Scrittura creativa

Arte, Musica e Spettacolo => Arte => Topic aperto da: Doxa - Dicembre 02, 2023, 18:53:40

Titolo: Virgo lactans
Inserito da: Doxa - Dicembre 02, 2023, 18:53:40
A Genova, nel Palazzo Ducale,  fino al prossimo 1 aprile c’è la mostra dedicata alla nota pittrice Artemisia Gentileschi (1593 – 1652).

Vi consiglio di leggere la biografia  di questa pittrice. Pure lei fu vittima di violenza da parte maschile.

Lei subì lo stupro, ma ebbe il coraggio di denunciarlo. Quel traumatico episodio  influenzò  la sue scelte nei temi pittorici, per esempio: “Giuditta e Abra con la testa di Oloferne”.

Nell’esposizione pittorica a Genova ci sono anche due suoi quadri che raffigurano la Madonna che allatta il Bambino. E’ una delle tipologie nelle varie posture mariane con il neonato.

(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Madonna-and-child-Gentileschi.jpg/253px-Madonna-and-child-Gentileschi.jpg)
Artemisia Gentileschi, Madonna col Bambino, olio su tela, 1610 – 1611, Galleria Spada, Roma

La Madonna è assisa sul suo mantello blu sopra la sedia. Sopra le tasta,  leggermente reclinata , c'è  l’aureola della santità. 
La donna è raffigurata  nel momento in cui la poppata ha avuto termine. E' leggermente assopita. La sua mano sinistra è “abbandonata” vicino al ginocchio della mano sinistra.

Il biondo Gesù Bambino guarda il viso della Madre e con la mano sinistra le carezza il collo, quasi a volerla svegliare.

In questo dipinto la Gentileschi illumina con una luce esterna le due figure nell’oscuro ambiente.

Bello il panneggio della veste color rosa che indossa la donna. Notare i suoi piedi scalzi.


Vi presento l’altro dipinto, attribuito ad Artemisia Gentileschi da alcuni storici dell’arte, ma non da altri.

(https://www.operaottava.it/wp-content/uploads/2023/10/Fig.-9-da-Wikimedia-Commons.jpg)
dipinto ad olio su tela senza il nome dell’autore/trice. L’opera del 1618 circa è a Firenze, a Palazzo Pitti.

Come nel precedente dipinto, la Madre è assisa su una sedia ed è a piedi nudi.

E’ raffigurata nell’atto di allattare il biondo Bambino. Con la mano destra regge la mammella destra, parzialmente coperta dal velo che le scende dal capo aureolato.

Bello il panneggio color ciclamino dell’abito. Il braccio destro è coperto dalla manica della bianca camicia. Il mantello blu  le copre il braccio sinistro, e dalla spalla le scende dietro la schiena fino al fianco destro.
 
Il Bambino guarda il seno materno;  nella mano destra regge un rametto con due ciliegie: una simboleggia l’amore di Cristo, l'altra il suo sangue versato sulla croce. 
Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: Doxa - Dicembre 03, 2023, 06:25:03
Nell’arte l’immagine della donna che allatta ha radici lontane, nella preistoria, con la rappresentazione scultorea della “Grande Madre”, divinità femminile  forse di epoca paleolitica, sicuramente neolitica, detta anche “Grande Dea” o “Dea Madre”. La sua figura steatopigia evoca il simbolismo materno della fertilità,  della nascita, perciò spesso rappresentata con il bimbo in braccio o poggiato sul grembo, mentre è dedita alla lattazione del neonato.
 
E’ presente in varie culture e civiltà. Esempi:  era conosciuta dai Fenici come “Ashtoreth”, in Mesopotamia come Ishtar, dai Semiti come Astarte, dagli Egizi come Au Set, dai Greci come Cibele.

Nel tempo alle personificazioni della Grande Madre vennero attribuite varie connotazioni e mansioni.

(https://digilander.libero.it/Righel40/VEP/NEO/IL/RL-Ph_Astarte1.jpg)
scultura antropomorfa in pietra calcarea rinvenuta senza testa.  Rappresenta la Dea madre Astarte, la Grande Madre fenicia e cananea,  mentre allatta il figlio.

Astarte, venerata come protettrice della fertilità del suolo e delle donne,  è presente  anche nell’ebraico biblico col nome di   ‘Ašteret, plurale ‘Aštērōt nel Libro dei Giudici (10, 6).

Dalla XVIII dinastia egizia  la dea fenicia entrò a far parte  anche del pantheon egizio, col nome di “Au Set”. I Greci che conquistarono l’Egitto la chiamarono Iside, la grande dea della  fertilità e della maternità.

(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/e/ec/Isis.svg/220px-Isis.svg.png)
Iside: la “Grande Madre” dell’antico Egitto. 


(https://th.bing.com/th/id/R.224479d29612522d15676f111d476977?rik=Zb2al051XBL1kQ&riu=http%3a%2f%2fwww.blicknachinnen.at%2fimages%2fisis-suckling.jpg&ehk=PRNbV8%2flmViljj656Xt4tZNEyUW8hKRBd0axef%2foHjE%3d&risl=&pid=ImgRaw&r=0)
Iside  mentre allatta il figlio  Horus.

Questa immagine evoca quella di Maria con Il Bambino nel cristianesimo.
Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: Doxa - Dicembre 03, 2023, 14:23:41
Oggi, 3 dicembre 2023, comincia il periodo dell’Avvento, che termina il 24 dicembre.

Il sostantivo "avvento" deriva dal latino adventus,  da advenire = arrivare.

”Adventus” traduce la parola greca “parousia” (= presenza), che nei culti pagani simboleggiava l’arrivo annuale della divinità nei templi a lei/lui dedicati; ma nell’antichità il termine “parusia” (senza la o)  era utilizzato  anche per indicare l’arrivo o la presenza di un sovrano in un luogo.

Nella religione cristiana è il tempo liturgico di preparazione al Natale: commemora  la prima venuta del Figlio di Dio sulla Terra,  ma è anche tempo di attesa  della seconda venuta del Cristo, la parusia alla fine dei tempi.

Nelle Chiese cattolica, luterana e anglicana il periodo dell’avvento dura quattro settimane, e comprende le quattro domeniche precedenti il Natale. Ad ogni domenica corrisponde un diverso inno e specifiche preghiere. I paramenti del sacerdote officiante cambiano: la prima e la seconda domenica sono di colore rosso, la terza domenica è possibile utilizzare paramenti di  colore rosa, mentre l’ultima domenica sono bianchi, in segno di purificazione e preparazione alla venuta di Cristo.

Nel rito ambrosiano l’Avvento contiene 6 domeniche e può durare 6 settimane. Inizia la prima domenica dopo il “giorno di San Martino”, l’11 novembre. Quando il 24 dicembre cade di domenica è prevista la celebrazione di una domenica prenatalizia. I paramenti del sacerdote officiante sono color morello, tranne nell’ultima domenica, nella quale si usa il bianco.

All’inizio del post ho scritto che il periodo dell’Avvento termina il 24 dicembre. E cominciano le funzioni religiose per celebrare la nascita di Gesù, che ha nell’arte l’ideale cassa di risonanza.

Ne è esempio Il tema artistico cristiano-cattolico della Madonna del latte (in latino Virgo Lactans, o Maria lactans), presente anche in ambito ortodosso con la definizione di “Panaghia Galaktotrophousa”: in lingua greca,  Panaghia (=  Santissima o tutta santa),  Galaktotrophousa (= colei che nutre  con il latte). 

La Vergine è di solito  rappresentata  con un  seno  fuori dal vestito mentre allatta il Figlio o è  in procinto di farlo oppure mentre un singolo getto di latte o delle gocce  di latte scendono dal suo seno direttamente nella bocca di Gesù.

(http://www.eremosantalberico.it/foto/madonnadellatte1.jpg)
Icona della Panaghia Galaktotrophousa: Madre e Figlio guardano verso l'osservatore.

Questa immagine è custodita  a Betlemme nella cosiddetta “grotta del latte”, in arabo "Magharet Sitti Mariam", la” grotta della Signora Maria”, nell’eremo di Sant’Alberico.
Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: Doxa - Dicembre 04, 2023, 08:29:08
Stamane vi offro come colazione un virtuale bicchiere di latte: la lettura di un articolo titolato: “Il latte ed il suo valore simbolico nella Bibbia”. Lo scrisse il cardinale Gianfranco Ravasi, biblista, per la rivista “Jesus”, pubblicata nel gennaio 2007, che ho conservato tra i miei documenti virtuali.

