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Post - Doxa

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Scienza / Re:Relazioni di coppia
« il: Settembre 12, 2013, 00:13:28 »
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Nel 1922 Sigmund Freud fece pubblicare il suo saggio titolato: “Alcuni meccanismi nevrotici nella gelosia, paranoia e omosessualità”, in cui descrive tre forme di gelosia: gelosia competitiva o normale, gelosia proiettata, gelosia delirante.  Sebbene abbiano alcuni aspetti in comune si differenziano nella  modalità relazionale.

La gelosia competitiva, definita “normale”, è inseparabile dall’amore di coppia. Suscita frustrazione se la persona amata preferisce un altro partner;  induce  stati d’ansia,  afflizione.  Il soggetto si autocritica, si sente colpevole della possibile perdita del proprio compagno o compagna ed odia il presunto rivale, col quale si considera in competizione.   

La gelosia proiettata:  consiste nella proiezione sul/la partner del proprio desiderio  inconscio di infedeltà, e deriva dalle proprie esperienze concrete di adulterio, oppure da pulsioni che lo inducono al tradimento. 

La gelosia delirante: l’ho descritta in un precedente post, ma qui mi soffermo brevemente sulla teoria di Freud: l’individuo proietta la sua gelosia sul/la partner  per nascondere il suo desiderio omosessuale verso l’ipotetico/a rivale.  Questa  sua teoria è oggi  considerata incompleta od errata perché non esamina alcuni problemi  psicologici creati dal narcisismo.
Attualmente la gelosia delirante è denominata “delirio di gelosia”, presente in alcuni disturbi psicotici. L’individuo immagina e crede  vera l’infedeltà del/la partner, perciò può decidere di  perseguitare o aggredire  sia il compagno o la compagna sia il presunto/la presunta amante. 

Un altro tipo di gelosia è quella “utilitaristica”: riguarda individui che amano poco o  nulla il/la partner  e diventano gelosi solo  se c'è il pericolo di perderlo/a, perché  considerano il compagno o la compagna  un proprio possesso e non un individuo libero, capace di decidere e scegliere.

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Scienza / Re:Relazioni di coppia
« il: Settembre 11, 2013, 22:43:05 »
Micio, la "fauna" umana è complessa. E' difficile star dietro alle sue azioni.

Lo stravagante australiano ha cercato un modo per far parlare di sé. ::)

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Scienza / Re:Relazioni di coppia
« il: Settembre 11, 2013, 22:37:35 »
Hai frainteso: la mia battuta precedente era auto-ironica. Sì, abbiamo un pò guastato il tuo thread dove con impegno e diligenza  discetti su questi argomenti, tuttavia a volte suscitano il desiderio di estendere l'argomento evidenziando altri punti di vista e di riflessioni, espresse anche con fervore. Micio ha accolto le mie riflessioni e mi ha saputo dare le risposte adatte. Non  volevamo rovinare di proposito il topic.  Sei  più propenso al monologo che al dialogo, alla comprensione e spiegazione accademica, razionale e asettica. Poi, certo, si spezza la continuità dei tuoi post; dovremmo  commentarli intervenendo in un'altra sezione.

Macché frainteso. Lo so che era scherzosa, perciò  nel precedente post ti ho risposto in dialetto romanesco e con ironia. Ho anche citato Sigmund Freud perché pensavo al suo saggio “Il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio”, pubblicato nel 1905.

Per quanto riguarda la tua obiezione c’è da dire che molti psicoterapeuti hanno l’esperienza statistica di uomini che non tollerano l’infedeltà sessuale della partner, come nei rapporti occasionali; invece le donne temono di più il coinvolgimento amoroso dei compagni, perché possono essere indotti ad abbandonare la famiglia ed i figli.
Comunque per farti contenta ho corretto il post ed ho aggiunto  che tale teoria non è confermata dalle ricerche psicosociali, come quella pubblicata sulla rivista “Psychological Science”, la quale evidenzia che le due forme di gelosia non dipendono dal genere maschio o femmina ma dalla propria personalità , dal tipo di rapporto di coppia, dall’influenza di fattori socio-culturali.

Ho già detto nel passato che non considero “guastato”  il mio topic con interventi pertinenti. Perciò ben vengano le osservazioni, da parte di tutti.

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Scienza / Re:Relazioni di coppia
« il: Settembre 11, 2013, 07:58:29 »
Dite che io potrei diventare violenta?  ;D



Siiiii, “ce poi mette la mano sur foco”, dicheno a Roma.

La tua domanda ironica merita una risposta ironica.

Violenza deriva dal latino “violentia” (= forza eccessiva), ma tu sei così fragile, mansueta, mite, remissiva, docile, accondiscendente.

La tua “forza eccessiva” è forse  nel “bon ton”, eccelli nella comunicazione interpersonale.

L’ironia psicologica fu oggetto di studio dello psicoanalista Sigmund Freud: esaminò i modi e le circostanze in cui un soggetto diventa comico o può essere considerato tale. 

2285
Scienza / Re:Relazioni di coppia
« il: Settembre 11, 2013, 00:29:43 »
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Alcuni studi di psicologia sociale hanno cercato di definire dei parametri soglia per definire il confine tra gelosia normale e patologica. È” normale” se è occasionale e transitoria, se invece è quotidiana ed infondata, viene considerata  patologica. Coinvolge la personalità dell'individuo geloso e la sua relazione affettiva. Lo induce a  perdere il contatto con la realtà, a scambiare i sospetti per certezze; crea ansia, insicurezza, depressione, notevole disagio e difficoltà interpersonali.

Nel  “Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali”, noto anche con la sigla DSM (che deriva dal titolo dell'edizione statunitense “Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders”), il più utilizzato da medici, psichiatri e psicologi di tutto il mondo, sia nella clinica che nella ricerca, la gelosia patologica è classificata tra i deliri (DSM IV).   

La gelosia patologica può assumere varie forme, di solito comprese in tre gruppi, distinti in base alle caratteristiche espressive della gelosia.

