Autore Topic: Cointreau  (Letto 940 volte)

overseadreams

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Cointreau
« il: Settembre 19, 2012, 12:31:18 »
    “Madames et messieurs bienvenues à l'aeroport Menara de Marrackech”.
     L'altoparlante ripeteva i saluti in francese e arabo oltre a vari consigli sulla sicurezza nonché la direzione da seguire per i controlli prima di uscire dall'aeroporto.
     A mezzanotte e trenta, dopo 4 ore di volo e dopo aver lavorato tutto il giorno prima di partire non si è perfettamente in forma e io mi lasciai trascinare dalla corrente fino a ritrovarmi nell'ampia sala moderna si, ma con numerosi tratti tipici arabi come intere famiglie che bivaccavano in alcuni angoli, colori accostati con gusti dubbi per un italiano, odori a cui avrei fatto bene ad abituarmi quanto prima, edicole chiuse, bar spogli e altra gente non del posto spaesata come me. Ero al mio primo viaggio come accompagnatore turistico e l'emozione giocava sicuramente la sua parte ma era una prova che avrei fatto bene a superare brillantemente visto che avevo gli occhi puntati addosso....In una delle tasche trovai  l'appunto che mi serviva per arrivare all' hotel e mi diressi verso i taxi che si intravedevano parcheggiati fuori. In fila aspettando il turno notai altre famiglie sedute per terra che aspettavano un volo in partenza o magari un parente in arrivo...chissà, un branco di cani addormentati anche loro in attesa di qualcosa e una ragazza che mi parve europea seduta sulla valigia con una espressione sconsolata. Pensai qualcosa che adesso non ricordo bene ma la mia attenzione fu richiesta dal conducente del mio taxi che mi chiamava e salii senza pensarci troppo. Era tardi e domani mattina sarei dovuto tornare in aeroporto per accogliere il gruppo in arrivo dall'Italia.
     Infatti alle 10,00 ero nuovamente sul posto e, in attesa del gruppo rividi la ragazza della sera prima che era appoggiata sulla propria valigia; sembrava dormisse. Incuriosito andai verso di lei e vidi che era sveglia e mi guardò senza dire parole.
     “ Need something”? - provai con l'inglese,
     “ Bonjour” - tirai fuori tutto il mio charme francese..
     “Que pasa”? - sicuramente vado meglio con lo spagnolo.
     “ Posso fare qualcosa”? - non si sa mai magari è italiana...
Lei si raddrizzò e dopo avermi squadrato rispose:
     “Yes, I lost my passport and all my money and now I'm locked here”.
      “So you can call for your Embassy”.
      “Yes but Embassy is in Rabat and I can't leave this area”.
Era una situazione complicata ma non potevo fare niente per lei dal punto di vista del passaporto ma le diedi un po di denaro per comprarsi da mangiare in attesa che arrivassero le autorità americane da Rabat a risolvere la situazione. I miei clienti arrivarono, salutai Maria augurandole buona fortuna e portai il gruppo al bus che ci aspettava fuori.


