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I Cattolici all'origine della scienza moderna

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Rossy:
L’origine della scienza sperimentale moderna  è essenzialmente offerta da uomini religiosi, profondamente religiosi; uomini per i quali studiare la natura altro non è che cercare di leggere il libro scritto dal Creatore, andare alla ricerca delle sue tracce, delle sue orme. Senza nessuna presunzione di possedere ogni verità, di ridurre la causa prima alle cause seconde, di trasformare la scienza sperimentale in una fede, di farne una metafisica onnicomprensiva.

Tutti conoscono il nome del monaco cattolico Gregor Mendel, padre della genetica; solo alcuni sanno che Niccolò Stenone, vescovo e beato, ha posto le basi della moderna geologia; pochi hanno presente, invece, che tanti altri ecclesiastici cattolici  (e qualche pastore protestante, ma nessun imam, nessun rabbino, nessuno sciamano, nessun bramino indù, nessun monaco buddhista…)  sono stati all’origine di svariati campi dell’indagine scientifica.

Così è stato per Keplero, Newton, Maxwell, Volta, Planck, e per tantissimi altri giganti del pensiero scientifico. Così è stato anche per numerosi sacerdoti che hanno contribuito con il loro lavoro alla nascita della citologia, della biologia, della genetica, della cristallografia, della geologia, dell’astronomia. Dal canonico Niccolò Copernico, padre dell’eliocentrismo al terziario francescano Luigi Galvani, scopritore dell’elettricità biologica, da don Georges Lemaître, padre del Big Bang a sacerdoti-scienziati quasi del tutto dimenticati, come l’Abbé René Just Haüy, padre Corti, padre Venturi, padre Bertelli.
Scoperte scientifiche e fede religiosa, nel tentativo di rendere conto, in minima parte, del fecondo rapporto esistente nella Storia tra fede e ragione.

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