Gelosia possessiva:  l’amore non può prescindere dalla gelosia “normale” e dalla reciproca possessività, ma l’ideologia del possesso (tu sei mia/mio) e la gelosia non debbono diventare dominanti in uno dei partner, né diventare elementi che inducono a  controllare l'altro, che finisce per sentirsi intrappolato, assediato e preferisce la fuga ad una situazione invivibile.

Gelosia Ossessiva: si manifesta con disturbi ossessivi-compulsivi.
Nella gelosia ossessiva i pensieri d’infedeltà del/la partner sono incoercibili; inducono a cercare  “segnali” o indizi del tradimento o della fedeltà  del compagno o della compagna. L’individuo ossessionato dalla gelosia   sottopone la moglie od il marito a continui interrogatori, guarda l’abbigliamento che lui/lei indossa, ecc..Il geloso ossessivo è consapevole delle sue esagerazioni ma non riesce a controllarle.   
 
Gelosia Delirante o paranoica: induce il soggetto  geloso alla convinzione dell’infedeltà del/la partner, anche se non è vero, perciò  tenta di far confessare l’adulterio al compagno o alla compagna ricorrendo , se necessario, alla coercizione ed alla violenza fisica. Talvolta il partner accusato, nella speranza di porre fine ad una situazione insostenibile, ammette anche l’inesistente tradimento, ma il/la delirante,  avuto/a la conferma delle sue certezze, intensifica la sua aggressività.

Il geloso  o la gelosa delirante immagina il suo rapporto di coppia in una situazione triangolare con l’altro/a.  Assilla con domande, allusioni, cerca prove d’accusa, si sofferma sugli sguardi, le coincidenze, e può diventare violento.

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Scienza / Re:Relazioni di coppia
« il: Settembre 10, 2013, 00:42:46 »
/2

La gelosia può essere emozione o sentimento.

Viene considerata un’emozione quando si presenta occasionalmente; induce l’alterazione psicofisica e la reazione emotiva di breve durata verso episodi reali o immaginari. Se invece la gelosia permane, si stabilizza e diventa sentimento pervasivo che provoca insicurezza  e stati ansiosi.

Si può essere gelosi di un oggetto o della persona che si ama. Nel primo caso c’è l’affermazione di esclusività per una cosa che ci appartiene e non vogliamo dare ad altri, nel secondo caso c’è il timore di perdere l’affetto e la vicinanza del/la partner.

La gelosia a piccole dosi fa bene alla relazione, invece se è eccessiva diventa intollerabile,  non è un indice di grande amore ma di fragilità del rapporto di coppia,  oppure  di problemi psicologici dell’individuo che ne soffre.

Se nella coppia manca la gelosia può indicare mancanza d’interesse verso il/la partner.

La gelosia "normale": è inseparabile dall'amore. Lo “protegge” da intrusi. Permette di captare “segnali”  di attrazione del/la partner nei confronti di un’altra persona.

Lo psicologo Peter Van Sommers nel suo libro “La gelosia” ne distingue alcuni tipi.

La gelosia gratuita: è quella di chi non ama il compagno  o la compagna ma pretende da lui/lei l’assoluta fedeltà.   Questo tipo di gelosia è spesso provocata da un bisogno narcisistico o dalla bassa autostima:  il/la partner serve  per  avere conferma di esser degno di amore ed apprezzamento.
La gelosia retrospettiva o retroattiva  è collegata al passato della persona amata ed è un sintomo di immaturità affettiva,  di insicurezza, di scarsa autostima.
Essere gelosi del passato dell'altro significa incatenarlo metaforicamente ad una dimensione che non gli appartiene più. Oppure gli appartiene ancora? Questo è il dubbio insopportabile che tormenta il geloso retrospettivo, perché, anche se il passato è trascorso,  teme che lui/lei abbia nostalgia dell’ex partner  se la precedente relazione è stata molto coinvolgente e magari con una soddisfacente intesa sessuale. 
Si rende conto di non poter lottare contro un fantasma e vive il rapporto di coppia con sfiducia, teme Il “confronto” con gli ex di lui/lei, considerati più sexi, più sicuri , etc.. Non gli bastano le rassicurazioni della partner, le sue tangibili prove d’amore, attenzioni e fedeltà.

La gelosia retroattiva è invasiva; se lasciata libera di agire può minare la relazione di coppia. Perciò occorre prudenza nel raccontare il proprio passato amoroso, specie se è stato vivace. In tal caso meglio evitare la sincerità, perché il geloso retroattivo è capace di sottoporre la partner ad estenuanti interrogatori su cosa faceva con l’ex o gli ex e chiedere paragoni con lui. Tale comportamento fa male al geloso e crea disagio ed irritazione al/la partner.
Ma tacere o negare completamente il proprio passato sentimentale a volte può essere controproducente, perché si rischia di far nascere nell'altro/a dubbi e incertezze sfavorevoli. E’ meglio integrare e armonizzare le esperienze precedenti con quella in corso.

L’esistenza degli ex fidanzati turba più i maschi che le femmine. La donna quando chiude una storia di solito la chiude davvero, invece l’uomo giura di tagliare i ponti ma dentro di sé non recide il filo sentimentale che lo unisce alla ex, perciò pensa che anche la sua compagna possa fare altrettanto con il suo ex.

La gelosia preventiva: deriva dalla bassa autostima; provoca il timore di un ipotetico coinvolgimento amoroso (o sessuale) del proprio compagno o compagna con un’altra persona; induce all’isolamento sociale del/la partner:  “Ho paura di perderti, perciò non devo darti l’occasione di tradirmi.”  E’ difficile vivere con una persona possessiva e gelosa, perchè può diventare irrazionale ed incontrollabile.
La gelosia preventiva  è diffusa fra gli/le adolescenti. Un esempio: se nel gruppo amicale si aggrega una ragazza di bell’aspetto, questa può suscitare insicurezza e gelosia preventiva in un’altra fanciulla che fa parte della stessa comitiva ed è innamorata di un giovane dello stesso “clan”. Ella teme che egli possa “perdere la testa” per la nuova arrivata.

