Autore Topic: 1 Febbraio: Giornata mondiale del velo  (Letto 1672 volte)

Doxa

  • Muhuhuhu
  • *
  • Post: 2667
  • Karma: +37/-15
    • Mostra profilo
1 Febbraio: Giornata mondiale del velo
« il: Febbraio 01, 2016, 17:21:32 »
Oggi, 1 febbraio, si svolge  la quarta edizione del World Hijab Day (Giornata mondiale del velo)  una giornata in cui le donne di 116 paesi – musulmane e non – indossano il velo.  Nell’intenzione della fondatrice Nazma Khan, nata in Bangladesh e a undici anni emigrata a New York, l’obiettivo è dimostrare che il velo è una libera scelta, il simbolo di una tradizione e di un credo che chiede alle donne di essere modeste.

Bruno Nassim Aboudrar,
docente di filosofia estetica all’Università Paris 3-Sorbonne Nouvelle, nel suo saggio “Come il velo è diventato musulmano” evidenzia i malintesi che si sono sedimentati intorno alla millenaria usanza di nascondere il volto delle donne. Il velo non nasce musulmano ma lo diventa. Il Corano lo menziona appena. Ed aggiunge: il velo “per molte donne è uno strumento di coercizione quando diventa obbligatorio e il suo uso sorvegliato scrupolosamente da milizie maschili”. […] In ogni caso occorre fare una riflessione sul tipo di velo perché il foulard non è il burqa. Al tempo stesso, non dobbiamo però minimizzare la portata di un fenomeno che conduce a manifestare le proprie convinzioni religiose negli spazi pubblici regolati, com’è il caso in Europa, da norme contraddistinte dalla laicità”.

La giornalista, scrittrice e docente universitaria Farian Sabahi ha intervistato il professor Aboudrar ed ha scritto un articolo per il settimanale “Io Donna” del Corriere della Sera, del quale cito alcune parti: 

Sabahi:  “La casa di moda italiana Dolce e Gabbana sta promuovendo una collezione per le donne degli Emirati e dintorni…”

Aboudrar : “È nella natura del business cercare di fare profitti là dove c’è denaro. È quindi del tutto normale che Dolce e Gabbana vesta le ricche musulmane del Golfo. Resta da vedere quali saranno le reazioni delle militanti musulmane e dei leader religiosi che sostengono la causa del velo: sono loro ad avere tutto da perdere da una banalizzazione del velo musulmano a causa della moda e della frivolezza delle paillettes”.

Sabahi:” Lei che cosa pensa del velo?”

Aboudrar: “Nato a Parigi da madre francese e padre marocchino, non ho ricevuto un’educazione religiosa. Sono ateo e laico, mi diverte tutto ciò che può contribuire a togliere al velo le sue connotazioni bigotte”.

Sabahi: “Veniamo al suo libro Come il velo è diventato musulmano: che percorso ha fatto il velo prima di arrivare all’Islam?”

Aboudrar: “Dal punto di vista religioso, il velo è cristiano. A introdurlo è San Paolo: nella prima Lettera ai Corinzi egli afferma che per pregare le donne devono coprirsi con un velo, mentre gli uomini devono essere a capo scoperto e quindi con modalità opposte rispetto agli uomini ebrei che devono invece coprirsi il capo per pregare”.

Sabahi: Quale spiegazione dà San Paolo?

Aboudrar: "San Paolo offre una lettura gerarchica della Creazione: la donna dev’essere coperta perché l’uomo è il suo capo, il capo dell’uomo è Cristo e il capo di Cristo è Dio. Di conseguenza i Padri della Chiesa insistono sulla funzione simbolica del velo: indica la sottomissione della donna all’uomo, conformemente alla gerarchia voluta da Dio".

Sabahi: "Tra questi Padri della Chiesa c’è Tertulliano"…

Aboudrar: “Sì, Tertulliano consacra al velo un intero trattato definendolo il “giogo” della donna”.

Sabahi: “Fuori dal mondo cristiano che ruolo aveva, in origine, il velo?”

Aboudrar: “Prima dell’avvento dell’Islam le donne della penisola araba talvolta si velavano. Nel tempio di Bel a Palmira (Siria), che risaliva al II secolo ed è stato distrutto da Daesh, c’era un rilievo con tre donne velate dalla testa ai piedi, una sorta di burqa”.