Il testo è lungo e lo divido in tre parti per non renderlo indigesto.

Antico Testamento.

Nella lingua ebraica il latte si dice “halab” (in arabo “leben” = bianco), ed è presente in numerose pagine dell’Antico Testamento come simbolo di fecondità e di purezza.

Alcuni esempi.

Come segno di ospitalità il patriarca Abramo offre una tazza di latte fresco agli ospiti che entrano nella sua tenda sotto le querce di Mamre (Genesi 18, 8.

Terra promessa: è la “terra dove scorre latte e miele”, questa frase è presente nell’Antico Testamento circa 20 volte.

Il capo tribù Giuda, secondo le parole della benedizione del patriarca Giacobbe, ha “i denti bianchi come latte” (Genesi 49, 12).

Nel “Cantico dei Cantici” l’uomo amato ha i “denti bagnati nel latte” (5, 12).

Ancora nel Cantico, il latte evoca la dolcezza: le parole e i baci della donna che ha “miele e latte sotto la sua bocca” (4, 11) e il suo amato baciandola dice di “suggerne il latte” (5, 1).

La carnagione dei giovani di Gerusalemme è “più candida del latte” (libro delle“Lamentazioni” 4, 7), e questa caratteristica è un indizio di bellezza.

Gerusalemme viene immaginata personificata come città-madre che ha il seno turgido e generoso: “Voi succhierete al suo petto, succhierete deliziandovi all’abbondanza del suo seno” (Isaia 66, 11).

Il latte è anche simbolo dell’era messianica quando l’umanità sarà invitata ad accorrere e a dissetarsi con acqua, vino e latte “senza spesa” (Isaia 55, 1).

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Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: Doxa - Dicembre 04, 2023, 08:30:51
Nel Nuovo Testamento il latte (in greco “gàla) è citato con varie metafore e simboleggia il nutrimento spirituale.

Dal Vangelo di Luca: “Una donna alzò la voce in mezzo alla folla e disse: Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui sei stato allattato !” (11, 27). E’ l’ammirazione di una donna nei confronti di Gesù per le parole da lui dette.

L’evangelista Luca per indicare il latte non usa il termine greco “gàla” ma il verbo femminile “ethélasas”, da “thelàzein” (= allattare), che è generato da “thèlys” (= donna, femmina).
Tale verbo è presente altre quattro volte nel Nuovo Testamento: nell’acclamazione della Domenica delle Palme, allorché (sulla base di una citazione del Salmo 8, 3) Gesù accoglie gli “osanna” dei fanciulli, ricordando che “dalla bocca dei bambini e dei lattanti (thelazònton)” Dio riceve la lode più cara (Mt 21, 16).

Le altre tre presenze del vocabolo sono parallele e identiche nei tre evangelisti sinottici: nel giorno del giudizio finale “guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno (thelazoùsais) in quei giorni !” (Mt 24, 19; Mc 13, 17; Lc 21, 23).

Paolo di Tarso nella prima Lettera ai Corinzi (9, 7) si domanda in modo retorico: “Chi fa pascolare un gregge senza cibarsi del latte del gregge ?”. Il latte diventa il cibo degli immaturi, di coloro che sono ancora “carnali”, incapaci di un alimento migliore, proprio come accade ai Corinzi “neonati” nella fede ed imperfetti nella loro vita spirituale: “Vi ho dato da bere latte”, dice l’apostolo tarsita, “non un nutrimento solido perché non ne eravate capaci” (1 Corinzi 3, 1 – 2).

Analoga è l’applicazione nell’omelia o trattato teologico che è la Lettera di Paolo agli Ebrei: l’autore si rivolge ai suoi interlocutori con queste parole esplicite: “Siete diventati bisognosi di latte e non di cibo solido: chi si nutre ancora di latte è ignaro della dottrina della giustizia perché è ancora un bambino. Il nutrimento solido è per gli uomini maturi” (t5, 12 – 14). Siamo in presenza di un’inversione di tendenza, destinata a trasformare questo cibo vitale in un’immagine di limite, di imperfezione, di “infantilismo”.

Sulla stessa base simbolica l’apostolo Pietro nella sua prima Lettera ribalta il significato. Introduce il tema della nascita battesimale come evento nell’esistenza cristiana, invita i neo battezzati “come bambini appena nati, a bramare il puro latte spirituale, per crescere con esso verso la salvezza” (2, 2).

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Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: Doxa - Dicembre 04, 2023, 08:33:02
Nell’antica arte cristiana catacombale (ad esempio la cappella di San Pietro nella catacomba romana “ad duas lauros” della seconda metà del III secolo) e dei sarcofagi, Cristo è raffigurato come buon pastore che regge tra le mani una coppa di latte, destinata al gregge dei fedeli. Il latte, trasfigurato in un emblema della beatitudine perfetta della vita eterna riservata al cristiano.

La successiva tradizione cristiana abbandonò la simbologia biblica finora delineata e mirò verso l’immagine centrale della Natività di Cristo.

Una madre che allatta suo figlio neonato è un’immagine che appartiene a tutte le culture, soprattutto come simbolo di fecondità.

Nell’arte della miniatura il “libro delle ore” (libro devozionale cristiano medievale) veniva ornato con la rappresentazione di vari personaggi biblici. Maria veniva spesso raffigurata in stato di gravidanza.

La cugina Elisabetta, anch’essa incinta del bambino che poi diverrà il Battista (Giovanni il battezzatore), veniva rappresentata mentre toccava l’addome di Maria durante la visitazione alla sua parente, quasi per sentire i movimenti del piccolo Gesù in gestazione, mentre una sorta di fumetto citava le parole del Vangelo di Luca: “Benedetta tu tra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!” (1, 42).

Le immagini di Maria che allatta Gesù versando latte su quelle labbra si diffonde nei primi secoli dell’era cristiana nella convinzione che quelle “mammelle hanno nutrito col loro latte Dio”, come scrisse nell’VIII secolo Giovanni Damasceno.

Nel II secolo Clemente Alessandrino nel suo “Pedagogo” (1, 6) aveva già stabilito un parallelo tra la Vergine Madre che allatta Gesù e la Chiesa che allatta e nutri i fedeli con il “santo latte” della parola e del corpo di Cristo.

Questo filo poetico e spirituale procederà nei secoli patristici con intensità e passione, come testimonia ad esempio un discorso del V secolo del monaco inglese Fausto di Riez (in latino Faustus Rhegiensis episcopus, 408 circa – 495 circa, che divenne abate e poi nominato vescovo), che vogliamo idealmente porre a suggello di questa analisi: “O Maria, allatta il tuo Creatore ! Allatta il pane del cielo, il riscatto del mondo: offri la mammella a lui che la succhia… Il piccolo bambino si nutra con il latte del tuo seno…”.
Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: Doxa - Dicembre 05, 2023, 09:20:09
Le raffigurazioni della Virgo lactans cominciarono ad essere diffuse dopo il Concilio di Efeso del 431, convocato dall’imperatore d’Oriente Teodosio II.

Vi parteciparono circa 200 vescovi e si occupò in particolare  del “nestorianesimo”: la dottrina cristologica attribuita al vescovo di Costantinopoli Nestorio (381 – 451). La sua dottrina afferma la totale separazione delle due nature di Gesù Cristo, quella divina e quella umana, ne nega l’unione ipostatica. 

Afferma pure che Maria ha generato Gesù come uomo e non come Dio, perciò non le spetta il titolo di “Madre di Dio” (= Theotòkos). La considera soltanto come “Madre di Cristo” (= Christotòkos). Colui che nacque da Maria era solo un uomo, sul quale “discese” Dio.

Tale dottrina fu condannata da quel Concilio. Gesù Cristo, pur essendo nel contempo Dio e uomo   (come aveva affermato in precedenza il Concilio di Nicea, nel 325) è un’unica persona: le due nature, divina e umana, sono inseparabili, perciò Maria può essere detta “Theotòkos” (significa “Genitrice di Dio”, in italiano “Madre di Dio”).

Tra il VI e VII secolo i cristiano-copti egizi  come variante della tipologia Madonna col Bambino cominciarono  a diffondere le immagini della “Virgo lactans”, raffigurata mentre allatta Gesù Bambino o si accinge ad allattarlo. Tale peculiarità fu anche  ispirata da un episodio nel Vangelo di Luca. Nella folla una donna alzò la voce e disse a Gesù: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte” (11, 27).