Ragazze e ragazzi molto gelosi durante l’adolescenza, da adulti diventano tranquilli se riescono ad acquisire maggiore sicurezza ed autostima.

Lo psichiatra e psicoterapeuta statunitense Frank Pittman nel suo libro “Bugie private. L’infedeltà e il tradimento dell’intimità”,  dice che la  gelosia preventiva in parte può essere spiegata dal fatto che solitamente le persone, mentre tendono a vedere se stesse come degli individui controllati ed affidabili, temono che il proprio partner possa perdere il controllo.

La gelosia reattiva: si manifesta come conseguenza  del  tradimento, presunto o reale,  del/la partner. 
Spesso la  reazione è eccessiva, ma dipende dalle circostanze e dal carattere della persona gelosa. Se si tratta di un “equivoco” i rapporti nella coppia riprendono con normalità, se invece l’adulterio è reale  lo shock è brutale.


La gelosia reattiva

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Scienza / Re:Relazioni di coppia
« il: Settembre 10, 2013, 00:31:00 »
Forse io sono più unica che rara, ma non credo che, se un mio compagno mi tradisse, sarei gelosa solo o prevalentemente dal lato affettivo, ma anche da quello fisico. Immaginare che l'uomo che amo abbia provato piacere anche solo di tipo fisico... con un'altra donna..., mi farebbe imbestialire.[/[/color]

Perché ?

Può dipendere dall'autostima ?

Dal timore del confronto ?

Nel prossimo post descriverò anche la gelosia retroattiva, forse t'interessa  :rose:

2288
Scienza / Re:Relazioni di coppia
« il: Settembre 08, 2013, 00:42:02 »
Gelosia /1

Il sostantivo femminile “gelosia” deriva dall’aggettivo “geloso” e questo da “zeloso”, il quale rimanda al lemma latino medievale “zelosus”: parola  che veniva utilizzata per indicare la persona  zelante, dedita con impegno ad un lavoro od altro.

Nel tempo e nello spazio il vocabolo “zelosus” ha subìto un cambiamento fonetico e l’ampliamento di significato: nel nostro tempo la gelosia indica il timore dell’individuo di essere tradito dalla persona amata, di non ottenere più il suo affetto o l’amore, ed anche la paura di perdere  chi ama. 

La gelosia ha le sue radici nell’infanzia, nasce da bisogni e desideri insoddisfatti, da frustrazioni. Comincia quando il piccolo vede la madre che si dedica al nuovo nato in famiglia e lui si sente trascurato. Il dolore è forte e la ferita profonda.

Un particolare tipo di “gelosia” (nome sbagliato dato ad una grata in legno, con trama più o meno fitta,  applicata  come persiana alle finestre o sui balconi) permette a chi è in casa di guardare al di fuori  dell’abitazione senza esser visti dall’esterno. Veniva costruita nel lontano passato con listelli di legno di gelso, perciò chiamata “gelsaria, poi “gesolia” ed infine “gelosia”, non collegabile  con l’attuale significato di questa parola.  Tali grate le ho viste diffuse in  alcune nazioni del Nord Africa e del Medio Oriente come elemento comune dell’architettura islamica tradizionale.  In lingua araba sono denominate  "mashrabiya" oppure “shanasheel”.  Scherzosamente (?) quegli abitanti dicono che usano le grate per motivi di gelosia, per “nascondere” le "loro" donne. In realtà la mashrabiya”consente all'aria e alla luce di penetrare tra gli spazi e nel contempo serve per mantenere  il benessere termoigrometrico nelle abitazioni in zone calde. Due esempi potete vederli in queste foto:




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Scienza / Re:Relazioni di coppia
« il: Settembre 07, 2013, 06:34:00 »
/19

Questo è l’ultimo post che dedico all’infedeltà,  nel prossimo post discetterò sulla gelosia.

Oggi voglio brevemente  argomentare sull’uomo sposato adultero che cerca una fugace avventura erotica od un rapporto a breve termine;  si accontenta dell’attività sessuale, senza coinvolgimento amoroso.  Se necessario promette alla ragazza di voler lasciare la moglie (ma poi si rivela bugiardo, non disponibile a mettere in discussione i propri equilibri familiari), oppure fin dall’inizio della relazione clandestina  dice all’amante che non lascerà la moglie; non illude per evitare afflizioni alla fine della laison. Se è fortunato può incontrare la donna che gradisce il rapporto a breve termine.

Questi modi d’agire  mi fanno pensare alla mitologia greca ed  alle divinità dell’Olimpo, in particolare a Zeus, il “padre degli dei”, che era  un seduttore seriale di dee, ninfe e donne mortali, dalle quali ebbe numerosi figli.  Per conquistarle cambiava pure la fisionomia.

Secondo il mito la prima amante e forse la prima moglie di Zeus fu Meti , o Metide, una delle Oceanine, figlia del titano Oceano e della titanide Teti. Il nome Meti significa "prudenza" ma anche "perfidia". Prima di cedere alle lusinghe di Zeus (Giove per gli antichi Romani) usò numerose mimetizzazioni  per sfuggirgli. 

Dopo la morte di Meti, Zeus notò la bellezza di sua sorella Hera  (Giunone) e la considerò degna di diventare la regina degli dèi. Hera viveva appartata nell'isola di Eubea, insieme alla sua nutrice Macris, nella casa della nereide Teti. Era molto difficile avvicinarla perché su di lei vegliava assiduamente la sua nutrice a causa della sua giovane età. Ma Zeus non si scoraggiò. Un giorno d’inverno mentre Hera percorreva una strada di campagna le si posò su una spalla un cuculo intorpidito dal freddo.Tentò di scaldarlo coprendolo con la sua veste e cominciò ad accarezzarlo. Ma il cuculo improvvisamente si tramutò in Zeus nelle sembianze di in un bel giovane , il quale le dichiarò il suo amore e le chiese di diventare sua moglie. Hera accettò e le nozze vennero celebrate sull'Olimpo alla presenza di tutti gli dèi.

