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Post - Doxa

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Scienza / Re:Relazioni di coppia
« il: Settembre 28, 2013, 06:48:43 »
Separazione



Oltre ai rapporti d’amore duraturi sono molti gli amori intensi ma brevi.

Lo psichiatra e psicoterapeuta Giacomo Dacquino nel suo libro “Paura di amare. Come evitare e superare i fallimenti affettivi”, dice che c’è notevole differenza tra un amore che finisce ed uno che fallisce. Il primo si trasforma in reciproca amicizia o indifferenza e quindi è poco traumatico, mentre il secondo provoca la frustrazione narcisistica e  calo dell'autostima. 

"Gli amori finiti non sempre hanno bisogno dell’aiuto degli amici o del psicoterapeuta. Quelli falliti invece necessitano di riflessione, per capire le motivazioni consce ed inconsce che ne hanno determinato la crisi, al fine di non ripetere gli stessi errori o le medesime omissioni in una successiva relazione oppure per riuscire a superare quella indispensabile, anche se transitoria, fase di “esaurimento amoroso”.
 
Lo psicologo Vittorio Cigoli nel suo libro  “Psicologia della separazione e del divorzio” afferma che per la coppia è importante  non far coincidere la separazione con la fine del legame,  “perché non è possibile uscire da un vincolo affettivo annullandolo. E’ invece possibile separarsene, nel senso di riconoscerlo per quello che è stato, sapendo al contempo riproporre il valore e la speranza del legame in altri contesti”.

Di solito la separazione costringe ad uno dei due a cambiare abitazione, ma a volte, per motivi economici o per non turbare i figli se sono piccoli, la coppia “scoppiata”  preferisce convivere temporaneamente ma “separati in casa”, come nell’omonimo film sceneggiato e diretto nel 1986 da Riccardo Pazzaglia. I due protagonisti, Riccardo e Carolina, sposati da vent’anni,  costretti alla forzata convivenza, decidono una paradossale soluzione: tracciano in casa una linea divisoria fra i rispettivi spazi di competenza, linea che passa anche nel letto matrimoniale.

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Scienza / Re:Relazioni di coppia
« il: Settembre 27, 2013, 18:53:07 »
Se i miei post tematici basati su studi e ricerche scientifiche creano dissonanze cognitive e  sono meno interessanti e dignitosi di chi scrive poesie, racconti od altro basati sulla fantasia, allora prego chi di dovere (moderatore o amministratore) di eliminare i miei topic. 

Un forum letterario offre spazio  al monologo, all'espressione del singolo che scrive la poesia od il racconto, non prevede il dialogo.

Uno dei due individui che criticano i miei post li scambia per una tesi di laurea e vorrebbe per ogni proposizione  che scrivo i dati bibliografici.  A chi sale con superbia sulla virtuale cattedra per insegnarmi dico che so bene come si elabora una tesi di laurea. Ne ho compilata più di una.  I miei post li scrivo  come se fossero brevi articoli  giornalistici non pretenziosi. 

Voglio concludere con un detto popolare: "Se vuoi conoscere una persona ci devi mangiare insieme sette chili di sale". Io, invece,  purtroppo, per faciloneria,  tendo ad aprirmi con fiducia verso persone senza averci mangiato insieme un chicco di sale, poi rimango fortemente deluso perché esse si rivelano diverse da quel che sembrano. 


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Scienza / Re:Relazioni di coppia
« il: Settembre 26, 2013, 18:07:45 »
Micio, ancora attendo di leggere il tuo topic sui rapporti di coppia. Spero che contenga molti post e tutti farina del tuo sacco, come si suol dire. Idem per Rossy, Nuvola e Grillo parlante.

Non sono un ricercatore stipendiato dall'università o da un altro ente. Da solo non sono in condizioni di fare ricerche.
Io voglio soltanto dire ciò che si dice su un tema.

Comunque è mia intenzione non rispondervi, se possibile.

2269
Scienza / Re:Relazioni di coppia
« il: Settembre 25, 2013, 07:37:27 »
Come definire le persone sposate che  nel contempo hanno un’altra relazione clandestina di lunga durata ? Va bene  la frase “doppio legame” !  Se il fedifrago non contrae il matrimonio anche con l'amante non è appropriato il termine “bigamia”, che è un reato previsto dal Codice penale.

