Autore Topic: Una pagina (qualunque) del mio diario.  (Letto 2779 volte)

Faber

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Una pagina (qualunque) del mio diario.
« il: Maggio 21, 2012, 20:24:53 »
Da qualche anno a questa parte, mi capita sovente di viaggiare, un po’ per servizio,  un po’ per svago e qualche volta per necessità.
E’ proprio quando viaggio, mentre sono in macchina che i pensieri, misti ai ricordi, si fanno strada nella mente, altre volte, invece, mi limito ad osservare non solo il paesaggio che scorre veloce davanti agli occhi, ma soprattutto le persone che incontro.
Quanta umanità! Quante storie di vita, mi chiedo, sto incrociando lungo il mio cammino, seguendo la strada della vita…?
…Torino, era una primavera del 2006 quando decisi di dover trasferire la mia famiglia, lasciare quella Città savoiarda per stabilirmi in una Città del profondo sud, una Città di cultura borbonica: Reggio Calabria, la Città metropolitana dello stretto.
Anche qui, quante nuove e diverse realtà!
Non vi trovai, tuttavia, quelle soluzioni che andavo cercando per salvare l’unione della mia famiglia, anzi qui la persi e con essa molto anche di me stesso.
Negli anni che seguirono, inevitabilmente, mi tuffai nel lavoro e nelle storie che speravo potessero restituirmi qualcosa di quel focolare domestico che avevo perduto, forse anche per mia colpa: spesso dicevo a me stesso, nei momenti di chiarezza e di pace (apparente) con me stesso, che probabilmente non avevo saputo ascoltare i silenzi di mia moglie! Non avevo saputo scorgere i segnali che lei mi stava mandando, il suo bisogno di tornare: alla sua terra, tra la sua gente… non avevo compreso. In questo, mi ripetevo, stava la mia colpa.
Anche la ricerca (affannosa) di una compagna per la vita, spesso ha dato esiti negativi: con l’età, credo inevitabilmente, si diventa più esigenti e meno pazienti.
Oggi, sono nuovamente di fronte ad un bivio: un nuovo trasferimento, che mi porterà in terra di Sicilia, accanto alla compagna che considero vicina a me, al mio modo di intendere le cose della vita. O almeno mi auguro che sia così, poiché (e ne sono convinto) nessuno di noi ha certezze o risposte. Io, comunque, non ne ho, né ambisco ad averne. Nonostante le molte primavere vissute nella mia vita, i molti errori, ma anche le esperienze fatte nel campo lavorativo, che mi ha permesso di conoscere moltissime persone in ogni angolo d’Italia, non riesco a pensare a qualcosa o ad un progetto che io possa considerare definitivo o permanente: la vita, sino ad oggi, mi ha sempre insegnato che è l’esatto contrario!
Ogni tanto guardo il mare, lo vedo dalla parte alta di Reggio Calabria, da quel luogo ove, di solito, addestro i miei giovani allievi a diventar “uomini in armi” e servitori della società. Osservandolo, però, vedo la Sicilia, la sua costa fino a Roccalumera, poco prima di Taormina con la sua isoletta ed il suo Teatro greco. Intravedo anche in lontananza “Lui” il Vulcano, che domina Catania e quella parte di Sicilia, che scorre sino ad Augusta, ed il suo porto, e Siracusa “la greca”.
Quanta differenza vedo, ora, con le terre delle Langhe e del Roero piemontesi. Le terre del tartufo d’Alba e del vino bianco per eccellenza: l’Arneis. Del rosso di Barolo e del Dolcetto di Dogliani.
Quei vini che per secoli  hanno scaldato l’animo dei contadini, seduti vicino al fuoco di un camino di campagna, che parlavano il “patuà” del cunese per raccontarsi le ultime novità.
Quella stessa terra che mi ha accolto da giovane e mi ha visto diventare uomo, marito e padre.
Sono vivi, ancora oggi, nella mia mente gli angoli e le piazze e i parchi della regal Torino. Città elegante, come una signora d’altri tempi, che si mostra nella sua più vera natura solo a coloro che sanno riconoscere ed apprezzare. Ma senza fretta, poiché Torino, diversamente da tante altre realtà del nord Italia, ha da sempre i suoi tempi. La sua gente non và di fretta, come farebbe un lombardo.
No, il torinese ama ancora guardare ed assaporare la sua Città ed i suoi parchi e le residenze dei Savoia, sparse non solo nel centro storico della metropoli, ma distribuite tra la collina e Rivoli, tra Stupinigi e Racconigi.Senza dimenticare la splendida residenza di Venaria, piccola Versailles torinese. Tutte residenze splendidamente vive e amate dai suoi cittadini.
Torino, la città del cioccolato e del gianduja. Dei caffè secolari, dove ancora oggi entrandovi, ti par di sentire le conversazioni di quegli uomini che vollero l’unione dell’Italia. Ti par di poter scorgere, nella nebbia d’autunno, il passo lento di quello statista, il Conte di Cavour, che seppe fare l’Italia ma non gli italiani, come lui stesso ammise in seguito.
Questi ed altri pensieri ed immagini mi scorrono davanti, durante i miei viaggi.
Ma sempre una domanda rimane ferma là, nella mia mente: quando terminerà questo viaggio?
Faber
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presenza

