Autore Topic: Gli sposi bambini  (Letto 1313 volte)

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Gli sposi bambini
« il: Aprile 01, 2011, 08:38:36 »
           



Marta guardava sul sagrato della Chiesa quella deliziosa sfilata di bambine con il vestito della Prima Comunione.
Sembravano una fila di vaporose margherite felici, avvolte nel mistero di quella giornata dedicata a Gesù.
 Le pareva una fiaba e le bimbe tante principesse che vivevano quel mistero da cui lei era per ora esclusa; parenti e amici sembravano al settimo cielo per quella grande festa, abbracci e baci si sprecavano, confetti e bomboniere passavano da una borsetta ad un’altra, tutti sorridevano, insomma la prima comunione pareva un grande affare, forse più bello del Natale, perché era primavera e si poteva stare fuori.
Marta aveva solo sei anni ed era in prima elementare, Scuola S.Caterina del Gesù, viale Borghi 7, e anche solo dirlo la faceva sentire importante: era l’inizio di quella tanto attesa avventura che la iniziava alla grandità.
Erano le bimbe di terza che di solito facevano la prima comunione e tutte prima o poi venivano a scuola per salutare le compagne e farsi ammirare nel loro vestitino da reginetta .
Fece la seconda classe, riconoscendola come tappa obbligata verso il grande giorno.
Venne poi la terza classe, le sue compagne parlavano di catechismo, di oratorio, giornate di avvicinamento al grande debutto, ma sua madre non accennava minimamente a interessarsi della faccenda.
Marta si sentiva un’esclusa, non aveva niente da raccontare, solo da desiderare.
La quarta classe passò ed ancora la madre non accennava a questa benedetta prima comunione; non era una famiglia religiosa ovviamente, ma non era un buon motivo, secondo Marta, per farla sentire diversa dalle amiche, che iniziavano a farle domande imbarazzanti e pettegole.
Qualcuna le chiese se non aveva i soldi per la festa o il vestito.
Marta sapeva che i suoi genitori avevano effettivamente poco denaro, ma soprattutto che per loro era poco più di un soprammobile, che ogni tanto spolveravano per dovere.
Attraversavano la vita semplicemente in modo distratto.
In quinta elementare la bimba si decise di affrontare il problema  chiedendo se per caso non fosse ora anche per lei di fare   Prima Comunione.
La risposta fu . -Ah sì. Ah già, ora ci pensiamo.-
Stranamente mantennero la promessa, assai meno stranamente scelsero percorsi alternativi, afflitti com’erano da un inspiegabile e cronico snobbismo.
Mamma Ada si mise d’accordo con la famiglia del piano di sotto, che era nelle sue stesse condizioni, per mandare Sandrino e Marta a lezioni di catechismo “private”.
Accidenti, veniva così a mancare l’avventura dell’oratorio dove avrebbe potuto giocare e divertirsi, invece di stare tutto il giorno  sola  con la vecchia bambolina.
Pazienza, lei e Sandrino avrebbero preso il tram e attraversato la città una volta la settimana per recarsi alla chiesa di S.Camillo, dove c’erano pretoni giganti vestiti di nero, con la famosa croce rossa cucita sulla tonaca. A lei parevano pure terrificanti e percepiva benissimo la domanda incorporata nelle loro lezioni che chiedeva “ma che cavolo passa per la testa ai vostri genitori?!”
Marta intanto sognava il bel vestito bianco, le scarpine nuove ed i guantini di pizzo da abbinare alla borsettina che sarebbe stata piena di confetti da donare a parenti e amici.
Non osava chiedere, temeva la delusione, che naturalmente arrivò puntuale:- Ci faremo prestare il vestito da Marianna, la tua cuginetta.-
E va bene, tanto lo sapeva che soldi non ne giravano molti, ma Marianna aveva usato il vestito per giocare e l’aveva ridotto male. Lo fece notare a Mamma Ada, la quale rispose finalmente.-Ah, allora ci toccherà comperarlo.-
Marta mentre andava a catechismo guardava i negozi ed in cuor suo sceglieva il vestitino più bello, ogni volta ne sceglieva un altro e passava la settimana seguente a pavoneggiarsi con la fantasia in spume di pizzo candido.
-Sabato andiamo a comperare il vestito.-
Oddio, oddio, oddio finalmente sarebbe stata tramutata da soprammobile in principessa, da Cenerentola in protagonista.
 Marta esultava, ma sapeva benissimo che in fin dei conti non era il vestito la cosa importante, ma che per una volta sua madre facesse qualcosa per lei: ne era perfettamente cosciente, anche se il suo cuore lo negava.
Arrivò il fatidico sabato e mamma Ada disse la sua battuta preferita: - Mi hai fatto arrabbiare, non si va da nessuna parte.-
Anche questo Marta lo sapeva, finiva sempre così, era un modo come un altro che sua madre usava per dare la colpa a lei quando non aveva voglia di fare qualcosa.
Chiuse la porta dei suoi pensieri, deglutì i suoi sogni di gloria e non desiderò più.
Ormai la cosa però era avviata, la cugina Ester prestò il vestito e la festa iniziò.
Arrivarono in chiesa per la normale messa domenicale.
Lei vestita di bianco smesso, Sandrino con una specie di strabiliante smoking nero (i suoi genitori erano ricchi oltre che strambi), si inginocchiarono davanti all’altare centrale come due sposini nani e la cerimonia prese l’avvìo.
Marta si rese conto con orrore che tutti i presenti li guardavano con gli occhi fuori dalla
testa, non capivano e non potevano immaginarsi che si trattava solo di una Prima Comunione.
Visti dal fondo della navata sembravano esattamente due sposini bonsai, o meglio due sposini bambini, o sposi rimpiccioliti per magia, insomma due sposi “diversi”. Sposi nani.
E il sentirsi diversa la colpì sgradevolmente più di ogni altra sensazione.
La messa si svolse in un agghiacciante e insolito silenzio, pieno di tacite domande e chiassosa sorpresa. Persino il prete sembrava imbarazzato.
Non era questo che Marta aveva immaginato per quel giorno, ma ormai era tardi anche per sognare qualcosa di vagamente normale.
All’uscita dalla chiesa i genitori di Sandrino proposero di fare un giro in macchina e Marta chiese il permesso di andare con loro, sperando di ritagliarsi  una fettina di novità, in mancanza di meglio.
-Vai pure- disse mamma Ada con regale accondiscendenza.
Bè, un giro in auto negli anni ‘50 era quanto di più simile ad  una festa si potesse immaginare e Marta era diventata un’artista nel acchiappare al volo qualche petalo di possibilità.
Ma la cosa più triste doveva ancora avvenire.
Quando la bimba tornò a casa, scoprì che mentre lei era stata a caccia di petali, mamma Ada aveva dato una festa in suo onore, una festa che ormai era già finita e tutti erano andati via, lasciando avanzi di pasticcini, di limonate e confetti sbiascicati.
La madre, che voleva farle una sorpresa, ci era riuscita in pieno.
 Marta non se la sarebbe scordata mai più.