Oggi consideriamo immorale il doppio legame, ma nel passato era tollerato. Nell’antica Grecia ed in epoca romana il concubinaggio era diffuso nelle classi economicamente agiate. 

Nel diritto romano il concubinato ebbe rilevanza giuridica con la “Lex Iulia de adulteriis”.  La donna non legata dal vincolo coniugale conviveva ed era economicamente mantenuta da un amante, un uomo coniugato.

Il concubinato consensuale era frequente  tra un “padrone” ed una schiava che vivevano nella stessa domus.

La donna coinvolta nel concubinato viene detta concubina. Il termine deriva dalla parola latina “concùmbere”,  composta da “con” (cum,=  insieme) e “cùmbere” (= soggiacere… a letto).

Il lemma maschile “concubino” non è diffuso perché di solito per la donna sposata era difficile convivere e mantenere economicamente un amante, ma ci sono casi di mogli di alcuni imperatori romani che avevano il “concubino”.

Oggi tale relazione viene comunemente indicata dall'espressione "convivenza more uxorio", o semplicemente “ convivenza".

In epoca feudale e nei secoli successivi  per i cosiddetti “nobili” i matrimoni  venivano  “combinati”  dai familiari. Gli insoddisfatti poi cominciavano  una relazione parallela  con una cortigiana, la “favorita”, che era una concubina.
 
Nell’ambito giudaico-cristiano c’è da dire che nell’Antico Testamento sono citati personaggi bigami e poligami. “Lamec prese due mogli” (Genesi 4, 19). Anche Abramo, Giacobbe, Davide, Salomone e molti altri avevano tutti più di una moglie.

L’apostolo Paolo dice che “Abramo ebbe due figli: uno da una schiava e uno da una donna libera.” (Gal. 4, 22 -24)
In Samuele Dio parla attraverso il profeta Natan e dice che se Davide non avesse avuto moglie e concubine sufficienti, Dio gliene avrebbe dato ancora altre.

Perché “Dio” permise la poligamia ?  Per proteggere e provvedere ai bisogni delle donne  senza marito. Infatti nelle società patriarcali, era quasi impossibile che una donna non sposata potesse provvedere a sé stessa da sola, a volte era costretta a prostituirsi o a diventare schiava.  Le donne erano spesso senza istruzione, dipendevano dai loro padri, fratelli e mariti per il loro sostentamento e la loro protezione. Inoltre, la poligamia permetteva di procreare di più, adempiendo  in tal modo al comandamento di Dio: “Voi dunque crescete e moltiplicate; spandetevi sulla terra, e moltiplicate in essa” (Genesi 9:7).

Anche se nell’Antico Testamento sono citati casi di poligamia, la monogamia è presentata come la scelta che si conforma all’ideale di Dio per il matrimonio: l'uomo sposato con una sola donna.  “Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie (singolare) e i due saranno una carne sola (non plurale)” (Genesi 2:24). Questo testo  descrive la natura del matrimonio ma non il numero delle persone coinvolte.  In Deuteronomio (17:14-20) Dio dice che i re non dovevano moltiplicare le mogli. Anche se ciò non equivale ad un divieto di avere più mogli, si capisce che è problematico avere più di una moglie. L’esempio di questa situazione è visibile nella vita di Salomone (1 Re 11:3-4).

Nella maggior parte delle società contemporanee non c’è bisogno della poligamia. Le donne se possono lavorano  per essere autonome e sono libere di scegliere il partner.

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Scienza / Re:Relazioni di coppia
« il: Settembre 24, 2013, 22:17:44 »
Micio e Rossy mi sembrate il gatto e la volpe, ma io non sono Pinocchio.

Micio debbo dirti la verità: non credo che tu abbia i 20 anni che dici di avere, come non credo che Rossy abbia meno di 40 anni.  :-* 

Invece di criticare  continuamente vi consiglio di iniziare un vostro topic e dite tutto quello che sapete sui rapporti di coppia.

2271
Scienza / Re:Relazioni di coppia
« il: Settembre 24, 2013, 00:15:26 »
/3

Nel “doppio legame” ci sono casi in cui l’individuo è incapace di scegliere tra moglie ed amante e va in “stallo”, in senso figurato. Non vuol perdere la moglie, non vuol privarsi dell’amante, preferisce non decidere e continuare la triangolazione affettiva, finché dura.

