Autore Topic: Autori giapponesi  (Letto 1674 volte)

Patapuffola89

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Autori giapponesi
« il: Novembre 14, 2012, 19:44:49 »
Questo post nasce da uno scambio di battute con Nihil, che ha notato la mia passione per Murakami.
Premetto che parlo da semplice lettrice, e non certo da esperta in materia. Sarebbe quindi interessante un confronto con chi di voi ha avuto l'occasione di leggere alcune delle opere che cito.
Mi piacerebbe, inoltre, suscitare l'interesse di chi, invece, è completamente digiuno, e per un motivo o per l'altro, non si è mai avvicinato a questi autori.
Spero di non risultare tediosa.   :)


Il primo libro di un autore giapponese che io abbia mai letto è "La piccola ombra" di Banana Yoshimoto. Una racolta di racconti brevi che mi ha colta di sorpresa; in quel periodo infatti leggevo quasi esclusivamente thriller, e quando mia madre mi ha regalato quel libro, l'ho lasciato da parte per parecchio tempo.
Dopo averlo letto, però, non ho più abbandonato il genere. Ho letto tutto ciò che è stato pubblicato in Italia della Yoshimoto (è una scrittrice molto produttiva, quindi ha richiesto un tempo considerevole), poi mi sono spostata su altri autori: Natsuo Kirino (Le quattro casalinghe di Tokyo) , Natsume Soseki (Io sono un gatto), Murakami Haruki (L'uccello che girava le viti del mondo, 1Q84...) ed ora Yukio Mishima (Confessioni di una maschera).

La Kirino è una scrittrice di gialli, si allontana quindi molto dalla narrativa della Yoshimoto e di Murakami. Il modo però di raccontare i drammi e le tragedie è molto diverso da quello che si trova nei gialli occidentali: l'attenzione è comunque focalizzata sulla vita e sui pensieri delle quattro donne protagoniste, e sembra quasi che gli omicidi e i cadaveri (che vengono descritti in modo brutale e quasi disinteressato), siano semplici contorni, necessari alle riflessioni delle casalinghe che arrivano a ribellarsi, in modo più o meno violento, ai parenti vari che, in un modo o nell'altro, pesano su di loro. Altro che Desperate Housewives!
Libro splendido che colpisce per lo spaccato di vita quotidiana, più che per l'intrigo in sè (che è comunque architettato benissimo). Infatti, ho già un'altra opera della Kirino che mi attende sulla mia libreria.  :)

Sono appena all'inizio di Confessioni di una maschera, ma credo di poter già dire che lo stile narrativo mi ricorda quello di Soseki, anche se, per ora, trovo "Io sono un gatto" molto più gradevole. La narrazione un po' pesante e, a tratti, poco scorrevole dei due autori, viene smorzata in Soseki dall'originalità e dallla simpatia del protagonista e voce narrante: il gatto, appunto. Un gatto a cui nessuno ha mai dato un nome, e così si ritrova a ripetere "Io sono un gatto", perchè grazie alle sue caratteristiche fisiche, è l'unica cosa di cui è certo. Si trova così a riflettere sulla sua vita, sulla sua personalità, tentando di darsi una definizione, anche mettendosi a confronto con il suo padrone e tutti i vari personaggi che frequentano la sua casa e le immediate vicinanze.
Non voglio sbilanciarmi sui temi di Confessioni di una maschera, dato che sono ancora piuttosto indietro nella lettura; credo però che il fatto che sia stato tradotto dal giapponese all'americano e poi all'italiano gli abbia fatto perdere molte sfumature e delicatezze descrittive, solitamente presenti nei romanzi giapponesi, ma che qui non ho ancora trovato.

Infine, i miei preferiti.  ;)
La Yoshimoto e Murakami hanno uno stile descrittivo e poetico, che colpisce e meraviglia già dalle prime pagine; ma mentre la prima rimane, generalmente, su temi, personaggi, intrecci ed ambientazioni più reali e realistici, Murakami è stato descritto da molti critici come creatore di mondi onirici, e io non posso che essere d'accordo.
I suoi personaggi e le sue storie partono sempre più o meno strettamente legati alla realtà, per poi vivere cambiamenti ed esperienze, per l'appunto, oniriche, surreali, fortemente e profondamente spirituali, che portano ad un cambiamento radicale nella vita del protagonista e di chi lo circonda. Il tutto viene descritto in modo delicato e, allo stesso tempo, deciso. La trama lascia spesso molti interrogativi nel lettore, che non sempre, alla fine del libro, trovano risposta. Questa è una delle caratteristiche che più apprezzo di Murakami: la possibilità di interpretare la svolta spirituale del protagonista, o alcuni tasselli di essa, portandoti, infine, a riflettere su te stesso.
Ci sono molte opere di Murakami che non ho ancora avuto il piacere di leggere, anche se molte le ho già acquistate ( mi viene difficile resistergli, quando vado in libreria!  ;D), mentre l'ultima fatica della Yoshimoto "Moshi moshi" è già sul mio comodino che mi attende: per me, sarà un ritorno alle origini.
I ricordi veramente belli continuano a vivere e a splendere per sempre, pulsando dolorosamente insieme al tempo che passa. (B. Yoshimoto)