Giunone era considerata la sovrana dell’Olimpo e patrona del matrimonio, della fedeltà coniugale  e del parto.  Uno dei suoi appellativi fu quello di Giunone “prònuba” (in epoca romana la pronuba era la matrona maritata una sola volta, la quale aiutava la sposa nel giorno delle nozze, presenziava alla cerimonia del matrimonio e poi l’accompagnava la ragazza fino alla casa maritale.
Il patronato di Hera sul matrimonio non servì a tutelare se stessa, perché il  suo connubio con Zeus fu infelice. Lui la tradiva continuamente.

Fra le amanti di Zeus le più note sono:

Demetra (da questa ebbe la figlia Persefone);

Latona (= Leto, da cui ebbe due figli: Apollo e di Artemide; Leto possedeva i poteri del progresso tecnologico ed era patrona dei fabbri);

Dione (Omero racconta che Zeus l'aveva sposata e da lei aveva avuto una figlia: Afrodite);

Maia (era una delle Pleiadi; dea della fecondità e tutrice del risveglio della natura in primavera);

Temi (o Themis.  Secondo Esiodo Temi era una titanide, figlia di Urano e Gea, e fu una delle spose di Zeus).

Semele (figlia di Cadmo e di Armonia; fu amante di Zeus e con lui concepì  Dioniso);

Io (una sacerdotessa di Hera. Zeus temeva la gelosia di Hera, perciò quando andava da Io la nascondeva in una nuvola dorata);

Europa (figlia di Agenore, re di Tiro, città fenicia. Zeus s’innamorò di Europa, La vide insieme ad altre coetanee raccogliere dei fiori nei pressi della spiaggia e le si avvicinò usando un travestimento. Le apparve nelle sembianze di un toro bianco; si stese davanti la ragazza ed Europa  gli salì sul dorso, ma il toro spiccò il volo e la condusse fino all'isola di Creta. Qui Zeus le rivelò  la sua vera identità e tentò di usarle violenza, ma Europa resistette.  Allora il padre degli dei si trasformò  in aquila e riuscì a sopraffare Europa);

Leda (la leggenda narra che Zeus vide Leda mentre si faceva il bagno in un fiume, per sedurla si trasformò in un cigno. Leda generò due uova. Da un uovo sarebbero usciti i Dioscuri, Castore e Polluce, mentre dall'altro Elena e Clitennestra);

Egina (era una delle dodici figlie di Asopo e della ninfa Metope. Egina nel mito viene descritta  come una donna bellissima, concupita da Zeus;

Antiope (figlia di Nitteo, re di Tebe, fu sedotta da Zeus che le si presentò con le sembianze di satiro. Da lui ebbe due gemelli);

Alcmena (moglie di Anfitrione. Mentre questo era assente da casa  per vendicare l'assassinio del fratello di Alcmena, Zeus assunse le sembianze di Anfitrione e copulò con Alcmena, la quale generò due gemelli: Eracle, figlio di Zeus,  e Ificlo, figlio di Anfitrione);

Danae (da Zeus ebbe un figlio: Perseo. Per conquistare Danae Zeus andò da lei in forma di pioggia d'oro);
 
Callisto (una ninfa che faceva parte del seguito di Artemide, fece voto di restare vergine, ma Zeus si innamorò di lei e assunse l'aspetto di Apollo per adescarla e sedurla. Hera allora, per vendicarsi del tradimento, diede a Callisto le sembianze di un'orsa);

Lamia, una regina della Libia, della quale Zeus si era innamorato. Hera per vendicarsi trasformò la donna in un mostro, ed uccise i figli che aveva avuto da Zeus).

Il mito descrive Hera gelosa di Zeus, nemica delle amanti del marito e dei figli da loro generati.

Ma la tradita Hera fu sempre fedele a Zeus o anche lei ebbe voglia di rivalsa ? In  merito le leggende sono discordanti. Se fu infedele seppe mantenere il segreto. Comunque  si narra che la dea ebbe altre relazioni con divinità e con i mortali ed ebbe figli da loro. 

Il modello mitologico femminile di seduttrice seriale fu Afrodite, la dea greca della bellezza, della sessualità, dell’amore. Nella mitologia romana è denominata Venere e rappresenta la leggiadria del desiderio.
Ebbe numerosi  amanti, dei ed uomini.  Il primo fu Adone,  simbolo della giovanile bellezza maschile, ma il grande amore  di Afrodite fu Ares (Marte), col quale concepì alcuni figli.  Dopo sposò Anchise, principe troiano dalla cui unione con Afrodite nacque Enea, perciò gli antichi Romani la venerarono come loro protettrice, considerandola una loro progenitrice.

Successivamente Zeus obbligò Afrodite a sposare Efesto, il dio del fuoco, ma nel contempo ella  ebbe come amanti anche il dio Ermes (Mercurio), messaggero degli dei e psicopompo,  ed il dio Dioniso (Bacco).

2290
Scienza / Re:Relazioni di coppia
« il: Settembre 06, 2013, 06:03:16 »
/18



Fa molto male sapere che il/la partner ha rapporti sessuali con un’altra persona; se c’è anche il coinvolgimento sentimentale significa che offre non solo la sua fisicità ma ha l'affettività. 

Fra gli psicoterapeuti prevale la tesi che nelle donne prevalga la gelosia sentimentale mentre negli uomini quella sessuale. Tale teoria, però, non è confermata dalle ricerche psicosociali, come quella pubblicata sulla rivista “Psychological Science”, la quale evidenzia che le due forme di gelosia non dipendono dal genere maschio o femmina ma dalla propria personalità , dal tipo di rapporto di coppia, dall’influenza di fattori socio-culturali.

Si dice che la donna non sopporta l’infedeltà sessuale del partner, ma teme di più  il suo coinvolgimento amoroso con un’altra, perché può indurlo ad abbandonare  la famiglia. All’uomo, invece,  crea maggiormente sofferenza il tradimento sessuale della compagna, per l’atavica ed inconfessata paura di figli non  generati da lui.   

