Autore Topic: Conversione di Saulo  (Letto 734 volte)

Doxa

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Conversione di Saulo
« il: Aprile 17, 2023, 21:33:12 »
L’apostolo Paolo in una lettera indirizzata ai cristiani residenti a Filippi (attuale Kavala, in Macedonia), narra la sua vicenda, accaduta mentre percorreva la strada per Damasco, ed usa il verbo greco katelémften (= fui afferrato, conquistato) da Cristo (3,12).

In altri passi del suo epistolario allude alla divisione tra un “prima” e un “poi”, linea di demarcazione tra il Saulo persecutore e Paolo apostolo di Cristo.

Nella prima lettera ai Corinzi Paolo chiede con una domanda retorica: “Non ho io visto Gesù, il Signore?” (1Cor 9,1) e conferma: “Ultimo fra tutti apparve anche a me” (1Cor 15, 8.

Per saperne di più di ciò che accadde su quella strada per Damasco dobbiamo leggere gli Atti degli Apostoli, scritti da Luca, che per un periodo fu con Paolo nei suoi viaggi missionari.

In quel testo l’evangelista per tre volte narra la conversione che fece di Paolo un missionario di quella “setta” cristiana, che egli in precedenza voleva contrastare fin nel territorio della Siria.

La prima narrazione è nel capitolo 9 degli Atti degli Apostoli: l’incontro di Paolo con Gesù e poi con un membro della comunità cristiana di Damasco di nome Anania, che non solo gli va incontro accogliendolo come un fratello, ma che lo libera anche dalla cecità causata dal bagliore della visione, che Luca così descrive: “All’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Rispose: Chi sei, o Signore? E la voce: Io sono Gesù, che tu perseguiti!" (Lc 9,3-5).

Questa frase evidenzia che Saulo non cadde da cavallo, come invece fanno immaginare i dipinti dedicati a quell’evento (ad esempio quello celebre di Caravaggio nella chiesa Santa Maria del Popolo a Roma), ma di una folgorazione che lo fa inciampare e cadere a terra.


Michelangelo Merisi, detto il “Caravaggio”, Conversione di San Paolo (particolare), dipinto a olio su tela, Cappella Cerasi nella basilica di Santa Maria del Popolo, Roma

La Cappella Cerasi è a fianco del presbiterio. Ma chi era Cerasi ? Il tesoriere del pontefice Clemente VIII. Fu quel Cerasi nel 1600 a commissionare due dipinti a Caravaggio: la “Crocifissione di Pietro” e la Conversione di Paolo”. Questa fu realizzata dall’artista nel 1601: l’immaginaria scena si svolge sulla strada per Damasco. Saulo (è il nome ebraico dell’apostolo prima della sua conversione) stava andando in quella città per far incarcerare i discepoli di Gesù.

3 “E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all'improvviso lo avvolse una luce dal cielo 4 e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?». 5 Rispose: «Chi sei, o Signore?». E la voce: «Io sono Gesù, che tu perseguiti! 6 Adesso alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare». 7 Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce ma non vedendo nessuno. 8 Saulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco, 9 dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né bevanda” (At 9, 3 – 9).

Nel dipinto di Caravaggio Paolo è riverso a terra con le braccia spalancate, mentre ode la voce di Gesù Cristo che gli appare nella forma di luce folgorante.

Il palafreniere regge le briglie del cavallo nell’atto di alzare la zampa anteriore destra per non calpestare Saulo.

E’ il momento della conversione di Paolo, descritto negli Atti degli Apostoli (Atti 26, 12 – 18).

L’audacia di Caravaggio è stata quella di far invadere la tela dal cavallo (non citato negli Atti degli Apostoli), trasformando la veduta quasi in un incidente di scuderia che preoccupa il palafreniere.

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