Autore Topic: L'arte del Comando  (Letto 434 volte)

victor

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L'arte del Comando
« il: Settembre 04, 2020, 23:26:13 »
È strano come 2500 anni fa ci sia stato sia in Occidente come pure in Oriente un fiorire di Grandi Menti.
Cito solo quelli che ritengo i maggiori: Socrate, Platone (il mio preferito), Aristotele, Confucio (anche lui da me molto amato), Siddharta Gautama (Budda), Lao Tse (o Laozu), Sun Tsu.
È di quest’ultimo che ho in mente di parlare.

Sun Tsu è stato un grande generale cinese del Periodo delle Primavere e degli Autunni. Ha scritto un libro (L’arte della Guerra) che ancora oggi è un testo di studio delle Accademie militari occidentali, e immagino anche di quelle orientali.

Tempo fa (molto tempo fa) ho preso questo testo e l’ho modificato e adattato per creare un file Power Point da utilizzare per tenere corsi e conferenze con il titolo “L’arte del Comando”.
Ho dato così a mia moglie una delle tante occasioni per ripetermi una delle sue frasi preferite cioè che io manipolo e trasformo tutto quello che tocco.

Ringrazio Piccolofi che con il suo aforisma “Il vero Leader” mi ha fatto tornare alla mente che nel mio computer ci stava questo file.

E, poiché non posso mettere sul sito le Slide del mio file, riporto solo il testo di esse.
Buona lettura.

Victor

*****.*****

L’ARTE DEL COMANDO.

Come agire sempre nella maniera giusta.
È più bravo chi sbaglia di meno.


Premessa.

Sun Tzu, generale cinese vissuto nel V secolo avanti Cristo ha dettato le regole per la progettazione e la conduzione di una guerra.

Queste regole sono state raccolte dai suoi allievi e trascritte in un volumetto che porta il seguente titolo:

L’arte della guerra.

Preciso subito che non è della guerra che voglio parlarvi.
E, a scanso di equivoci voglio subito spiegare sia il motivo che mi ha spinto a fare questo mio lavoro, come pure i fini che mi sono proposto.

Sun Tzu, in questo manuale, espone le strategie e le tattiche per vincere la “guerra”, e intende quella combattuta con le armi.

Ma, leggendo questo volumetto, mi sono reso conto che buona parte delle regole che Sun Tzu espone possono essere applicate per affrontare eventi che ogni giorno si presentano nella vita delle persone comuni.
Così mi è venuto in mente di adattare il contenuto di questo libretto a questo tipo di eventi.

A tutti noi capita di voler realizzare un progetto, o di partecipare ad un concorso, o di gareggiare per una competizione, oppure semplicemente di affrontare il lavoro o la vita professionale.
Essere in possesso di norme, di una guida da seguire, di istruzioni da applicare è una cosa fondamentale per portare a compimento nella maniera migliore possibile il nostro obiettivo.

Così ho adattato questo Manuale di Sun Tsu, che aveva altro scopo, alla vita di tutti i giorni, ma ho cercato di non snaturare la sostanza dei suoi insegnamenti.

Inoltre, data la mia età, mi son permesso di aggiungere anche qualche osservazione personale.

In queste mie note ho preferito utilizzare il termine “competizione” al posto di “guerra” o di “battaglia”
Infatti la vita, sotto certi aspetti, può essere considerata una competizione continua: la scuola, lo sport, i concorsi, il lavoro, il rapporto con le altre persone …

È mia impressione che in questi ultimi tempi la competizione ha assunto una valenza maggiore che nei tempi passati.

Il lavoro o la professione sono una competizione molto più seria e più importante con cui tutti dobbiamo cimentarci.
E, se vogliamo considerare, anche la vita in famiglia talvolta ha bisogno di applicare principi e metodologie che sono esposti in questo manuale, che, come ho già accennato, è un concentrato di “regole pratiche”

Il lavoro che ho fatto è stato quello di stralciare le frasi e le regole che si riferiscono alla vita nel suo duplice aspetto sia di vita lavorativa che di vita familiare e trascriverle qui di seguito.
È ovvio che tali suggerimenti possono essere adattati in maniera estensiva sia allo sport come pure alla vita professionale e ad altri obiettivi che ci si prefigge di raggiungere.

Vi invito pertanto a leggerlo con attenzione e a meditarci sopra.

Se poi gli argomenti vi sembrano giusti e ritenete di adottarli come regole di vita ne sarò molto felice perché così il mio lavoro non è stato inutile.

Victor

*****.*****

INTRODUZIONE.

Comincio con l’elencare i 13 capitoli di cui si compone il manuale di Sun Tzu:

1.   Valutazione e pianificazione;
2.   Preparazione;
3.   Strategia dell’attacco;
4.   Schieramento e disposizione;
5.   Forze;
6.   Punti di forza e di debolezza;
7.   Scontro o manovre;
8.   Variazioni ed adattabilità;
9.   Spostamenti;
10.   Terreno;
11.   Territorio;
12.   Attacco;
13.   Utilizzo delle informazioni.