Secondo la tradizione copta il cristianesimo  arrivò in Egitto  con l’evangelista Marco e venne diffuso tra le comunità urbane di lingua greca, poi in quelle rurali.

La rappresentazione della Madonna galattifera si propagò  nelle Chiese orientali con l'arte bizantina e conosciuta col nome greco di Galaktotrophousa,  invece in Occidente col nome di “Maria Lactans” o "Virgo lactans":  Maria ha sul grembo il Bambino, di solito lo sorregge col braccio sinistro mentre con la mano destra gli porge il seno scoperto, oppure è rappresentata a seno scoperto, colta nell'atto di allattare il figlio.  Altra modalità, seduta in trono, simbolo della sua regalità, accompagnata da angeli e santi.

(https://www.scopriresiena.it/wp-content/uploads/2013/12/Gregorio-di-Cecco.jpg)
Scomparto centrale del polittico di Gregorio di Cecco di Luca: rappresenta la Madonna con il Bambino circondata da sei angeli musicanti e sovrastata dalla colomba dello Spirito Santo.
In questa immagine ci sono due modelli iconografici: quello della Madonna dell’umiltà e quello della Madonna del latte, intenta ad allattare l’infante.
Pittura ad olio su tavola, 1423, Museo dell’Opera, cattedrale di Siena


In Italia la tipologia “Virgo lactans” cominciò ad essere diffusa dal XII secolo, dopo la prima crociata (1096-1099) per la conquista di Gerusalemme e della Terra Santa (= Palestina). 

Nei secoli successivi affettività e tenerezza tra Madre e Figlio permisero agli artisti di evolvere nella raffigurazione distaccandosi dai modelli bizantini rigidi e stilizzati.

Con l’immagine della Madonna del latte l’arte cristiana si arricchì di una connotazione più popolare, meno aulica, rappresentando Maria nell’intimo rapporto con suo Figlio, rendendola in tal modo più terrena.

Nel passato l’icona della Virgo lactans suscitava la devozione femminile, in particolare delle partorienti: durante l’esperienza cruciale del parto e durante i tristi periodi di povertà, queste, in particolare nelle campagne,  si rivolgevano alla Vergine pregando di avere il latte necessario per poter sfamare le loro creature.

Le dame economicamente  benestanti  se non avevano il latte affidavano i loro neonati alle balie. In tal modo non perdevano gli “svaghi” e verso il loro figlio non si affezionavano molto, anche perché i neonati avevano poche possibilità di arrivare all’anno di vita. Le numerose gravidanze servivano per supplire alle perdite.


Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: mr.blue - Dicembre 05, 2023, 18:12:22
C'è una bellissima immagina della Madonna del latte anche nella basilica di San Michele Maggiore a Pavia.
Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: Doxa - Dicembre 06, 2023, 09:11:50
Buongiorno mister Blue.

il rito  liturgico della “Parola” vuole l’introito (che ho espletato nei precedenti post), il saluto, l’atto penitenziale da parte  di eventuali lettori che leggono ciò che scrivo.

Ora passo al salmo responsoriale e all’omelia,  esponendo e commentando alcuni dipinti che raffigurano la Madonna del latte, dividendoli per secoli. La maggior parte furono realizzati da anonimi artisti, artigiani dotati spesso più di buona volontà che di talento. Ovviamente ci sono anche dipinti firmati da grandi maestri, come Ambrogio Lorenzetti, Leonardo da Vinci, Raffaello Sanzio, Lorenzo Lotto, Tiziano, ecc..


XII secolo

Nel santuario di Montevergine (prov. di Avellino),  c’è un’opera pittorica  del XII secolo circa che raffigura la Madonna del latte, detta anche “Madonna di San Guglielmo da Vercelli”, fondatore di questa abbazia benedettina, costruita nel 1126.

Fu la prima icona ad essere venerata in quella chiesa. E’ un dipinto a tempera su tavola  realizzato da un maestro campano. E’ su due tavole di legno di pino, tenute insieme da alcune barre  di ferro nel retro. Il quadro è alto 4 metri e 30 cm e largo 2 metri e 10 cm..

In origine questo dipinto era solo un ritratto. Nei secoli successivi subì rifacimenti  e restauri, che ne hanno alterato l’originaria immagine.

(https://www.santuariodimontevergine.it/wp-content/uploads/2020/08/madonna.jpg)
 
La Madonna è  assisa in trono in posa ieratica. Ha la fissità nello sguardo. Indossa il maphorion, il mantello femminile usato a Bisanzio, che le copre il capo e la tunica. Notare la lunghezza della dita delle mani.

Con le sue braccia sorregge il piccolo Gesù, seduto sulla gamba sinistra della madre.

La mano destra del bambino tiene il panneggio del manto della madre all’altezza del seno, come se volesse sollecitarla a dargli la poppata.

Sopra la testa di Maria e  in quella di Gesù ci sono le aureole.

Due angeli sono nella parte superiore della spalliera del trono, invece in basso  sono raffigurati dei santi in preghiera.
Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: Doxa - Dicembre 07, 2023, 09:40:11
[COLOR="#FF0000"]XIII secolo[/COLOR]

(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/b/b7/Meister_der_Heiligen_Magdalena_001.jpg/1024px-Meister_der_Heiligen_Magdalena_001.jpg)
Maestro della Maddalena, Madonna del Latte tra San Leonardo del Limosino (guardando l’immagine è quello a sinistra del trono) e San Pietro (sulla destra, con barba e capelli grigi);

nei piccoli riquadri ci sono altre scene,  non bene visibili e comprensibili, tempera e oro su tavola, 1270 circa, Yale University Art Gallery.

Il cosiddetto Maestro della Maddalena è un anonimo pittore fiorentino, attivo nella seconda metà del ‘200. Il nome gli è stato assegnato dopo aver dipinto su tavola la “Maddalena penitente e otto storie della sua vita”. Il quadro è conservato alla Galleria dell’Accademia di Firenze.

La Mater sopra la tunica indossa il maphorion di colore blu. Sul mantello ci sono tre stelle: una sulla parte frontale del copricapo, un’altra sulla spalla destra ed un’altra ancora sulla spalla sinistra, non visibile perché coperta dal Bambino.

Le tre stelle alludono al mistero della Trinità ma simboleggiano anche la castità di Maria (Aeiparthenos), la sua verginità perpetua: prima, durante e dopo il parto.
Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: Doxa - Dicembre 08, 2023, 06:50:02
XIV secolo

La “Madonna del latte” nel Trecento


Nel ‘300  la rappresentazione iconografica della "Madonna del latte" perde le caratteristiche stilizzate  per assumerne una più realistica. 

(https://th.bing.com/th/id/R.1185fb54c3fe80d650ebe4e99febcf83?rik=AcMxNtcOXvrJ%2bQ&riu=http%3a%2f%2fartearti.net%2fassets%2fimages%2fuploads%2f1_Madonna_che_allatta_il_Bambino-Museo_diocesano_Siena.jpg&ehk=zdLaJJrUmanEQ6%2bsX%2bt0JAl9lrj8Elx%2bMPt0CKbjAUI%3d&risl=&pid=ImgRaw&r=0)
Ambrogio Lorenzetti: “Madonna del latte”, 1325 circa, tempera su tavola,  Museo Diocesano di Arte Sacra, Siena

Questo dipinto è  considerato un capolavoro della pittura italiana ed europea del ‘300. 

Nell’immagine la Virgo lactans non ha la frontalità tipica delle icone bizantine. La donna ha le  sopracciglia sottili, gli  occhi a mandorla, e  sembra osservare con malinconia il Figlio tra le sue braccia,  perché consapevole del suo destino.

Il neonato è semicoperto con un panno di colore rosa. Con la mano sinistra sorregge il seno della madre e nel contempo volge lo sguardo verso l’osservatore.

Maria indossa una tunica rossa, e sopra il maphorion blu che copre  il bianco foulard sulla testa. 
I tre colori hanno significati simbolici, ciascuno dei quali rivela un diverso attributo della Madre di Dio. Il colore rosso rappresenta la maternità divina, connessa con il sacrificio di Cristo sulla croce, il blu evoca la trascendenza, il bianco è il simbolo della purezza.

Lo sfondo dorato nel quadro esprime la realtà spirituale e divina  della Madre e del Figlio.

