, ma hanno firmato nel 1990 una carta analoga, la Dichiarazione del Cairo sui Diritti dell'Uomo nell'islàm che, agli Articoli 24 e 25, subordina alla shariah tutti i diritti precedenti. Basta pensare al trattamento riservato alle minoranze Cristiane e, dove ancora esistono, alle minoranze Israelite, senza parlare della lobby proislamica che finanzia, con ingenti fondi Sauditi, istituzioni Universitarie Occidentali e singoli pseudo-intellettuali per diffondere una immagine dell'islàm adatta al gusto occidentale e politicamente corretta.
….....
Tra i critici non musulmani dell'islàm c'è chi crede nell'esistenza di un islàm moderato anche se la maggioranza appare piuttosto scettica. Infine tra i più decisi critici dell'islàm troviamo gli ex-musulmani, che, pur vivendo in occidente, sono soggetti a gravi rischi per la loro incolumità personale e che, oltretutto, sono generalmente snobbati dall'establishment culturale occidentale.
Ho cercato di chiarirmi le idee con qualche ricerca e interrogando amici, conoscenti ed esperti: credo di poter sintetizzare le varie posizioni mediante queste tre opinioni.
La prima opinione è rappresentata dalle dichiarazioni sopra citate di Erdogan, secondo cui esiste un solo islàm ed è addirittura offensivo parlare di un islàm radicale e di un islàm moderato. Sicuramente Erdogan è considerato un moderato ed è più familiare con la cultura islamica di molti commentatori occidentali. Ma questa risposta contraddice l'opinione più diffusa nel mondo occidentale di un islàm moderato, travisato da una esigua minoranza di fanatici. Secondo lui, la mia domanda è senza senso: esiste solo l'islàm. Punto e basta.
….......

E il fondamentalismo? La seconda opinione mi fu fornita da una commentatrice di una mailing list dedicata all'islàm, a cui mi ero rivolto. La riporto qui di seguito, perché riflette l'opinione più diffusa, anche se, a mio parere, non è una risposta:

Non saprei dare una risposta scientifica ma a naso definirei moderati i musulmani che non chiedono come Dachan: "la creazione di una entità islamica all' interno dello Stato italiano, la censura dei testi scolastici, le scuole private islamiche, la celebrazione delle feste islamiche nelle scuole, la pausa per la preghiera del venerdì nei luoghi di lavoro, le banche e i mutui islamici, l' erogazione dell' 8 per mille ai musulmani e perfino un «bollino verde» per i cibi islamicamente corretti."
Le numerose risposte di questo genere meritano un commento: non sono credibili in quanto eludono il problema limitandosi a definire l'islàm moderato in termini negativi. Dicono cosa non è, secondo la loro idea di islàm, ma non dicono che cosa è, con solidi riferimenti teologici e dottrinali, nè in cosa differisce dall'islàm fondamentalista, nè quali sono gli errori interpretativi dell'islàm radicale, rispetto alla corretta interpretazione dell'islàm moderato[...]
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Infine la terza opinione, illuminante, poco nota e, a mio parere, corretta, mi è giunta da Mirco Romanato, che partecipa alla mailing list di cui sopra:

"La differenza tra musulmano moderato e musulmano estremista è semplicemente temporale.
Il musulmano moderato è il musulmano della Mecca, quando Maometto predicava pace, amore e tolleranza.
Il musulmano estremista è il musulmano di Medina, dove si è iniziato a rendere facoltativa l'autodifesa, poi obbligatoria, poi è diventata obbligatoria anche l'aggressione verso i non musulmani.

L'Islam predicato in pace a Maometto ha fruttato 150 seguaci in 15 anni di predicazione alla Mecca.
L'Islam predicato con la spada, in 10 anni, ha lasciato Maometto con un enorme numero di seguaci e nessun nemico vivo in tutta l'Arabia.

L'Islam di Medina viene dopo l'Islam della Mecca, quindi ha la precedenza secondo l'interpretazione islamica. Ma nulla vieta di fare come alla Mecca, all'inizio.