"La strategia del doppio legame" è il titolo di un articolo elaborato alcuni anni fa dallo scrittore Raul Montanari  per il settimanale“D”, allegato al quotidiano  “la Repubblica”  del 25 giugno 2005. Egli dice che se l'adulterio è un episodio occasionale forse è esagerato considerarlo tradimento. E’ meglio definirlo con un sinonimo:  scappatella, divagazione, esperienza extraconiugale, avventura.

E se un legame dura nel tempo ? Montanari afferma che “Paradossalmente, parlare di tradimento sembra ancora più fuori luogo. Se tua moglie ha un altro uomo da tre anni, come fai a dire che ti tradisce? Sta con lui, basta. Sta anche con lui. Tradisce lui con te e te con lui; quindi non tradisce, ha semplicemente un doppio legame amoroso. Così il tradimento galleggia a metà strada fra il troppo e il troppo poco, e viene sostituito da espressioni che, a guardarle bene, sono tutte perfette per descrivere la situazione dell'altro (lui sta con una, lui ha avuto un'avventura) ma non la mia (sono stato tradito!). È come se ci difendessimo dal trauma di dover definire ciò che sta avvenendo, e credo che questo disagio nell'usare certe parole descriva una vera e propria evoluzione genetica del tradimento, e di conseguenza della vita di coppia. Intanto, chi tradisce mantiene spesso una doppia fedeltà, al vecchio e al nuovo amore. Naturalmente il sapore delle due situazioni è diverso, almeno all'inizio…”

Ma come considerare l’infedele ? Un egoista che non sa rinunciare e non vuol  scegliere per non soffrire ? Per non dare sofferenza a chi lo ama ?

Le scelte possono avere un costo che si deve pagare, ma anche le non scelte hanno un costo: la perdita del coniuge e/o dell’amante.  Allora è necessario trovare il coraggio di affrontare la realta' e  rinunciare a chi dà meno afflizione.

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Scienza / Re:Relazioni di coppia
« il: Settembre 23, 2013, 07:43:17 »
/2

Secondo un'indagine pubblicata di recente, in Italia  sarebbero circa 2 milioni e mezzo i pendolari dell'amore. Sono persone che hanno il/la partner in altre città, anche distanti tra loro, e debbono compiere viaggi di ore per poter stare insieme.

Gran parte di questi amanti perennemente on the road sono teenager: ragazzi colpiti dalla freccia di Cupido durante le vacanze estive, ancora in attesa di smaltire l'infatuazione, cosa che avviene entro l’autunno. Una raffica di telefonate, qualche mail, la promessa di vedersi, poi più niente. La lontananza spezza ogni residua velleità e 50 chilometri da  percorrere con la moto, l’automobile o con un treno sono come un oceano da attraversare. Tutto finisce.

Ma ci sono anche pendolari  d’età “matura” rimasti impantanati in qualche affaire interregionale o addirittura internazionale. Per loro prendere un aereo, un intercity o farsi qualche ora di autostrada non è un problema; anzi, la prospettiva di farsi un week end "lussurioso"  val bene il sacrificio dei viaggi.

Gli incontri extraconiugali sono favoriti anche dalle chat, i forum ed i social network.  Questi permettono attrazioni ed innamoramenti che travolgono la vita coniugale ed inducono alla separazione.

Ci sono coppie che si trascinano per anni in questa condizione di pendolarismo senza badare a spese in biglietti, benzina, telefono e a tutto quello che serve per mantenere questo mènage. Si trascinano stancamente. Non hanno il coraggio d'interrompere la relazione con l'amante. Temono scenate, aggressioni.

Nel doppio legame chi tradisce mantiene spesso una doppia fedeltà, al vecchio e al nuovo amore. Naturalmente le due situazioni sono diverse, almeno all'inizio: la relazione consolidata promette serenità, un punto di riferimento preciso, un porto a cui approdare, bene o male,  quando si torna a casa dopo aver fatto vela verso isole sconosciute. Invece il nuovo rapporto ha dalla sua il "colore intenso", aurorale, rigenerante. Però col passar del tempo anche la  nuova e parallela relazione perde la sua novità, si normalizza. Diventa un po' noiosa come l'altra.