Sabahi: “E nel Corano?”

Aboudrar: "È menzionato una sola volta e non è legato alla religione: è semplicemente il modo, per le spose dei credenti, per essere riconosciute e rispettate. Velate, le spose dei credenti sono diverse dalle schiave che non hanno il diritto di portare il velo”.

Sabahi: "Quand’è che il velo diventa strumento di sottomissione nell’Islam?"

Aboudrar: “Solo quando l’Islam instaura una cultura che discrimina le donne e le nasconde negli harem. In altri termini, in principio l’hijab non ha alcun significato simbolico religioso. Viene diffuso da quel sistema che discrimina le donne e le nasconde”.

Nel Corano il velo è citato non una ma due volte,  in due sure: nella 24/esima sura si raccomanda alle donne di coprirsi il seno e di non mostrare le caviglie se non davanti al marito, ai familiari e ai servi eunuchi. Nella 33/esima sura si parla delle mogli del profeta Maometto: a loro è opportuno parlare restando dietro a un velo (una tenda?), solo loro non si possono risposare, loro portano il velo per scoraggiare le avances e per farsi riconoscere come donne libere e di rango. Il Corano solo qui invita Maometto a dire alle donne della sua famiglia “e alle donne dei credenti” di velarsi “per distinguersi dalle altre e per evitare che subiscano offese”,  motivi di convivenza civile, senza cenni alla religione. La storia, però, ha deciso diversamente.

Nei paesi musulmani il velo da segno di distinzione è diventato strumento di sottomissione della donna all’uomo, obbligatorio per legge. Paradossalmente, poi, il Novecento ha assistito a due capovolgimenti: dapprima, i tentativi di occidentalizzazione delle colonie, che hanno portato ad abbandonare il velo in Turchia, Iran, Egitto. Poi, invece, la ribellione all’Occidente, il potere dei capi religiosi e la trasformazione del velo (come della barba per l’uomo) in una bandiera dell’ortodossia, della sottomissione, della distinzione dalle donne occidentali. Forse quest’ultimo è il motivo che porta le musulmane di oggi a “scegliere” il velo da ragazzine, come segno di appartenenza alla comunità, con tanta maggior forza se si vive in Europa o negli Stati Uniti. Un certo Islam, infatti, desidera distinguersi da tutte le altre religioni e civiltà, contemporanee o antiche, a qualunque costo.
« Ultima modifica: Febbraio 02, 2016, 08:36:54 da dottorstranamore »

Birik

  • Mucca Cin Cin
  • *
  • Post: 470
  • Karma: +13/-29
    • Mostra profilo
Re:1 Febbraio: Giornata mondiale del velo
« Risposta #1 il: Febbraio 01, 2016, 18:45:21 »
Mi è piaciuto leggerti Strangelove. Ma un'inesattezza salta all'occhio nella parole del professore; quando parla di volto coperto invece di capo coperto. Il volto coperto è il risultato di un integralismo mentre coprire il capo e usare vestiti lunghi e larghi sarebbe( e dico sarebbe) addirittura una forma di femminismo in salsa islamica. Il celarsi agli occhi dell'uomo estraneo una forma di libertà che permette alla donna di poter interloquire con l'uomo senza provocare in lui desiderio. Al di là di ogni giudizio la cosa importante per una persona è sentirsi a proprio agio negli abiti, senza che nulla venga imposto. A tal proposito mi vengono in mente gli uomini blu, i Tuareg, che si coprono il volto mentre le loro donne sfidano la luce del Sahara a viso scoperto.

Doxa

  • Muhuhuhu
  • *
  • Post: 2667
  • Karma: +37/-15
    • Mostra profilo
Re:1 Febbraio: Giornata mondiale del velo
« Risposta #2 il: Febbraio 02, 2016, 12:12:04 »
Bene Birik, allora approfondiamo l’argomento “velatio” leggendo cosa viene attribuito a Paolo di Tarso  e a Tertulliano, citati dal filosofo Bruno Nassim Aboudrar.

La vera prima Lettera ai Corinzi da parte dell'apostolo Paolo andò perduta. La scrisse da Efeso, durante il terzo viaggio missionario, tra il 56 ed il 57. Quella che oggi si chiama "prima lettera ai Corinti" è in realtà la seconda e subì pesanti rimaneggiamenti.