L'Islam è duale, non esiste solo l'Islam della Mecca o solo quello di Medina, esistono insieme,contemporaneamente. Ma, come certe illusioni, non è possibile vedere l'uno e l'altro contemporaneamente. Il che è un problema per la mente occidentale allenata e abituata a non considerare valide le interpretazioni dualistiche (opposte).

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Pensieri, riflessioni, saggi / La marcia degli scalzi
« il: Settembre 13, 2015, 11:39:54 »
I komunisti attuali, i sinistroidi ed i radical-chic, gli stessi che cantano gli elogi del mondo senza frontiere e senza confini, sono poi gli stessi che stanno contribuendo all'innalzamento di una barriera sempre più alta ed impenetrabile tra ricchi e poveri, tra ultimi e primi, tra inclusi ed esclusi, tra la base ed il vertice.
Dietro la falsa umanità e la falsa accoglienza c'è tutt'altro, c'è uno spietato piano fatto di un'intricata rete di interessi, di sfruttamenti, di convenienze, di accordi sottobanco, anche a costo di una totale sostituzione etnica di popoli europei con popoli provenienti dall'Africa e dal Medioriente.
Si sta attuando il più grande crimine della storia.
 Ricordiamoci sempre che gli italioti che hanno organizzato e marciato scalzi al grido di abolire le frontiere e rendere l'Italia un campo profughi sono, guarda caso, tutti benestanti e ricchi cioè gente che non conosce e probabilmente non ha mai conosciuto la povertà e la miseria, questi ipocriti dei miei stivali non solo non hanno mai marciato per gli italiani (il che li qualifica moralmente), ma sono i figli, i nipoti, i pronipoti di quelli che dopo la guerra sputavano addosso ai profughi istriani, cioè ad altri italiani.

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Pie illusioni intorno al pacifico sbarco degli islamici…
Una ignoranza indotta dai mezzi di comunicazione sociale e due desolanti abbagli agitano il buon cuore degli italiani: la disinformazione sulla ferocia predicata, promossa e attuata sistematicamente dai fedeli dalla falsa e sanguinaria religione maomettana; l’ingenuo buonismo/ecumenismo di papa Bergoglio benedicente l’immigrazione selvaggia a Lampedusa e la lacrimosa/fumosa nenia dei progressisti, apologeti dell’immigrazione dei poveri nella perfetta, strepitosa ignoranza della percentuale di veri esuli e perseguitati (1%) in mezzo all’ingente numero dei potenziali invasori e assassini islamici.

Perché l’Europa delle nazioni spiritualmente moribonde, incoraggia e favorisce l’invasione islamica? Perché desidera il sonno della ragione italiana? Perché incoraggia l’aggressione alla Chiesa di Roma?

Possiamo anzi dobbiamo riconoscere che, soggiacente al fastidioso e irresponsabile  chiacchiericcio umanitario dei politicanti occidentali, si agitano l’albagia  e la vana potenza, che sono strettamente associate all’invidia per lo splendore civile e spirituale, che ha nobilitato i millenni della nostra storia.

Il rapporto tra l’umile Italia e le nazione dell’Europa potente si è sempre risolto nell’incremento della barbarie dei conquistatori , scesi nella penisola per tentare di rapire il segreto del più alto vivere civile. E risaliti nelle loro terre con la barbarie incrementa e rafforzata  dalla invidiosa coscienza della strutturale inferiorità della loro cultura.

 Piero Vassallo
http://www.imolaoggi.it/2015/08/23/pie-illusioni-intorno-al-pacifico-sbarco-degli-islamici/

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I siriani vengono in Europa perché i Paesi arabi non li vogliono

Se il flusso migratorio del popolo siriano è diretto solo verso l'Europa è perché a sud della Siria i Paesi del Golfo hanno chiuso da tempo le frontiere
Sono in molti a chiedersi il motivo per cui il flusso continuo di profughi siriani sia diretto esclusivamente verso l'Europa, nonostante a sud della Siria ci siano tanti altri Paesi che potrebbero accogliere chi scappa dalla guerra, in cerca di una vita migliore.

