Da dove arriva la "verità"? Dall'antico Egitto , con la dea Maat.
dea Maat
Questa dea era la personificazione della verità, della giustizia. Rappresentava anche il principio etico e morale che ogni egizio doveva rispettare durante la sua vita; Maat era parte integrante della società, garante dell'ordine pubblico.
Mandata nel mondo da suo padre, il dio-sole Ra, perché allontanasse per sempre il caos, Maat aveva anche un ruolo primario nella pesatura delle anime (o pesatura del cuore) che avveniva nel Duat, l'oltretomba egizio. La sua piuma era la misura che determinava se l'anima (che si credeva residente nel cuore) del defunto avrebbe raggiunto l'aldilà o meno.
Secondo la concezione cristiana la verità non è assimilabile ad un concetto, ma è rappresentata da una Persona: Gesù Cristo.
Il Catechismo della Chiesa cattolica (n. 2466), afferma che: “In Gesù Cristo la verità di Dio si è manifestata interamente. “Pieno di grazia e di verità” (Gv 1,14), egli è la “luce del mondo” (Gv 8,12), egli è la Verità [Gv 14,6]. “Chiunque crede” in lui non rimane “nelle tenebre” (Gv 12,46 ). Il discepolo di Gesù rimane fedele alla sua parola, per conoscere la verità che fa liberi [Gv 8,32 ] e che santifica [Gv 17,17]. Seguire Gesù, è vivere dello “Spirito di verità” (Gv 14,17) che il Padre manda nel suo nome [Gv 14,26] e che guida alla verità tutta intera” (Gv 16,13). Ai suoi discepoli Gesù insegna l'amore incondizionato della verità: “Sia il vostro parlare sì, sì; no, no” (Mt 5,37)”.
Nel tempo la teologia cristiana si è appropriata di gran parte del patrimonio filosofico elaborato da Socrate, Platone, Aristotele e Plotino, ed ha più volte sostenuto l’impossibilità di collegare la nozione di "verità" alla "dimostrabilità".
Alcuni tra i più importanti dottori della Chiesa, come Agostino, Anselmo d'Aosta, Tommasomd’Aquino, Bonaventura da Bagnoregio, Niccolò Cusano, concepivano la Verità come qualcosa di trascendente, afferrabile tramite un atto intuitivo che sfocia nella dimensione mistica Una tale dimensione non si traduceva per loro in una fuga nell'irrazionale, quanto piuttosto nel sovra-razionale, Dio come Verità assoluta come tale è a fondamento dell'ordine razionale dell'universo.
La nozione cristiana della verità cominciò a entrare in crisi con l'avvento del pensiero moderno, con i tentativi di Cartesio da una parte, e dell'empirismo dall'altra (George Berkeley e David Hume), di escludere dall'orizzonte della verità tutto ciò che non potesse essere dimostrato logicamente, o verificato sperimentalmente. Questa nuova concezione della verità venne poi fatta propria in particolare dal positivismo ottocentesco.
Numerosi filosofi affermano che la verità è la concordanza fra il giudizio e la realtà: definizione empirica abbastanza condivisibile.
Nei secoli le indagini filosofiche e teologiche hanno prodotto una classificazione dei vari tipi di verità, per esempio:
Le
verità matematiche: sono dimostrate in maniera logica e controllabili da chiunque abbia un'alfabetizzazione adeguata. La verità matematica, che abbiamo già dentro di noi (aletheia, "non-dimenticanza").
Le
verità scientifiche: non sono mai definitive e sempre sottoposte a continue verifiche sperimentali, spesso effettuabili solo da chi abbia adeguati mezzi tecnologici. La verità scientifica, sollevamento di un velo che ricopre la realtà (apokalypsis).
Le
verità storiche: si basano su diverse testimonianze relative a fatti unici e non riproducibili, perciò non possono mai avere il grado di affidabilità delle verità matematiche o scientifiche.
Da un punto di vista individuale il grado di certezza che ciascuno di noi assegna alle varie verità dipende non solo dalla loro natura, ma anche dalla nostra conoscenza di esse.