La forma cuspidata della tavola fa pensare che Maria sia seduta su un trono.
Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: Doxa - Dicembre 09, 2023, 05:29:32
Segue XIV secolo

(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/c/cf/Andrea_Pisano%2C_Madonna_del_latte.jpg/250px-Andrea_Pisano%2C_Madonna_del_latte.jpg)
Andrea Pisano, Madonna del latte, statua a tutto tondo in marmo,  1346 circa, Museo nazionale di San Matteo, Pisa. 

La figura è rappresentata fino alle anche; è drappeggiata e velata; sostiene il bambino con il braccio sinistro.

Questa scultura viene considerata un capolavoro del Trecento italiano, per la sua espressività e l’innovativo stile.

Le linee curve del maphorion della Vergine sembrano unirsi  a quelle del panno che parzialmente avvolge il Bambino.

Il pargolo è colto nell’atto di suggere il latte; la sua mano sinistra è poggiata sul seno materno; guarda verso la madre, che corrisponde con il lieve sorriso.

La dimensione della scultura fa pensare  ad una statua progettata per essere inserita in una nicchia.Infatti in origine era collocata in un incavo della basilica in stile gotico di Santa Maria della Spina, a Pisa.
Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: Doxa - Dicembre 10, 2023, 17:09:42
XV secolo


La "Madonna del latte" nel Quattrocento

Il pittore e miniatore rinascimentale francese Jean Fouquet (1420 circa – 1480 circa) fu artista di corte per  Carlo  VII di Valois, re di Francia dal 1422 al 1461, anno della morte del sovrano.   

Realizzò alcuni dipinti su tavola; tra questi il "Dittico di Melun" (1452 - 1455): il nome deriva dalla sua sede originaria, la Collegiata di Notre-Dame, nella città di Melun (Francia).

In origine il dittico era composto da due pannelli, poi divisi


(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/8/81/Jean_Fouquet_006.jpg/192px-Jean_Fouquet_006.jpg)
 
Nello scomparto di sinistra è raffigurato il committente: “Etienne Chevalier, presentato da Santo Stefano”; il pannello è custodito nella Gemäldegalerie di Berlino.

Etienne Chevalier, tesoriere del re Carlo VII, indossa l’abito rosso, è in ginocchio, con le mani giunte in segno di preghiera; vicino c’è il patrono di Chevalier, santo Stefano, che indossa i paramenti del diacono; la dalmatica è blu con finiture dorate,  nella mano sinistra sorregge il libro dei Vangeli con sopra una pietra: simbolico attributo perché fu lapidato a morte con le pietre.   

A identificare Chevalier c'è  anche l’incisione sul muro  dietro la sua testa, c’è scritto: "IER ESTIEN" (sapete cosa significa ?).

Nello scomparto di destra la “Madonna del latte in trono col Bambino”, conservato al Koninklijk Museum voor Schone Kunsten di Anversa, Belgio.

(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/f/fb/Jean_Fouquet_005.jpg/200px-Jean_Fouquet_005.jpg)
 

Del dittico faceva parte anche questo medaglione in rame, smalto e oro:

(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Jean_Fouquet.png/220px-Jean_Fouquet.png)
Autoritratto di Jean Fouquet (diam. 7,5 cm); è a Parigi al Museo del Louvre) costituiva la "firma" del dittico.
 
“Madonna del latte  in trono col Bambino”.
(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/e/e7/Fouquet_Madonna.jpg/300px-Fouquet_Madonna.jpg)
 
la Vergine è seduta su un trono arricchito con perle.

La donna, più che alla Madre di Dio somiglia ad un’algida regina nordica.

Sul  capo anziché avere il velo o il copricapo del maphorion ha, come una regina, una corona ornata con pietre preziose.

E’ senza capelli (li ha rasati secondo la moda del tempo ?)

Ha il  volto ovale, il seno sferico.

Indossa un abito azzurro e un mantello bianco a pois. 

Ha un seno scoperto per allattare il Bambino, che è su un bianco lenzuolo e seduto  sulla gamba sinistra della madre; il pargolo col dito indice della mano sinistra allude ai due personaggi sull’altro pannello.

Tra madre e figlio non c’è il reciproco sguardo affettuoso  ma  posano con compostezza surreale.

La Virgo lactans è circondata da angeli cherubini di colore blu e angeli serafini di colore rosso:  i loro colori evocano rispettivamente la sapienza e l’amore di Dio. 

(https://ilsassonellostagno.files.wordpress.com/2017/04/jean-fouquet-madonna-del-latte-dettagli.jpg?w=656&h=344)
Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: ninag - Dicembre 10, 2023, 23:14:43
Molto interessante, grazie.
Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: Doxa - Dicembre 11, 2023, 10:28:09
Gentile Nina sono io che ringrazio te per la pazienza che hai nel leggere i miei post.

Mi fai sentire meno solo nell'eterno silenzio che aleggia nel forum.

Stamane per premio ti dedico questo post.

segue XV secolo

(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/51/Jan_van_Eyck_076.jpg/451px-Jan_van_Eyck_076.jpg)
Jan Van Eyck, Madonna di Lucca, olio su tavola, 1433 – 1436, Städelsches Kunstinstitut di Francoforte sul Meno.

L'opera è chiamata convenzionalmente Madonna di Lucca poiché fece parte della collezione di Carlo II di Borbone-Parma (1799 -1883), duca di Lucca dal 1824 al 1847.

La scena è ambientata all’interno di una stretta  stanza. Maria è assisa in trono sopra una pedana lignea.

Nella parte superiore del seggio c’è la struttura della copertura,  con lunga e ornata stoffa da parato, visibile anche dietro le spalle della Virgo lactans.

Sui laterali dello scanno sono affisse quattro piccole sculture lignee dorate, due per lato, che raffigurano leoni. 

La donna guarda amorevolmente il figlio che la ricambia, ma questo  nel contempo continua a suggere il latte dal seno materno.

L’affettuoso gesto è subito trascurato dall’osservatore, intento a guardare nell’ambiente gli  altri particolari che l’artista ha inserito.

Protagonista della composizione è l'ampio mantello rosso di Maria, che riempie tutta la parte inferiore del dipinto. Notare l’ampio panneggio con pieghe.

Il tappeto in terra contribuisce ad alludere alla donna come  regina e Alma Redemptoris Mater.

Sulla sinistra la  finestra con vetri a rulli permette di far entrare la luce solare nella stanza. Sul davanzale ci sono due arance.

 Nell’arcuata nicchia sulla parete destra ci sono degli oggetti: sulla mensola di legno un portacandela ed una bottiglia di vetro a forma di ampolla contenente acqua, simbolo della purezza di Maria. 

Nella parte sottostante c'è una bacinella in rame. 

 :Ppp:


Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: ninag - Dicembre 11, 2023, 19:02:42
Grazie per la dedica, in effetti in queste giornate a causa di un problema di salute, non grave sono costretta a restare a casa. Ho più tempo . :)
Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: Doxa - Dicembre 15, 2023, 16:27:30
Segue XV secolo

Gentile Nina, spero che tu sia guarita e pronta a folleggiare durante le prossime feste natalizie.

Se fossi capace  ti dedicherei un’ode, e come Ugo Foscolo le darei come titolo: “All’amica risanata”, per celebrare la tua guarigione. Quel poeta la  dedicò ad una sua amica, la contessa Antonietta Fagnani Arese.

Torno al XV secolo, periodo convenzionale di transizione dalla fine del Medioevo all’inizio del primo Rinascimento, caratterizzato  anche dalla  trasformazione culturale e artistica.

In quel secolo ci fu la moda  femminile della rasatura dell'attaccatura dei capelli sopra la fronte, usanza limitata alle nobildonne, ma non tutte.   

Le cronache dell’epoca informano, ad esempio, che i Fiorentini e i Veneziani consideravano bella una fronte alta, derivata dalla rasatura dei capelli;  gradivano  anche le sopracciglia  sottili o rasate.

(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/c/c9/Weyden_Portrait_of_a_Lady.jpg/252px-Weyden_Portrait_of_a_Lady.jpg)
Rogier van der Weyden, ritratto di giovane donna, olio su tavola, 1460 circa, National Gallery of Art di Washington

Il piccolo quadro (cm 37 x 27) fu realizzato dal pittore belga Rogier van der Weyden: questo  suo nome è la versione in lingua fiamminga del nome originale, Rogier de la Pasture, nato a Tournai nel 1399 circa e morto a Bruxelles nel 1464.