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Re:Una pagina (qualunque) del mio diario.
« Risposta #1 il: Maggio 21, 2012, 22:59:51 »
... la vita è il viaggio di ognuno di noi!

ziaci

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Re:Una pagina (qualunque) del mio diario.
« Risposta #2 il: Maggio 22, 2012, 00:52:18 »
E' bella l'immagine di Torino e dei torinesi che dai, fa venir voglia di andarci
Ma sempre una domanda rimane ferma là, nella mia mente: quando terminerà questo viaggio?
Faber
le domande senza una risposta difficilmente se ne vanno, se non quando l'hanno trovata,
personalmente pullulo di quesiti irrisolti :)
acrobata del tempo, sospesa a mezz'aria, senza rete sto.
C.

piccolofi

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Re:Una pagina (qualunque) del mio diario.
« Risposta #3 il: Maggio 30, 2012, 16:22:12 »

     Come e' bello seguirti, Faber.
     Dico davvero :  in viaggio " con te ", ossia col mezzo delle tue parole e il tramite dei tuoi
     pensieri... anche chi, come me, non puo' permettersi di viaggiare, riesce a conoscere altre
     realta'.  Molto bello anche come ci hai presentato Torino, vecchia, elegante, rallentata
     Signora  : e vien voglia di andarla a conoscere.

Faber

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Re:Una pagina (qualunque) del mio diario.
« Risposta #4 il: Maggio 30, 2012, 22:02:40 »

     Come e' bello seguirti, Faber.
     Dico davvero :  in viaggio " con te ", ossia col mezzo delle tue parole e il tramite dei tuoi
     pensieri... anche chi, come me, non puo' permettersi di viaggiare, riesce a conoscere altre
     realta'.  Molto bello anche come ci hai presentato Torino, vecchia, elegante, rallentata
     Signora  : e vien voglia di andarla a conoscere.
Grazie per le belle espressioni che usi per me: mi incoraggiano a proseguire... a presto. Faber
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Patapuffola89

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Re:Una pagina (qualunque) del mio diario.
« Risposta #5 il: Luglio 15, 2012, 07:48:36 »
Bellissima descrizione; leggendo, mi è sembrato di tornarci, nella mia Torino.
Ora vivo poco lontano (il mio spostamento non può nemmeno essere considerato tale, in confronto al tuo!),
e Torino mi manca, ma sono proprio le Langhe (e l'amore, e il lavoro  ;D ) che mi trattengono, e non mi fanno pesare troppo di averla lasciata.
Mi manca la mia città, ma poi ammiro le Langhe e mi dico che, per quanto Torino sia magica e meravigliosa, quello che ho davanti agli occhi è uno spettacolo unico che nemmeno Torino può darmi.
Ho avuto l'occasione di visitare parte della Calabria e della Sicilia, che hanno un fascino completamente diverso.
Mi auguro che tu abbia trovato in quei luoghi ciò di cui avevi bisogno, continuando a conservare nel tuo cuore il ricordo del Piemonte.  :rose:
I ricordi veramente belli continuano a vivere e a splendere per sempre, pulsando dolorosamente insieme al tempo che passa. (B. Yoshimoto)