Prendendo a pretesto la questione del velo che le donne si dovevano mettere sul capo durante le funzioni liturgiche, l'interpolatore del testo paolino aggiunse parole mortificanti verso il genere femminile, che Paolo si sarebbe sicuramente risparmiato, perché usufruiva continuamente di assistenza anche da parte di donne da lui convertite. Sono cose peraltro in netto contrasto persino col racconto originario del Genesi, quello in cui uomo e donna venivano posti su un piano di parità.

Nella citata lettera è  "sessista" la frase secondo cui "l'uomo è a immagine e gloria di Dio, mentre la donna è gloria dell'uomo" (11,7); ed anche: "come in tutte le comunità dei fedeli, le donne nelle assemblee tacciano perché non è loro permesso parlare; stiano invece sottomesse, come dice anche la legge" (14,34).
 
L’interpolatore fa anche dire a Paolo che i Corinzi devono conservare le disposizioni da lui date sull'abbigliamento femminile:  “Ogni donna che prega o profetizza senza velo sul capo, manca di riguardo al proprio capo, poiché è lo stesso che se fosse rasata. Se dunque una donna non vuol mettersi il velo, si tagli anche i capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi, allora si copra. L'uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell'uomo. E infatti non l'uomo deriva dalla donna, ma la donna dall'uomo; né l'uomo fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo. Per questo la donna deve portare sul capo un segno dell’autorità a motivo degli angeli. Tuttavia, nel Signore, né la donna è senza l'uomo, né l'uomo è senza la donna; come infatti la donna deriva dall'uomo, così l'uomo ha vita dalla donna; tutto poi proviene da Dio. Giudicate voi stessi: è conveniente che una donna faccia preghiera a Dio col capo scoperto? Non è forse la natura stessa a insegnarci che è indecoroso per l'uomo lasciarsi crescere i capelli, mentre è una gloria per la donna lasciarseli crescere? La chioma le è stata data a guisa di velo” (1 Corinti 11,5-15).

L’excursus “paolino” sul velo servì al cartaginese misogino Tertulliano (155 circa – 230 circa) per argomentare sullo stesso tema.  Questo apologeta cristiano, teologo e moralista, scrisse numerosi saggi, anche su questioni morali. Nel  “De cultu feminarum”  esprime la sua opinione sull’abbigliamento, il trucco, gli ornamenti ed il contegno della donna: “Non sai di essere Eva? In questo modo è ancora operante la sentenza divina contro codesto tuo sesso: è necessario che duri anche la condizione di accusata. Tu sei la porta del diavolo, tu sei la profanatrice dell’albero della vita, tu sei stata la prima a trasgredire la legge divina, tu sei colei che persuase Adamo, colui che il diavolo invece non riuscì a tentare. Tu in modo facile  hai infranto l’uomo immagine di Dio. Per causa tua esiste la morte, anche il Figlio di Dio ha dovuto morire. E tu hai in mente di adornarti con altro che non siano le tuniche che coprono la tua pelle?” (Tertulliano, “De Cultu Foeminarum”; Liber I; Cap. 1))
Nell'episodio del serpente nella Genesi, Tertulliano mostra la più completa svalutazione della figura femminile e, in particolare, proibisce alle donne l'uso dell'ornamento e del trucco. 

Nell’elaborato titolato “De virginibus velandis” Tertulliano sostiene che è dovere delle vergini cristiane velarsi il capo. La donna è pericolosa a causa della sua bellezza e deve trovare rimedio nel velo per nascondere la sua  grazia, inoltre:  “vesti l’armatura del pudore, innalza un muro sul tuo sesso, non lasciare trapelare su di te sguardi maschili.  Il velo deve cominciare dove finisce la veste; le donne cristiane possono imparare da quelle d’Arabia, che sono solite coprirsi non solo il capo ma pure il volto intero. La presenza di Dio nell’anima si deve riconoscere anche nel capo delle donne”. [...]   “Ci giudicheranno le donne pagane dell’Arabia, che non si coprono solo il capo, ma tutto il viso, più contente di poter godere di metà della luce e della visione attraverso l’unico occhio che lasciano scoperto, piuttosto che di prostituire l’intero volto” (17,4).
« Ultima modifica: Febbraio 03, 2016, 16:07:22 da dottorstranamore »