Questo artista produsse numerosi quadri  anche per alcune casate nobiliari italiane:  gli Este, gli Sforza e i Medici.

Non si sa chi sia la giovane. Alcuni esperti hanno ipotizzato che possa essere Maria di Valengin, figlia illegittima di Filippo il Buono, duca di Borgogna.

La donna è una dama della nobiltà,  ritratta a mezza figura, presentata di tre quarti su sfondo nero. Dello stesso colore è il suo abito, sul quale è evidente la cintura rossa con fibbia.

Il suo sguardo evita quello di un eventuale spettatore.

Il suo labbro inferiore è carnoso.

Nella scollatura del vestito nero  si vede la camicia e la collana.

Le mani della giovane donna  sono sovrapposte sembrano poggiate su una balaustra. Ha un anello nel dito anulare della mano destra ed un altro anello nel dito mignolo della mano sinistra.

(https://i.pinimg.com/originals/ff/a2/06/ffa2067fae10ee414781daf2b26f3dfe.jpg)
Dettaglio del  ritratto

In testa il velo semi-trasparente copre la fronte ed ha i lembi laterali rettangolari. Sovrasta il cappello. L’attaccatura dei capelli è più alta dopo la rasatura  per avere la fronte più ampia, secondo il dettame della  moda del XV secolo.

Anche la sopracciglia sono rasate.



Nel XV secolo un altro esempio femminile  di rasatura dei capelli nella parte alta della fronte.

(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/e/e7/Andrea_Mantegna_056_detail.jpg/223px-Andrea_Mantegna_056_detail.jpg)
Andrea Mantegna, Barbara di Brandeburgo (moglie di Ludovico III Gonzaga) 1474, dettaglio nel ciclo di affreschi nella “Camera degli Sposi”,  palazzo ducale, Mantova.

Rimanendo alle acconciature femminili,  informo che a  Vicenza, nel Palazzo Leone Montanari, da ieri, 14 dicembre 2023, e fino al  7 aprile 2024 c’è la mostra  dedicata al  tema delle acconciature femminili nei secoli.
 
(http://www.arte.it/foto/600x450/90/145869-Gallerie_Italia_-_Le_Trecce_di_Faustina_2645.jpg)
L’acconciatura di Faustina Maggiore, moglie dell’imperatore Antonino Pio, considerata simbolo di concordia e di amore coniugale.

Antonino Pio regnò dal 138 al 161. Fu definito “pio” perché  rispettoso del Senato di Roma e delle antiche tradizioni. Tollerante verso i vari culti religiosi, assicurò sufficiente sicurezza ai confini dell’impero romano.

In epoca rinascimentale le trecce di Faustina ispirarono l’acconciatura di numerose nobili.

Nel Cinquecento la poetessa veneziana Moderata Fonte, nel suo dialogo “Il merito delle donne” rivendicava la loro libertà, perché “nate per allegrar e adornar el mondo”, di fare dei propri capelli “ciò che ne piace”, volgendoli ora da un lato ora dall’altro senza che gli uomini avessero “da impicciarsi”.

Ed in effetti, al di là del colore o della foggia del ricciolo, l’acconciatura ha permesso alle donne di proporre modelli  estetici o di esprimere il desiderio di rappresentare sé stesse, nonostante le critiche ecclesiastiche. 

(https://img-s-msn-com.akamaized.net/tenant/amp/entityid/AA1lukyY.img?w=768&h=512&m=6&x=581&y=1159&s=1966&d=144)
Antonio Canova, Lucrezia d’Este, scultura in marmo,  1821, collezione privata

(https://th.bing.com/th/id/R.2161323dc67c42c0149a12c90562ae24?rik=ltb7%2bZZfVo%2bEOA&riu=http%3a%2f%2fwww.arte.it%2ffoto%2f600x450%2f49%2f90649-Lucrezia_d_Este.jpg&ehk=uJz8esDvCryrwz6jo7d9d3eLWtHX1LE6gT0zlB71rVw%3d&risl=&pid=ImgRaw&r=0)
dettaglio

Con le sue “picciolette masse ricciolute” che confluiscono in una crocchia, divise sulla fronte e raccolte verso le tempie da entrambi i lati del volto.

Lucrezia d’Este era la figlia terzogenita del duca di Ferrara Ercole II d’Este e della principessa Renata di Francia.
Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: ninag - Dicembre 15, 2023, 17:48:58
Grazie, per il pensiero, molto interessante questo viaggio nell'arte. Ancora oggi alcune si rasano alcune parti della chioma. Nella storia si è spesso parlato della capigliatura femminile, specie nel Medio Evo. Ancora ricordo una lezione universitaria( sono passati parecchi anni), in cui il tratto distintivo delle streghe era una chioma selvaggia e incolta.
Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: Doxa - Dicembre 16, 2023, 14:05:25
segue XV secolo

Torno alla Madonna del latte nel ‘400. Per descrivere una delle sue numerose immagini mi sposto in provincia di Novara, nella medievale chiesa  cimiteriale  di San Martino di Engravo, nel Comune di   Bolzano Novarese, distante pochi chilometri dal Lago d’Orta. 

(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/7d/Bolzano_NO_Chiesa_San_Martino.JPG/1024px-Bolzano_NO_Chiesa_San_Martino.JPG)
esterno della chiesa cimiteriale di San Martino

All'interno di questa chiesa rurale ci sono affreschi che ornano le pareti della navata e l’abside.Ffurono realizzati tra il 1403 e il 1507. Costituiscono una interessante testimonianza  della devozione popolare.

(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/7d/Bolzano_NO_Chiesa_San_Martino_Crocifissione_Orso_Madonna.jpg/800px-Bolzano_NO_Chiesa_San_Martino_Crocifissione_Orso_Madonna.jpg)
 
Parete sud della navata: al centro, la crocifissione, 1500 circa, dipinta da Francesco Cagnola (o dal padre, Tommaso); sostituì una precedente figurazione del 1403;  ai lati  due antiche immagini del XV secolo:  sulla sinistra San Grato, secondo vescovo di Aosta, vissuto nel V secolo; sulla destra la Madonna del latte.

La figura sulla sinistra con i paramenti vescovili  viene di solito attribuita a Sant’Orso,  ma questo fu un semplice monaco e presbitero nella chiesa cimiteriale di San Pietro, ad Aosta.

A mio parere, invece, è san Grato, che visse nel V secolo e fu il secondo vescovo di Aosta.  E’ il patrono della città e della diocesi aostana.  Le sue reliquie sono conservate nella cattedrale di Aosta. 

Nel passato il suo culto era diffuso in  Piemonte e Lombardia.

A Lodi conosco una chiesa ed un quartiere dedicati a San Grato.

Per quanto riguarda la Virgo lactans, in questo dipinto in affresco  essa è raffigurata  assisa in trono.  Con la mano sinistra porge la mammella al piccolo Gesù per allattarlo;  invece col pollice e l’indice della  mano destra sorregge un fiore. Simboleggia il “Fiore che sboccia sull’albero di Jesse”, tema iconografico frequente dall’XI al XV secolo. Trae origine dalla profezia di Isaia: "Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore" (Is. 11, 1-2).

(https://i.pinimg.com/564x/1b/b3/fc/1bb3fc2ec46167d5614f189285521c9e.jpg)
 
L’albero di Jesse rappresenta l’albero genealogico di Gesù. Lo schema inizia con Jesse, padre del re Davide.

Jesse viene solitamente raffigurato mentre dorme seduto in terra, oppure coricato o semi coricato. Con la mano si sostiene la testa. Questa posizione è, a volte, associata ad un sogno profetico concernente la discendenza del dormiente. Dal suo fianco oppure dal suo stomaco o anche dal dorso s'innalza un albero i cui rami sorreggono gli antenati di Gesù, in particolare Davide (riconoscibile per la sua arpa, in alto a sinistra), fino a Maria.

Questo tema iconografico declinò nel XVI secolo ed eliminato dalla Controriforma cattolica.

Senza la profezia di Isaia, Iesse, discendente di Booz e padre di Davide, sarebbe rimasto uno degli anelli oscuri della catena degli antenati di  Gesù di Nazaret.
Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: Doxa - Dicembre 17, 2023, 17:58:52
Dalla provincia di Novara un’altra immagine della Virgo lactans:  è dipinta in affresco  nella chiesa di San Michele Arcangelo, nel  collinare Comune di Massino Visconti,  nella riviera occidentale del Lago Maggiore.

