Autore Topic: Dunque si inizia così  (Letto 2683 volte)

nihil

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Dunque si inizia così
« il: Febbraio 10, 2019, 18:28:16 »

 
 
 
 Janette si sedette sulla panchina in mezzo al piccolo parco cittadino. Le tremavano le gambe, ma non era spaventata.

 Era incredula.
 Lei si sentiva esattamente come mezz’ora prima. Perfettamente in salute, perfettamente viva.
 Il profumo nell’aria era primaverile e dolce di fragranze appena sbocciate.
 I bambini giocavano e ridevano sotto gli sguardi attenti delle mamme nel prato fiorito di margheritine.
 Tutto come mezz’ora prima.
 Il mondo non era cambiato.
 Lei sì.
 Rivide l’infermiera che l’aveva guardata in modo sfuggente e aveva abbassato gli occhi. L’aveva poi rialzati e le aveva detto con voce falsamente sicura:”Il dottore le vuole parlare, ma non si preoccupi, è la prassi.”
 La poverina non voleva avere la responsabilità di farle capire quanto avrebbe saputo da lì a poco.
 “Sì, ho capito, ma piccolo quanto? – chiese al medico ed egli di dilungò in statistiche rassicuranti, prima di affrontare il discorso reale. Intervento, chemio, controlli trimestrali ecc.
 Janette non lo ascoltò con molta attenzione, sapeva già quasi tutto per le esperienze avute da amiche ed era troppo confusa e sbigottita.
 Seduta su quella panchina cercava di considerare tutti gli aspetti della vita che l’aspettava, ma il sentimento predominante era lo stupore. Aveva fatto la mammografia come consigliato dalla prevenzione ma recandosi a prendere la risposta si sentiva sicura. Non aveva considerato che tutte le volte che si va dal medico il responso è un sì o un no.
 Questa volta era stato un sì.
 “Dunque è così che si inizia a morire, senza un avviso, senza un sintomo…ma che differenza farebbe poi. E’ da quando nasciamo che lo sappiamo, solo che è sempre una sorpresa, sembra che a noi non debba mai capitare.
 Osservò una farfalla che volava alla ricerca di un fiore su cui posarsi e poi rinunciò volando via.
 Stranamente la farfalla le sembrò stupenda e tutto ciò che aveva davanti agli occhi assunse il vestito della meraviglia, come di ciò che si vede per l’ultima volta, e si ama come se fosse la prima.
 Pensò poi alla famiglia: come doveva dare la notizia?
 Suo marito aveva sempre detto di voler morire per primo, non poteva pensare di sprofondare nella vecchiaia , solo e alla deriva. Avrebbe dovuto sostenerlo.
 Sua figlia era terrorizzata dalle malattie e stava allattando il bimbo appena nato. Una notizia così avrebbe nuociuto persino all’equilibrio del bimbo.
 Suo figlio, tipo taciturno che nascondeva sempre le sue emozioni, poteva sembrare un duro: in realtà era il più sensibile ed era quello da proteggere maggiormente.
 Janette pensò a quelli che davanti ad una diagnosi così avevano preferito accorciare il percorso e considerò per la prima volta che forse non avevano avuto torto: che senso aveva combattere una battaglia persa in partenza?
 Si trovò a pensare di buttarsi sotto un’auto, ma avrebbe messo nei guai l’automobilista. Prendere barbiturici? Già, ma chi glieli avrebbe dati?
 Buttarsi da un ponte? E la sua famiglia cosa avrebbe pensato? Di certo che era impazzita , ma non voleva lasciare un ricordo così deleterio che inoltre poteva essere letto come un messaggio di sfiducia verso coloro che non se lo meritavano davvero.
 Le si assemblava nella mente tutto l’iter che l’aspettava, poco tempo da vivere e speso tutto in file negli ambulatori. Che fregatura!
 Ma non si potrebbe andarsene , punto e basta?

 Sapeva anche come avrebbero reagito i conoscenti e gli amici: dapprima avrebbero telefonato con affetto e gentilezza , poi avrebbero smesso senza volerlo perché non c’è nessun discorso che si possa inoltrare con chi ha un contratto a termine, o quanto meno diventa imbarazzante anche dire “ oggi è una giornata splendida” perché all’ammalato non appartiene più un presente.