Annabel

  • Mucca Walk
  • *
  • Post: 217
  • Karma: +8/-31
    • Mostra profilo
Re:1 Febbraio: Giornata mondiale del velo
« Risposta #3 il: Febbraio 02, 2016, 13:52:00 »
Birik, più ti leggo e più mi viene da piangere... Una donna che si sente libera solo indossando abiti lunghi e larghi e il velo (cioè il telo islamico)  mi fa paura specie se lo fanno in Europa, è arretrare significativamente la nostra civiltà e mi fa vergognare di appartenere al genere umano e a maggior ragione è vergognoso che lo dica una non musulmana, una donna di cultura cristiana  e laica.

 Quello che scrive il Dottore sull'origine del velo nell'islam  l'avevo già letto qualche anno fa, ma veramente ricordavo che  il velo per le donne come simbolo di distinzione avesse origine nel popolo ebraico.
E ti credo poi che il mezzo sangue marocchino dichiarasse che il velo ha origini cristiane... Ma dice in fondo la verità perché il maomettanesimo nasce scopiazzando la Bibbia ebraica e il Vangelo. Inoltre è risaputo che Maometto prima delle allucinazioni ...hmm...  pardon.... prima delle visioni assurde che ebbe e fondasse la setta (perché una setta era considerata inizialmente) conobbe e fu istruito da un monaco cristiano. Già Dante nella Divina Commedia lo pone nell'Infero tra i seminatori di discordia.
 Per quanto riguarda il Cristianesimo, non l'ha mai detto però Gesù Cristo! E il Cristianesimo si basa essenzialmente sui Vangeli in quanto riportano (o dovrebbero riportare) direttamente gli insegnamenti di Gesù. Ciò che è stato aggiunto nel Nuovo Testamento narra la vita delle primissime comunità cristiane e probabilmente con aggiunte e rimaneggiamenti.

 A me di una  religione interessa vedere la figura e le gesta del fondatore e come poi si sviluppa nei fatti.
Maometto, a mio parere, durante la sua vita dà segni di squilibrio mentale, con a volte sintomi caratteristici della schizofrenia. Fu un sanguinario e pedofilo, i suoi eseguaci dopo la sua morte, peggio di lui. Ho già spiegato in un'altra sezione come nascono dalle società patriarcali le religioni monoteiste e maschiliste dove il peggio del maschio si afferma penalizzando la donna.
Comunque è da notare come per le donne cristiane non si sia mai affermato l'obbligo di portare il velo. Mentre nella tradizione araba già prima dell'affermarsi del maomettanesimo c'era l'usanza di indossare il velo integrale. Al massimo si può pure pensare di indossarlo in una chiesa, in un qualsiasi tempio, per adorare Dio e questo però dovrebbe farlo anche l'uomo, ma le musulmane lo indossano nella vita di tutti i giorni perché imposto dagli uomini e perché lo dice il corano. Le fa sentire libere perché il corpo femminile attrae l'uomo e se dunque non vogliono essere molestate o violentate devono indossare il telo (altro che velo).  Questa è la realtà dei FATTI. Punto

P.S.: I tuareg (in italiano si scrive sena "h")  hanno altre origini, signora Birik, non certo islamica.
« Ultima modifica: Febbraio 03, 2016, 11:55:51 da Annabel »

Birik

  • Mucca Cin Cin
  • *
  • Post: 470
  • Karma: +13/-29
    • Mostra profilo
Re:1 Febbraio: Giornata mondiale del velo
« Risposta #4 il: Febbraio 02, 2016, 14:52:52 »
Pur rispettando le opinioni di tutti trovo che i continui attacchi di Annabel che è poco aperta al dialogo e molto all'intolleranza sminuiscano l'intelligenza di chi la legge. Io cara Annabel proprio perchè ho una cultura laica accetto la diversità purché non intacchi la mia libertà e cerco di comprendere le usanze di tutti i popoli. Per fortuna ho ampia visione del mondo e la diversità non mi spaventa. I Tuareg senza la h come l'ho scritto  sono islamici anche se con qualche reminiscenza animista (informati meglio prima di affermare stupidaggini). L'ignoranza è una brutta bestia.
Tornando a Strangelove  e al rispettoso dialogo (anche se forse la pensiamo diversamente) sul velo, chiedo come mai i Cristiani che hanno adottato l'usanza che da noi è durata, specie nelle isole, fino a quarant'anni fa si sono emancipati e i mussulmani (con due s, preferisco per una questione fonetica) invece sono regrediti e anche in paesi dove il velo non era pratica comune, oggi è ampiamente adottato?
« Ultima modifica: Febbraio 02, 2016, 14:57:48 da Birik »

