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Pensieri, riflessioni, saggi / Preghiera dell'ateo
« Ultimo post da Doxa il Oggi alle 11:31:19 »
“Ah, mio dio, Mio Dio,
perché non esisti?
Dio onnipotente, cerca (sfórzati) a furia di insistere
almeno di esistere”.


Queste frasi le scrisse il poeta livornese Giorgio Caproni (1912 – 1990): la  sua ricerca di Dio sembra una caccia alla preda che continuamente fugge, ma in realtà non esiste. Tuttavia la consapevolezza non determina la fine della caccia, ma tramite una preghiera teopoietica  produce la paradossale relazione di dipendenza dell’individuo nel Dio che gli manca.

Quella che Caproni chiama la sua “ateologia”  esprime interrogativi: il rammarico: “Ah, mio Dio, Mio Dio. Perché non esisti?”, la sarcastica esortazione: “Dio di volontà, Dio onnipotente, cerca (sforzati!) a furia d’insistere – almeno – d’esistere”.

La preghiera è un atto di comunicazione con il divino, un momento di riflessione e di connessione con il sacro.

Un altro “cercatore” di Dio che spiava eventuali segnali del dominus negato, fu il poeta francese Pierre Reverdy (1889 – 1960): “Ci sono atei  di un'asprezza feroce, che tutto sommato si interessano di Dio molto più di certi credenti frivoli e leggeri”. 

Infatti la linea di frontiera passa  non tra chi crede e chi nega, ma tra chi pensa e s’interroga e chi banalizza e si immerge nell’indifferenza o la superficialità.

Un altro “ideale fratello” di Caproni fu lo scrittore ateo russo Aleksandr Zinov’ev (1922 – 2006), in una sua pagina scrisse una preghiera che rappresenta bene quel momento segreto in cui un individuo si sente completamente solo, guarda il cielo e sa che non ha nessun abitatore. Eppure questa persona desidera che ci sia un testimone per le azioni dell’umanità, che ci sia uno che faccia veramente giustizia, che non sia corruttibile, che veda e registri tutta la sofferenza inflitta dagli altri.

La sua preghiera dice: "Ti supplico mio Dio, cerca di esistere almeno un poco, per me. Apri i tuoi occhi, ti supplico, non avrai altro da fare che questo: seguire ciò che succede, è ben poco ma, oh Signore, sforzati di vedere, te ne prego! Vivere senza testimoni, quale inferno! Per questo, forzando la mia voce, io grido, io urlo: Padre mio, ti supplico e piango! Esisti, cerca di esistere".

La domanda rivela nell’autore il suo bisogno di un Dio onnipotente, onnisciente e onnipresente.
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Anch'io Scrivo poesia! / Profumo e Veleno
« Ultimo post da Regina D'Autunno il Maggio 10, 2024, 09:18:31 »
Fare del bene,
è come regalare un fiore
di noi stessi agli altri
per poi dimenticarsene,
perchè si vuole espandere
il proprio profumo altrove.
Fare del male,
è come dare veleno
ad una tenera pianta
che sta crescendo bene,
e dopo non si ritorna più indietro
e rimane la consapevolezza
di aver sbagliato tutto.
 :fame:
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Anch'io Scrivo poesia! / Aprile
« Ultimo post da ninag il Maggio 09, 2024, 20:13:14 »
Pioggia leggera.
di smeraldo vestita,
 adorna trapunte
 profumate di viola rugiada.

 Fughe improvvise di luce,
corrono dietro le nubi,
inseguono i grigi
e raccontano l’azzurro.

Nuove fronde s’intrecciano,
accennano frutti tra i tralci,
risveglio tra i fili pallidi
 leggere ali annunciano il nettare.


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Anch'io Scrivo poesia! / Re:Vulcani di Modi di Essere
« Ultimo post da Regina D'Autunno il Maggio 08, 2024, 16:57:19 »
 :redd:
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Anch'io Scrivo poesia! / Re:Vulcani di Modi di Essere
« Ultimo post da ninag il Maggio 07, 2024, 19:58:51 »
 :rose:
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Arte / Re:Angel of grief
« Ultimo post da Doxa il Maggio 06, 2024, 21:39:50 »
Il 19 gennaio dello scorso anno  in questa sezione ho collocato un topic titolato “Tenersi per mano”. In questo topic desidero riproporre quel primo  post.



Nella relazione di coppia tenersi per mano o prendersi per mano allude al passaggio dall’io autoreferenziale al noi, alla dimensione unitaria.

Amarsi e tenersi per mano. Il tedesco Hermann Hesse (1877 – 1962), premio Nobel per la letteratura nel 1946, scrisse la bella poesia titolata: “Tienimi per mano”.

"Tienimi per mano al tramonto,
quando la luce del giorno si spegne e l’oscurità fa scivolare il suo drappo di stelle…

Tienila stretta quando non riesco a viverlo questo mondo imperfetto…

Tienimi per mano
portami dove il tempo non esiste…
Tienila stretta nel difficile vivere…

Tienimi per mano
nei giorni in cui mi sento disorientata,
cantami la canzone delle stelle, dolce cantilena di voci respirate…

Tienimi la mano
e stringila forte prima che l’insolente fato possa portarmi via da te.

Tienimi per mano e non lasciarmi andare…mai”
.

