Autore Topic: Il palcoscenico della vita  (Letto 534 volte)

Nuvolone

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Il palcoscenico della vita
« il: Aprile 22, 2013, 14:18:59 »
La vita è un palcoscenico e noi siamo gli attori: peccato che non siamo noi stessi a sceglierci il ruolo da recitare.



Nuvola

piccolofi

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Re:Il palcoscenico della vita
« Risposta #1 il: Aprile 23, 2013, 16:59:17 »

E chi lo sceglie questo ruolo?  Il destino?
Stai tranquilla che in parte lo scegliamo noi : non la nostra vita, quella e' in buona parte sottratta
al nostro personale timone, ma il ruolo...
Io dico che la responsabilita' del ruolo che impersoniamo e' anche nostra.
Certo, quanto sia nostra e quanto non nostra varia da persona a persona, da storia a storia.

Faber

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Re:Il palcoscenico della vita
« Risposta #2 il: Aprile 24, 2013, 14:56:49 »
Si, hai ragione quando dici che siamo attori di una rappresentazione che va in scena su di un'immenso palcoscenico (quest'ultimo lo aggiungo io), il mondo.

Tuttavia, penso anche che il ruolo ce lo costruiamo noi, durante il corso della vita.
Lo facciamo attraverso le scelte che operiamo (attraverso il libero arbitrio, che anche la religione cattolico-romana ci riconosce) in ogni momento della nostra esistenza.

Ma, forse, il tuo pensiero vuole essere più profondo e sottile...quindi, aiutami a capire... :)
"Tutte le anime sono immortali. Ma le anime dei giusti sono immortali e divine" Socrate

L'uomo non può creare nessuna opera che sopravviva ad un libro

Nuvolone

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Re:Il palcoscenico della vita
« Risposta #3 il: Aprile 24, 2013, 18:25:42 »
Faber, non credo sia tanto difficile da capire, se si vuole.
Oggi va di moda non credere più nel destino: ognuno è arbitro di sé stesso, ognuno è dio di sé stesso, tutto o quasi, dipende da noi. E come mai c’è tanta infelicità?
In realtà le nostre scelte sono molto limitate e rientrano tutte in uno spazio molto più ampio di esistenza che non possiamo modificare: non scegliamo noi di nascere, né come, né  dove; non ci scegliamo i genitori; non scegliamo gli altri membri della famiglia; non ci scegliamo il patrimonio genetico che ci porteremo sempre con noi e che determinerà molto del nostro destino: bellezza, intelligenza, temperamento, eventuali lacune o disturbi psichici, altre malattie.
Un’altra buona fetta di circostanze che determineranno quello che sarà il nostro “ruolo” nel mondo è dato, specialmente nei primi anni di vita, ma anche per tutta l’adolescenza, dall’ambiente in cui si nasce e si cresce, in primo luogo dalla famiglia. Sarà quest’altra base a decidere, volente o nolente, se sviluppare le eventuali risorse  positive che fortunatamente possiederà l’individuo, oppure contribuire a distruggerlo o penalizzarlo ulteriormente. 
Quando si arriva ad una buona maturità o indipendenza anche psicologica tale da poter prendere in mano la propria vita si saranno raggiunti almeno i 30, 40 anni e, ammesso che, comunque, la persona abbia un minimo di capacità di migliorare la propria esistenza e togliendo il tempo necessario per “tentare” di migliorarla (perché non sempre si riesce), cosa rimane ? Nel frattempo il tuo ruolo l’hai già recitato e molto del passato continuerà ad influenzare il resto della vita.
« Ultima modifica: Aprile 24, 2013, 19:34:42 da Nuvola... »

Faber

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Re:Il palcoscenico della vita
« Risposta #4 il: Aprile 24, 2013, 19:04:03 »
Faber, non credo sia tanto difficile da capire, se si vuole.
Oggi va di moda non credere più nel destino: ognuno è arbitro di sé stesso, ognuno è dio di sé stesso, tutto o quasi, dipende da noi. E come mai c’è tanta infelicità?
In realtà le nostre scelte sono molto limitate e rientrano tutte in uno spazio molto più ampio di esistenza che non possiamo modificare: non scegliamo noi di nascere, né come, né  dove; non ci scegliamo i genitori; non scegliamo gli altri membri della famiglia; non ci scegliamo il patrimonio genetico che ci porteremo sempre con noi e che determinerà molto del nostro destino: bellezza, intelligenza, temperamento, eventuali lacune o disturbi psichici, altre malattie.
Un’altra buona fetta di circostanze che determineranno quello che sarà il nostro “ruolo” nel mondo è dato, specialmente nei primi anni di vita, ma anche per tutta l’adolescenza, dall’ambiente in cui si nasce e si cresce, in primo luogo dalla famiglia. Sarà quest’altra base a decidere, volente o nolente, se sviluppare le eventuali risorse  positive che fortunatamente possiederà l’individuo, oppure contribuire a distruggerlo o penalizzarlo ulteriormente. 
Quando si arriva ad una buona maturità o indipendenza anche psicologica tale da poter prendere in mano la propria vita si saranno raggiunti almeno i 30, 40 anni e, ammesso che, comunque, la persona abbia un minimo di capacità di migliorare la propria esistenza e togliendo il tempo necessario per “tentare” di migliorarla (perché non sempre si riesce), cosa rimane ? Nel frattempo il tuo ruolo l’hai già recitato e molto del passato continuerà ad influenzare il resto della vita.
Ora tutto mi è più chiaro. Grazie per avermi aiutato a comprendere e a comprenderTi, un po' di più. :)
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Nuvolone

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Re:Il palcoscenico della vita
« Risposta #5 il: Aprile 24, 2013, 19:43:32 »
Non è che si comprende me,  è la vita che è così, se si vuol essere sinceri fino in fondo.

nihil

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Re:Il palcoscenico della vita
« Risposta #6 il: Aprile 25, 2013, 10:04:51 »
sono parzialmente in disaccordo. La parte ci è già assegnata? sì, ma siamo noi a decidere come recitarla.