Nello scorso secolo la cosiddetta "liberazione sessuale" degli anni Sessanta ci ha insegnato due cose apparentemente in contraddizione: che si può cercare la massima intensità di emozioni rompendo i legami con partner fissi, esplorando per cercare il piacere e l'avventura; al tempo stesso, che si può, forse si deve, pretendere la felicità dall'amore.

2273
Scienza / Re:Relazioni di coppia
« il: Settembre 20, 2013, 10:41:10 »
Doppio legame: i pendolari dell’amore

Nel nostro tempo la bigamia coinvolge uomini e donne.

Una mia amica virtuale da alcuni mesi ha la relazione “passionale” con un suo collega di lavoro  ma rimane affettivamente legata al marito.  L’amante è creativo, effervescente, divertente, mentre il marito è metodico, equilibrato, rassicurante,  noioso, anche negli amplessi,  che lei considera monotoni, ripetitivi, insoddisfacenti.
 
Lei aveva voglia di amare ed essere amata, di comunicare, di raccontare, di essere ascoltata. Si sentiva in credito verso la vita, si guardava intorno alla ricerca di un altro partner simpatico, accogliente, disponibile ad un rapporto di coppia rasserenante, gratificante. Un collega le faceva la corte. Per un po’ di tempo desiderò che lui l’abbracciasse e la baciasse, ma psicologicamente non riusciva a mettere insieme il desiderio e la persona. Poi ebbe  la forza di “abbassare le difese”, iniziò la relazione clandestina ed il “doppio legame”: il marito come  complemento, l’amante desiderio, come amore.

Per lei scegliere uno dei due è impossibile, ha bisogno di due partner per soddisfare più parti di sé e si divide tra amante e marito.

Nelle relazioni simultanee il/la protagonista ha una dose di opportunismo: prende quanto di meglio i due partner possono dare.

Amare, o credere di amare due persone contemporaneamente corrisponde ad amarne una soltanto. Esse  corrispondono a due componenti della personalità: l’uno appaga un bisogno erotico-passionale; l’altro, invece, un bisogno di sicurezza e conformismo. L’amore e la sessualità da una parte;  l'affetto,  la sicurezza, la solidarietà dall’altra.

Il coinvolgimento nel doppio legame dà ansia, stress, ricorso a continue bugie.  Ma non è facile uscire da tale situazione,  perché l’interruzione di una delle due relazioni provoca sofferenza.   

2274
Scienza / Re:Relazioni di coppia
« il: Settembre 18, 2013, 13:49:22 »
/9

Una vita apparentemente tranquilla spesso nasconde inquietudini mai comunicate alla partner, che le apprende  casualmente mentre cerca un oggetto in un cassetto, dove vede una lettera piegata in quattro  ma senza la busta per la spedizione. Sui fogli c'è la scrittura di suo marito con la data della compilazione, ma forse  questa è falsa. La donna non crede  che possa essere stata redatta alcuni anni prima.

La lettera è indirizzata ad una donna, ma non c’è il suo nome.  Ci sono frasi che esprimono emozioni, sentimenti, passione. Le proposizioni narrano intimi pensieri e desideri che suo marito non le ha mai svelato e si sente offesa, esclusa dalla vita del suo compagno dopo tanti anni di vita in comune.

Comprende che egli si sente intrappolato nella monotonia della loro quotidianità matrimoniale, ed ha bisogno di anteporre il suo io al noi, il piacere individuale alla coppia.

La moglie dopo aver letto la lettera si sente male, è sgomenta. Non riesce a capire se è il tradimento a devastarla psicologicamente o la scoperta di aver vissuto con un uomo-iceberg del quale è difficile immaginare i suoi tanti pensieri nascosti.


(la quasi totalità dell'iceberg è subacquea rispetto a quella emersa in superficie)

La rilegge e piange. Sono lacrime di disperazione, ira e gelosia. Forse esagera, perché la lettera non è stata spedita. Per non tradire davvero ? Per timore ? Ma perché la lettera in quel cassetto se suo marito è prudente ed ordinato ?

