Autore Topic: Quante come me...  (Letto 1854 volte)

marisa alberti

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Quante come me...
« il: Settembre 30, 2012, 17:25:05 »
                                           
                               

                                           Quante come me…
Tutto è  successo soltanto nove mesi fa: dopo due settimane di ritardo qualcosa mi diceva che avrei cucinato, pulito, riso , pianto in compagnia.
Sono andata da un medico per la conferma solo tre mesi dopo. Volevo che la tua vita restasse un segreto tra me e te. Soprattutto volevo vivere con l’illusione che esistessi.
Strano,ma le gambe mi tremavano mentre entravo nel suo studio.
Eppure avrebbe dovuto dirmi solo cose belle, rassicuranti, come si fa con una donna in attesa del suo primo figlio.
Mi ha fatto stendere sul lettino e ha cominciato a frugare dentro di me , dentro di noi. Il mio pensiero è andato subito a te, troppo piccolo e inerme per difenderti.
Ho avuto paura che solo sfiorandoti ti avrebbe fatto male: gli ho quasi urlato di fermarsi.
L’espressione del suo viso sempre più enigmatica : ma cosa stava cercando?
Mi ha guardato con un’espressione attonita e preoccupata.
La lama del coltello che mi ha trafitto lo stomaco e il cervello è arrivata immediatamente.
-C’è qualcosa che non va all’ ovaio destro. Si presenti domani in radiologia, per un accertamento più accurato-.
Non ne ho fatto parola con nessuno, nemmeno con tuo padre. Non parlandone volevo illudermi che tutto fosse andato bene.
La sera, a letto, mi sono rannicchiata su me stessa, le mani appoggiate sulla pancia, sperando che tu ne sentissi il calore.
-Nessuno potrà allontanarti da me e io farò di tutto perché questo non accada - continuavo a ripeterti.
 Rassicurando te cercavo di rassicurare me stessa e invece ho cominciato ad avere paura, una paura sottile che oscurava l’immagine, che ogni sera  prima di addormentarmi, mi piaceva farmi di te.
Sottovoce ti ho cantato la prima ninna nanna: parole dolcissime di gioia, di speranza, di amore, finché l’ oblio del sonno non è scivolato dentro di noi.
La mattina dopo sono andata in ospedale, come mi era stato richiesto.
Erano le prime giornate di maggio. C’era odore d’ estate nell’aria e sulla faccia della gente. Il profumo intenso dei tigli, che costeggiavano il viale di accesso, entrava prepotentemente nelle narici: se solo avessi potuto te lo avrei fatto sentire.
Ma ci sarebbe stato tempo per tutto, bastava soltanto aspettare ancora un po’.
Lungo il corridoio del reparto di radiologia, solo due donne di mezz’età, sedute nelle ultime sedie, sfogliavano distrattamente un giornale. Una di loro ha guardato la mia pancia leggermente evidente e mi ha rivolto un sorriso tenero e rassicurante.
-Tutto andrà bene- sembrava dirmi.
-Tutto deve andare bene-le ho risposto mentalmente.
Un infermiere si è affacciato ad una porta ed ha urlato il mio nome. Sono entrata.
La stanza era piccola: una scatola verde attraversata da tubi bianchi, con una specie di grosso tavolo  al centro.
-Si spogli, indossi il camice e si sdrai. Mi raccomando, immobile!- sono state le uniche parole che ha pronunciato, poi si è allontanato.
Come una scolaretta ubbidiente e spaventata, ho ubbidito.
Una  lastra di acciaio è scesa dal soffitto, si è fermata a dieci centimetri dai miei piedi poi, lentamente è scorsa fino a metà del mio corpo. Lì  è rimasta non so per quanto tempo. Minuti interminabili di immobilità e di freddo; freddo che sentivo lungo il corpo e dentro il mio cervello. Restare immobile non mi era difficile: la paura sottile che già avevo conosciuto mi paralizzava.
Qualche giorno dopo c’è stata la risposta: tumore all’ovaio destro. Occorreva operare subito, poi si sarebbe deciso quale tipo di terapia adottare. Impossibile portare avanti la gravidanza.
Seduta su una sedia verde, in una solita stanza verde, ascoltavo le parole del medico con lo stessa estraneità con cui, credo,  un condannato ascolta la sua sentenza di morte.
-Non è di me, non è di te, non è di noi che sta parlando- pensavo, mentre le parole sbattevano sui muri e tornavano indietro perforando come schegge il mio cervello ma, stranamente, non avvertivo alcun dolore. Stavano parlando di un’altra persona, questo non poteva succedere proprio a me!
E invece era di te e di me che stava parlando: della tua morte e della mia vita in forse. E il dolore è esploso.
 Senza rendermene conto le parole che già mi bloccavano il respiro, mi sono uscite come vomito dalla bocca.
-Non farò assolutamente niente di quanto mi ha proposto. Mi dispiace-
A nulla sono valse le parole di dissuasione del medico, di tuo padre, di quelli che poi hanno saputo.
-Devi pensare a te-, era il ritornello che tutti sembrava avessero imparato a memoria.
E io invece continuavo a ripetermene un altro: devo vederti, sentire il tuo odore, poi posso anche andarmene, lasciare la mia vita in cambio della tua. Una buona parte io l’ho già vissuta. Ho conosciuto il sapore di miele della felicità, quello di zucchero della serenità e da una settimana la pugnalata del dolore che ti lascia in bocca il gusto di fiele. Ho conosciuto quanto basta.
 Non ho cercato conforto in nessuno. Di una cosa ero certa: io non ti avrei ucciso, piuttosto sarei morta con te.