Sun Tzu elenca i tredici punti fondamentali che un buon generale deve conoscere alla perfezione per prepararsi ad una competizione.

E al primo paragrafo del primo capitolo ci precisa, a premessa del suo discorso, che:

La guerra è di somma importanza per lo Stato: è sul campo di battaglia che si decide la vita o la morte delle nazioni, ed è lì che se ne traccia la via della sopravvivenza o della distruzione. Dunque è indispensabile studiarla a fondo.

Ed io aggiungo che anche nella vita la competizione, leale ed onesta, è di somma importanza, se si vuole raggiungere il successo professionale ed il benessere economico, si conseguenza lo stesso discorso vale per raggiungere qualsiasi obiettivo.

Ciascuno di noi, nella propria vita, costantemente, direi quasi ogni giorno, si pone degli obiettivi da raggiungere, più o meno importanti, a meno che non voglia galleggiare come un pezzo di legno in mezzo al mare in balia dei venti e delle correnti marine.

Primo capitolo - Valutazione.

Pertanto Sun Tzu ci dice che prima di iniziare qualsiasi azione è necessario:

Considerarne gli aspetti fondamentali, e analizzali mediante i cinque criteri di valutazione. Così, potrai definire la tua strategia.

Quindi, prima di intraprendere qualsiasi azione, noi dobbiamo analizzare e valutare attentamente la situazione.
Solo successivamente definire la strategia che riteniamo più appropriata per risolvere quel determinato problema, per raggiungere quel determinato obiettivo.

Espone le regole (cinque criteri) per effettuare questa valutazione:

Il primo degli elementi fondamentali è il Tao; il secondo è il clima; il terzo è il terreno; il quarto è il comando; il quinto è la dottrina.

Sun Tsu ci dice che il primo elemento è il Tao, e così lo definisce:

Col termine Tao, intendo tutto ciò che induce il popolo ad essere in armonia coi suoi capi, per la vita e per la morte, sfidando anche il pericolo estremo.

In termini pratici da noi possiamo tradurre la parola Tao con “carisma” cioè quelle qualità che determinano la forza morale e il prestigio di una persona.
In pratica ci dice che per avere in partenza ottime possibilità di avere successo, se vogliamo entrare in competizione, è necessario avere carisma.
E mette questa qualità proprio al primo posto in quanto la ritiene la più importante.

Nel campo religioso il carisma è un dono, una grazia elargita da Dio.
Nelle scienze sociali indica il complesso delle facoltà e dei poteri straordinarî che una persona possiede e che le vengono riconosciuti dalla società, consentendole l’assunzione di un ruolo direttivo.

Dunque non è qualcosa che si compra al momento del bisogno, ma è qualcosa che dobbiamo costruire noi stessi giorno dopo giorno con la nostra intelligenza, con la nostra cultura, con il nostro buon senso.
Il carisma dovrà divenire man mano parte integrante della nostra personalità.

Al secondo posto mette il “clima”

Col termine clima, intendo l’azione complessiva delle forze naturali: il freddo in inverno, la calura in estate e la necessità di condurre le operazioni in armonia con le stagioni.

In pratica ci spiega che per agire è di estrema importanza scegliere il momento opportuno.
Non possiamo intraprendere un’azione di qualsiasi tipo perché ci passa in quel momento per la testa.

Questa scelta, questa decisione, da Sun Tzu è messa al secondo posto nella pianificazione strategica dell’azione da intraprendere. Quindi ritiene che la scelta del momento in cui agire sia una decisione strategica di non secondaria importanza.

Il terzo punto è il “terreno”.

Col termine terreno, intendo la distanza, e se il territorio da percorrere è agevolo o arduo, se è ampio o ristretto, e le eventualità di sopravvivenza o di morte che offre.

Trasferito nel nostro campo il “terreno” deve essere interpretato come lo studio e la valutazione attenta di tutto il contesto (ambiente, uomini e cose) in cui dovrà essere svolta la nostra azione.
In pratica lo studio attento del “campo” sia esso lavorativo o professionale o familiare o di altro genere.

Il quarto elemento da prendere in considerazione è il “comando”:

Col termine comando, intendo le qualità di saggezza, rettitudine, di umanità, di coraggio e di severità del generale.

Per raggiungere il nostro obiettivo noi agiamo sempre in prima persona pertanto queste qualità noi le dobbiamo possedere in prima persona.
E voglio ribadirle. Esse sono: saggezza, rettitudine, umanità, coraggio, e severità. Quest’ultima deve essere messa in atto prima con noi stessi e poi con gli altri.

Il quinto elemento è la “dottrina”:

Col termine dottrina militare, intendo l’organizzazione e il controllo, la nomina di ufficiali adeguati al grado, ossia la gerarchia, e la gestione dei mezzi di sussistenza necessari all’esercito, ossia la logistica.