La moglie cerca di ricordare i giorni vissuti con lui nella data scritta sulla lettera…che periodo era ? Aveva notato qualcosa di inusuale ? Nulla che avrebbe dovuto allarmarla. Lei era certa di amarlo, e glielo faceva comprendere con le parole, gli sguardi, le carezze, il corpo, dicendogli la sua ammirazione per la sua intelligenza, l’ironia, la tenerezza, la generosità. Eppure…

Non era riuscita a comprenderlo ? Non l’aveva ascoltato abbastanza ? Credeva di aver capito le sue speranze, le sue meditazioni, invece… E mentre rifletteva pensava che forse non era stata una buona compagna. Si colpevolizzava. Forse era stata distratta, superficiale, assente. Qualcosa del loro rapporto di coppia le era sfuggito, non lo aveva compreso o che lui le aveva celato.

Poi le venne un dubbio. Forse la  lettera è dedicata a lei ed il marito l'ha scritta per farle una sorpresa, per dirle quanto l'ama e non  per svelare la sua infedeltà.


Lascio ai lettori la scelta della "verità". Questo mio racconto è volutamente inconcluso per offrire ad altri la possibilità di esternare in esso il proprio immaginario, condizionato sempre dalla propria personalità.

Il poeta e filosofo libanese Kahlil Gibran (1883 – 1931) direbbe che "La realtà dell’altro non è in ciò che ti rivela, ma in quel che non può rivelarti. Perciò, se vuoi capirlo, non ascoltare le parole che dice, ma quelle che non dice." (dalla raccolta di aforismi “Sabbia e schiuma”)

Questo post conclude il mio viaggio dentro la gelosia, che nella coppia crea  ansia, tormento, delusione, aggressione.

E’ necessario distinguere tra il tradimento reale ed il sospetto di adulterio.  Nel primo caso spetta ai partner  trarre le conseguenze, nel secondo si può cercare di soffrire meno non usando i propri dubbi come alibi per mimetizzare la scarsa fiducia nel/la partner.   

2275
Scienza / Re:Relazioni di coppia
« il: Settembre 16, 2013, 05:52:10 »
/8

In un rapporto amoroso un po’ di gelosia è inevitabile ed anche desiderabile, ma entro limiti accettabili (ognuno ha un proprio livello di tolleranza) altrimenti i dubbi, i sospetti e la sfiducia possono rendere difficile il rapporto, fino a soffocarlo.

L’ amore si basa sulla reciproca fiducia non sulla paura del tradimento. Il vero amore dà tranquillità al compagno o alla compagna. Invece la gelosia alimenta il sospetto, induce la coppia a limitare i rapporti interpersonali,  e la libertà individuale viene condizionata da timori eccessivi di chi vive con un partner geloso in modo patologico.

La psicologa Donatella Marazziti nel suo libro "E vissero per sempre gelosi e contenti” sostiene che la gelosia può diventare un sentimento positivo se rinvigorisce l'amore, se può servire a far recedere dal possibile adulterio, se disinnesca il rischio della fine del rapporto di coppia.

La Marazziti espone 7 regole per trasformare la gelosia in un sentimento positivo.

1) Accettare l'evidenza della propria gelosia, considerandola come segno d'amore verso la persona amata.

2) La gelosia segnala un pericolo, presunto o vero, nel rapporto di coppia. Nel caso presunto bisogna far finta di ignorare; nel caso del tradimento reale è necessario affrontare l'argomento con il/la partner...cercando di mantenere la calma.

3) Prima di iniziare una scenata di gelosia bisogna chiedersi se questa dipende dalla propria insicurezza o dal comportamento del partner.

4) Nella coppia la persona gelosa deve comunicare al partner i propri timori, le ansie suscitate da tale sentimento.

5) Se il partner geloso comincia a sbraitare, ma la sua gelosia è infondata, bisogna ribadirgli il proprio amore.

6) Il colloquio chiarificatore rende entrambi consapevoli della situazione del rapporto di coppia. Il timore di perdere il compagno o la compagna fa riflettere.

7) Le occasioni per tradire sono numerose ed è impossibile controllare continuamente il/la partner. L'unica strategia valida per evitare tradimenti e gelosia è impedire, secondo la psicologa, che la persona amata si stanchi. Nel rapporto di coppia deve prevalere l'immaginazione e non la routine.