Sono passate alcune settimane, poi un mese, due mesi; stavamo bene insieme.
Ogni tanto mi facevi sentire che c’eri. Io vivevo perché tu vivessi e tu, aggrappato a me, mi davi la spinta per farlo.
E’ arrivato giugno, è arrivato il caldo, la voglia di spogliarsi al sole e di sentire sulla pelle il suo calore. Non c’era tempo da perdere: dovevo portarti al mare.
E siamo andati al mare, da soli, in una giornata in cui i colori del cielo e quello dell’acqua si confondono, e la sabbia, gli fa da cornice. Beige e azzurro, un bell’accostamento di tinte.
Chissà cosa sei riuscito a vedere attraverso i miei occhi, cosa sei riuscito a sentire attraverso la mia pelle. Chissà perché mi sono sempre rivolta a te al maschile?
Quello che ti ho fatto vedere o sentire del mondo, io, l’ho fatto da donna.
E da donna ti ho raccontato il mare, la sua forza e la sua docilità, i suoi colori e il suo profumo, il suo ansimare da lontano e il suo respiro calmo quando finalmente arriva a toccare la sabbia.
Ti ho raccontato il chiarore debole dell’alba, come di chi, in punta di piedi, dà vita alla vita, le mille sfumature di rosso dei tramonti estivi e mi sono guardata bene dal parlarti del nero della notte.
Il tempo in cui siamo vissuti attaccati è passato in fretta.
 Contrariamente a quanto sentenziato da chi sa prevedere tempi di vita e di morte, tutto procedeva bene. 
 E’ arrivato il tempo in cui la terra, ha cominciato a riposarsi e lentamente si preparava  a morire per non combattere i geli invernali.
E ’arrivato il tempo in cui, tu, al contrario, ti preparavi a vivere.
E lo hai fatto in una sera nebbiosa di novembre.
Tutto è successo così in fretta: dolori lancinanti che mi lasciavano senza fiato, la corsa in ospedale, la sala operatoria, l’odore intenso di disinfettante, l’anestesia, poi il respiro calmo del mare.
E mentre il mio corpo fluttuava tra suoni di parole ovattate e braccia di cui a malapena riuscivo a vedere l’intenzione dei movimenti, mi è parso di sentire lontano un debole vagito. C’eri!
Ma la mia vista era troppo annebbiata per vedere e le mie braccia troppo stanche per tenerti. Qualcuno si è occupato di te.
-Dio, non mi abbandonare proprio adesso, lasciami ancora qualche minuto, qualche ora, qualche giorno, lasciami il tempo di vederlo- ho pregato con quel poco di lucidità che mi era rimasta. E, forse Dio, forse il destino, forse tu stesso, mi avete regalato il tempo che vi chiedevo.       
Oggi ho toccato per la prima volta la tua pelle, visto i tuoi occhi, stretto le tue mani. Finalmente sento il tuo profumo: sai di buono, sai di vita, sai di me. E sei una femmina.
« Ultima modifica: Ottobre 06, 2012, 21:05:43 da marisa alberti »