Se l'Europa è sotto i riflettori con l'accusa di adottare una politica troppo restrittiva nei confronti di questo dramma, c'è tutta un'area geografica che ha fatto di pieggio, chiudendo totalmente le frontiere al popolo siriano. È l'accusa di Amnesty International e altre organizzazioni umanitarie che puntano il dito in particolare contro sei Paesi del Golfo Persico: Qatar, Emirati, Arabia Saudita, Kuwait, Oman e Bahrain.

Queste sei nazioni sarebbero i candidati ideali per offrire la migliore accoglienza possibile a chi chiede rifugio. Oltre alla vicinanza con la Siria, i Paesi del Golfo hanno la stessa lingua e la stessa religione, godono di economie ricche, dispongono di enormi risorse finanziarie che potrebbero essere destinate a forme di aiuto di vario titolo e - cosa non di poco conto - hanno imprese di costruzioni capaci di erigere grattacieli che superano ogni volta record d'altezza e che potrebbero in poco tempo costruire rifugi per il popolo siriano.

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/i-siriani-vengono-europa-perch-i-paesi-arabi-non-li-vogliono-1166685.html

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Cogito ergo Zam / “L’islam moderato non esiste”
« il: Settembre 08, 2015, 01:59:10 »

“L’islam moderato non esiste”

Padre Douglas al Bazi racconta il genocidio cristiano in Iraq


Roma. “Per favore, se c’è qualcuno che ancora pensa che l’Isis non rappresenta l’islam, sappia che ha torto. L’Isis rappresenta l’islam, al cento per cento”. Ha alzato la voce, intervenendo al Meeting di Rimini, padre Douglas al Bazi, sacerdote cattolico iracheno e parroco a Erbil, formulando – a mo’ di provocazione e con toni duri – un’equazione che ben pochi si erano spinti a  sostenere. Porta sul corpo i segni delle torture subite nove anni fa, quando una banda di jihadisti lo sequestrò per nove giorni, tenendolo bendato e in catene, con il setto nasale fracassato da una ginocchiata...

Padre Douglas al Bazi è responsabile di due centri di accoglienza per cristiani scampati all’avanzata dell’orda nera, non distante da Ankawa. Dopo la marcatura delle case cristiane dislocate nella piana di Ninive con la “n” di nazareno, un anno fa, “dalla mattina alla sera abbiamo ricevuto migliaia di profughi” e l’esodo ancora continua. “Io sono orgoglioso di essere iracheno, amo il mio paese. Ma il mio paese non è orgoglioso che io sia parte di esso. Quello che è successo alla mia gente è un genocidio. Vi imploro: non parlate di conflitto. E’ un genocidio”, ha detto il sacerdote, che di islam moderato non vuol sentire nemmeno parlare: “Quando l’islam vive in mezzo a voi, la situazione potrebbe apparire accettabile. Ma quando uno vive tra i musulmani, tutto diventa impossibile. Io qui non sono a spingervi all’odio verso l’islam. Io sono nato tra i musulmani, e tra essi ho più amici che tra i cristiani. Ma la gente cambia e se noi ce ne andremo nel mio paese nessuno più potrà distinguere la luce dalle tenebre. C’è chi dice ‘ma io ho tanti amici musulmani che sono simpatici’. Sì, certo. Sono simpatici, qui. Là la situazione è ben diversa”. Una situazione riguardo la quale aveva speso parole dure anche il vicepresidente della conferenza degli imam di Francia (e imam di Nimes) Hocine Drouiche, intervenuto lo scorso luglio al Parlamento europeo: “Nel mondo i cristiani sono perseguitati, braccati, privati del lavoro, imprigionati, torturati, assassinati. Tutti i mezzi sono usati per costringerli a rinnegare la loro fede, compreso il rituale dello stupro collettivo, considerato in certi stati come una forma di sanzione penale. Possedere una Bibbia è diventato un crimine, proibita è la celebrazione del culto, si è tornati ai tempi delle messe nelle caverne e dei primi martiri”. E la colpa, aveva aggiunto Drouiche in un discorso che ben poco risalto aveva avuto sui media europei, è “dell’islam contemporaneo”, che è molto più vicino “al settarismo, piuttosto che a una religione universale e aperta”.
“Credo che alla fine ci distruggeranno"
http://www.ilfoglio.it/chiesa/2015/08/26/islam-moderato-non-esiste___1-v-132119-rubriche_c185.htm