Doxa

  • Muhuhuhu
  • *
  • Post: 2667
  • Karma: +37/-15
    • Mostra profilo
Re:1 Febbraio: Giornata mondiale del velo
« Risposta #5 il: Febbraio 02, 2016, 16:07:12 »
Citazione
Tornando a Strangelove  e al rispettoso dialogo (anche se forse la pensiamo diversamente) sul velo, chiedo come mai i Cristiani che hanno adottato l'usanza che da noi è durata, specie nelle isole, fino a quarant'anni fa si sono emancipati e i mussulmani (con due s, preferisco per una questione fonetica) invece sono regrediti e anche in paesi dove il velo non era pratica comune, oggi è ampiamente adottato?

Il Codice di diritto canonico del 1917 (Can. 1262 §2) prescriveva alle donne di tenere il capo coperto in chiesa, soprattutto nel momento della comunione. Tale disposizione era fondata su quanto scritto dall’apostolo Paolo nella cosiddetta prima Lettera ai Corinzi nella parte riguardante la velatio.
L’obbligo è scomparso dall’attuale Codice di diritto canonico, promulgato dal pontefice Giovanni Paolo II il 25 gennaio 1983 ed entrato in vigore il 27 novembre dello stesso anno.

Dell’uso del velo per le donne se ne parla nella letteratura persiana, in quella bizantina, in quella greca,  romana, ebraica,  e in quella cristiana.

Antichissimo è il valore simbolico e religioso del velo; attributo di alcune divinità greche e romane, fu anche insegna sacerdotale; infatti nei sacrifici di rito romano l'officiante doveva avere la testa velata. Sono note le statue che rappresentano Cesare Ottaviano Augusto col capo velato mentre officia  come “pontifex maximum. Le vestali durante i sacrifici si coprivano la testa col suffibulum, velo bianco di forma rettangolare.

Gli antichi Romani denominarono “velamen” il velo che copriva le testa.

Le “ricae” o “riculae” e le “palliolae”delle donne romane derivano dall'uso di coprirsi il viso e la testa col lembo della palla: stoffa rettangolare che cntornava il corpo della donna compreso il capo.

Dall’Antico Testamento sappiamo che solo gli uomini israeliti si coprivano la testa, durante la preghiera.

Il cristianesimo conservò al velo la simbologia collegata al sacro. Il velo delle spose cristiane corrispondeva al flammeum delle spose greche, etrusche e romane, simbolo di pudore e di castità.

Nei sarcofagi dei secoli I-III le donne sono rappresentate col velo in testa; solo l'iconografia riguardante  Maria Maddalena appare talvolta a testa scoperta (secoli II e III).

Per quanto riguarda la domanda di Birik sul perché i  “mussulmani (con due s, preferisco per una questione fonetica) invece sono regrediti e anche in paesi dove il velo non era pratica comune, oggi è ampiamente adottato?” La risposta è nell’ultimo capoverso del mio primo post in questo topic: “…la ribellione all’Occidente, il potere dei capi religiosi e la trasformazione del velo (come della barba per l’uomo) in una bandiera dell’ortodossia, della sottomissione, della distinzione dalle donne occidentali. Forse quest’ultimo è il motivo che porta le musulmane di oggi a “scegliere” il velo da ragazzine, come segno di appartenenza alla comunità, con tanta maggior forza se si vive in Europa o negli Stati Uniti. Un certo Islam, infatti, desidera distinguersi da tutte le altre religioni e civiltà, contemporanee o antiche, a qualunque costo”.
« Ultima modifica: Febbraio 02, 2016, 16:12:04 da dottorstranamore »