2276
Scienza / Re:Relazioni di coppia
« il: Settembre 15, 2013, 08:00:50 »
/7

Le esperienze affettive nell’ambito familiare influenzano  successivamente sia la capacità di amare il/la partner  sia le modalità espressive della propria gelosia. Quello che accade fra genitori e figli, tra fratelli e sorelle, incide nella memoria, condiziona la percezione, che diventa minuziosa nei riguardi della persona amata e del/la rivale reale, potenziale o immaginario/a. La gelosia fa diventare selettiva anche l’attenzione:  mira su eventi in precedenza trascurati, come l’orario di una telefonata, un’insolita cura nell’abbigliamento,ecc..

Se il geloso è con la persona amata ed è costretto dalle circostanze  a conversare con un potenziale rivale, di questo esamina l’aspetto fisico, se è da considerare intelligente, istruito, se ha successo professionale, ecc.. Controlla  gli sguardi del possibile rivale e quelli del/la partner, il loro tono di voce e gli atteggiamenti.  E’ sospettoso, non ha fiducia nella compagna o compagno.

Il giornalista e scrittore Roberto Gervaso in un suo aforisma ha scritto: “Spesso, la gelosia non è che un presentimento.” 

Nel libro "Il primo amore" il sociologo Francesco Alberoni, evidenzia che la gelosia è il sentimento che ci sconvolge quando la persona che amiamo preferisce un altro o quando temiamo che possa preferirlo. E siamo tanto più gelosi quanto più ci sentiamo impotenti, deboli verso il rivale, quanto più lo consideriamo superiore a noi.

La struttura della gelosia è sempre triangolare. C’è chi ama, c'è la persona amata e c'è il/la rivale che “ruba” (?) la persona amata. Ma per suscitare la gelosia non basta il rivale. E' necessario che la persona amata si metta dalla sua parte, se ne lasci affascinare, lo confronti con il proprio partner.

Si è gelosi dell'individuo che ci deruba la persona amata ma anche del/la partner che ci tradisce. E la nostra aggressività può rivolgersi verso entrambi, perché il tradimento fa molto male.  E’ devastante per chi lo subisce.   Suscita delusione, collera, indignazione: “Vattene, non ti voglio più vedere, non mi toccare.”  Anziché  urlare è meglio il silenzio, l’interruzione della comunicazione. 

L’unica strategia vincente contro la gelosia sembra essere il “principio di minore interesse”, attribuito, forse erroneamente,  al sociologo statunitense Walter Waller Willard: “In una relazione amorosa chi prova minore interesse ha più potere di colui il cui interesse è maggiore”.

2277
Il giornalista e scrittore Roberto Gervaso in uno dei suoi aforismi ha scritto: "Il plagio è un atto d'omaggio. Chi copia, ammira."

2278
Anch'io ho scritto un aforisma / aforismi gervasiani
« il: Settembre 14, 2013, 10:01:59 »
Aforismi del giornalista e scrittore Roberto Gervaso:

"Ciò che mi trattiene dallo scrivere un capolavoro è il timore che me ne chiedano subito un altro."

"Ciò che rende duraturo il matrimonio sono la buona educazione, lo scarso ardore, il reciproco interesse."

“Chi ama il prossimo suo come se stesso, o non conosce abbastanza il prossimo o non ama abbastanza se stesso."

“Chi pensa con la testa altrui, difficilmente rischia di essere messo in minoranza."

2279
Scienza / Re:Relazioni di coppia
« il: Settembre 14, 2013, 06:32:18 »
/6

La gelosia è innata ed è una strategia di difesa per non perdere il/la partner, per dare stabilità alla relazione di coppia. Si attiva come risposta ad una minaccia e può essere manifestata con diverse modalità.
 
La gelosia è connessa al bisogno di possesso:  “sei mio/a, mi appartieni. Ho bisogno di te, devi consolarmi, proteggermi.”

Lo psicoanalista Peter Schellenbaum nel suo libro titolato “La ferita dei non amati” afferma che il bisogno di affetto inappagato spesso ha origine nell’infanzia o in una deludente esperienza amorosa che influisce sulle successive relazioni affettive. Egli si dice convinto che l’introspezione può aiutare a riportare nella coscienza l’esperienza negativa per poi recuperare la capacità di amare ed essere amati.