La Mamounia è sicuramente il miglior hotel di Marrakech. Stile arabo con i tipici giardini interni, zampilli di acqua e un arredamento raffinato con giochi di luci ed ombre, stanzette riservate e una buona cucina. Distribuii le chiavi lasciando che il gruppo prendesse possesso delle camere dando loro appuntamento alle 13,00 e rimanendo in attesa del gruppo francese con il quale ci saremmo uniti per il tour del sud la cui partenza era prevista per il giorno seguente. Cercavo di capire chi potesse essere la guida che ci avrebbe accompagnato e scrutavo ogni individuo transitasse nei miei paraggi ma niente. Quello? No, non ha l'aspetto di una persona istruita.....quell'altro con i baffetti alla turca? Potrebbe essere, si...magari  è lui. No, aspettava quella donna....Dopo pochi minuti rinunciai a capire e, come spesso avviene in questi casi, la persona arrivò dopo pochi minuti:  “Bonjour Bruno, je suis Colette avec le group française”. Colette Raiani, madre francese e padre marocchino, una delle tanti unioni dovute al colonialismo francese del secolo XIX° della regione nord ovest dell'Africa.... Colette poteva avere circa 10 anni più di me e quindi era sui 32 e sicuramente con molta più esperienza. Passò subito ai discorsi di lavoro senza intrattenersi troppo sul personale e quindi stabilimmo l'orario della visita di Marrakech.
Ogni giorno verso le ore 17,00 in piazza Jamal El Fnaa si rinnova il fascino di questa città. Lentamente si montano bancarelle, arrivano i primi venditori e prima del calar del sole una folla immensa riempie la piazza circondata da case in mattoni rossi spesso con tappeti messi al sole che colorano ancora di più il paesaggio impreziosito da alte palme e da un cielo che tende progressivamente al blu intenso. Molti dei terrazzi delle case che circondano la piazza sono diventate sale da tè dove una moltitudine di turisti assiste dall'alto all'animarsi serale della piazza. Intanto giù sono già pronti i venditori di lumache che vengono servite in tazze piene di brodo e la gente mangia i molluschi e beve poi il brodino...incantatori di serpenti fanno muovere cobra e altre specie pericolose maneggiandoli con fare sicuro; cantastorie, saltimbanchi, giocolieri e  scimmie ammaestrate si contendono l'attenzione della gente locale e soprattutto dei turisti sperando in qualche mancia mentre sparsi qua e la si vedono piccoli banchi con denti e dentiere (si, avete letto bene) acquistabili liberamente dopo averle provate, naturalmente. Altrimenti la rimetti a posto. Tutto questo e altro è il cuore di Marrakech e la serata passò così, con i clienti a girare per il suk che si trova nelle stradine intorno alla piazza e io e Colette a bere un tè parlando del nostro lavoro e cercando di conoscerci meglio visto che avremmo dovuto passare una settimana insieme. Ma il vero viaggio cominciava domani....
Sveglia di buon mattino, robusta colazione e quindi pronti alle 8,00 sul bus che ci avrebbe portati a Ouarzazate. Oltre tre ore facendo sali e e scendi sulle ultime propaggini meridionali dei monti dell'Atlante fino a scavalcare una cresta e ritrovarci nel versante orientale; quello che guarda il deserto.
Da questo punto, guardando verso est, quattromila km di sabbia ci separavano dal Nilo, in Egitto. Tutto il Sahara. Ma noi ne avremmo percorso solo una minuscola parte che comunque ci avrebbe impegnati per una settimana.....
Oaurzazate è una città particolare. Intanto la vedi spuntare improvvisamente in mezzo al giallo-ocra della sabbia e delle rocce; si vede un “nido” di verde e una volta arrivati ci si trova tra splendide costruzioni in mattoni rossi condite con palme e l'immancabile cielo azzurro. Ouarzazate è stata in parte ricostruita per essere usata come scenario di molti film storici (Il Gladiatore, Il tè nel deserto...) e quindi sembra davvero di rivivere le atmosfere del tempo anche se la città non è poi molto vecchia essendo stata fondata durante il periodo coloniale francese. Ma è comunque di grande impatto scenografico.
Fino adesso il viaggio era stato paragonabile a un qualsiasi viaggio in qualsiasi parte del mondo. Hotel e bus confortevoli, cibo internazionale e strade asfaltate ma già da domani tutto sarebbe cambiato.
La mattina continuammo ancora con il bus fino alle Gole di Todra dove immense rocce rosse fanno da cornice ad un fiume dalle acque freschissime. Visitammo una casa tipica del posto costruita a secco con le pietre rosse. Stanze grandi ma abbastanza vuote; solo tappeti e divani e poi si usciva in un cortiletto interno dove c'era una stanza con tre pareti che rimaneva quindi aperta su questo cortile. All'interno della stanza c'era una ragazza intenta a lavare del pentolame in un fosso che, osservando con attenzione, veniva riempito da un flusso di acqua proveniente dal fiume e poi usciva dalla parte opposta della stanza. Acqua corrente nel vero senso della parola. Mi venne spontaneo chiedere “Mais l'eau c'est froid”? Serio.
E lei mi rispose: “Oui, c'est très froid”. Sorridendo.
La tradizione impone che la padrona di casa prepari un tè per ogni ospite e questi deve accettare per non rifiutare l'ospitalità. Molti di noi, comunque, soprattutto gli italiani, non lo presero mentre i francesi accettarono in massa....
Da quel momento avremmo abbandonato il bus per continuare per altri 300 km con auto fuoristrada fino a quando, il giorno seguente, avremmo lasciato anche quelle. Arrivammo quindi a Zagora a pochi km dal confine con l' Algeria dove finivano le montagne e cominciava il vero e proprio deserto. Già si notava il livello dell'hotel per niente paragonabile a quello di Ouarzazate per non parlare con La Mamounia di Marrakech...ma il viaggio consisteva proprio in questo: vivere i prossimi 5 giorni in armonia con la gente, con le loro tradizioni e con i mezzi di trasporto del posto.


FINE prima parte.
« Ultima modifica: Settembre 19, 2012, 18:51:41 da overseadreams »

presenza

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Re:Cointreau
« Risposta #1 il: Settembre 19, 2012, 16:31:34 »
Un viaggio è sempre un'avventura. Credo che chi viaggia molto finisce per abbracciare una filosofia di vita che lo distanzia da chi, al contrario, è fermo per gran parte del tempo nella stessa città.
E la ricchezza di ciò che si vede e si sperimenta, è un bagaglio che si porta sempre con sé.

E grazie alla tua ricchezza, e alla bontà di raccontarla per condividerla, sono stata in questo tuo viaggio, adesso e tanto per cominciare...

ninag

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Re:Cointreau
« Risposta #2 il: Ottobre 13, 2012, 22:48:34 »
Che bello questo racconto, sa di profumo d'africa :rose: ))

nihil

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Re:Cointreau
« Risposta #3 il: Ottobre 14, 2012, 07:32:26 »
profumo di avventura in un mondo vicino a noi ma tanto diverso. Sono stata una volta a Tangeri, ma devo dire che quasi ho avuto paura, giravamo circondati dalla polizia che ci proteggeva anche da rapimenti vari, continuavano a contarci. La cosa era così poco rassicurante che non mi sono goduta molto la gita.  ;)

ziaci

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Re:Cointreau
« Risposta #4 il: Ottobre 15, 2012, 23:17:32 »
Che bello! Non vedo l'ora che il viaggio continui :rose:
acrobata del tempo, sospesa a mezz'aria, senza rete sto.
C.