Certo è improbabile che a noi interessi la dottrina militare, ma per raggiungere un obiettivo è necessario mettere in atto determinate azioni quali l’organizzazione, la scelta di eventuali collaboratori, e di eventuali strumenti.
Tutto ciò deve essere da noi studiato e valutato, oltre che gestiti, con estrema attenzione e con grande competenza.

E così aggiunge che:

Chi li padroneggia, vince; chi non se ne cura, è annientato.
Perciò, prima di attuare qualsiasi piano, prendi in esame i suddetti elementi, soppesandoli molto attentamente.


Non credo sia necessario alcun commento aggiuntivo da parte mia.

Inoltre precisa che:

Sapendo ciò, potrai prevedere quale parte sarà vittoriosa e quale sconfitta.

L’interpretazione di questa affermazione è molto importante in quanto sottintende che questa valutazione deve essere fatta non solo su se stesso, ma anche sull’avversario.
E questo viene precisato meglio in seguito quando afferma che se conosci il tuo avversario hai già il 50% di probabilità di vittoria.

In questo capitolo sulla Valutazione Sun Tzu dà anche dei consigli per impostare la strategia dell’azione:

Quindi, se sei capace, fingi incapacità; se sei attivo, fingi inattività
Se vuoi attaccare in un punto vicino, simula di dover partire per una lunga marcia; se vuoi attaccare un punto lontano, simula di essere arrivato presso il tuo obbiettivo.
Attacca il nemico dove non è preparato, fai sortite con le truppe quando non se l’aspetta.


In pratica ci dice che chi vuol raggiungere un obiettivo non deve mai scoprire le proprie carte e non rivelare gli obiettivi che intende raggiungere.
Anzi consiglia di mascherare tali obiettivi con azioni diversive che confondano la controparte e principalmente di tenere riservata la propria strategia e non rivelarla neppure alle persone più vicine.

E chiude questo primo capitolo con la seguente affermazione:

Solo valutando tutto esattamente si può vincere, con cattive valutazioni si perde.

Questa affermazione non necessita di alcun commento.

Secondo capitolo. Preparazione (Pianificazione)

In questo capitolo Sun Tzu entra nel dettaglio di come deve essere pianificata la preparazione militare e logistica di un esercito. Quello che a noi interessa è la sua applicazione pratica nel nostro campo.

Qualunque obiettivo da raggiungere necessita di un tempo lungo per la sua pianificazione e di un tempo molto breve per la sua realizzazione.
Quanto più la pianificazione della nostra azione sarà accurata e minuziosa tanto più la sua realizzazione sarà rapida e soddisfacente.

Anche eventuali spese devono essere adeguate all’obiettivo che si vuole raggiungere, non bisogna sperperare ricchezza per obiettivi inutili o per una cattiva organizzazione.

E al momento opportuno:

Lanciati sull’avversario con ardore.

Ci raccomanda di essere coraggiosi e determinati nella nostra azione, non essere mai titubanti.
E principalmente:

Tratta bene i prigionieri, e fornisci loro il necessario.

Dopo la vittoria è necessario trattare bene l’avversario. Bisogna vincere, non stravincere. Non si devi mai umiliare chi resta sconfitto.

Terzo capitolo. Strategia dell’attacco.

In questo capitolo Sun Tsu dà un consiglio di estrema saggezza:

Ottenere cento vittorie su cento battaglie non è il massimo dell’abilità: vincere il nemico senza bisogno di combattere, quello è il trionfo massimo.
Chi è veramente esperto nell’arte della guerra sa vincere l’esercito nemico senza dare battaglia.


Proprio così, l’abilità più grande è raggiungere il proprio obiettivo senza dover combattere. Che adattato al nostro discorso significa ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo.

Quando si comincia una azione o una competizione, è necessario essere sicuri di vincere. Se non si è sicuri è preferibile non iniziare.
La sicurezza si acquisisce con una scrupolosa ed adeguata valutazione e pianificazione.

Quarto capitolo. Invincibilità e vulnerabilità

In questo capitolo Sun Tzu approfondisce i concetti di invincibilità e di vulnerabilità. Tali principi e tali regole valgono anche nella vita pratica.
Essere invincibile nel nostro caso significa possedere tutti gli strumenti e tutte le qualità adatte per il raggiungimento del nostro obiettivo.

Ma per essere invincibili, cioè ben preparati, è assolutamente necessario non essere vulnerabili.
Cioè dobbiamo esser certi che la nostra persona e la nostra onorabilità non prestino il fianco a irregolarità o critiche che possano compromettere il risultato che noi intendiamo raggiungere.

Sun Tsu ha già parlato di carisma, qui parla di vulnerabilità. Ritengo che la parola più appropriata che si adatti al nostro discorso sia il termine “onorabilità”
È un argomento molto delicato e molto complesso, è necessario essere molto attenti e molto accorti nel preservare intatta la propria onorabilità

Sun Tsu dice:

Gli esperti nell’arte della difesa si nascondono come se fossero sotto i nove strati della terra; gli esperti nell’arte dell’attacco si muovono come se fossero in cielo.