 Diversamente far finta che ci siano anni e anni ancora da vivere può sembrare offensivo o stupido, per cui non sapendo come comportarsi, le persone si sarebbero rivolte prevalentemente a familiari, escludendola innocentemente dalla loro vita.
 Qualcuno, sì, sarebbe venuto a trovarla, fino all’ultimo, mormorando dietro la porta chiusa un sincero: “ Dio mio, in che stato si è ridotta!”
 Le pareva di sapere tutto ciò che sarebbe accaduto, come un film visto e stravisto, ma avrebbe dovuto recitare la sua parte sino in fondo, come tutti. Questa volta era toccato a lei, ma meglio a lei che a qualcuno dei suoi cari.
 La cosa che la preoccupava maggiormente , era dare questo dolore alla sua famiglia.
 “Ca…, non credevo che ci si dovesse sentire responsabili anche della propria morte!”
 Guardò una nuvola passare e istintivamente cercò Dio nel cielo: “ Va bene ragazzo, hai dato le carte, vedrò di giocarle al meglio, anche se non sono mai stata capace di barare. E poi il Dottore ha parlato di percentuali, non ricordo con quali numeri, ma può darsi che mi tocchi quella buona.
Forse addirittura il 50% di possibilità di guarigione: come dire il negativismo positivo che è fratello delle famose divergenze parallele.
 Continuavano a tremarle le gambe e non si azzardava ad avviarsi verso casa, mentre lasciava che i pensieri da forme sfuse si tramutassero in coerenti.

 Fu guardando una mamma che soccorreva il bimbo caduto e piangente che ebbe la sua risposta.
 La morte è pagata con l’amore.
 Non si ama in modo così assoluto e totale, se non quando si sta per perdere la persona amata.
 Sarebbe stata amata dunque come non mai ed avrebbe amato in modo altrettanto feroce.
 Questa moneta di scambio le parve l’unico peso sensato e consolatorio da mettere sul piatto della bilancia e l’unica giustificazione che potesse avere la morte.
 Tutto il resto diventò sfuocato come una vecchia storia che non può essere cambiata ma solo accettata.
 Janette si alzò, si diresse verso casa, doveva preparare il pranzo.
 Un futuro probabilmente a termine, ma per ora doveva continuare a vivere.
« Ultima modifica: Febbraio 10, 2019, 18:30:35 da nihil »

nihil

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Re:Dunque si inizia così
« Risposta #1 il: Febbraio 10, 2019, 18:31:21 »
non so perchè sono venute righe azzurre. Boh :happy:

piccolofi

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Re:Dunque si inizia così
« Risposta #2 il: Febbraio 11, 2019, 19:23:41 »
E' scritto meravigliosamente bene, perchè vero, sentito e sofferto in ogni riga.
Un'analisi lucida, come dal di fuori, non fosse per quelle gambe che tremano non si sa bene di cosa.
Non la si può propriamente chiamare paura, anche se la paura inevitabilmente si insinua e condisce ogni atto di vita come un collaterale scomodo, che si vorrebbe sbattere via.
Credo sia..il nuovo senso della precarietà della vita, che da fatto mentale qual era prima si travasa nel nostro corpo, e lo fa tremare di fragilità, di coscienza vera.
Perchè solo quel che ci tocca ci fa capire, anzi percepire davvero.
Si pensa sempre, ma è un fatto inconscio, che tocchi agli altri, come se il mondo fosse diviso in due categorie, quella degli sfigati e la nostra, i forti, i " superiori ", i fortunati. Ma perchè?  Potrebbe davvero essere? Ovviamente no. Credo si tratti dell' autoprotezione istintiva di cui siamo stati dotati e che ci permette di non renderci conto, di vivere in una zona franca.
Poi, una volta saputo che nessuno è immune, si tratta di reinventarsi.
E davvero penso che l'unico soccorso venga dall'amore; e, come tu hai giustamente scritto, più da quello che si prova per gli altri, i nostri cari, che non quello che ci si aspetta.
Anche perchè ognuno lo dà come può, in base non solo alla sua sensibilità , ma anche al suo carattere, e spesso..va protetto.
Una cosa che mi è capitato di notare è proprio questa : il malato sembra più forte dei sani ed è lui a confortarli.
Forse perchè è chiamato ad attingere a tutte le sue risorse, non so, o forse perchè il dado per lui è stato tratto e deve giocare quella partita per forza, mentre gli altri possono ancora " scappare ", rifugiarsi nel disorientamento e nella debolezza.
Certo è ingiusto, ma succede.
Ho avuto l'esempio di mia sorella : la sua dolcezza, la sua forza, la sua generosità.
In un mio compleanno dimenticato da tutti ( dovrei dire per fortuna...), nel tardo pomeriggio avevo sentito suonare il campanello; avevo aperto, e non c'era nessuno; poi avevo sentito dal basso della rampa delle scale un po' di affanno e la sua voce che mi diceva : " Sono io, Giuli, sai, ci metto un po'.. "; ed era comparsa con la torta, con un sorriso carino. Solo lei.
Nonostante far da mangiare le costasse ( allora la chemio era dura e dava molta nausea ), lei era lì. Proprio come si sforzava di cucinare per il marito e se faceva qualcosa di buono per loro magari portava anche a noi.
Voleva vivere normalmente, pensare alla scuola e ai suoi ragazzi, non essere trattata in modo diverso.
Ricordo una volta che la stavo accompagnando in macchina a Parma, a fare la terapia ( che era decisamente peggio di ora ), ed ero nervosa e irritata per via del traffico e di come guidavano i cretini. Brontolavo, dicevo su ( nostro termine emiliano ) ogni poco.  Al che lei a un certo punto era intervenuta e mi aveva detto : " Smettila, Giuli! E io allora cosa dovrei dire? "
Mi ero vergognata.
Era bella, carina, senza altra difesa che il suo spirito, il suo cuore. E aveva ragione.
Forse da allora sono stata un po' meno scema.
Forse, chissà.
Grazie alla mia sorellina.
 

