Autore Topic: Relazioni di coppia  (Letto 23223 volte)

Doxa

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Re:Relazioni di coppia
« Risposta #105 il: Ottobre 16, 2013, 15:52:36 »
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Il sociologo Francesco Alberoni nel suo noto saggio “Innamoramento e amore” afferma che sono rare e fortunate coppie che si amano sempre. Con diverse modalità fanno fluire l’amore dentro ciascuno di loro e nella coppia, che si racchiude nel proprio amore come la perla nella conchiglia.

Invece non sono rare le coppie che “scoppiano”: nel nostro tempo una su tre.  Finisce l’amore, il reciproco attaccamento e decidono di separarsi per poi eventualmente divorziare.



Se la coppia che si separa o divorzia ha figli minorenni tutto si complica. Il genitore affidatario o comunque il genitore con il quale  stanno i bambini durante la settimana, che è in genere la madre, ha difficoltà ad assumere contemporaneamente il ruolo  materno e paterno, maschile e femminile. A sua volta il padre, che vede i figli solo durante i fine settimana, non riesce ad avere con loro un ruolo autorevole.

Le conseguenze psicologiche sul minore causate dalla famiglia disgregata dipendono dall’età e dai tratti caratteriali  del bambino: sono più gravi quando è piccolo. Può subire disturbi affettivi, perdita della sicurezza, con conseguenti stati ansiosi irreali sensi di colpa, depressione.

Per evitare  il più possibile ai figli i traumi psicologici derivanti dalla separazione dei genitori, nel 2006 fu approvata la legge n. 54, che  pone come principio l’affidamento condiviso della prole ad entrambi i genitori separati. Per conseguenza, le decisioni che riguardano il mantenimento e l'educazione dei figli devono essere raggiunte di comune accordo, tenendo conto delle esigenze e le aspirazioni dei fanciulli. In caso di disaccordo è necessario rivolgersi al giudice.

Prima del 2006 la logica alla base delle norme giuridiche sulla separazione era quella che i bambini fossero di regola affidati al genitore con il quale coabitavano: tale genitore (spesso la madre) poteva autonomamente prendere tutte le decisioni. Doveva consultarsi con l’altro coniuge solo per decisioni determinanti nella vita dei figli minori. L’affidamento congiunto era comunque previsto, ma era una soluzione per coppie che si lasciavano di comune accordo e in armonia. Nella maggior parte dei casi,  le separazioni provocano ira, frustrazione, voglia di vendetta.  A volte i figli diventano un mezzo per colpire e punire l’ex coniuge.

Doxa

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Re:Relazioni di coppia
« Risposta #106 il: Ottobre 17, 2013, 10:07:16 »
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In Italia la legge sul divorzio ha “laicizzato” il matrimonio ed ha  evidenziato la  natura contrattuale delle nozze.

L’indebolimento della sacralità  ha affievolito il concetto di indissolubilità, ma la famiglia continua ad essere percepita dalla maggioranza delle persone come la condizione normale, mentre la separazione viene considerata l’eccezione deviante al modello culturale egemone basato sul matrimonio, che nel breve o lungo periodo può rivelarsi infelice. Infatti i dati statistici  evidenziano l’aumento delle disgregazioni nelle coppie, specie nella fascia di età tra i 48 e i 66 anni.  A questo nuovo fenomeno  sociale  è stato dato un nome: “grey divorce” (divorzio grigio), con riferimento agli individui con i capelli ormai ingrigiti dall’età che chiedono la separazione o il divorzio per ricostruire il menage, con un/a nuova partner, anche più giovane.   

Esemplificativo è il film “Lezioni d’amore” (anno 2009). L’interprete principale è il carismatico professor David Kepesh  (interpretato dall’attore Ben Kingsley): un  sessantenne, insegnante universitario, critico teatrale e conduttore di un programma radiofonico dedicato alla letteratura. E’ separato dalla moglie ed il figlio non lo perdona per aver lasciato la madre. David ha relazioni di breve durata con le studentesse alle quali insegna.  Una di loro, Consuela Castillo (l’attrice Penelope Cruz) lo seduce. La  giovane donna dai capelli corvini lo fa innamorare e lo ingelosisce. Poi, per futili motivi, il loro rapporto subisce un’interruzione. Sembra finito, invece dopo due anni,  alla vigilia di Capodanno, Consuela telefona a David per incontrarlo, e dirgli che presto la opereranno per un tumore al seno....
 
La sceneggiatura del film è tratta dal breve racconto dello scrittore Philip Roth, "L'animale morente", i cui protagonisti sono un uomo e una donna con più di trent'anni di differenza. E’ una storia d’amore e di morte, uno spaccato di vita di uomini che non si rassegnano ad invecchiare e di donne caratterizzate da una forte sensualità. Un antico gioco fra i sessi composto da sguardi,  emozioni e sentimenti contrastanti.

Amare una persona più giovane significa un forte investimento libidico,  rimette in moto interessi, curiosità, speranze che sembravano perdute, stimola verso nuove mete, in quanto queste rappresentano un modo per tenere vivo il legame e l’interesse dell’altro/a. C’è anche un processo di identificazione con la giovinezza perduta, che non si potrà mai più riconquistare. Infine, c’è la sensazione dell’irripetibilità dell’evento.

Un altro  film, del 2008, riguarda le relazioni amorose nella terza età. E’ titolato “Settimo cielo”. Narra la storia d’amore tra due anziani: Inge (Ursula Werner) è una donna che ha superato sessant’anni, tranquillamente sposata da trenta con Werner (Horst Rehberg).  Ma la sua vita cambia improvvisamente quando incontra il settantaseienne Karl (Horst Westphal). Inge tradisce il marito ed instaura una relazione extraconiugale passionale. Ritrova gli sguardi d’intesa, l’attrazione fisica, una vita sessuale ormai dimenticata. Improvvisamente si sente di nuovo giovane...Decide di separarsi e di andare a vivere con Karl. Per il dolore Werner si uccide.

Alcune sequenze del film possono disturbare alcuni perché siamo abituati a vedere scene di amplessi tra giovani. Chi rimane scandalizzato ha pregiudizi sugli anziani, pensa che nella cosiddetta “terza età” non ci sia attività sessuale. 

Questo post conclude il topic. Spero che abbia suscitato interesse e qualcuno ne abbia tratto qualche insegnamento.  Comunque grazie per avuto la pazienza di leggermi.