Cliccare sul link

https://youtu.be/tWVmi8l-vuY
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Arte / Re:Angel of grief
« Ultimo post da Doxa il Maggio 05, 2024, 12:43:50 »
Nel  precedente post ho evidenziato la postura dell’angelo ed ho scritto:

“il braccio sinistro invece è proteso in avanti e la mano lascia cadere dei fiori alla base dell’altare. La curvatura delle dita conferisce la sensazione di abbandono”.


Quella mano mi fa pensare ad una poesia di Louis Aragon, titolata: “Le mani di Elsa”.

“Dammi le tue mani per la mia inquietudine, / mani che ho sognato nella mia solitudine. / Dammi le tue mani perché io venga salvato…/ Taccia il mondo per un attimo perché la mia anima vi si addormenti per l’eternità”.


Queste frasi le ho desunte dalla poesia di  Aragon.

Il tepore delle mani di una persona che ti ama è il rifugio sereno dell’anima, per chi crede nella sua esistenza.

Il poeta evoca anche la frontiera ultima della vita. E’ ben diverso quell’atto estremo e solitario nell’isolamento totale di un ospedale, e avere invece una mano amata che prende la tua anima per ché “vi si addormenti per l’eternità”.

Questo è l'intero testo.

“Le mani di Elsa”

Dammi le tue mani per l’inquietudine
Dammi le tue mani di cui tanto ho sognato
Di cui tanto ho sognato nella mia solitudine
Dammi le tue mani perch’io venga salvato.

Quando le prendo nella mia povera stretta
Di palmo e di paura di turbamento e fretta
Quando le prendo come neve disfatta
Che mi sfugge dappertutto attraverso le dita.

Potrai mai sapere ciò che mi trapassa
Ciò che mi sconvolge e che m’invade
Potrai mai sapere ciò che mi trafigge
E che ho tradito col mio trasalire.

Ciò che in tal modo dice il linguaggio profondo
Questo muto parlare dei sensi animali
Senza bocca e senz’occhi specchio senza immagine
Questo fremito d’amore che non dice parole.

Potrai mai sapere ciò che le dita pensano
D’una preda tra esse per un istante tenuta
Potrai mai sapere ciò che il loro silenzio
Un lampo avrà d’insaputo saputo.

Dammi le tue mani ché il mio cuore vi si conformi
Taccia il mondo per un attimo almeno
Dammi le tue mani ché la mia anima vi s’addormenti
Ché la mia anima vi s’addormenti per l’eternità.

(Louis Aragon)

Questa poesia fu ispirata dall’amore per sua moglie, la poetessa russa Elsa Triolet, sorella di Lilia Brik, musa ispiratrice dello scrittore russo Vladimir Majakovskij.
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Anch'io Scrivo poesia! / Intelligenza da Ammirare
« Ultimo post da Regina D'Autunno il Maggio 05, 2024, 09:21:01 »
L'intelligenza è qualcosa
che non si misura con un metro,
e non si quantifica con un bel voto.
Ma si ammira per la propria eloquenza,
e sul farsi ammirare dagli altri
quando la si condivide
con il proprio modo di pensare,
perchè l'intelligenza è una dote
che si ha anche quando
ci si fa affascinare dalla mentalità
di chiunque vuole essere migliore.
 :kiss:
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Anch'io Scrivo poesia! / Pezzi
« Ultimo post da presenzadiritorno il Maggio 03, 2024, 22:55:16 »
Siamo tutti fatti di pezzi
pezzi che decidiamo di mostrare
e pezzi che ci riconosciamo
quando incrociamo i passi.

Ci illudiamo di conoscere noi stessi
ma poi finiamo a corto di quei pezzi
quando la sera guardandoci allo specchio
vediamo solo un involucro costretto.

Passiamo tutta la vita a collezionare soprammobili
credendo d’essere interi, ma poi quando la verità
ci passa accanto non la riconosciamo nemmeno
e tiriamo avanti come carretti.

Tutto ci appare giusto e lecito ma abbiamo il cuore
talmente frantumato in mille pezzi
che finiamo per sprangare porte e finestre
e impedire alla luce di passare.

Siamo tutti dispersi in mezzo al mare
intenti a confezionare fantocci di legno
e svendiamo ogni giorno sentimenti come frutta
al mercato, guardando lo spettacolo con compiacimento.

I fili delle nostre vite continuano ad accorciarsi
mentre pensiamo d’essere immortali
e ci affanniamo a divertirci tanto
credendo d’essere felici.

Sordi all’armonia dei suoni diciamo di saperli
riconoscere nell’illusione poi che basti davvero
piantare un albero in città per salvare una foresta
dai rumori.

I nostri figli gridano ogni giorno aiuto e noi riusciamo a comprare
soltanto il loro silenzio mentre incapaci di vivere da adulti
giochiamo ancora all’isola che non c’è
per non sbucciarci le ginocchia.

Ingozziamo le nostre bocche  usando parole strappate all’amore
e poi riusciamo solo a fumare sigarette elettroniche.
Beviamo vino per anestetizzare le nostre ferite
e poi solo di fronte alla morte ci rammentiamo di essere un passaggio.
Pezzi, siamo fatti di pezzi.

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Letteratura che passione / Re:Romantasy
« Ultimo post da ninag il Maggio 01, 2024, 22:53:50 »
Alle mie alunne piacerebbe tanto :).
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