Birik

  • Mucca Cin Cin
  • *
  • Post: 470
  • Karma: +13/-29
    • Mostra profilo
Re:1 Febbraio: Giornata mondiale del velo
« Risposta #6 il: Febbraio 02, 2016, 20:30:05 »
Dunque il velo come segno di rispetto religioso ma anche civile. Abbiamo visto che nel Cristianesimo il suo uso nacque come forma di sottomissione e inferiorità all'uomo a sua volta inferiore e sottomesso a Dio. Forse le prostitute erano escluse dall'obbligo, Maddalena compresa. Nel Corano allo stesso modo si parla di donna sottomessa, velata, con pochi diritti ecc ecc. Nella tradizione ebraica uguale e, sebbene si raccomandi il rispetto per la moglie, le leggi che regolavano il mantenimento, il fornire cibo ed abiti e il ripudio, erano più o meno simili. D'altronde si tratta di religioni monoteiste sviluppatesi nella stessa area geografica. Un pensiero mi solletica la mente: sarà per bilanciare il potere di dare la vita? Se così fosse sarebbe facile spiegare la necessità di Dio e dell'uomo di mantenere lo stato di sudditanza della donna alla quale doveva essere per forza riconosciuto un potere più grande, quasi divino. Comunque un fatto è certo: le religioni monoteiste sono l'origine del patriarcato e di tutte le regole atte a tenere la donna in uno stato di inferiorità.
Circa il perdurare, anzi l'implementarsi dell'uso del velo nella religione Islamica io ne attribuirei la responsabilità alla colonizzazione di vaste aree nord africane e mediorientali. Infatti risulta che alla fine dell'ottocento nel Magreb, in Libano, Siria e in Iran, la tradizione di coprirsi si stesse affievolendo per poi rafforzarsi con l'arrivo di stranieri a protezione dei loro sguardi. Un pensiero va alla danza del ventre o dei sette veli, dove il velo ha invece il potere seduttivo del vedo-non vedo: antica tradizione mesopotamica legata a riti di fertilità e tutt'ora punto focale nei banchetti matrimoniali.

Annabel

  • Mucca Walk
  • *
  • Post: 217
  • Karma: +8/-31
    • Mostra profilo
Re:1 Febbraio: Giornata mondiale del velo
« Risposta #7 il: Febbraio 03, 2016, 01:38:17 »
Io sarei poco aperta al dialogo? No, non credo proprio, altrimenti non avrei stretto amicizia anche con tanti utenti di Forum e Social (schivavo i social).

Io sarei intollerante? Sì! Sono intollerante con gli intolleranti, quindi verso l'islam, coi beceri, con i sinistroidi,  con chi è accecato da un'ideologia e non sente ragioni, con chi non ha elasticità mentale e vuole avere per forza ragione, dunque con i presuntuosi. 
Soffro di claustrofobia: non posso frequentare menti chiuse.

Quindi... parla per te, non "per chi legge", perché tra quelli che leggono ce ne sono come te o che la pensano come te, ma ci sono lettori molto più in gamba e intelligenti di te, alcuni rispondono, altri no.
Sinceramente avete rotto un pochino le scatole con l'utilizzo costante di termini impropri come: intollerante, razzista, xenofobo, islamofobo ed altre idiozie che contraddistinguono attualmente i sinistri.
Di fatti, ripeto, i Tuareg originariamente non hanno nulla a che fare con l'islam, gli invasori sanguinari islamici arrivarono dopo. Lo so benissimo perché un mio amico tempo fa si interessò a quella cultura.

Tu, Birik, non hai un'ampia visione del mondo, ma sei semplicemente (o prevalentemente) vanitosa e sinistroide. La mia è una cultura e una mentalità molto più ampia in quanto riesco a spaziare (e ne sono affascinata)  dalla fede in Cristo all'ateismo più convincente di Hawking. Sin da ragazza ho sempre preferito un abbigliamento elegante ma non succinto, però ho saputo indossare bikini da mozzafiato. Ho sempre rispettato gli omosessuali, non ho mai avuto particolari pregiudizi verso nessuna categoria di persone. Però ho le mie idee ben definite e ponderate, non mi piacciono i mezzi termini, esprimo schiettamente il mio punto di vista e so prendere posizioni, disprezzo l'ipocrisia e il buonismo, so lottare per ciò in cui credo e non mi piace la diplomazia se serve solo a tener chete le acque quando invece le acque è necessario smuoverle! La cosa a cui tengo di più è la libertà (non nel senso di anarchia)  perciò sono dichiaratamente anti-islam.
E per favore... lasciamo stare il pensiero... “della danza del ventre o dei sette veli, dove il velo ha invece il potere seduttivo del vedo-non vedo: antica tradizione mesopotamica legata a riti di fertilità e tutt'ora punto focale nei banchetti matrimoniali.”  Davvero suggestivo... ma poco c'entra col problema che ci presenta l'islam attuale...
« Ultima modifica: Febbraio 03, 2016, 11:59:47 da Annabel »