Con queste parole, a mio avviso, intende dire che quando si va all’attacco ci si muove in campo aperto, a viso scoperto, con la massima lealtà (come se si fosse in cielo)
Mentre per costruire la propria difesa e la propria onorabilità è necessario proteggersi con i nove strati della terra (con questa espressione i cinesi dell’epoca intendevano i monti, le colline, le pianure, i fiumi, i mari, ecc)

Con tale espressione intende che è necessario usare tutti i mezzi che la terra (la natura, la società, la vita) ci offre per proteggerci.
La nostra persona, la nostra onorabilità devono essere protette al massimo, non dobbiamo essere vulnerabili, dobbiamo essere assolutamente inattaccabili.

E precisa:

Per vincere basta non commettere errori.
Chi è esperto nell’Arte della Guerra coltiva il Tao, segue le sue regole ed elabora strategie vittoriose.


Ci ricorda che il Tao, cioè il carisma deve essere la nostra regola di vita.
Elemento fondamentale della nostra strategia deve essere “non commettere errori”, né prima, né durante, né dopo …

Quinto capitolo. Organizzazione e comunicazione.

Sun Tsu comincia questo capitolo affermando:

Gestire molti è come gestire pochi: basta curare l’organizzazione.
Controllare molti è come controllare pochi. È solo una questione di addestramento e di segnalazioni.


Elemento fondamentale per la riuscita di ogni azione, di ogni impresa è l’organizzazione. È tutta questione di addestramento e di comunicazione (egli adopera il termine segnalazioni)

E prosegue dicendo:

Si attacca con la forza frontale, ma si vince con quelle laterali.

L’azione principale deve essere condotta sempre frontalmente, ma la vittoria viene ottenuta con le azioni collaterali. Su questo punto è importante recepire il principio.
Ogni caso, ogni progetto da realizzare, ogni obiettivo da raggiungere, è un evento a se stante, necessita pertanto di una sua specifica elaborazione strategica.

È importante conoscere le regole, ma è altrettanto importante, al momento opportuno saper elaborare la strategia più appropriata.
Qui sta la nostra abilità: e questa abilità è frutto della nostra intelligenza, della nostra cultura, della nostra fantasia.

Le possibilità di chi sa impiegare abilmente le forza laterali sono vaste e infinite come il cielo e la terra, inesauribili come le acque di grandi fiumi.

Ed aggiunge che nell’azione è necessario essere rapidi e precisi, cioè fulminei e della massima precisione.

Il falco in picchiata spezza in due il corpo della preda, perché colpisce con precisione.
Così la velocità di chi è abile nell’Arte della Guerra è fulminea, e il suo attacco è assolutamente preciso.


(Continua)
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Re:L'arte del Comando
« Risposta #1 il: Settembre 04, 2020, 23:30:34 »
Sesto capitolo. Punti di forza e di debolezza.

Anche in questo capitolo mette al primo posto un elemento fondamentale della strategia organizzativa: programmare tutto per tempo.

Di solito, chi ha occupato per primo il campo di battaglia e attende il nemico, è riposato; chi invece arriva più tardi e si impegna all’ultimo momento nella battaglia, è affaticato.

È necessario porsi sempre in condizioni di superiorità e di vantaggio. Essere tempestivi. Arrivare per primi.
È inutile ripetere che la superiorità, la tempestività, l’azione al momento giusto e appropriato è conseguenza di una adeguata organizzazione strategica.

Per questo il generale esperto non si lascia condurre dal nemico.

Agire sempre per primi: prevedere e prevenire l’azione dell’avversario, della controparte.

E poi un consiglio eccezionale:

Muovi con rapidità senza lasciare traccia, quasi fossi evanescente, meravigliosamente misterioso, impercettibile: sarai padrone del destino del nemico.
La vittoria deve essere creata.


Nelle cose importanti il risultato non è frutto del caso: ogni risultato è la logica conseguenza di una minuziosa preparazione e di una accurata realizzazione.

Perciò, cerca di anticipare i piani del nemico, e individua i suoi punti forti e deboli: potrai decidere quale strategia usare per avere successo, e quale no.

Continua a ribadire lo stesso concetto anche se con parole sempre diverse: il risultato sarà sempre frutto di intelligenza, di preparazione, di organizzazione, della capacità di elaborare strategie sempre diverse.

Perciò, la forma che fa conseguire la vittoria non è ben definita, ma muta ogni volta.

Settimo capitolo. Azione frontale o manovre dilatorie.

La strategia deve mirare sempre a realizzare le condizioni a noi più favorevoli, e cioè:

La difficoltà principale sta nel rendere vicino ciò che è lontano, e convertire gli ostacoli in vantaggi.

Sia nella vita, che nella realizzazione di un’impresa è necessario pensare sempre in positivo, ricercare in ogni cosa il suo aspetto migliore, trasformare le difficoltà in opportunità
In sintesi: agire sempre con intelligenza e fantasia.