“Se qualcuno dice che l’Isis non rappresenta l’Islam ha torto. L’Isis rappresenta l’Islam al 100 per cento”.

Lo ha detto Douglas Al-Bazi, parroco di Mar Eillia ad Erbil, in Iraq, oggi nella sua testimonianza al Meeting di Cl a Rimini all’incontro “Una ragione per vivere e per morire: martiri di oggi”, cui ha partecipato anche Ibrahim Alsabagh, parroco di Aleppo in Siria.

"Io sono qui per dire a voi: siate la nostra voce, parlate e svegliatevi. Il cancro è alle vostre porte ormai, vi distruggeranno. I cristiani in Medio Oriente, in Iraq, sono l’unico gruppo ad aver visto il volto del male: l’islam. Pregate per la mia gente, aiutate la mia gente, salvate la mia gente. Perché lasciate le pecore libere in mezzo ai lupi?"
http://www.imolaoggi.it/2015/08/23/iraq-isis-rappresenta-islam/








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Politica / Caro Renzi, sono una bestia. E ne sono fiero!
« il: Settembre 08, 2015, 01:39:17 »
Sono una bestia. Mi era già capitato che me lo dicesse qualcuno, ma in altri contesti e per altri motivi. Adesso che me lo ha detto il presidente del Consiglio è ufficiale, ne prendano nota anche gli animalisti e quelli del Wwf. Va a finire che in quanto appartenente al regno animale avrò anche più vantaggi che come essere umano. Sicuramente più che come italiano. Magari sono anche esentasse.

Sì, sono una bestia e me ne vanto. Meglio essere una generica bestia che essere sciacallo. Che pur sempre bestia è, ma tra le peggiori, quelle che si nutrono di cadaveri. Perché oggi Renzi, nel suo lungo e sudato comizio alla festa dell’Unità ai giardini Montanelli (che è come organizzare il festival anticlericale a San Pietro), lo ha detto chiaro e tondo: “Non c’è Pd contro le destre, ma umani contro bestie”. Insomma se non sei del Pd sei una bestia. Anzi, se sei di destra sei una bestia. Altro che emergenza cinghiali, abbiamo scoperto che in Italia ci sono decine di milioni di bestie. Ditelo alla Protezione Civile.
Il tutto corroborato dall’ostensione delle slide, tipiche dell’era renziana, che, in questa occasione, erano le immagini di Aylan, il bambino morto nel mare greco. Il caro leader, coi sondaggi a picco, per raccattare due voti non esita a sfruttare l’immagine di una tragedia....

Siamo tutti liberi di scrivere sciocchezze. Ma se lo dice un politico che, oltre a essere il leader del Pd, è anche il presidente del Consiglio, cambia tutto. Perché Renzi dovrebbe essere anche il mio presidente, anche se sono una bestia. Non solo quello degli “umani” di sinistra. E il comizio milanese di Renzi è stato il punto più basso della sua breve e vincente parabola politica. Lo dice uno che non si può ascrivere alla lista degli antirenziani doc: più volte su questo blog ho difeso le sue rottamazioni, la carica – ormai persa – di innovazione, la sua insofferenza all’etichetta sclerotizzata della politica, il suo spirito pop. Ma questo è un Renzi snob e razzista, così vecchio che a confronto Mattarella sembra Fedez, un Renzi che chiama “compagni” i suoi colleghi del Pd e che nel tentativo di recuperare due vecchi arnesi di sinistra in libera uscita tira pure in ballo il 25 aprile e la Resistenza, come un Bersani qualunque.