Birik

  • Mucca Cin Cin
  • *
  • Post: 470
  • Karma: +13/-29
    • Mostra profilo
Re:1 Febbraio: Giornata mondiale del velo
« Risposta #8 il: Febbraio 03, 2016, 11:24:52 »
I tuareg sono mussulmani e il tuo amico più ignorante di te cara piccola (minor habens) annabel, con la minuscola.
La loro forma societaria è molto diversa da quella dell'Islam classico, le donne hanno molto più potere, posseggono beni, possono ripudiare il marito ecc ecc. Io leggerei qualcosa prima di dire scempiaggini, sempre che tu sia in grado di capire ciò che leggi Ihihihi.

Annabel

  • Mucca Walk
  • *
  • Post: 217
  • Karma: +8/-31
    • Mostra profilo
Re:1 Febbraio: Giornata mondiale del velo
« Risposta #9 il: Febbraio 03, 2016, 12:11:17 »
Sei fissata coi tuareg perché nella tua profonda mancanza di dignità di femmina sinistoide che nega la verità e l'evidenza, vorresti dimostrare che ci sono maomettani con mentalità più libera. Povera donna. Non mi fate neanche più pena perché la sinistra sta per crollare e spero che paghi amaramente come merita. Questo mio lamico, laureato, ateo e pure anticlericale, affascinato dalle culture minoritarie si è interessato tanto anche dei pellirosse, sarebbe ignorante? Pezzo di "sinistra" che sa solo insultare quando sa di avere torto e oltretutto poi fingendo di dialogare col Dottore ripete molte cose che io ho scritto precedentemente. Roba da matti...
« Ultima modifica: Febbraio 03, 2016, 13:12:40 da Annabel »

Birik

  • Mucca Cin Cin
  • *
  • Post: 470
  • Karma: +13/-29
    • Mostra profilo
Re:1 Febbraio: Giornata mondiale del velo
« Risposta #10 il: Febbraio 03, 2016, 12:17:13 »
Ti invito Strangelove a non curarti delle nostre esternazioni ma a riprendere in serenità il filo del nostro discorso che suscita il mio interesse.

Annabel

  • Mucca Walk
  • *
  • Post: 217
  • Karma: +8/-31
    • Mostra profilo
Re:1 Febbraio: Giornata mondiale del velo
« Risposta #11 il: Febbraio 03, 2016, 12:31:08 »
l'abbiamo capito che vuoi suscitare l'interesse di qualcuno che ti dia ragione :)  Sei divertente...

Birik

  • Mucca Cin Cin
  • *
  • Post: 470
  • Karma: +13/-29
    • Mostra profilo
Re:1 Febbraio: Giornata mondiale del velo
« Risposta #12 il: Febbraio 03, 2016, 13:22:52 »
Si, io divertente, tu penosa

presenza

  • Visitatore
Re:1 Febbraio: Giornata mondiale del velo
« Risposta #13 il: Febbraio 03, 2016, 16:35:57 »
Gentili signore, in un forum letterario quale è questo, leggere gli interventi come fossero voci di piazza non si addice. Vi chiedo dunque di stare al di sopra delle parti, non scendere in giudizio e non utilizzare etichette di nessun tipo. Se è vero che ognuno è libero di postare argomenti che ritiene interessanti per taglio storico o approfondimento personale, è altrettanto vero che non può considerarli fatti personali. Chiedo la collaborazione dunque per non essere costretta ad eliminare ciò che non è di interesse pubblico.
Grazie

Birik

  • Mucca Cin Cin
  • *
  • Post: 470
  • Karma: +13/-29
    • Mostra profilo
Re:1 Febbraio: Giornata mondiale del velo
« Risposta #14 il: Febbraio 03, 2016, 16:38:30 »
Sono d'accordo nell'eliminazione di tutti i post fra me e Annabel che non riguardino l'argomento iniziale