È necessario conoscere la teoria, ma è altrettanto necessario avere una conoscenza pratica del territorio nel quale ci si muove, cioè del problema che si sta affrontando.
Ed è opportuno ricordare sempre che la mappa non è il territorio.

Infatti la rappresentazione del territorio che ciascuno di noi ha in mente (mappa) dipende dalla nostra interpretazione soggettiva, e pertanto può non corrispondere alla realtà (territorio)
È necessario verificare sempre personalmente quale è la situazione reale.

Ribadisco il concetto: ciascuno di noi percepisce la realtà con il proprio cervello, con la propria esperienza, con la propria intelligenza.
Soltanto l’esperienza diretta e la corretta elaborazione mentale dei dati ci dà la visione del territorio più vicina alla realtà
Pertanto quanto più questa nostra visione è vicina alla realtà, tanto maggiori sono le nostre probabilità di vittoria.

Chi non conosce le montagne, le foreste, le gole più propizie agli agguati, l’estensione delle paludi piene d’acqua e di quelle piene di melma, non può dirigere la marcia di un esercito.

Ed aggiunge:

Quando muovi, sii rapido come il vento, maestoso come la foresta, avido come il fuoco, incrollabile come la montagna. Imperscrutabile come la nebbia, subitaneo come il tuono.

Commento di Li Ci’uan (filosofo Taoista): "Quando soffia, il vento non lascia traccia, e muta direzione inaspettatamente,
La maestosità della foresta è data dall’ordine,
Quando prendi posizione, sii fermo come la montagna."


Credo che non sia necessario aggiungere altro.

Nei combattimenti notturni, utilizza torce e tamburi. Di giorno, utilizza stendardi e bandiere. In questo modo, sarai padrone della vista e dell’udito delle truppe.

Ancora una volta Sun Tsu ribadisce l’importanza della comunicazione. Ed io non mi stanco di ripetere che la corretta comunicazione è una cosa essenziale.
È la comunicazione che ha elevato l’uomo al di sopra degli altri animali.
Non a caso la Bibbia inizia con la seguente frase:
“In principio era il verbo”

E poi aggiunge:

Con ordine, affronta il disordine; con calma, l’irruenza. Questo significa avere il controllo del cuore.

Per controllo del cuore Sun Tzu intende il controllo di se stesso, delle proprie azioni e delle proprie emozioni.
Il controllo della propria persona e delle proprie possibilità è altrettanto importante quanto il controllo del territorio, delle circostanze, e degli eventi.

Al nemico accerchiato, lascia una via di fuga.
Non incalzare un nemico agli stremi.


Anche qui ribadisce un concetto già espresso: vincere, mai stravincere!

Ottavo capitolo. Variazioni ed adattabilità

Nell’affrontare un problema è necessario adattarsi alla situazione reale, mai essere standardizzati o stereotipati.
La situazione non è mai uguale, ma cambia continuamente in quanto si modifica in base alle circostanze.

Ovviamente la valutazione e lo studio che viene fatto in via preliminare ci aiuta in ogni singolo caso a scegliere gli obiettivi che più si adattano alle nostre esigenze.
Infatti non tutto è raggiungibile nella vita e un attento esame preliminare ci aiuta a scegliere ciò che è alla nostra portata e ciò che non è raggiungibile.

È vero che i pavidi e i timorosi esagerano nel senso opposto.
Questo avviene sia per una prudenza eccessiva, ma anche perché preferiscono vivere senza affrontare i problemi della vita per vigliaccheria e per codardia.

Ma, attenzione!
Sul lato opposto il coraggio non deve tramutarsi in temerarietà e incoscienza. L’audacia non deve essere spinta all’estremo, altrimenti diventa un fattore negativo.

E infine affronta anche il problema dell’etica:

Possono presentarsi circostanze in cui gli ordini del sovrano non devono essere obbediti.

Questo è un concetto di estrema delicatezza che coinvolge l’etica, la morale, la coscienza della persona.
È impossibile elencare i casi in cui questa scelta deve essere fatta. Si tratta di una decisione che ciascuno deve prendere da solo e di cui risponderà (sempre) in prima persona.

È una scelta importante, anche se oggi è trascurata, ma già duemila e cinquecento anni fa Socrate, Platone, Aristotele la discutevano e diedero delle definizioni che a mio avviso sono immortali.
Personalmente non ritengo che l’etica cambi con i tempi. L’etica per me è sempre e solo una. Sono gli uomini che ne possiedono in misura maggiore o minore, così come esiste una onestà maggiore o minore.

Il generale che non ha chiari i vantaggi che può trarre dai fattori variabili, non sarà in grado di utilizzare il terreno a proprio vantaggio, anche se lo conosce bene.

È necessario variare la propria strategia in conseguenza della situazione e delle circostanze per trarne il vantaggio maggiore possibile.
E conclude:

Analizzare i vantaggi serve a elaborare i piani. Analizzare gli svantaggi serve a evitare i danni.