presenza

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Re:Autori giapponesi
« Risposta #1 il: Novembre 14, 2012, 23:15:32 »
... per quanto mi riguarda ho letto autori giapponesi di haiku, un genere poetico immediato e vicino anche alla mia visione della vita e del sentire umano.
Quanto alla narrativa non mi sono mai accostrata ad autori giapponesi e tuttavia proprio da qualche giorno ho scoperto Banana Yoshimoto e in particolare il suo "Un viaggio chiamato vita" . Lo ritengo assolutamente da leggere.

nihil

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Re:Autori giapponesi
« Risposta #2 il: Novembre 15, 2012, 07:37:46 »
Brava Pata, sei stata molto esaustiva, Io sono un gatto è quello che mi è piaciuto maggiormente, il secondo , quello che non mi è piaciuto, lo hai citato, ma non confesserò il titolo. Magari lo rileggo, forse non era il periodo giusto. Al prossimo acquisto inserirò magari i primi libri, per iniziarmi alla giapponesità.  abow

Patapuffola89

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Re:Autori giapponesi
« Risposta #3 il: Novembre 16, 2012, 20:37:06 »
Presenza, il libro che citi della Yoshimoto è l'unico che ho letto con fatica, abbandonandolo e riprendendolo più volte.
Probabilmente, come dice Nihil, era il periodo sbagliato per leggerlo. Riproverò sicuramente più avanti.

Nihil, mi fa piacere che "Io sono un gatto" ti sia piaciuto. Mi piacerebbe sapere coso ti ha colpita in particolare.
E poi, su, confessa!
Curiosità a parte, credo che sarebbe interessante sentire anche il tuo parere in proposito.  :)
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nihil

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Re:Autori giapponesi
« Risposta #4 il: Novembre 17, 2012, 07:40:31 »
L'ho letto tanti anni fa ma ricordo che il gatto narrante illustra  un modo di essere degli umani abbastanza ... insomma come se i problemi ce li andassimo a cercare, pare che gli facciamo anche un poco pena. Lui mantiene invece quel nobile distacco che è proprio dei gatti. Lo rileggerò volentieri, ma ora sul comodino ho già una pila di libri; in relatà dico sempre "rileggerò quel libro" poi ingordamente mi faccio rapire da altri titoli. Ora sto leggendo (2° volta davvero) la biografia di Caterina De Medici. Un librone pieno di informazioni storiche davvero ad alto peso specifico, e terribilmente intrigante.

MCF

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Re:Autori giapponesi
« Risposta #5 il: Dicembre 05, 2012, 15:01:58 »
Sei molto trascinante, gli unici autori che conosco sono Kawabata e Banana Yoshimoto. Proverò sicuramente a leggere gli altri. Ciao! ahuh

Semai

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Re:Autori giapponesi
« Risposta #6 il: Dicembre 06, 2014, 11:13:18 »
Provate Mo Yan magari,cinese."Grande seno fianchi larghi","Sorgo Rosso","Il supplizio del legno di santalo".Appetitoso,digeribile,pochi scarti,famelica di letteratura parlando.

nihil

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Re:Autori giapponesi
« Risposta #7 il: Dicembre 06, 2014, 12:38:41 »
interessante! ho letto un paio di giapponesi, oltre quello già citato, il libro era "Io sono un gatto" e storicamente è il primo romanza giapponese, prima usavano allegorie, aforimatismi, filosofie eccetra. Parlaci maggiormnente delle trame , dello stile, dell'epoca storica e altro. Oggi comperare un libro, che magari non rientra nelle nostre corde, dispiace più che mai, visto i costi. Lo dico da lettrice famelica, che legge un libro ogni due giorni.