Sono una bestia e sono fiero di esserla. Criticare l’immigrazione clandestina, affermare che non c’è posto per tutti, dire che i morti dei barconi sono vittime del buonismo e di chi li illude, difendere gli interessi degli italiani, denunciare il business dell’accoglienza, ricordare che questa ondata migratoria trasformerà per sempre il volto del nostro Continente, smascherare l’ipocrisia di chi spalanca le porte senza coscienza delle nostre reali possibilità di accoglienza, ricordare che la stupida politica contro Assad è stata controproducente e affermare che non tutte le culture possono convivere è da bestia? Allora barrisco, nitrisco, raglio, abbaio, miagolo, ruggisco, grufolo. Sono una bestia e ne sono fiero: perché non ne posso più dell’ipocrisia e del razzismo di sinistra, di questa superiorità morale, di questo apartheid ideologico, di questo ricatto del politicamente corretto.


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di Francesco Maria Del Vigo
http://www.imolaoggi.it/2015/09/07/caro-renzi-sono-una-bestia-e-ne-sono-fiero/

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Storicamente, l’unica struttura statale – specie in àmbito europeo – che è sopravvissuta nei secoli ed è uscita vincitrice dai conflitti con altre strutture, è la “Nazione”: codificata con la Rivoluzione Francese e poi soprattutto con il “Discorso alla Nazione Tedesca” di Fichte, ma in realtà preesistente all’una e all’altro. La Nazione ha scompaginato gli Imperi ma anche una più ampia struttura sovranazionale, cioè la Chiesa, intesa non come fattore religioso, ma come fattore politico, come potere temporale dei Papi o, meglio come superpotere che imponeva il proprio volere a regni ed imperi.
Orbene, dovrebbe ormai essere chiaro a tutti – a questo punto della crisi planetaria degli ultimi anni – che l’obiettivo finale della guerra di conquista scatenata dai “poteri forti” sono proprio le Nazioni, anzi il concetto stesso di “Stato Nazionale”.

La guerra (e non sembri eccessivo il termine) è stata ed è condotta con tutti i mezzi – leciti e illeciti – e in tutti gli àmbiti: da quello finanziario, attraverso la globalizzazione economica; a quello sociale, con la disoccupazione generalizzata e con la macelleria sociale; a quello squisitamente politico, con l’impulso dato ad una migrazione di massa di cui oggi avvertiamo soltanto i primi segnali, anticipatori di una vera e propria valanga con la quale si vuole sommergere (e snaturare) gli Stati europei.

Ed è proprio l’assalto migratorio che, in questa fase, viene privilegiato come strumento dell’aggressione agli Stati Nazionali. Si punta tutto sul “buonismo”, una sorta di nuova religione laica che accomuna le utopie di una Sinistra priva di idee e le contorsioni dottrinarie di una Chiesa Cattolica che sembra aver smarrito le certezze del passato. L’una e l’altra, mosse dalle migliori intenzioni. L’una e l’altra, però, divenute oggettivamente strumento di un disegno perverso, contrario agli interessi sia dei ceti popolari, sia della stessa identità cristiana dei popoli europei.

Si lanciano messaggi sbagliati che, debitamente amplificati dagli strumenti di comunicazione, si cerca di far diventare patrimonio inconsapevole dell’opinione pubblica europea. Le analisi politiche procedono come se le Nazioni non esistessero, come se i confini nazionali non avessero una funzione, come se ogni essere vivente non appartenesse per nascita ad una Nazione (dal latino natio, cioè appunto nascita) ma avesse viceversa il diritto di scegliersi la patria per lui più conveniente, anche calpestando i diritti degli abitanti di quella patria. Anzi, se qualche governo compie il proprio dovere e difende la frontiera nazionale (per esempio, costruendo una barriera a protezione dei confini), quel governo viene condannato senza appello dagli organi d’informazione “europei”, che lo qualificano come razzista e xenofobo.