Nono capitolo. Spostamenti.

Nel pianificare la strategia è necessario scegliere il terreno più favorevole:

Impegna il combattimento in discesa; non attaccare mai in salita.

Qui per discesa deve intendersi “più facile” e per salita deve intendersi “più difficile”

Dove ci sono ostacoli naturali come torrenti impetuosi, avvallamenti, trappole, strapiombi, strettoie e gole, escine subito. Non attardarti.

Evitare le situazioni pericolose. Se per caso ci si trovi dentro, bisogna uscirne il più presto possibile, risolvere rapidamente la situazione, non stare a pensarci su inutilmente.

I rami degli alberi si muovono: significa che il nemico sta avanzando.
Uccelli che volano via in fretta …
Animali selvatici che fuggono spaventati …


Avverte che è necessario stare attenti ai segnali collaterali, indiretti, che possono essere connessi anche incidentalmente con gli eventi.
È necessario saperli valutare e trarne le opportune conseguenze.

Il nemico che invia ambasciatori a trattare con umiltà, mentre continua i preparativi di guerra, sta per attaccare.
Se gli ambasciatori sono falsi e arroganti, e il nemico fa le mostre di avanzare, vuol dire che prepara la ritirata.
Se gli ambasciatori vengono a fare discorsi concilianti, il nemico desidera una tregua.
Se gli ambasciatori, senza accordo preventivo, offrono la pace, il nemico sta tramando un complotto.


Elenca tutta una serie di comportamenti umani che è necessario sapere interpretare, e la capacità di una corretta interpretazione si acquista con il tempo e con l’esperienza.
Si tratta di comportamenti con cui tutti noi siamo costretti a confrontarci giorno per giorno. La loro corretta interpretazione ci può evitare brutte sorprese.

È necessario avere anche l’umiltà di tenere conto dell’esperienza degli altri, specialmente se sono persone molto vicine che non hanno alcun interesse di mentire o di ingannare.
E infine ribadisce ancora una volta:

Per sottomettere un nemico, devi valutare te stesso, valutare lui, e ottenere il sostegno del popolo. Questo è tutto.

Per prima cosa è necessario saper valutare se stesso (con onestà e con imparzialità) e poi saper valutare l’avversario (con altrettanta onestà e imparzialità)

E per finire, quando si è a capo di una squadra:

La disciplina si ottiene con l’addestramento. Truppe bene addestrate ti saranno obbedienti; in caso contrario, non eseguiranno i tuoi ordini.
Quando i comandanti ispirano fiducia e gli ordini vengono osservati, i rapporti tra generale ed esercito possono dirsi soddisfacenti.


Chi comanda deve sapere addestrare i suoi collaboratori (ricordo l’importanza della comunicazione) e deve conquistarsi la loro fiducia (e ricordo il concetto di carisma)

Decimo capitolo. Terreno.

In questo capitolo Sun Tzu elenca le tipologie di terreno con i relativi vantaggi e svantaggi in cui, dal punto di vista militare, un esercito si può trovare.
Ma l’argomento non fa al caso nostro.
Elenca anche le caratteristiche che devono avere i quadri intermedi sia nell’esercito che in una grande azienda. Pertanto anche questo argomento è di scarso interesse per noi.

La conclusione a cui giunge all’ultimo comma del capitolo è la sintesi di esso:

Per questo si dice: Conosci il tuo avversario e conosci te stesso: la tua vittoria non sarà compromessa. Conosci il terreno e il cielo: la tua vittoria sarà totale.

La necessità di conoscere se stesso e l’avversario è stata già affermata. Qui la associa alla importanza di valutare con attenzione il tempo e il luogo dell’azione (cielo e terreno).

(Continua)
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Re:L'arte del Comando
« Risposta #2 il: Settembre 04, 2020, 23:31:23 »

Undicesimo capitolo. Territorio (o Contesto).

Secondo le regole dell’Arte della Guerra, ci sono nove tipi di territorio (o contesto): dispersivo, di frontiera, conteso, comunicante, focale, grave, difficile, circondato e mortale.
Quando le forze dello stesso Stato si combattono a vicenda, questo è territorio dispersivo.


Come sempre Sun Tsu non si disperde con giri di parole: va dritto all’obiettivo.
È ovvio che qui non ci occupiamo di guerra o di politica ma questo concetto è chiaro a tutti.

Non voglio addentrarmi sul periodo politico che stiamo attraversando, ma siamo tutti consapevoli che è un momento molto triste.
Pertanto la parola dispersivo forse è insufficiente a definire il contesto attuale.

Quando entri in un paese nemico, ma non in profondità, ti trovi su territorio di frontiera.

Noi in questa nostra conversazione non parliamo di guerra, ma di obiettivi da raggiungere e di vita da vivere.
Se la nostra vita oppure i nostri obiettivi invadono il territorio di parenti o amici, noi invadiamo un territorio di frontiera e pertanto il problema è delicato e dobbiamo esser sicuri di quello che intendiamo fare.