Lo psicoterapeuta statunitense John Welwood nel suo libro “Amore perfetto, relazioni imperfette” afferma che i problemi di relazione riguardanti l’amore influiscono sulla qualità della vita. Sentirsi non amato, di non essere degno d’amore per ciò che si è, soffoca la capacità di aver fiducia negli altri e nel/la partner, rende incapace di aprirsi all’amore. Welwood dice che non bisogna soffermarsi sull’amore che non c’è ma su quello che ci viene offerto: l’amore è un dono reciproco tra partner che si amano e come tale non può essere preteso né ottenuto.

La persona amata è un valore e non un nostro possesso, anche se vogliamo che ci appartenga. Ella appartiene a se stessa anche nel momento in cui dice "ti amo, sono tuo/a".

Questa distinzione fra valore e possesso è una non facile conquista, capace però di dare significato positivo al rapporto di coppia, che deve essere basato sulla qualità e non sulla durata. E’ molto triste vivere per tanti anni con una persona che non si ama, non si stima. Però per rispettare il “valore famiglia” e per altri motivi, in particolare economici, si continua a stare insieme.

Una mia amica mi ha detto: "...io voglio che il mio uomo stia con me non perchè gli impedisco di guardare, conoscere, frequentare altre donne, ma perchè desidera stare con me".

Le persone gelose sono in ogni strato della società, senza distinzione di livello culturale.

La persona che soffre di gelosia ha di solito un basso livello di autostima, scarsa fiducia in se stessa, un'immagine di sé poco adeguata, insicurezza. E la gelosia è  l'espressione del timore di non essere in grado di mantenere saldo e vivace il legame affettivo con il/la partner.

2280
Scienza / Re:Relazioni di coppia
« il: Settembre 13, 2013, 06:41:57 »
/5

Il semiologo francese Roland Barthes (1915 – 1980) nel suo saggio “Frammenti di un discorso amoroso” ha fra l’altro scritto: “Come geloso, io soffro quattro volte: perché sono geloso, perché mi rimprovero di esserlo, perché temo che la mia gelosia finisca col ferire l'altro, perché mi lascio soggiogare da una banalità: soffro di essere escluso, di essere aggressivo, di essere pazzo e di essere come tutti gli altri.”Infatti la gelosia è complessa perché in essa interagiscono numerosi fattori.

Lo psichiatra Paolo Crepet nel suo libro “La gelosia” dice che quella immaginaria può essere pericolosa perché non conosce limiti. Chi ne soffre è dominato dal sospetto: fruga nelle tasche o nella borsa del/la partner, ne controlla gli sms, spia la sua conversazione da dietro la porta, ecc.

Il geloso immaginario sa che i suoi controlli possono distruggere il rapporto di coppia e vive male: rimugina dubbi, presentimenti, sospetti.

Per vincere la gelosia irreale è fondamentale capirne le cause: può dipendere da un basso livello di autostima, dall’insicurezza, dalla paura di perdere l'altro/a,  dalla frustrazione di non sentirsi unici e indispensabili per lui/lei.

Un amico virtuale mi ha scritto per dirmi: “Ero geloso, insicuro. Ho conosciuto la ragazza  che poi ho sposato e mi ha fatto capire che quando una donna ama con convinzione non tradisce il partner. Ne ho avuto le prove ed ho superato quel problema. So che la donna (normale) prima di tradire invia segnali al partner e questo deve saperli comprendere se  ama la compagna.”

La gelosia è insita nella natura umana, a prescindere dalla latitudine, dalla cultura e dall’appartenenza sociale.

Dall’infanzia alla vecchiaia si può soffrire di gelosia, in modo lieve o intenso, oppure in forma patologica.

Fra gli uomini e le donne si rilevano diversità nei comportamenti collegati alla gelosia. Nel tradimento i maschi cercano di discutere il problema, di affrontare il rivale o aggredire la compagna. Le femmine, invece, tendenzialmente manifestano con meno intensità la gelosia ed i comportamenti connessi, però soffrono maggiormente di sentimenti negativi,   come la disperazione,  la depressione e le malattie psicosomatiche. La reazione comune ad uomini e donne è quella di meditare spesso sull'accaduto.

La neuropsichiatra Donatella Marazziti ha coordinato una ricerca sulla gelosia ed ha rilevato che è un sintomo, la punta di un iceberg, l'espressione della vulnerabilità sottostante.

Per fronteggiare la gelosia, ridurre l’ansia e l’aggressività occorre rafforzare l’autostima, la fiducia in se stessi,  migliorare l’immagine di sé.

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