L’ultima vittima di questo conformismo becero è l’Ungheria, per la decisione di proteggere la sua frontiera con la Serbia; ma è già toccato alla Spagna, alla Grecia, alla Svizzera (ricordate il referendum anti-immigrazione?), e la stessa Francia viene in questi giorni criticata per il blocco alla frontiera di Ventimiglia.


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Anch'io ho scritto un aforisma / L'oppio del popolo
« il: Marzo 13, 2015, 21:05:06 »
Se le religioni sono l'oppio del popolo, gli islamici sono in coma irreversibile per overdose!

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Cinema e Tv / "Braccialetti rossi"
« il: Febbraio 15, 2015, 11:26:51 »
La serie televisiva "Braccialetti rossi" è stata una delle ormai sempre più pare trasmissioni tv che ho seguito con piacere. Bella la trama, bello il significato di tutti gli eventi raccontati, e bravi gli attori, tutti, con particolare simpatia per i ragazzi protagonisti. Bene, dopo questo spontaneo e piacevolmente sentito elogio voglio esprimere il mio disappunto per il fatto che sarà trasmessa tra poco anche la seconda serie di "Braccialetti rossi". Ormai sta diventando  una consuetudine (direi cattiva consuetudine) che, dopo un successo televisivo, si cerchi di prolungare il brodo con la continuazione della storia, aggiungendo episodi su episodi, storiella su storiella, con la comparsa di nuovi personaggi e la sparizione di altri,  diluendo e rovinando per sempre, a mio modesto parere, tutta la bellezza della storia e dell'interpretazione della prima programmazione, della prima serie, che non viene neppure  quasi più ricordata, annullando tutto il bel lavoro fatto all'inizio. Già l'ultimo episodio mi è sembrato un po' più arrangiato dei precedenti,  la seconda serie probabilmente sarà di qualità inferiore. Spero che finisca quanto prima questa moda di far diventare tutto delle insulse telenovele.   

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Pensieri, riflessioni, saggi / ...E poi la Befana
« il: Gennaio 01, 2015, 21:43:15 »
Un tempo, non molto lontano, il Natale era vissuto molto più come festa religiosa, non come festa consumistica e di insane abbuffate. Nelle case degli italiani c'era più sobrietà; vi era il presepe; l'albero di Natale era quasi sconosciuto ed i doni venivano fatti la notte tra il 5 ed il 6 gennaio, quando tutti i bambini aspettavano impazienti l'arrivo della Befana. Si svegliavano prima dell'alba col pensiero e la speranza di trovare accanto al proprio letto i giocattoli lasciati dalla dolce vecchina, con relativa calza ricolma di caramelle, confetti e cioccolatini;  regali che si attendevano da tanto tempo e sembrava il momento più magico dell'anno, in quella notte fatata, in cui i desideri venivano in gran parte soddisfatti. E quale meravigliosa sorpresa trovarli all'improvviso luccicanti ai piedi del letto con ancora il lieve ma sempre presente timore di trovare solo carbone!
La sera dell'Epifania  si concludeva con una sottile tristezza; perché, come diceva la nonna...: "L'Epifania tutte le feste porta via...".

Il consumismo e la sottocultura del nichilismo ci ha tolto tutto, anche la possibilità di sognare e far sognare; ci ha tolto il potere di trasformare la fredda notte del 6 gennaio in una calda notte magica e gioiosa.