Un territorio che, se conquistato, porterebbe vantaggio tanto per te che per il nemico, è territorio conteso.

Spesso l’obiettivo che intendiamo raggiungere è un obiettivo a cui aspirano anche altre persone pertanto siamo “in gara” e ci troviamo in una situazione di contesa.
Questa contesa può essere con persone estranee o con persone amiche (in quest’ultimo caso ci troviamo nella situazione di frontiera appena descritta)

Un territorio al quale possono accedere con la stessa facilità sia te che il nemico è territorio comunicante.

Questo punto fa riferimento ad un territorio in cui si è in “concorrenza” con altri.

Quando uno Stato è racchiuso fra tre altri Stati che se lo contendono, il suo territorio è focale. Chi ne assume per primo il controllo riuscirà anche a conquistare Tutto sotto il Cielo.

È ovvio che Sun Tzu parla di Stato, mentre noi parliamo di obiettivi. Ma la sostanza non cambia.
Un obiettivo focale è un obiettivo che se raggiunto consente una posizione di grande vantaggio (conquistare Tutto Sotto il Cielo)
Tale obiettivo è ambito e conteso da tanti e pertanto difficile da raggiungere.

Un esercito penetrato a fondo sul suolo nemico, lasciandosi alle spalle città e villaggi, si trova su territorio grave.

Un obiettivo è fuori della nostra cerchia di conoscenza si trova in un contesto sconosciuto, pertanto è giusta la definizione di territorio grave.

Chi deve superare montagne, foreste e regioni scoscese, marciare lungo gole, paludi, acquitrini, o luoghi dove è difficile procedere si trova su territorio difficile.

Altrettanto corretta è la definizione di territorio difficile quando per raggiungere l’obiettivo è necessario superare ostacoli impegnativi e complessi che richiedono sforzo e abilità

Dove l’accesso è difficile, l’uscita tortuosa, e anche una piccola forza nemica può batterne una molto più grande, è territorio circondato.

La definizione di territorio circondato ci indica un obiettivo che per le sue intrinseche caratteristiche è molto difficile da raggiungere o da conquistare.

Dove puoi sopravvivere soltanto a condizione di combattere col coraggio della disperazione, è territorio mortale.

Infine se ci si trovi in una situazione da cui si può uscire solo con il coraggio della disperazione, quella può essere definita una situazione mortale.

Essenza della guerra è la velocità. Permettere di avvantaggiarsi sul nemico impreparato, giungendo da strade impreviste e colpendolo dove non ha eretto difese.

Anche in questo capitolo c’è un riferimento all’importanza della velocità nell’azione, tale velocità non solo ci fa risparmiare tempo ma ci consente di compierne molte di più.
Ed aggiunge:

Non affaticarti senza motivo, serba la tua salute, risparmia le tue energie, raduna le tue forze. Definisci i tuoi piani rendendo imperscrutabile la tua strategia.

Non c’è bisogno di spiegare, è necessario soltanto tenere a mente questi principi fondamentali.

Mantenersi sereno e impassibile, imparziale e sicuro di sé, è un dovere per il generale.
Lascia ufficiali e truppa all’oscuro dei piani che hai in mente.


Ribadisce ancora una volta concetti che ha già esposto:
  • serenità e impassibilità nell’aspetto,
    imparzialità e sicurezza nel comando
    riservatezza massima della propria strategia.
E infine espone il concetto delle “discordanze” che non devono esistere dalla propria parte, ma è bene che ci siano nella parte avversa:

Con il termine "discordanze" Sun Tzu indica l’utilizzo di quella che, ai giorni nostri, potremmo definire “guerra psicologica”.
Sempre secondo Sun Tzu, esistono “sei discordanze”, che possono minare la stabilità sociale, e sono:
1) I plebei che contestano i nobili;
2) I giovani che si pongono al disopra degli anziani;
3) I parenti lontani che si intromettono fra i parenti vicini;
4) I nuovi amici che si intromettono fra i vecchi amici;
5) I piccoli che soverchiano i grandi;
6) I disonesti che rovinano i probi.

Non credo che sia necessario commento.

L’Arte della Guerra consiste nell’essere sempre al corrente della situazione del nemico, in modo da poter decidere a ragion veduta sul combattimento.

Conoscere le reali potenzialità e intenzioni della parte avversa è di estrema importanza. Su questo argomento ritornerà nell’ultimo capitolo.

Dodicesimo capitolo. Attacco.

Tutti i capitoli precedenti sono dedicati alla progettazione strategica ed alla organizzazione preliminare. Soltanto questo è dedicato all’attacco o per noi all’azione.

Sun Tzu ci spiega pertanto che la progettazione e l’organizzazione sono le fasi più delicate e più importanti della nostra azione.
È ad esse che dobbiamo dedicare grande attenzione e la parte maggiore del nostro tempo.

