Glicine

[george]

 
Ho in mente ancora quel cancello
Riccioli battuti 
Disegnati sui muretti
Volevo restare con quelle gocce di malinconia
Del fiore amico
Petali di lacrime
Avvinte intorno a un albero del sentiero
Armonia di colori
All’ombra dei lecci
Fra i primi cespugli di primavera
E tutti quegli ulivi profumati di mare 
Ho portato con me 
Quell’azzurro del cielo
Quelle interminabili cornici di pietra
Una   piccola strada 
Fra i prati
E quei trulli bianchi
Punteggiati a ricamo
Nella campagna umida del mattino
Quanti tramonti
Giocano e bruciano
Intorno ai muri del casale
Quanta voglia di arrestare
La giostra delle stagioni
Il corso di quella sfera infuocata
E trattenere sul filo dell’orizzonte
Il fascino lieve di quelle immagini
Prima del silenzioso letargo della campagna
Quante illusioni
Quante sensazioni
Quante angosce
Quante emozioni
Quante gioie   
Quanti desideri
Consegnati all’inganno del sogno
In attesa
Del chiarore discreto dell’alba
Sui prati tempestati dalle lucide perle di rugiada del sole nascente
Nell’anima poi 
La danza discreta di uno sguardo tenero
Dolce
Profumato ancora degli aromi del crepuscolo 
E il cenno appena velato di un sorriso

[ninag]

Incalzante! bel ritmo.

[piccolofi]

E' stupenda, ed estremamente piena di emozioni, di immagini, di vita, palpitante, non si fa lasciare.
Chiunque sia " George ", di cui non ho trovato la presentazione, è bravo.

[Platino]

Il glicine, pur nella sua semplicità e contorsione ( ammettetelo NdA) è fiore unico prima che decorazione o completamento, lo amo. Il suo azzurro, non solo, è bellissimo come l'architettura dei suoi fiori. George, chi tu sia, hai descritto anche questo di me.