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Politica / Le radici dell'ingiustizia
« il: Dicembre 04, 2014, 14:48:20 »
Le radici dell'ingiustizia e della conseguente corruzione consiste proprio nel flusso continuo di denaro che arriva dall'Europa per accogliere assurdamente senza limiti e senza criterio gli immigrati. Per stroncare questa piaga occorre sdradicare ciò che sta all'origine di  tale follia che vede innanzitutto connivenze, convenienze, speculazioni economiche. L'UE, così com'è adesso, è una gran cavolava ed un gravissimo danno economico e sociale per il comune cittadino. A che pro, a chi giova davvero che una società venga devastata e destabilizzata con l'introduzione di tante comunità di etnie diversissime tra loro? A chi giova la creazione di ghetti, rigogliose fonti di malaffare, di delinquenza, di prostituzione, di miseria? Anche la povertà diventa un affare! Che senso ha prendere e sperperare milioni di euro per queste cosiddette "cause umanitarie", quando poi vengono richiesti continui sacrifici e tasse gravose con tagli spaventosi allo stato sociale, alle Forze dell'Ordine, alla Sanità pubblica?  Bisogna distruggere questo mostro che sta devastando l'Europa, in primis l'Italia: l'Unione Europea. Le gravi ingiustizie sono sempre state la causa principale delle guerre, e credo che, se si continuerà su questa strada, prima o poi in Europa scoppieranno guerre civili; le basi ci sono  tutte, è solo questione di tempo. Le corde delle ingiustizie si stanno tirando sempre di più, prima o poi si spezzeranno. Non credo che l'Europa diventerà mai la copia degli USA; abbiano un'altra origine, tutt'altra storia. Prima lo capiremo e meglio sarà.

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Cogito ergo Zam / I Vizi Capitali
« il: Novembre 16, 2014, 13:11:39 »
Vorrei parlare dei sette vizi capitali, spiegarli singolarmente, poiché pur essendo il nostro un Paese profondamente cristiano, negli ultimi decenni stiamo assistendo ad un  forte degrado dei valori  (non starò ad analizzarne le cause) che erano (e restano) il fondamento del vivere civile. Di fatti, i Vizi Capitali pur essendo espressione della religione, sono tuttavia delle abitudini sbagliate del comportamento umano studiati e considerati anche dalla psicologia e che possono essere sintomi di disturbi psicologici.

 I vizi capitali sono sette: superbia, avarizia, lussuria, ira, gola, invidia, accidia. Vengono definiti "vizi capitali" non perché sono i più gravi, ma perché da essi scaturiscono tutti gli altri peccati o, se vogliamo parlare in termini psicologici, danno orgine a comportamenti dannosi per sé e, o per gli alti.

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Pensieri, riflessioni, saggi / Brava presenza!
« il: Ottobre 02, 2014, 19:35:18 »
Oh! Sei stata promossa addirittura Admimistrator! Che salto! Hai superato tutte le moderatrici! Sono felice. È giusto così; credo che tu sia idonea sia come moderatrice che come amministratore. Auguri!