Faber

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Re:Una pagina (qualunque) del mio diario.
« Risposta #6 il: Luglio 16, 2012, 10:51:29 »
Ho molte immagini davanti a me che mi fanno rivivere il Piemonte delle Langhe e del Roero. Alba in autunno, con il suo tartufo ed i suoi profumi tipici della fiera. Il Dolcetto di Dogliani e l'Arneis del Roero. I volti dei molti amici e colleghi che con me alzarono, in diverse occasioni, il calice per un brindisi bene augurante.
La vita poi mi ha voluto in Calabria e, da poco tempo, a Palermo. Qui, altri profumi ed immagini e dialetti e genti, anche se é sempre terra italiana: ma quante differenze e peculiarità!
Questa è la vera ricchezza del nostro Paese: la diversità. Nei dialetti, negli usi e costumi dei tanti popoli che la abitano e la vivono, ciascuno con le proprie storie e tradizioni.
Ma non dimentico, né potrei riuscirci, il mio Piemonte.
Faber, il navigante.
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ninag

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Re:Una pagina (qualunque) del mio diario.
« Risposta #7 il: Luglio 16, 2012, 23:05:51 »
Si respira un modo lento di raccontare, di chi guarda le cose per bene senza fretta.

nihil

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Re:Una pagina (qualunque) del mio diario.
« Risposta #8 il: Luglio 17, 2012, 07:06:00 »
nessun commento, solo un abbraccio commosso. :kiss:

lascalanellacqua

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Re:Una pagina (qualunque) del mio diario.
« Risposta #9 il: Agosto 17, 2012, 13:06:57 »
molto bello quello che hai raccontato...mi viene da chiederti...ma tu di dove sei?

Faber

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Re:Una pagina (qualunque) del mio diario.
« Risposta #10 il: Agosto 17, 2012, 18:35:56 »
molto bello quello che hai raccontato...mi viene da chiederti...ma tu di dove sei?

Sono nato a Milano e qui vi ho vissuto per svariati anni. Poi il Sud negli anni del liceo. Poi la carriera militare che mi ha condotto in Piemonte, dove il Cuore é rimasto!!!! Mio padre è abruzzese e mia madre siciliana, con lontane origini tunisine. L'origine del mio casato: spagnolo. Fai Tu!! Grazie per avermi letto...Faber il navigante  :)
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lascalanellacqua

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Re:Una pagina (qualunque) del mio diario.
« Risposta #11 il: Agosto 17, 2012, 18:51:30 »
Oddio!!!! Che roba!
Ecco perchè il tuo è tutto un viaggiare....Salutami la sicilia

patriziagiangregorio

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Re:Una pagina (qualunque) del mio diario.
« Risposta #12 il: Agosto 30, 2012, 12:16:12 »
Bellissima la descrizione di torino,vien voglia di andare li' a prendere un buon caffe' :)

ciro

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Re:Una pagina (qualunque) del mio diario.
« Risposta #13 il: Settembre 08, 2012, 09:00:38 »
Ho letto il tuo racconto/viaggio quando l’hai inviato e adesso. Due volte come  i viaggi che racconti. Quello dentro di te, il bilancio di buona parte della tua vita e i luoghi della tua esistenza. Con toni più pacati e distesi rivedi le posizioni  su quello che hai vissuto e che sul momento non vedevi o non volevi vedere. Diventa un’esigenza irrinunciabile rivedere il passato. La precarietà affascina ma non dura molto, si è meno pazienti e più esigenti, osservi giustamente. Tutto ha un sapore autunnale, come l’uva dei vini di cui parli.
Descrivi molto bene e con partecipazione i luoghi che hai visitato e a cui riconosci meriti per ciò che ti ha dato.
Navigatore, certo, ma soprattutto grande narratore.

Ciro

Faber

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Re:Una pagina (qualunque) del mio diario.
« Risposta #14 il: Settembre 08, 2012, 10:37:16 »

"Navigatore, certo, ma soprattutto grande narratore."

Ciro
[/quote]

...che dire, grazie di vero Cuore  :)
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