Autore Topic: Gli italiani e il governo europeo: un'alleanza politica ancora valida?  (Letto 769 volte)

Faber

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E' uno strano il Paese, il nostro. Dove la politica, talvolta sostenuta da alcuni sindacati (per fortuna non tutti!) riesce a parlare di crescita dell'economia. Una crescita che, secondo le stime prudenziali dei bene informati, non sarà superiore, per la seconda parte dell'anno in corso e, se le cose non dovessero cambiare, anche per il primo semestre 2015, sostanzialmente dello 0,5 - 0,6%!! Mentre il resto dell'Eurozona "viaggia" tranquillamente su cifre che raddoppiano rispetto alle performance italiche. E, si badi bene, sono diventati virtuosi persino i cugini greci, portoghesi e irlandesi, che riusciranno a realizzare un meitato 1,6 - 1,8%. Eppure, le c.d. "cure" riguardanti il rapporto debito/PIL sono state applicate dappertutto, Italia compresa. Tuttavia, non occorrono le agenzie di rating per capire che la cura non funziona, che l'economia è con il fiato corto, che gli imprenditori trasferiscono altrove le loro fabbriche, insieme ai capitali, che non tornano. Insomma, occorre prendere atto che o siamo diventati, improvvisamente, una nazione di incapaci: di produrre, di ideare e di tutto ciò che ha reso l'Italia nel mondo un modello da imitare, Oppure (e la cosa purtroppo è assai più certa!) il sistema - paese è arrivato al "capolinea", intendendosi con ciò che la politica, il governo e l'amministrazione pubblica come minimo vivono su un'altro pianeta. Il distacco, il divario s'è fatto, disgraziatamente, così ampio che si legifera (ad esempio) senza veramente conoscere le problematiche che vorrebbero disciplinare. Non esiste, ancora, una giustizia amministrativa (cosa veramente) in grado di assicurare l'applicazione corretta dei contratti, intervenendo in tempi ragionevoli per applicare le sanzioni, laddove serva, restituendo a cittadini e imprese la "Certezza del Diritto". Se fossi, quindi, un imprenditore straniero, con molto denaro disponibile per investimenti, di certo, oggi non verrei a "rischiare" i miei capitali in una Nazione nella quale non v'è Giustizia amministrativa, figuriamoci poi quella penale! Da qui, la riflessione, se non altro per ragioni legate alle scadenze elettorali, si sposta alle oramai imminenti elezioni europee: ma quanti ne comprendono a fondo l'importanza, a cominciare dagli esponenti politici nazionali? E, ancora, siamo sicuri che i pretendenti allo scranno di commissario presso il Parlamento di Bruxelles conoscano il funzionamento del Parlamento, del Consiglio e della Commissione, che lo compongono?! Se così fosse, forse tra i candidati da presentare, al di là dei tatticismi di partito, si andrebbero a cercare coloro i quali hanno una certa conoscenza e, talvolta, esperienza del funzionamento della "Macchina" europea, oltre a conoscere la materia della quale dovrebbero decidere e amministrare. Giova, tuttavia, rammentare che dal 1° luglio al 31 dicembre di quest'anno, l'Italia assumerà la Presidenza della Commissione europea, composta dai 28 rappresentanti, uno per ciascuno dei Paesi membri. Una eccezionale possibilità di "indirizzare" la politica dell'Unione verso le esigenze, non più rinviabili, di una politica più attenta alle esigenze dei suoi cittadini, piuttosto che quelli di bilancio o, peggio, dei sistemi bancari, da qualche anno in affanno in relazione a politiche programmatiche e scelte finanziarie spesso "a rischio" o quanto meno discutibili. La Politica, scrivendolo con la lettera maiuscola, e i suoi adepti é avvisata. I venti "separatisti" come di estrema destra (dalla Francia a lla stessa Germania) sono tutti lì a ricordarci quanto sia fragile questa pretesa "Unione europea", questa creatura che cerca di sopravvivere, senza una conclamata struttura unitaria, dall'amministrazione centrale, ad un esercito, un corpo di polizia e un suo presidente, che la dovrebbero rappresentare. Insomma, gli Stati Uniti d'Europa non esistono ancora e continueranno a non esistere se i 28 Commissari europei, continueranno a parlare lingue diverse, e non solo per ragioni culturali, pervicacemente incollati agli interessi di parte da loro tutelati e rappresentati. Già oggi, è cosa oramai nota, è in discussione la stessa sopravvivenza dell'Euro, non solo perchè non compresa e subita dai più, ma soprattutto perchè non ha saputo realizzare quel benessere economico che legittimamente ogni cittadino dell'Unione si sarebbe atteso, all'indomani della sua entrata in vigore. Concludo, con l'auspicio che le prossime elezioni del Parlamento di Bruxelles sia un'occasione, per tutti, di rinnovamento e di pulizia. Diversamente, all'orizzonte i movimenti "antagonisti" e separatisti prenderanno il sopravvento e realizzeranno la frammentazione dell'Europa, quella stessa che con grande fatica è nata dalle ceneri della 1^ e 2^ Guerra mondiale. Il tutto poi precipitò, lo ricorderanno tutti coloro che hanno prestato un minimo di attenzione alla storia del vecchio continente, a cominciare dai fatti accaduti in Germania dal 1933: la nascita del partito delle Camice brune. La Storia, la nostra storia è madre dell'esperienza, dalla quale trarre insegnamento.
"Tutte le anime sono immortali. Ma le anime dei giusti sono immortali e divine" Socrate