Comunque ci sono adulteri che tradiscono "a fin di bene"...,  per rinvigorire il menage contro la noia o l'abitudine.  Altri tradiscono perchè hanno bisogno di conferme: di essere attraenti ed essere amati o desiderati anche da altre persone oltre al coniuge.  Altri ancòra desiderano una relazione adulterina per avere sessualmente ciò che non si ha dal compagno o dalla compagna abituale.

Numerose ricerche psico-sociologiche (come il rapporto Pfizer sulla sessualità) evidenziano che gli amplessi al’interno della coppia sono in media 2 o 3 a settimana nel primo anno di matrimonio o convivenza, poi diminuiscono ad 1 o 2 a settimana entro i primi 20 anni di vita in comune, ed in seguito ci si limita ad un unico coito settimanale od anche meno. C’è la caduta della tensione libidica. Molte coppie diventano sessualmente “anestetizzate”, afferma Chiara Simonelli, docente di psicologia e psicopatologia del comportamento sessuale.

Dall’indagine Pfizer si rileva che soltanto il 44 per cento degli uomini ed il 32 per cento delle donne sono soddisfatti sessualmente.

Lo scrittore svizzero Alain de Botton ha pubblicato un altro libro dal titolo ammiccante: “Come pensare (di più) al sesso”.
Questo scrittore dice che staremmo molto meglio se non provassimo impulsi sessuali; per gran parte della nostra vita ci provocano soltanto problemi e tensioni. …
Egli afferma che dall’attività sessuale abbiamo aspettative troppo alte per essere soddisfatte, perciò spesso conseguono disagio e malinconia.

Per evitare delusioni o frustrazioni molte persone pur avendo la voglia di tradire non passano alla fase esecutiva del progetto, si “rifugiano” nell’immaginario, pensano ad avventure erotiche e non considerano grave l’infedeltà virtuale. L’importante per loro è non far seguire l’azione al pensiero, anche se mentre si sta con il/la partner si pensa…ad un’altro/a.

Ma se il/la partner vola con la fantasia significa che ci sono problemi nella realtà di coppia ed usa il “fantasma” per compensare il “noioso” e deludente menage.

2291
Scienza / Re:Relazioni di coppia
« il: Settembre 04, 2013, 12:02:27 »
/17

L’infedeltà rivela l’esistenza di un problema nella coppia ed in ciascuno dei partner. Non c’è mai un unico responsabile.

Nel periodo di turbamenti e di scelte che segue l’infedeltà, conoscere se stessi è importante per poter gestire le proprie reazioni ed orientare le decisioni. Bisogna essere fedeli verso se stessi ed affermare la propria personalità, 
Il detto socratico  “Conosci te stesso” è un imperativo per ogni individuo, perché consente di scegliere ciò che è bene ed evitare ciò che è male.

Il nostro grande bisogno è quello di amarsi, amare,  essere amati ed apprezzati.

Il non amore di sé ha gravi conseguenze per la relazione amorosa. Chi non si ama chiede al/la partner l’amore che non è in grado di provare verso se stesso. Ha bisogno di continue conferme e rassicurazioni. Ha paura di perdere la persona che ama.

Non si può arrivare all’amore-dono se non si passa attraverso l’amore di sé.

Lo stato amoroso è poetico, metafisico, fa accettare l’altro/a senza condizioni e trasforma  i due “Io” in un “Noi”.
 
Il  reciproco sentimento d’amore ed il desiderio sessuale caratterizzano i primi anni di  matrimonio o di convivenza, poi la routine conduce all’usura della coppia. L’euforia si dissipa ed ognuno dei due, in modo progressivo, torna ad essere sempre più se stesso, con i propri gusti e desideri, più autentico nel suo modo di essere e di agire. Ciascuno tende a riaffermare la propria vera personalità. Cambia anche il modo in cui si percepisce il/la partner . Allora le cose in comune diminuiscono ed anche la tenerezza e le carezze sono meno ferventi.

Se la coppia perde il significato del loro stare insieme l’amore diventa affetto e si dirada l’attività sessuale, specie se il coito diventa ripetitivo nelle posizioni e nelle parole di apprezzamento verso l’altro/a durante l'amplesso.

Le coppie che vivono insieme da tanti anni e trascurano l’immaginario erotico fanno diventare  la loro sessualità  abitudinaria, poco eccitante, frettolosa o minata dall’ansia di prestazione.

Nella coppia il rapporto sessuale viene considerato soddisfacente se c’è amore e desiderio del corpo del/la partner. Se invece l’attività sessuale diventa una mansione “obbligatoria” o viene svilita con l’uso sessuale dell’altra/o, si provocano fratture psicologiche insanabili.

Comunque c’è da dire che nell’ambito sessuale la “normalità” intesa come comportamento giusto o auspicabile ha una valenza relativa: ciò che può essere “normale” per una persona non è detto che sia adatto o adeguato per un’altra. Ed anche le fantasie erotiche sono soggettive. Ciò che è importante è l'accordo nella coppia nel desiderare le stesse cose...., altrimenti la relazione extraconiugale può compensare quella coniugale divenuta insoddisfacente.

2292
Scienza / Re:Relazioni di coppia
« il: Settembre 02, 2013, 17:32:52 »
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L’adulterio causa conseguenze all’infedele, alla persona tradita, all’amante, ai conoscenti.

Fra gli effetti negativi c’è l’intensa sofferenza della persona tradita, che domanda all’adultero: “Com’è possibile che tu, che mi amavi così tanto, che mi hai scelto, mi hai fatto giuramenti e ti sei dato a me completamente, puoi avermi abbandonato ? Avrei preferito non conoscerti. Avrei preferito morire.”

Essere traditi è un po’ morire. Si ha la sensazione che il/la rivale ci escluda dall’amore portandoci via la persona amata.
“Se il/la partner si rivolge ad un’altra persona per soddisfare i suoi bisogni affettivi, sessuali od intellettuali, significa che io sono inferiore a questa persona.” Così l’infedeltà del/la coniuge viene vissuta come un’azione che mette in discussione il proprio valore, il proprio narcisismo.

La persona tradita si domanda: “Che cos’ha  quello/a meglio di me ?  Che confronto fa tra lui/lei e me ?” Cadono in questa trappola quelli che non si amano abbastanza, che hanno scarsa autostima.