presenza

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Re: Gli sposi bambini
« Risposta #1 il: Aprile 01, 2011, 12:03:39 »
Che tristezza, e quasi cinica la madre, una cinica inconsapevole!
L'ho letto con curiosità, dall'inizio fino alla fine e senza mai stancarmi, un bel triste racconto. Spero però che sia solo un'invenzione!

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Re: Gli sposi bambini
« Risposta #2 il: Aprile 01, 2011, 12:59:49 »
no, è cronaca. ahuh

presenza

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Re: Gli sposi bambini
« Risposta #3 il: Aprile 01, 2011, 14:40:36 »
... è davvero agghiacciante!

Crisalide

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Re: Gli sposi bambini
« Risposta #4 il: Aprile 01, 2011, 18:09:04 »
mi sarebbe piaciuto scrivere "Bello" nel senso di ben scritto, estremamente efficace proprio perchè infinitamente triste... ma sapere che si tratta di "cronaca" mi induce a chiederti due cose:

perchè non lo riprendi e approfondisci il punto di vista interno di Marta e poi trasferisci il racconto in "introspettivo"?

perchè hai scelto come immagine la ragazza dall'orecchino di perla?


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Re: Gli sposi bambini
« Risposta #5 il: Aprile 01, 2011, 20:11:00 »
 abow  non lo posso approfondire di più, mi addolora.


Letto il libro e visto il film: splendidi. Mi hanno fatto amare il pittore e guardare le cose in modo diverso.
Questo pittore mi ha fatto amare particolarmente le nuvole, i loro colori, le loro luci e le loro forme. 

carpediem

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Re: Gli sposi bambini
« Risposta #6 il: Aprile 04, 2011, 10:52:21 »
E' il classico vomito dell'anima e scriverne, è l'unica medicina che conosco che sia in grado di alleviarne i sintomi. Ognuno ha il proprio stile nel raccontare le cose e tu, hai il tuo; proprio per questo, mi permetto di dirti che immedesimandomi, lo avrei scritto diversamente ma l'ho comunque apprezzato. Un abbraccio. Forte!

nihil

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Re: Gli sposi bambini
« Risposta #7 il: Aprile 04, 2011, 13:35:14 »
aaaahhhhh non così forte, mi strossssi! :prtr:

carpediem

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Re: Gli sposi bambini
« Risposta #8 il: Aprile 04, 2011, 23:13:31 »
aaaahhhhh non così forte, mi strossssi! :prtr:
Ok, scusami; farò attenzione!