Il toponimo Massino Visconti: Massino deriva da “massa” e allude ad una tenuta agricola; Visconti fu aggiunto nel 1943 per commemorare il suo passato visconteo.

(https://arona24.it/cache/Massino_Visconti_foto_del_campanile_images_common_thumb_medium650_0.jpg)
Dell’originaria  chiesa dell’XI secolo è rimasta solo la torre campanaria, pendente a seguito di una frana. L’edificio fu  parzialmente ricostruito nel 1618.


(https://archeocarta.org/wp-content/uploads/2014/10/Massinos-Michele1.jpg)
All’interno della chiesa  ci sono dei dipinti in affresco, in particolare sulle pareti dell’abside, di forma quadrata.

Il quattrocentesco ciclo pittorico è attribuito alla bottega del novarese  Giovanni de Campo (o  Johannes de Champo),  documentato in attività dal 1440 al 1483 circa.   

L’abside:

(https://www.chieseromaniche.it/immagini/fotochiese/474-9-Massino-Visconti-San-Michele-Affreschi.jpg)
sulla parete sinistra sono raffigurati  gli apostoli; nella fascia superiore  i profeti


(https://www.chieseromaniche.it/immagini/fotochiese/474-11-Massino-Visconti-San-Michele-Cristo-e-Evangelisti.jpg)
parete frontale: al centro, nel clipeo c’è la figura di Cristo Pantocratore, circondato dai simboli dei quattro Evangelisti (tetramorfo);

ai suoi lati:

in alto a sinistra dopo la nicchia, la figura di san Michele Arcangelo; dopo la nicchia sulla destra, la Madonna del latte.


(https://www.chieseromaniche.it/immagini/fotochiese/474-10-Massino-Visconti-San-Michele-Affreschi.jpg)
sulla parete destra tre scene: sant’Agata, la Trinità, il martirio di san Lorenzo.



(https://youimg1.tripcdn.com/target/ww0i1f000001gnba054C4_C_900_600.png_.webp?proc=source%2ftrip)
Madonna del latte in trono, ai lati, due angeli.

Maria ha sul capo la corona ed è assisa in trono, vicino al quale c’è un angelo per lato.

La Virgo lactans indossa la tunica rossa e il manto blu, ornato all’interno con disegni parallelepipedi.

Nell’iconografia il blu rappresenta la trascendenza, il mistero e il divino. Invece il rosso evoca il sangue, versato da Gesù sulla croce.

Blu  è anche il colore della tunica del Bambino Gesù, intento a suggere il latte dal seno materno, che tiene sollevato con la mano.

Entrambe le figure sono aureolate.

Interessante è lo spalliera del trono: l’immagine evoca una grande e lussuosa  tenda nel deserto, con copertura conica e due minareti per parte nei due lati.

In ambito cristiano  tale architettura  corrisponde ad una chiesa a pianta tonda, con copertura conica e  quattro campanili.







Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: ninag - Dicembre 18, 2023, 23:01:31
Lo sguardo si perde sul serio, non oso pensare il quadro dal vivo.
Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: Doxa - Dicembre 19, 2023, 18:18:01
segue XV secolo

Ancora nella provincia di Novara, nel Comune di Paruzzaro, l'antica chiesa cimiteriale dedicata a San Marcello.

(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/6/6c/Paruzzaro_Chiesa_San_Marcello_03.JPG/225px-Paruzzaro_Chiesa_San_Marcello_03.JPG)

All’interno ci sono affreschi del XIV, XV e XVI secolo. Recenti restauri hanno restituito sufficiente leggibilità dei soggetti, dei colori e delle tecniche utilizzate.

(https://live.staticflickr.com/65535/52420800110_86b7def66d.jpg)

Fra quei dipinti c'è anche una Madonna del latte, realizzata nel XV secolo sulla parete nord della navata dall’artista novarese Giovanni Antonio Merli.

(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/b/bd/Paruzzaro_Chiesa_San_Marcello_G.A._Merli_Madonna_Bambino_Santi.jpg/800px-Paruzzaro_Chiesa_San_Marcello_G.A._Merli_Madonna_Bambino_Santi.jpg)
Giovanni Antonio Merli, Madonna del latte, seduta in trono. Ai lati della Vergine: sulla sinistra  San Grato nell’atto benedicente, a destra San Rocco,  1488, Chiesa di San Marcello, nel Comune di Paruzzaro (prov. di Novara).


Si ipotizza che questa Virgo lactans sia un ex voto della gente del paese come ringraziamento per lo scampato pericolo causato dall’epidemia di peste, come attesta la presenza della figura di San Rocco.

San Grato, vissuto nel V secolo, fu vescovo di Aosta, perciò è rappresentato con la mitra e il pastorale: bastone con un’estremità arcuata, simbolo della dignità ed autorità episcopale.

L’artista  scrisse che egli fu l’autore di questo affresco. Guardare  il muro all’altezza del gomito del braccio destro di San Rocco.

Maria indossa la tunica rossa, il mantello blu (col tempo si è schiarito), il foulard bianco che parzialmente le copre la testa con i capelli biondi e le cinge il collo.

Il biondo divin pargolo è intento a suggere il latte dal seno materno.

Madre e figlio sono aureolati.


Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: Doxa - Dicembre 19, 2023, 19:01:35
Buonasera Nina,

come "apericena" ti offro una Virgo lactans dipinta da Masolino da Panicale  :)

segue XV secolo

(https://i.pinimg.com/originals/38/2f/23/382f23630769e4c5348d3eff5fc6c3ce.jpg)
Masolino da Panicale, Madonna del latte,  tempera su tavola  con fondo oro, 1423,  Galleria degli Uffizi, Firenze
 
Maria anziché assisa in trono è seduta sopra un cuscino in terra,  perciò detta “Madonna dell’umiltà” (dal latino humus = terra), in contrapposizione alla tipologia della “Madonna in maestà”, seduta su un trono, a volte circondata da angeli e attorniata da figure che la adorano.

Indossa un vestito con copricapo di colore rosa chiaro, parzialmente coperto dal bel mantello blu.

Ha il capo inclinato mentre allatta il Bambino Gesù, avvolto in un  panno rosso, che allude alla sua natura divina.

In questo dipinto l’iconografia della Madonna dell’Umiltà si fonde con quella della Madonna del latte, secondo una consuetudine diffusa nella pittura toscana soprattutto nel XIV secolo.

Le due varianti evidenziano il ruolo privilegiato di Maria, intermediatrice fra Dio e l’umanità.
Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: Doxa - Dicembre 20, 2023, 18:40:22
segue XV secolo

Madonna Litta

(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/6/6f/Leonardo_da_Vinci_attributed_-_Madonna_Litta.jpg/800px-Leonardo_da_Vinci_attributed_-_Madonna_Litta.jpg)
Leonardo da Vinci (attribuito), Madonna Litta, tempera su tavola, 1490, Museo dell’Ermitage, San Pietroburgo.

Questo dipinto fu realizzato a Milano nel 1490 circa. Il disegno preparatorio fu sicuramente di Leonardo,  ma poi l’esecuzione pittorica forse fu affidata, almeno in parte, ad uno dei suoi allievi, Giovanni di Boltraffio o Marco d’Oggiono.

Nel XIX secolo questo dipinto era in una delle più importanti collezioni di opere d'arte milanesi, quella dei duchi Litta (perciò il nome al dipinto), ed era conservata nel grande Palazzo Litta in  corso Magenta, a Milano.

Nel 1865 il duca Antonio Litta Visconti Arese vendette il quadro  allo zar di Russia, Alessandro II (Romanov). Successivamente questo capolavoro  fu trasferito nel museo dell’Ermitage, a San Pietroburgo.

La piccola dimensione della tavola sulla quale c’è il dipinto misura 42 centimetri d’altezza per 33 di base. Si capisce che l’opera fu realizzata per una  abitazione nobiliare  e non una chiesa.

Iconografia:

la Virgo lactans e il Bambino sono in una stanza. Sullo sfondo  due finestre a tutto sesto, oltre le quali si vede il cielo con nubi,  in lontananza un paesaggio montano.

Maria indossa la tunica di colore rosso e il mantello di velluto di colore azzurro nella parte esterna. Il copricapo ha un velo finemente lavorato.
 