La portata delle conseguenze dipende dall’atteggiamento del coniuge infedele: se è in grado di comunicare con il suo coniuge, di manifestargli/le tenerezza e desiderio, le conseguenze negative possono essere attenuate. Invece se non è capace di dialogare, si mantiene distante e respinge l’altro/a, le conseguenze sono pesanti. Questo atteggiamento dipende da ciò che resta dei suoi sentimenti per il coniuge: se continua ad amarlo è positivo, ma se è preso da una passione esclusiva per l’amante, smette di amare il coniuge e lo abbandona; tale comportamento frustrante ed offensivo provoca notevole sofferenza. 

L’incontro con un nuovo partner può indurre l’innamoramento,  la riattivazione dello slancio vitale, ma anche un ritorno d’amore per il coniuge, se l’infedele si rende conto che sta meglio con la moglie/marito. Il conseguente comportamento del/della coniuge  è decisivo: se supera il proprio dolore, se riesce a far tacere il proprio orgoglio ferito, se si dimostra tollerante. Può scegliere per tattica, per generosità, perché ancora ama il proprio compagno/ la propria compagna. Allora l’infedele per gratitudine, per ammirazione torna nella casa coniugale.
 
L’infedeltà è un incidente, grave, ma non necessariamente comporta la conclusione del matrimonio. Tra due persone che si sono amate veramente l’amore non dovrebbe mai finire.

La decisione di restare con il/la partner o di lasciarlo/a deve essere meditata, non va presa durante la forte delusione e la collera. Bisogna darsi il tempo di capire bene, di spiegarvi col partner; è necessario del tempo per comprendere a che cosa conduce l’infedeltà, la ceisi…. Se la convivenza è dolorosa, drammatica, è meglio scegliere la temporanea separazione di alcuni mesi, nel corso dei quali le emozioni troppo intense si attenueranno e ciascuno farà il suo lavoro su se stesso: alla fine del periodo di comune accordo si decide sul futuro della coppia.

La collera è la peggiore consigliera. E’ fondamentale che si plachi  prima di decidere. Spesso è generata dall’orgoglio, che cnduce a reazioni eccessive. Oppure può essere conseguente al grande dolore, che deve essere superato.

Quando le emozioni più intense si mitigano, quando c’è la possibilità per ognuno dei due di spiegare con calma il proprio punto di vista, allora si può prendere una decisione. Bisogna chiedere al coniuge di dire le sue intenzioni, se vuol proseguire la relazione oppure no.   

Lasciare un coniuge non è sempre la migliore soluzione. Potrebbe essere meglio approfittare della crisi per rimettere in sesto la coppia.

Ci sono donne che decidono di restare nella casa coniugale perché ancòra amano il partner, oppure per rimanere con i figli piccoli, o per motivi economici. Capiscono che un altro uomo non sarebbe migliore e potrebbero avere gli stessi problemi.

Nel passato gli uomini ripudiavano od uccidevano le donne infedeli. Ai giorni nostri le decisioni che possono prendere sono le stesse che possono prendere anche le donne: separarsi o restare insieme.  Quando scelgono di rimanere con la moglie è più o meno per le medesime motivazioni delle donne.

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Pensieri, riflessioni, saggi / Thanatos
« il: Settembre 02, 2013, 17:05:29 »
Thanatos: nella mitologia greca personificava la morte ed era rappresentato come un uomo barbuto ed alato, con una lucerna spenta e rovesciata. Gli antichi Romani lo chiamavano Mors.


(Thanatos tra Afrodite e Persefone)

Il poeta e scrittore  Esiodo nella sua “Teogonia” dice che Thanatos  fu concepito dalla “Notte” (Nyx) dopo l’amplesso con suo fratello Erebo, personificazione delle tenebre. 

Dal suo nome deriva la “tanatofobia” (la paura della morte), e le parole “tanatoestetica” e “tanatoprassi”, che vengono usate dagli addetti delle agenzie funebri.

Le esequie necessitano di preparazione adeguata da parte del personale che si occupa di questo servizio sociale, perciò  ci sono scuole che insegnano come diventare “maestro di cerimonia funebre”.

Un articolo nella pag. 53 su “Il Venerdì di Repubblica”  del 23-8-2013 informa che a Bologna c’è una scuola per la formazione funeraria: organizza corsi di specializzazione per chi lavora nelle agenzie funebri. Tre giorni di full immersion per acquisire competenze nella cura del corpo post mortem o nella sapiente disposizione dei fiori.

Per la sepoltura del “caro estinto” è importante l’aggiornamento professionale per competere con la concorrenza.

Forse il corso l’ha seguito anche l'ex leader del partito democratico Walter Veltroni. Il giornalista Luigi Mascheroni (Il Giornale, 14/08/2013) lo considera un perfetto sacerdote delle cerimonie funebri: è sempre il primo a dare l'orazione alle agenzie di stampa.  Il suo lutto mediatico è un'arte per abilità e tempismo.
 
Vivere è una sofferenza. Morire una tragedia. Piangere i propri cari una disperazione. E seppellire gli estranei un'arte.
L'arte in cui eccelle Walter Veltroni non è, come si crede, la politica e neppure, come crede lui, la letteratura. Ma il lamento funebre sui Grandi d'Italia. Le esternazioni mortuarie per gli addii intellettuali. Le condoglianze, via Ansa, ai figli degli uomini, ma anche delle donne, illustri. Nessuno li sa seppellire come lui.

Nessuno come Walter Veltroni, uomo di private passioni intellettuali ma ancor più di necessarie relazioni pubbliche, si distingue per abilità, tempismo e varietà di toni nel portare il lutto mediatico per la scomparsa - sempre «prematura» e «incolmabile» - di un insigne rappresentante del mondo della cultura o della società civile.

Comunista di formazione ma di scuola democristiana, intellettualmente laico ma di indole pretesca, Walter Veltroni è un perfetto maestro di cerimonie, funebri. Un sacerdote pubblico del compianto culturale. Una primadonna della prefica letteraria. Un maestro del cordoglio artistico.