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Io sono sempre stata contraria alla multirazzialità perché è un'invenzione (come le religioni). Sono per la difesa delle singole identità e culture. La civiltà non si può costruire sulle basi di una società multirazziale e non è solo un mio pensiero ma lo vediamo concretamente ormai, purtroppo, anche in Italia. In fondo... lo dice anche la Bibbia nel famoso racconto della torre di Babele. Il "cittadino del mondo" potrà essere un giorno realizzabile solo quando tutti i Paesi del mondo raggiungeranno lo stesso livello di progresso economico e sociale, e solo allora si potrà scegliere di vivere nel luogo preferito ma sempre rispettando le necessità, le regole, le abitudini e le tradizioni del paese accogliente. Penso che sia un diritto di ciascun individuo quello di poter scegliere con chi convivere porta a porta o chi tenere lontano perché di mentalità e abitudini molto differenti dalle proprie. Questa non è  intolleranza ma semplice rispetto di un diritto e di un bisogno dell'individuo. Non è possibile proprio un mondo completamente omogeneo. Lo verifichiamo persino in qualsiasi zona abitata dove si forma subito un particolare affiatamento tra gli abitanti che per primi vi si stabiliscono. Ciò non significa che non si possa accogliere chi è differente di abitudini e cultura, per carità, lo abbiamo sempre fatto! Ma ciò di norma avviene con la cosiddetta integrazione, la quale però non è più possibile attuare se lo "straniero" è numericamente tale da formare una sua comunità. È questo il punto. È questo ciò che contraddistingue le attuali società multirazziali, cioè l'esistenza di vari gruppi etnici tanto numerosi da costituire piccole comunità all'interno di una stessa città o metropoli, quindi senza alcuna integrazione alla popolazione autoctona. Il macrocosmo che si riproduce nel microcosmo. La diversità che è presente nella vastità dei vari Paesi del mondo rimane e si riproduce in spazi molto più piccoli e ristretti, e, dato che ogni individuo ed ogni comunità necessità dei propri spazi per esprimersi adeguatamente, succede che facilmente si verificano episodii di intolleranza. La società multirazziale è un fenomeno nuovo nella storia umana, nacque con l'eliminazione degli indigeni in quelle terre che divennero in seguito gli Stati Uniti d'America dove i neri arrivarono, ahimè, come schiavi deportati. E mi fa pensare a ciò che sta succedendo attualmente in italia con una specie di "tratta degli africani". Attualmente, a causa del liberismo economico e della globalizzazione si sta trasformando forzatamente in multirazziale anche tutta L'Europa. Personalmente, non amo avere come vicino di casa un cinese o un arabo, ma gradirei un mio simile di etnia e di cultura, e perché mai non dovrebbe essere così? In fondo noi ci scegliamo gli amici secondo il nostro carattere, i nostri gusti; ci scegliamo i colleghi di lavoro con cui andiamo più d'accordo e ci sentiamo di poterci  fidare, ci scegliamo la persona giusta da sposare e con cui formare una famiglia, è normale dunque desiderare anche vivere in un paese con persone a noi simili. Se voglio convivere con i cinesi ed arricchirmi di cultura cinese vado in Cina. Se sono affasciata dal mondo arabo vado in Arabia Saudita; se sono attratta dall'Adrica e da quelle etnie vado a vivere con loro in Africa. Ma se voglio vivere con miei simili di etnia e cultura devo poter vivere in un luogo, in un paese dove trovo solo o prevalentemente persone come me. Purtroppo le etnie esistono come esistono tante culture differenti l'una dall'altra. La conseguenza della società multirazziale è che una o più etnie hanno il sopravvento su altre che sono destinate a soccombere e scomparire. Un mondo fatto di perone del tutto uguali, omogeneo e senza più differenze culturali non so se sarà mai possibile realizzare, ma se ciò si realizzasse non sarebbe più un mondo multirazziale. Quindi la società multirazziale per quanto sia forzatamente possibile non è vivibile e non è vivibile come integrazione, anche perchè, pur se molto lentamente, l'integrazione reciproca porterebbe all'appiattimento e alla dissoluzione delle differenze e di conseguenza non esisterebbe più come tale. Oppure ci sarebbe l'eliminanazione della o delle etnie più deboli. Sembra che già le etnie di razza caucasica siano tendenzialmente in diminuzione rispetto alle etnie di pelle scura.     
Qualcuno mi spieghi perché se non sono fumatore ho il diritto di starmene in santa pace  in una sala apposita per i non fumatori, e chi invece ama fumare ha a disposizione  un locale per fumatori; per quale motivo allora io che sono di cultura del tutto differente dal musulmano devo sopportare i maomettani che occupano marciapiedi, strade, parcheggi perché hanno l'esigenza di pregare in quel modo ad una certa ora della giornata? E perché non dovrebbero essere loro invece a fare a meno di dare fastidio e non intralciare la circolazione a chi non è musulmano? Ecco un esempio di assurdità che si verifica nella società multirazziale. Non c'è abbastanza spazio sufficiente per tutti per convivere serenamente. Domina ben presto l'intolleranza, la prepotenza e la legge del più forte, altro che le chiacchiere dei buonisti semplicioni. Ognuno ha bisogno di spazio e di  vivere con i propri simili. 

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