Guarda con tenerezza il biondo e riccioluto  Figlio che sugge il latte ed ha la mano destra poggiata sul seno materno, nel contempo il piccolo, con singolare torsione del corpo,  volge gli occhi verso l’ipotetico osservatore.

Avete notato  l’uccellino ? E’ un cardellino, posato sulla coscia sinistra del Bambino e vicino al seno   della Madre.

(https://www.chiesadimilano.it/wp-content/uploads/sites/83/2019/11/1.-Hermitage-Madonna-Litta-680x382.jpg)

Il nome scientifico e di genere  del cardellino è “carduelis”, in lingua latina. Definito così perché  ama cibarsi di semi di cardi. il colore rosso nella zona frontale e del collo  evoca  quello del sangue, perciò questo animale è diventato un simbolo della Passione di Cristo.
Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: Doxa - Dicembre 21, 2023, 11:01:55
XVI secolo

La "Madonna del Latte" nel  Cinquecento

Il 31 ottobre 1517 il monaco tedesco Martin Lutero inviò ai vescovi interessati le sue “95 tesi”. Rifiutò di abiurarle e il 3 gennaio 1521 papa Leone X con la Bolla Decet Romanum Pontificem dichiarò  Lutero eretico e scomunicato.

Quattro mesi dopo, nel mese di maggio,  ci fu l’editto di Worms, con il quale l’imperatore  Carlo V d’Asburgo lo bandì dal Sacro Romano Impero, nel contempo vietò ai sudditi di propagare le sue tesi. Ma fu inutile, perché la disponibilità della stampa a caratteri mobili (introdotta nel secolo precedente da Johannes Gutenberg)  permise la diffusione degli scritti teologici di Lutero  sia in Germania sia in altre nazioni d’Europa.

Inoltre, il principe di Sassonia, Federico il Saggio, offrì al monaco tedesco la sua protezione per evitargli  la cattura e l’uccisione.
 
Molti principi tedeschi solidarizzarono con le tesi di Lutero,  dando ad esse  anche  una connotazione politica di opposizione al cattolico imperatore Carlo V. Ci furono scontri e violenze tra il 1546 e il 1547 tra le milizie imperiali e quelle luterane (Lega di Smacalda).

Anche se le forze imperiali  furono vittoriose su quelle protestanti le idee  luterane  non poterono essere soppresse con la violenza.

Il termine "protestante" deriva dalla protesta dei feudatari delle “città luterane”, quando alla “dieta di Spira” del 1529 l’imperatore Carlo V ribadì la condanna a Lutero.

La cosiddetta “dieta” nel tempo del Sacro Romano Impero era un’assemblea che riuniva il sovrano e altri principi  per emanare leggi.

Lo scisma protestante (= Riforma protestante) all’interno del cristianesimo sfidò la Chiesa cattolica, in particolare l’autorità papale, sul piano teologico e politico, sulla base di ciò che era percepito come errore, abuso e discrepanza rispetto all'ideale cristiano.

Per arginare il dilagare delle dottrine protestanti la Chiesa di Roma intraprese una serie di azioni, conosciute come Controriforma cattolica, che per gran parte derivarono dalle decisioni prese durante il Concilio di Trento, che si svolse dal 1545 al 1563. Nella fase finale,  il 3 dicembre del 1563, i padri conciliari emanarono il   decreto titolato:  "De invocatione, veneratione, et reliquiis sanctorum et sacris imaginibus",  riguardante la venerazione delle immagini  devozionali e l’arte sacra.

Fu un punto di svolta: introdusse il controllo vescovile o delle autorità locali  sui contenuti delle opere d’arte. Esse dovevano essere aderenti  alle sacre scritture; dai fedeli  non dovevano essere adorate come se fossero gli stessi santi, ma considerarle immagini che li rappresentano.

Per motivazioni  teologiche e per timore che le rappresentazioni pittoriche “sconvenienti”   potessero turbare il fedele,  Carlo Borromeo, vescovo della diocesi di Milano, fece  modificare o togliere dalle chiese   le raffigurazioni di “Maria lactans”:  numerosi dipinti  a lei dedicati a furono ritoccati con l’aggiunta del panneggio  per coprire il seno  e fatti diventare  “Madonna col Bambino” o “Madonna in trono col Bambino”, oppure Madonna guarda amorevolmente il Figlio che dorme, ecc..

In effetti la Vergine che allatta non corrisponde all’immagine canonica di Maria, ma quella narrata in alcuni vangeli apocrifi.

L’iniziativa moralistica del Borromeo  fu seguita dagli altri vescovi diocesani. Inoltre, alcune chiese dedicate alla "Madonna del latte"  vennero dedicate ad altri santi.

Secondo lo spirito della Controriforma, infatti, l’immagine della Madonna che, con un seno nudo, allatta Gesù bambino  era considerata poco decente, poteva distogliere i fedeli dalla preghiera  e  indurre  negli uomini pensieri sconvenienti.

Il culto per la  Madonna del Latte era diffuso in tutta Europa, soprattutto nelle zone rurali. I contadini le attribuivano valenza simbolico-taumaturgica  ed anche anche miracoli.

Comunque, nonostante la Controriforma cattolica,  la venerazione popolare per quella simbologia  continuò, perché  legata al desiderio di maternità o per chiedere la grazia da parte di donne che non avevano il latte necessario per sfamare il neonato.
Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: Doxa - Dicembre 21, 2023, 11:13:08
Dalla  necessaria premessa storica nel precedente post  alla Virgo lactans, realizzata in pittura da Andrea Solari (anche Solario, 1464 – 1520) prima della Riforma protestante e Controriforma cattolica.

(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/3/31/Andrea_Solario_-_Madonna_of_the_Green_Cushion_-_WGA21602.jpg/493px-Andrea_Solario_-_Madonna_of_the_Green_Cushion_-_WGA21602.jpg)
Andrea Solario, Madonna del latte, tempera e olio su pannello di pioppo, 1507 circa, Museo del Louvre, Parigi.

Quest’opera è anche conosciuta come “La Madonna dal cuscino verde”, perché il bimbo è poggiato sul cuscino. Fu una novità per l’arte italiana. Consentì all’artista di mostrare la sua bravura nel dipingere i tessuti, capacità appresa  in età giovanile a Venezia  dalla pittura veneta.

Dal punto di vista comunicativo è importante il reciproco guardarsi tra Madre e Figlio,  raffigurato  mentre  con la mano destra si tocca il piedino  destro.

Maria indossa la tunica di colore rosso, il mantello blu, il foulard bianco sul capo le avvolge anche il collo: notare la bravura dell’artista nel realizzare le pieghe del vestiario.

Sullo sfondo un frondoso albero e, in lontananza il paesaggio.
Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: Doxa - Dicembre 22, 2023, 07:59:42
Gentile Nina stamane come contorno alla tua colazione ti offro la visione della Madonna del latte realizzata da messer Michelagnolo.

Segue XVI secolo

(https://www.michelangelo.org/assets/img/artworks/medici-madonna.jpg)
Michelangelo Buonarroti, Madonna Medici, scultura in  marmo  alta 226 cm,  1521 – 1534, “Sagrestia Nuova”, basilica di San Lorenzo, Firenze.

La “Sagrestia Nuova” è considerata tra i capolavori di Michelangelo come architetto. La progettò come pendant alla “Sagrestia Vecchia”, realizzata da Filippo Brunelleschi con importanti contributi scultorei di Donatello.

Su commissione del papa, Leone X (Giovanni di Lorenzo de' Medici) il Buonarroti iniziò i lavori il 4 novembre 1519, in continuità con la “Sagrestia Vecchia”  nella bicromia dell’intonaco e della pietra serena.

La “Sagrestia Nuova” fu  edificata a più riprese e completata nel 1533.


(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/8/86/Michelangelo%2C_sagresti_nuova_01.jpg/800px-Michelangelo%2C_sagresti_nuova_01.jpg)
veduta parziale della “Sagrestia Nuova”: la tomba di Lorenzo il Magnifico e del fratello Giuliano de’ Medici; sopra la lastra tombale le sculture che raffigurano la Madonna del latte e i santi Cosma e Damiano.

Per questo ambiente il Buonarroti ideò ed iniziò anche delle decorazioni, come il gruppo scultoreo che raffigura  la Madonna che allatta suo Figlio, detta “Madonna Medici”, iniziata dall’artista nel 1521.

Michelangelo nel 1534  si trasferì a Roma e lasciò l’opera incompiuta,  e così appare ancora oggi.