nihil

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Re:Dunque si inizia così
« Risposta #3 il: Febbraio 13, 2019, 09:52:55 »
Grazie, un bel commento. Sì, oggi i malati sono consapevoli, non come una volta che tutto veniva nascosto e si inventavano cose strane per non angosciare il paziente. Ora sapere tutto, è un aiuto alla cura. Bisogna comp
battere, non c'è scelta. Ho vissuto molte volte questa storia, facendo anche parte di una onlus dedicata alle donne operate al seno e avendo lavorato in oncologia. Devo dire che le donne reagiscono meglio, sanno che devono sopravvivere perchè hanno famiglie da accudire. Gli uomini sono coraggiosi ma si affidano maggiormente alle donne di casa, che nella stessa occasione cercano di non pesare sui parenti.Questo pezzo l'ho scritto il giorno che ho ritirato la mammografia. Ma lo avrei scritto lo stesso. C'è un pudore nella malattia, per due motivi: per non dare dolore ai familiari e per far finta di credere che andrà tutto bene.
Per quanto riguarda i parenti e visitatori, finisce proprio così. :rose:












Platino

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Re:Dunque si inizia così
« Risposta #4 il: Febbraio 22, 2019, 06:32:28 »
Bella Nihil, mi piace molto nella sua cadenza e realtà. 

nihil

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Re:Dunque si inizia così
« Risposta #5 il: Febbraio 26, 2019, 17:00:21 »
grazie Platino.  abow

victor.cds

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Re:Dunque si inizia così
« Risposta #6 il: Agosto 31, 2020, 22:38:00 »
Buona sera Nihil.
Penso che ti ricordi di me (anche se al mio nome ho dovuto fare un’aggiunta in quanto non ho più le credenziali di tanto tempo fa) e ti ricordi anche delle nostre belle discussioni, anche se talvolta eravamo di parere differente.
Ho letto il tuo post “Dunque si comincia così”, molto ben fatto e principalmente assolutamente realistico!
E, mentre leggevo, non poteva tornarmi alla mente l’episodio analogo da me vissuto tempo fa in prima persona.
Ho ripreso il mio diario di allora e ne ho stralciato alcuni tratti che trascrivo qui di seguito. Sarebbe interessante fare una trascrizione più estesa, ma è molto lungo. Ho preferito stralciarne alcuni brevi tratti.

