Autore Topic: Il punto di vista  (Letto 542 volte)

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Il punto di vista
« il: Dicembre 11, 2012, 17:23:50 »
Quando si cammina senza pensare alla strada il passo è naturale. Ma se qualcuno ci mette in guardia ecco che non riusciamo più ad essere spontanei, temiamo qualcosa ad ogni passo e quello stesso passo ci sembra troppo veloce o troppo lento, non riusciamo più a ritrovare la spontaneità.

Così pensava mentre tutto il giorno dalla paura si era soltanto limitata. Paura che stesse correndo troppo velocemente, che stesse precipitando gli eventi. Tante volte si era sentita dire che il suo passo era troppo svelto. E così non riusciva a trovare più una misura.Ma, c'è una misura nelle cose?

La misura di tutte le cose è l'equilibrio delle cose in sé, che cosa sono queste cose, comportamenti forse? Sì, le cose sono quelle stesse che creano le relazioni, e le sue relazioni quando diventavano passionali non avevano più una misura. Lei la misura non l'aveva mai avuta, e poi chi parla di misura se non chi non è appassionato? Infatti un passionale l'avrebbe capita e lei non avrebbe dovuto più fare un passo d'arresto, una frenata.

Quel continuo ripensare le aveva messo ansia, e lo sforzo di limitarsi l'aveva resa fredda. Quanto inutile ascolto, lasciarsi andare doveva. E poi?  Se lo avesse fatto non avrebbe avuto considerazioni per il tempo che procede diversamente per ognuno.
Che fare? Forse stare ferma. E ciò voleva dire silenzio. Sì, assoluto, per un tempo indefinito. Imporselo all'inizio e poi sarebbe diventato naturale, un po' di più ogni momento, fino a coprire tutto il giorno, ogni ora e un po' di più era passata la mattina, ogni ora e un po' di più stava passando anche il pomeriggio. Ma c'era paura, nulla sembrava così naturale come avrebbe voluto, stava forse forzando la sua natura. Il freddo entrava ed usciva, aria era tutto quello e tuttavia ne sentiva il peso, gravava sulla coscienza, le gambe e il corpo e quell'arrovellarsi di parole quando non c'è niente da fare e la ragione, maledetta ragione si fa avanti e comincia a sentenziare. E' solo l'istinto emotivo a soccombere, e perché poi, che si guadagna? Maledetto pensiero, esiste per rovinare tutto, come la grandine il raccolto.

Uniche parole leggeva nel suo corpo, gridare avrebbe voluto, e poi fece pace con se stessa, quelli venivano, lei li accoglieva e poi li lasciava andare. E non senza rimanere in fondo alla radice qualche traccia del loro passaggio: la paura.

E' la paura adesso la protagonista, o forse lo è sempre, lo è sempre stata e non ce ne accorgiamo, o forse sì e non riusciamo a spuntarla. Battaglia persa, o il coraggio dovremmo trovare, e lei lo voleva quel coraggio, se lo mise addosso come un'armatura. Si sentì dorata e con un elmo dalle piume rosse, una lancia al suo fianco e cominciò a spezzare il passo buio. Con gli occhi chiusi proseguì nel rumore, insostenibile di cose non sue, come un tarlo dentro al legno che scava, e scava e scava fino in fondo per svuotare.

E invece sfondare doveva, prima ancora che quel verme rosicchiasse, scopriva poco a poco quel pensiero e lo odiava, avrebbe voluto, anzi doveva muoversi e risvegliarsi. E così solo lo avrebbe ucciso.

O forse semplicemente lasciarlo andare, ritornare ad essere così com'era anche col pensiero, sapeva fino in fondo che non avrebbe ucciso niente, sarebbe rimasto tutto così com'era, lei era così col suo pensiero e anche senza, forse più debole quando si riconosceva, vedeva se stessa senza bisogno di uno specchio, ed io la sua coscienza ogni tanto la smuovo. Lo so della mia impotenza, nulla posso di fronte a quel suo istinto fatto di tutto, pieno e vivace, prorompente come una cascata di emozioni e lei è lì che si bagna, nuda e beata, sinuosa e sensuale. E non mi piace, per questo la tormento, lei si frena, mi sembra di averla vinta, e poi nulla, lei ricomincia ed io rinuncio.

Così è. 

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Re:Il punto di vista
« Risposta #1 il: Dicembre 12, 2012, 07:46:11 »
difficile frenarsi, e limitare se stessi, si diventa innaturali e le scelte risultano poi errate, prese da quell'altro noi. Sbagliare ( o vincere) in prima persona è la scelta giusta e vitale.