Autore Topic: Confronto  (Letto 552 volte)

Doxa

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Confronto
« il: Ottobre 02, 2018, 18:43:54 »
Confronto: questo lemma deriva dal latino medioevale “confrontare” (= mettere di fronte, paragonare).
Confronto è una parola composta da “cum” (= insieme)  e “frons – tis” (= fronte). E’ l’atto del mettere di fronte due o più persone oppure eventi o cose per stabilirne somiglianze o diversità; ovvero per stabilire la superiorità di un elemento su un altro. Per esempio, in questa accezione si dice di un film che è senza confronti quando si è dell’opinione che non ve ne siano di uguali.
 
Con uso più recente, questo sostantivo maschile viene usato dai parlanti anche col significato di confronto delle proprie opinioni, delle proprie tesi, in un dibattito fra due o più oppositori, metterle a confronto per rilevare somiglianze e divergenze, per capirne la validità, con il proposito di giungere ad un accordo, ad una soluzione, o comunque ad un risultato positivo.


 
Nell’ambito del diritto il confronto è un mezzo di prova, utilizzabile sia nel processo civile che in quello penale, che il giudice può disporre qualora emergano divergenze fra le deposizioni di due o più testimoni. Il  confronto pone una di fronte all’altra ragioni e circostanze che contribuiscono a definire il grado di responsabilità, di esprimere un giudizio, superare un conflitto e ristabilire un diritto.

Il confronto è difficoltoso, perché chi vi si predispone difende la propria tesi, evidenzia la propria “verità” e l’inconsistenza delle ragioni altrui. Sarebbe meno complicato se l’altro venisse percepito come un “compagno di strada” e non come un avversario. Il “compagno di strada induce a muoversi insieme nella giusta direzione, invece l’avversario suscita sospetto ed il bisogno di difendersi.

Il leale confronto, pur nella differenza di opinioni, allarga il proprio orizzonte. Non è una lotta che suppone un vincitore ed un vinto. Diventa tenzone quando manca la capacità di ascolto, l’interesse per le parole e le opinioni degli altri, quando manca un buon livello di autostima.

Il confronto verbale non aggressivo deriva dall’educazione ricevuta in famiglia, dal gruppo dei pari, dalle agenzie di socializzazione, come la scuola e l’università: “luoghi in cui le idee, comprese quelle sgradevoli, hanno bisogno di essere ascoltate e se necessario contraddette, non luoghi dove le opinioni vengono impedite o censurate”, scrisse  Louise Richardson nel discorso di insediamento nel ruolo di vice-chancellor di Oxford University.