(https://www.guidaturisticaperfirenze.com/wp-content/uploads/2020/11/cappelle-medicee-tomba-lorenzo-il-magnifico.jpg)
tomba di Lorenzo il Magnifico e di suo fratello, Giuliano de’ Medici.

Sopra la lastra tombale ci sono:

al centro  il  michelangiolesco gruppo scultoreo della Virgo lactans col figlio; Maria  è seduta su un blocco di marmo, ha il braccio destro dietro di sé e la mano sul bordo del seggio; le sue gambe  sono accavallate; ha il foulard  sulla testa, inclinata; il volto  è triste e lo sguardo assorto, forse pensa al tragico destino del Figlio.
Il bimbo è seduto a cavallo sulla coscia destra della madre, sorretto dalla mano sinistra materna; è rivolto   verso di lei  per prenderle  il seno con le mani.

ai lati,  le statue dei due santi protettori della famiglia Medici: Cosma e Damiano.  Furono scolpite in base al modello creato da Michelangelo;
 
A destra, San Damiano, opera eseguita tra il 1533 e il 1534 dallo scultore e architetto “Raffaello da Montelupo”: il suo vero nome Raffaele Sinibaldi;
 
A sinistra, San Cosma, statua realizzata negli anni 1533 – 1534  dal frate servita e scultore Giovanni Angelo Montorsoli.

Cosma e Damiano erano due medici, perciò scelti dai Signori della città di Firenze  come patroni della famiglia medicea.

I due santi subirono il martirio durante l’impero di Diocleziano. 

Vengono raffigurati insieme. I loro simboli: la palma del martirio e nella mano uno degli oggetti attinenti alla loro professione:  il cofanetto contenente gli strumenti chirurgici o vasi da farmacia.
Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: Doxa - Dicembre 22, 2023, 10:34:37
(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/c/ca/Macrino_d%27Alba_La_Madonna_che_allatta_il_Bambino_Ges%C3%B9_%28Milano%2C_Collezione_Aldo_Borletti%29.jpg)
Gian Giacomo de Alladio, detto Macrino d’Alba, La Madonna che allatta il Bambino Gesù”, 1510 circa, Milano, collezione Aldo Borletti.

Per questo dipinto Macrino fu ispirato dalla “Madonna Litta”, realizzata da Leonardo da Vinci e dal Boltraffio.

Su un fondale nero,  una luce proveniente dall’esterno illumina la Madre di Gesù mentre sta allattando il Figlio.

La donna è seduta, chinata verso il Bambino, lo cinge con la mano destra. Le porge  il seno destro tenendolo tra il medio e l'indice della mano sinistra.

L’aureolata Maria lactans indossa la tunica rossa, cinta poco sopra la vita,  e il mantello blu.

I suoi capelli sono di colore ramato, in parte coperti da un  foulard annodato dietro la nuca.

Il Bambino  mentre sugge il latte  con la mano sinistra sorregge un frutto, nel contempo  guarda verso lo spettatore.
Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: Doxa - Dicembre 23, 2023, 15:31:26
XVII secolo

La "Madonna del Latte" nel Seicento

A Roma, tra il 1630 e il 1640  nacque  il movimento artistico-culturale denominato Barocco, diffuso in Europa fino alla prima metà del XVIII secolo.

Lo stile Barocco è noto per l’esuberanza delle forme, la teatralità, le prospettive, i contrasti tra luce e ombra.

I suoi artisti più rappresentativi nell’architettura e/o scultura furono Gian Lorenzo Bernini, Francesco Borromini e Pietro da Cortona.

Nella pittura furono i fratelli Carracci e la loro scuola, ed artisti come  Guido Reni, Domenichino, Francesco Albani, Alessandro Algardi, Caravaggio, Veronese, Tintoretto,  Pierre Paul Rubens ed altri. 

In ambito musicale, all'epoca del Barocco  nacque il melodramma: rappresentazione teatrale in cui i personaggi non parlano, ma cantano accompagnati da strumenti musicali, le orchestre.

Uno dei più importanti musicisti di questo periodo fu Claudio Monteverdi, autore di numerosi madrigali ed opere.

Compositori illustri furono, tra gli altri, Giovanni Pergolesi, Nicolò Piccini, Giovanni Paisiello, Domenico Cimarosa, Alessandro Scarlatti.

Per quanto riguarda la Virgo lactans,  all’immagine della madre affettuosa  che allatta,  vennero preferite altre tipologie mariane: per esempio l’assunta in cielo tra nubi e angeli, oppure la Mater Dei Regina Coeli.

Secoli prima Dante Alighieri nel canto XXIII del Paradiso (vv. 121-128)   descrisse il coro dei diletti che si rivolgono a Maria Regina Coeli:


“E come fantolin che 'nver' la mamma

tende le braccia, poi che 'l latte prese,

per l'animo che 'nfin di fuor s'infiamma;

ciascun di quei candori in sù si stese

con la sua cima, sì che l'alto affetto

ch'elli avieno a Maria mi fu palese.

Indi rimaser lì nel mio cospetto,

`Regina celi' cantando sì dolce,

che mai da me non si partì 'l diletto”.

Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: Doxa - Dicembre 23, 2023, 19:50:58
segue XVII secolo

Nel Seicento in Italia l'arte fu espressa da numerosi capolavori. Per esempio nell'ambito della pittura  alcuni furono realizzati da Orazio Gentileschi,  seguace di Caravaggio.

Il racconto della fuga in Egitto, tramandato dal solo Vangelo di Matteo, è tra quelli più amati dagli artisti e dai loro committenti.  Infatti il Gentileschi ne fece più versioni. Qui vi presento quella custodita a Vienna nel Kunsthistorisches Museum.

(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/f/fb/Orazio_Gentileschi_-_Rest_on_the_Flight_to_Egypt.JPG/800px-Orazio_Gentileschi_-_Rest_on_the_Flight_to_Egypt.JPG)
Orazio Gentileschi, Riposo durante la fuga in Egitto, olio su tela, 1625 – 1626, Kunsthistorisches Museum, in Vienna.
 
In basso a sinistra c’è la firma dell'artista: HORATIVS GENTILESHVS FECIT.

La scena è ambientata di notte ma illuminata dalla luce proveniente dall’alto sulla sinistra.
 
Maria è seduta in terra sopra il suo mantello blu; guarda suo figlio,  ha la mano destra sul fianco del poppante per sorreggerlo, mentre la mano sinistra è poggiata al suolo per reggersi. 

Indossa un abito blu sopra una camicia bianca; ha un foulard sulle spalle. I suoi capelli sono di colore ramato sorretti da una fascia.

Sulle gambe della donna c’è un bianco lenzuolo, sul quale è seduto l’infante intento a suggere il latte dalla mammella materna, nel contempo il biondo bambino ha lo sguardo verso un ipotetico spettatore.

Invece Giuseppe dorme. Il giaciglio è composto da un telo in terra, un altro telo è sul grosso sacco annodato, che forse contiene le poche cose che ha potuto portare  con sé  prima della fuga da Betlemme verso l’Egitto.

La parte superiore del suo corpo è poggiato sul sacco, quella inferiore è adagiata in terra. Ha la testa reclinata all’indietro, la fronte segnata dalle rughe, la barba e i capelli grigi.


(https://www.geometriefluide.com/downloads/categorie/immagini/900x600/4688.jpg?1643366143)
dettaglio
Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: mr.blue - Dicembre 24, 2023, 17:10:01
Caro Doxa, credo che la tua sia la più completa analisi online della Virgo Lactans nei secoli di storia dell'arte.
Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: Doxa - Dicembre 25, 2023, 20:07:24
Liete feste Mister blue.  :)

Ho messo un po d'ordine nel mio documento virtuale dedicato alla Madonna del latte,  dividendo le immagini per secoli.

Di raffigurazioni della Virgo lactans ce ne sono ancora tante.

Interessante è anche la variante della Madonna della Carità "romana". La conosci ?

Maria anziché allattare suo Figlio neonato offre il suo seno per sfamare uomini anziani.

Pure in quel  mio documento virtuale che la riguarda devo fare un po' d'ordine. Spero a gennaio.

(https://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2023/12/23/natangelo-affitti-1050x551.jpg)
Titolo: Re:Virgo lactans
Inserito da: ninag - Gennaio 13, 2024, 19:04:15
Sono opere grandiose, da lasciare senza fiato. Grazie