Nulla sfugge alla commozione di Veltroni. Il più veloce e il più presente sulla scena mediatica italiana. Da un controllo incrociato nell'archivio dell'Ansa relativo all'ultimo anno, da agosto 2012 ad agosto 2013, nessun altro personaggio pubblico, anche più della stessa figura istituzionale del presidente della Repubblica, compare con la medesima frequenza e puntualità di Veltroni nel rilasciare una dichiarazione di cordoglio per qualche Grande della Patria appena scomparso.

Morto Luciano Barca, Veltroni: «Uomo di idee forti». Morto Ugo Riccarelli, Veltroni: «Uno scrittore sapiente». Morto Vincenzo Cerami, Veltroni: «Un amico e un grande scrittore». Morta vedova Borsellino, Veltroni: «Donna straordinaria». Morto Ugo Vetere, Veltroni: «Sindaco importante e uomo coraggioso». Morto Antonio Manganelli, Veltroni: «Il Paese perde un numero uno». Morta Mariangela Melato, Veltroni: «Una grande artista fra dramma e commedia». Morto Luigi Spaventa, Veltroni: «Un economista coraggioso e un uomo colto». Morta Rita Levi Montalcini, Veltroni: «Donna forte e coerente». Morta Gae Aulenti, Veltroni: «Donna sensibile che lascia traccia profonda». Morto Shlomo Venezia, Veltroni: «Scompare un testimone dell'orrore». Morto Pierluigi Vigna, Veltroni: «Un magistrato rigoroso, il Paese gli deve molto». Morto Roberto Roversi, Veltroni: «Un intellettuale raro, dura perdita per la cultura». Morto Piero Farulli, Veltroni: «Un enorme perdita per la musica, il suo insegnamento continuerà». Morto il cardinale Martini, Veltroni: «Uomo di profonda ispirazione religiosa e di infinita cultura». Morto Italo Solera, Veltroni: «Un grande urbanista, le sue idee rimarranno vive»... Benediteci Gesù, Giuseppe e Maria, adesso e nell'ora della nostra agonia.

Sgomento nell'apprendere «con grande dolore» la notizia della morte del caro estinto, tempestivo nel piangere la scomparsa, puntuale nel ricordarne la «grande passione», elegante nel sottolinearne i meriti «profondi», commosso nell'esprimere il cordoglio alla famiglia, emozionato nel rammentare i momenti di «collaborazione», orgoglioso nel ricordare gli incontri, fiero ne segnalarne il luminoso esempio alle generazioni future, Walter Veltroni è l'officiante esemplare del rito pubblico delle esequie vip.

Veltroni lo hanno sempre raffigurato, nella satira, in forma di bruco. Ma nel dramma, è un coccodrillo straordinario.
Un rappresentante esemplare del Pci: preghiere, commozione, insegnamenti. Le prime si spendono, la seconda si trattiene a stento, gli ultimi si preservano.

Naturalmente predisposto a partecipare al dolore altrui, provvisto di una capacità non comune nella scelta dei tempi e dei modi dell'esternazione, e fornito - va detto - di un eccellente portavoce e diversi ghostwriter, Walter Veltroni tra Prima, Seconda e attuale Repubblica ha tumulato con talento e mestiere (meglio e prima di tutti gli onorevoli colleghi), decine, centinaia, migliaia di italiani illustri. Senza mai dimenticare un minore, senza sbagliare una citazione, calibrando ogni aggettivo, rispettando le diverse sensibilità, scegliendo sempre la parola giusta, il ricordo pertinente, l'opera più simbolica. Con un ampio ventaglio retorico e un altissimo grado d'aggettivazione, in cui spicca una malcelata predilezione per «forte», «coraggioso», «toccante».

Lasciato con un commosso addio il Parlamento e dedicatosi esclusivamente alla scrittura, e in particolare alla narrativa - campo in cui già spiccano titoli dolorosissimi come "L'inizio del buio", sulla tragedia di Alfredino Rampi, o "Quando cade l'acrobata, entrano i clown", sulla tragedia dell'Heysel - Walter Veltroni, pur libero dai doveri di rappresentanza, non ha diradato le proprie partecipazioni. Anzi. E se mai ciò dovesse avvenire, come direbbe - lapidario - lui stesso: «Ci mancherà».

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Scienza / Re:Relazioni di coppia
« il: Settembre 01, 2013, 16:44:30 »
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Col tempo possono cambiare le nostre opinioni, i nostri sentimenti.
 
La persona che siamo a 60 anni non è uguale a quella che eravamo a 50, a 30 o a 20. Ne deriva che ciò che ci aveva avvicinato  e legato al/la partner è cambiato.

Evolviamo senza accorgercene e può anche succedere che, ad un certo punto, non si stia più bene insieme con la persona scelta tanto tempo fa.

La vita quotidiana può affievolire i sentimenti, smitizzare il compagno, la compagna. L’ordinario subentra allo straordinario, la routine all’imprevedibile, la monotonia al dinamismo. L’amore languisce, la relazione vacilla, la felicità si dilegua, e se i partner non cercano di conservare e ravvivare l’amore si può giungere all’infedeltà per reazione contro la monotonia, contro la routine sessuale ed il logoramento del desiderio.

Avere l’amante non è una fatalità ma una scelta.

“Vivamus, mea Lesbia, atque amemus
” (=”viviamo, mia Lesbia, e amiamoci”) è il primo verso del quinto dei carmina di Catullo. Il poeta invita a godere i piaceri e l’amore che la vita concede.

Ogni individuo ha una propria opinione dell’amore, perciò c’è chi crede di riuscire ad “amare” coniuge ed amante, specie se ognuno dei due completa le carenze dell’altro.

“Soles duabus sellis sedere” dicevano i Latini per indicare chi tendeva a voler star seduto su due scranni o sedili. Equivale al nostro detto “Tenere un piede in due scarpe”, oppure in due staffe. Un’altra versione dice: “Tenere due piedi in una scarpa”. Il significato può sembrare uguale, però dire “tenere un piede in due scarpe” è diverso dall’affermare “tenere due piedi in una scarpa”.