presenza

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Re:Quante come me...
« Risposta #1 il: Settembre 30, 2012, 22:57:00 »
La forza di una madre oltre ogni umana previsione...

nihil

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Re:Quante come me...
« Risposta #2 il: Ottobre 01, 2012, 08:22:05 »
grandioso e commoventissimo! gli uomini mai potranno assaporare l'emozione di una gravidanza a rischio o no! almeno quella emozione sarà sempre unicamente nostra. :rose:

marisa alberti

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Re:Quante come me...
« Risposta #3 il: Ottobre 01, 2012, 08:55:29 »
La cosa più triste, forse, è che non sono in grado di capire cosa si perdono.

nihil

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Re:Quante come me...
« Risposta #4 il: Ottobre 01, 2012, 09:04:06 »
non lo possono nemmeno immaginare! :kiss:

piccolofi

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Re:Quante come me...
« Risposta #5 il: Ottobre 01, 2012, 17:24:06 »

 Stupendo, pieno di verita' e terribile.  Ma soprattutto....fatto di forza e di grandezza.
 E' nata una femmina : la forza intima vivra' e andra' avanti, fino al nuovo testimone.

ciro

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Re:Quante come me...
« Risposta #6 il: Ottobre 01, 2012, 17:39:35 »
"grandioso e commoventissimo! gli uomini mai potranno assaporare l'emozione di una gravidanza a rischio o no! almeno quell'emozione sarà sempre unicamente vostra".

Vi abbiamo gia tolto tanto, a volte  senza nemmeno accorgerci di averlo fatto. Mi sembra giustissimo che almeno questo sia  vostro e solo vostro.

La storia raccontata è bella quanto sofferta  e il profumo della neonata è percepibile.

Brava Marisa.

Ciro
« Ultima modifica: Gennaio 09, 2013, 05:21:47 da ciro »

patriziagiangregorio

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Re:Quante come me...
« Risposta #7 il: Ottobre 01, 2012, 18:57:25 »
Un racconto toccante fino alle lacrime.E' bellissimo

dorotychecorre

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Re:Quante come me...
« Risposta #8 il: Ottobre 20, 2012, 19:21:16 »
Il racconto è molto bello e poi mi è piaciuta la presenza del mare che io amo molto. Brava. A presto.
 
Dorotychecorre

Selene

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Re:Quante come me...
« Risposta #9 il: Ottobre 23, 2012, 00:00:13 »
Commovente e stupendo!  :)

piccolofi

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Re:Quante come me...
« Risposta #10 il: Gennaio 07, 2013, 14:54:41 »

Avendolo letto di nuovo ( senza potermi fermare ), devo commentare di nuovo  :  e' molto bello, e sei molto brava a scrivere.  Un pezzo che prende e commuove, ma soprattutto che lascia il segno.
Dire grazie sembra quasi banale e i commenti risultano inadeguati.
Ciao, Marisa.

Brunello

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Re:Quante come me...
« Risposta #11 il: Gennaio 07, 2013, 15:06:43 »
Pienamente d'accordo con tutti i commenti, veramente bello!