L'uomo non può creare nessuna opera che sopravviva ad un libro

Micio

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Re:Gli italiani e il governo europeo: un'alleanza politica ancora valida?
« Risposta #1 il: Giugno 17, 2014, 12:13:50 »
L'ue, che colossale truffa neoliberista e mercantilista.
Non c'è posto peggiore se non c'è posto dentro al tuo cuore
(Zucchero)

Birik

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Re:Gli italiani e il governo europeo: un'alleanza politica ancora valida?
« Risposta #2 il: Giugno 17, 2014, 16:10:26 »
Concordo su tutto Faber e mi piace come lo hai esposto.

Orizzonti Esagonali

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Re:Gli italiani e il governo europeo: un'alleanza politica ancora valida?
« Risposta #3 il: Giugno 22, 2014, 12:56:22 »
Bisogna distinguere le pecche tutte italiane, della politica italiana, dall'idiozia delle politiche dell'UE, che, sommate, stanno facendo colare a picco l'Italia più di qualunque altro Paese europeo (vabbè c'è la Grecia che ormai è già morta, a mio modesto parere). Infatti, come tu stesso aggiungi, Faber, i venti "separatisti" sono ben più presenti in Francia e in Germania che stanno meno peggio dell'Italia. Gli Stati Uniti d'Europa (se qualcuno non fermerà questo folle progetto) mi sa che diventeranno, nel concreto, più simile all'Unione Sovietica che agli Stati Uniti d'America, con l'unica differenza che l'URSS era a regime comunista, L'UE sarà a regime capitalistico neoliberista e mercantilista (come dice Micio :) )dove il vero potere sarà nelle mani dalle Multinazionali e  potenti Gruppi Finanziari. Mancheranno sempre più la vera democrazia e la libertà dei popoli con un tasso di povertà molto alto. Dalle ceneri della 1^ e specialmente della 2^ guerra mondiale, sotto la spinta emotiva più che di intelligenza politica, è stato fatto nascere un pastrocchio, un mostriciattolo che, spero per il bene del nostro Paese e non solo,  venga distrutto quanto prima per ricostruire un'unione seria, fondata su basi eque, equilibrate e convenienti per tutti i paesi membri difendendone le varie peculiarità e, soprattutto scelta dai cittadini.
La storia insegna, certo, e infatti la nascita delle Camicie Brune fu causata dalle disastrate condizioni economiche in cui versava allora la Germania. Quindi...
 
« Ultima modifica: Giugno 25, 2014, 17:11:20 da Orizzonti Verticali »