Giovedì 14 marzo 2013
Sono de due del mattino della notte tra mercoledì 13 e giovedì 14 marzo 2013.
Mi sono svegliato. Cerco di restare a letto tenendo gli occhi chiusi e la mente sgombra dai pensieri per provare ad addormentarmi nuovamente, ma non ci riesco.
Una data martella incessantemente la mia mente 13-03-13 … 13-03-13 … 13-03-13 …
Ieri sera hanno eletto il nuovo papa … 13-03-13 … è il cardinale Bergoglio di Buenos Aires … 13-03-13 … ha scelto di chiamarsi Francesco … 13-03-13 … come il poverello di Assisi … 13-03-13 …
13-03-13 … per me è una data fatidica!
Mi alzo dal letto … quando non riesco a dormire, anziché continuare rigirarmi nel letto preferisco alzarmi e mettermi a leggere oppure mettermi a scrivere al computer.
Decido di scrivere un diario nel quale raccontare gli avvenimenti di questi ultimi giorni … non solo dei giorni passati, ma principalmente di quelli che verranno …
Così comincio a scrivere questo diario …
[omissis]
E così è arrivato mercoledì 13-03-13.
Poco prima delle otto è passato a prendermi il mio amico Pippo. Arrivo alla Clinica M., ritiro il referto della Visita Cardiologica e le analisi preliminari che ho fatto e vado in radiologia (devo fare una TAC coronarica in quanto ho avuto dei problemi con la pressione del sangue).
Qualche minuto prima delle nove mi chiamano ed entro nel reparto di radiologia. Una infermiera mi controlla la frequenza dei battiti cardiaci e mi chiede se ho preso la medicina. Rispondo affermativamente.
Mi fanno entrare. Mi fanno spogliare, mi fanno sdraiare sul lettino dell’apparecchiatura. Si avvicina il medico che mi spiega tutto, mi dice che al suo segnale devo fare una profonda ispirazione e poi tapparmi il naso, poi devo stare assolutamente fermo per dieci secondi solo quando mi darà il segnale potrò espirare nuovamente l’aria perché è tutto finito.
Arriva il primo segnale, ispiro, mi tappo il naso e resto immobile finché mi dice “può respirare”. Dopo un po’ la voce dall’alto parlante mi dice “stia ancora fermo, dobbiamo ripeterla”. Obbedisco, come un bravo bambino. Il lettino si sposta leggermente e viene ripetuta l’operazione. Poi la voce dice “abbiamo finito, ora arriva l’infermiera e la fa scendere”. Infatti il lettino torna al punto di partenza e l’infermiera mi aiuta a sollevarmi ed a scendere. Mentre mi sollevo chiedo all’infermiera di avere un po’ di pazienza perché mi gira la testa. Nel frattempo l’infermiera mi chiede “dottore è solo o c’è qualcuno con lei?” rispondo che nella sala d’attesa c’è un mio amico, ma non presto particolare attenzione alla domanda. Vado a rivestirmi. Quando ho finito di rivestirmi l’infermiera mi dice “il dottore vuole parlarle” la seguo, e mentalmente penso che voglia darmi qualche informazione sull’analisi fatta. Sanno tutti che sono medico e quindi penso che si tratti di un gesto di delicatezza verso un collega.
Il radiologo mi mostra sopra un grande monitor l’immagine del mio cuore. “Qualche piccolo problema nel suo cuore c’è, ma niente di particolare, è dovuto all’età, comunque lo guarderò con maggiore attenzione e troverà tutto descritto nel referto … però …” “Però … cosa?” chiedo io. Nel frattempo il medico cambia l’immagine del monitor e mi mostra una sezione dei miei polmoni. “Questi sono i polmoni …” dice. Io guardo il monitor e dico “C’è una macchia …” “Si – ripete lui – c’è una macchia …” “Si tratta di quello che penso?” chiedo io. “È possibile …” risponde il medico. “È primitivo oppure è metastatico?” chiedo io. “Così non è possibile saperlo, è necessario fare altre indagini” risponde il medico. “Quali?” chiedo ancora io. “Un total body di certo – risponde – e sicuramente altre ancora … lo metteremo per iscritto nella relazione …”. Mi appoggio con le spalle al muro e chiedo “Una domanda ancora dottore … è possibile fare una prognosi?”. “No, se non si conosce l’esatta natura della lesione non è possibile fare una prognosi. Comunque se lei può attendere un poco le farò un dischetto con le immagini del polmone, così può cominciare a prendere le sue decisioni”.
Ci salutiamo, ringrazio e mi avvio all’uscita. [omissis].

Ho fatto gli accertamenti è risultato un adenocarcinoma del polmone (7x11 cm) con tre metastasi. Prognosi probabile: sei mesi circa. Sono entrato in cura e sono passati sette anni e mezzo e anche se acciaccato sono ancora su questa terra. Forse ne parlerò ancora su questo sito.
Sì, cara Nihil, si comincia così …

mr.blue

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Re:Dunque si inizia così
« Risposta #7 il: Settembre 01, 2020, 17:05:47 »
Victor, ho letto tutto d'un fiato lo stralcio dal tuo diario. Davvero ben scritto e crea moltissima suspense.
Sono felice di riaverti ancora tra noi e spero di poter leggere ancora molti altri tuoi scritti.

nihil

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Re:Dunque si inizia così
« Risposta #8 il: Settembre 02, 2020, 11:16:53 »
caro Victor che dire?  :-* conosco questa strada per averla vista troppe volte. A me La metamorfosi di Kafka ha sempre fatto venire in mente queste situazioni.  :Ppp:

piccolofi

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Re:Dunque si inizia così
« Risposta #9 il: Febbraio 28, 2023, 22:13:03 »
Brava Nihil. Ti avevo già commentato ai tempi di questo scritto, ma non ricordandolo ho voluto rileggerlo e mi ha preso, coinvolto, regalato sensazioni e verità. Non solo è tutto assolutamente vero, ma è scritto in un modo che ti fa scendere dentro le cose, come solo chi è autentico e sa scrivere sa fare. Ho sempre apprezzato la tua penna, e infatti ri-vorrei la tua presenza qui in Zam, così creativa e significativa. Grazie per ogni tuo pezzo, le tue storie e le tue testimonianze, sempre capaci di catturare e farsi leggere, cosa non scontata.