Nel primo caso il piede, in senso metaforico, potrebbe essere della persona che per indecisione si libra in modo altalenante tra due diverse relazioni sentimentali; nel secondo caso, la scarpa rappresenta l’incertezza dell’individuo che vive le due storie parallele e tenta di far stare i piedi (metafora delle due alternative) nello stesso spazio. E ciò è impossibile.
Spesso si rimane sul bilico perché non si è contenti né del coniuge né dell’amante. Ma più si sta sul bilico più non si sa chi scegliere.

Sono frequenti i casi di titubanza. Non si vuol lasciare il coniuge e neanche l’amante. Si vuol bene ad entrambi, ed essere costretti ad una scelta crea lacerazioni sentimentali. Non riuscire a decidersi chi scegliere, non avere il coraggio di rinunciare né all’una né all’altra conduce ad una sgradevole fase di stallo, causata anche dall’insoddisfazione verso il coniuge e la non completa soddisfazione delle caratteristiche dell’amante.

Un mio amico desidera tornare a vivere con la moglie ma gli dispiace lasciare la cosiddetta “amante”. Questa è separata ed ha percepito il suo desiderio di voler tornare dalla consorte. Anche lui è “forzatamente separato”, perché la separazione l’ha voluta la moglie, dopo aver scoperto il tradimento.

L'amante cerca di farlo desistere, vuole che  lui viva con lei e non con la moglie. Lui tentenna. Vorrebbe che la moglie lo incoraggiasse a tornare a casa, vorrebbe che un intermediario dicesse all’amante che è finita, di non cercarlo più. Lui non ha il coraggio di dirle tali parole. E’ un buono e gli dispiace molto farla soffrire. Eppure ha già fatto disperare la moglie quando lei ha scoperto la tresca. Perché ora questa indecisione nello scegliere ? Da cosa dipende ? Purtroppo per lui le due donne vivono in due diverse città e molto distanti, inoltre, la cultura corrente e la mentalità femminile non gli consentono  il "triangolo", perciò prima o poi dovrà scegliere. Una delle due donne dovrà piangere. O forse piangerà lui, rimanendo senza moglie ed amante.

Anche se non è facile si deve trovare la forza per uscire dall’ambiguità. Lasciandosi guidare dall’amore si può riuscire a concludere una delle due storie parallele, accettando ciò che verrà, nel bene e nel male.

Gli ho consigliato l’introspezione, la meditazione,  il cosiddetto “esame di coscienza”, l’isolamento per un periodo di tempo per capire, se ci riesce,  chi delle due donne è fondamentale  per lui, con quale delle due vuol vivere per il resto della sua vita. Ma forse gli è rimasta una sola opzione: la moglie non vuole più vederlo.

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Scienza / Re:Relazioni di coppia
« il: Agosto 31, 2013, 10:47:27 »
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Nessuno può affermare che non gli capiterà mai l’infedeltà, sia che la subisca sia che ne sia responsabile.

In questi anni l’aspettativa di vita si è allungata e sposarsi o convivere significa ipotecare molto tempo. E’ possibile dedicarsi a lungo ad un amore esclusivo ? Certamente si ! Ma l’infedeltà è spesso non la causa bensì l’esito di una crisi nella coppia, perciò occorre capire perché si tradisce.

Nella persona tradita l’adulterio infrange il sogno di essere amata  in modo esclusivo fino alla morte. E scoprire che il/la partner  è infedele  dà molto dolore; spesso le conseguenze sono gravi: malattie psicosomatiche, depressione, ed anche violenza.

Cosa rimane del grido degli amanti: “Ti amerò per sempre, amerò soltanto te” ?

Col tempo il sentimento d’amore può affievolirsi, come il colore sui muri perimetrali esterni di una casa. Può rimanere l’affetto, ma non è sempre sufficiente per rimanere fedeli.

Per ravvivare la relazione, se se ne ha voglia e la capacità, si deve migliorare la comunicazione ed il piacere di stare insieme. Bisogna agire come quando si alimenta il fuoco nel caminetto, altrimenti si rischia l’apatica convivenza o l’adulterio.

Nelle coppie sposate da molti anni le fantasie di tradimento sono spesso una reazione all'abitudinario rapporto di coppia, con scarsi rapporti sessuali perché considerati ripetitivi.

Immaginare un' avventura extramatrimoniale indica la voglia di recuperare la propria individualità, il desiderio di nuove emozioni legate all' amore. Un esempio è Nora, la protagonista del testo teatrale “Casa di bambole”, scritto nel 1879  dal poeta e drammaturgo norvegese Henrik  Ibsen per criticare i tradizionali ruoli dell’uomo e della donna nell’ambito del matrimonio nella cosiddetta epoca vittoriana, in cui il legame era considerato sacro e l'abbandono del marito da parte della moglie era inconcepibile ed inaccettabile.

La vicenda drammatica di Nora non è soltanto una polemica sulla condizione femminile del 19/esimo secolo, ma rappresenta anche la testimonianza del suo anelito alla libertà, della sua aspirazione a voler diventare una donna autonoma, perciò dice al marito: "Credo di essere prima di tutto una creatura umana, come te...o meglio, voglio tentare di divenirlo.”

Sono naturali le "pulsioni adulterine” quando s’incontra lo sguardo di una persona attraente o che ci considera attraente, ma l’incontro finisce con lo sguardo. Se invece quell’immagine persevera nella mente cosa fare ? Convivere è una scelta consapevole.

Perché l’individuo in nome del principio della fedeltà dovrebbe costringersi a restare insoddisfatto ? Se è troppo frustrato e la relazione coniugale non lo soddisfa più, nulla lo obbliga a proseguirla.

Molti pensano che la sola fedeltà che si è tenuti a riconoscere è quella verso se stessi e che si possono amare due partner, anche se in modi diversi.  Essi dicono che quando uno ha un nuovo amico o una nuova amica, non smette di voler bene agli altri amici. Si, è vero,  però bisogna mettersi d’accordo sul significato della parola amore.

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