Ci dice che in guerra l’attacco deve avvenire con i mezzi di distruzione più potenti in nostro possesso cioè con il fuoco o con l’acqua (inondazione)
A noi interessa soltanto il concetto: l’azione si deve svolgere in maniera rapida e decisiva.
Ma affronta pure un concetto di somma importanza:

Agisci soltanto nell’interesse dello Stato. Se non sei più che sicuro di riuscire, non impiegare uomini. Se non sei in pericolo, non combattere.

Ci ricorda, pertanto, che si deve agire soltanto a fin di bene, in maniera corretta, e solo se si è sicuri di raggiungere l’obiettivo ed ottenere lo scopo previsto.
Non si deve mai agire per impulso o, peggio, spinti da obiettivi malsani (invidia, gelosia, odio). Le nostre azioni devono sempre avere una motivazione giusta, onesta, legittima.

Tredicesimo capitolo. Utilizzo delle informazioni.

Sun Tzu in questo che è l’ultimo capitolo del suo manuale ci dice che:

Ciò che permette ad un principe illuminato e a un abile generale di sottomettere il nemico e conseguire risultati straordinari, è la capacità di previsione.

Per raggiungere risultati straordinari è necessario “Pre-vedere” cioè vedere prima, conoscere in partenza le potenzialità sia proprie che della controparte.
Ogni Stato per questo scopo ha i suoi Servizi Segreti, la sua Intelligence.

Ma anche il singolo cittadino che si accinge ad un’impresa, per trovarsi in vantaggio, deve essere a conoscenza del maggior numero di informazioni possibili.
Deve informarsi.

Oggi è possibile trovare un gran numero di informazioni su internet. È necessario solo dedicarci del tempo e saperle cercare.
Internet è un potente strumento sia di comunicazione che informazione. Deve essere gestito correttamente e utilizzato in maniera appropriata.

Chi non sia avveduto e intelligente, umano e giusto, non può utilizzare correttamente l’agente segreto.

Per utilizzare le informazioni che pervengono da fonti di cui non si può essere certi dell’attendibilità è necessario essere avveduti e intelligenti, umani e giusti.
È difficile discernere una informazione corretta da una errata oppure solamente probabile, o addirittura parzialmente vera, ma che può portare fuori strada.

È la nostra intelligenza, la nostra valutazione che deve essere la più corretta possibile che deve saper discernere le informazioni valide da quelle fasulle.
E nella sua conclusione finale Sun Tzu afferma che:

In guerra le operazioni segrete sono essenziali: prima di fare qualsiasi mossa ci si deve basare su di esse.

Ribadisce il concetto che l’informazione (sorella della comunicazione) è la base fondamentale su cui si fonda l’analisi, l’elaborazione, e alla fine l’esecuzione di un progetto.

Ricapitolando.

Prima di iniziare una qualsiasi azione il nostro operato deve consistere in:

•   Valutazione;
•   Pianificazione;
•   Progettazione della Strategia.

Per progettare la strategia è necessario tenere conto dei seguenti fattori:

•   Invincibilità e vulnerabilità;
•   Organizzazione e comunicazione;
•   Punti di forza e di debolezza;
•   Azione frontale o manovre dilatorie;
•   Variazioni ed adattabilità;
•   Spostamenti;
•   Terreno o ambiente;
•   Territorio o contesto.

Solo alla fine di tutto questo processo può iniziare l’azione che deve essere veloce e decisiva …
… e deve tenere conto di un flusso costante di Informazioni.

Conclusione.

Spero che questi concetti, che come ho detto non sono miei, ma io ho cercato di mettere in pratica nella mia vita, vi abbiano interessato.
Se vi hanno interessato e li terrete a mente qualche volta vi capiterà di applicarli.
Se applicandoli raggiungerete l’obiettivo che vi siete prefissi, chi ve li ha raccontati sarà felice perché entrambi abbiamo raggiunto il nostro scopo.

Grazie per l’attenzione.

Victor
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piccolofi

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Re:L'arte del Comando
« Risposta #3 il: Settembre 18, 2020, 01:54:14 »
Ho solo cominciato a leggere, data la lunghezza.
Trovo comunque interessante sia il testo in sè di cui Victor ci dà esposizione, sia molto anche lo studio che ne ha fatto in funzione di trarne insegnamenti validi anche per la vita che, come ci fa notare, è in fondo in tanti suoi aspetti un combattimento.
Dall' " Arte della guerra " ha tratto così gli spunti per una sua " Arte del comando ", che a mio parere in realtà si potrebbe tradurre con " l'arte dell'autoaffermazione e del risultare vincenti ".
Se infatti la vita è combattimento contro le avversità e il venir fuori dalle prove cui siamo sottoposti, se la vita è competizione sociale, ecco che un manuale di arte militare di antica tradizione e intriso di saggezza e intelligenza, può ( e sembrerebbe incredibile ) orientare anche ai tempi nostri : in questi tempi di apparente quanto fragile pace, che però è come la superficie del mare, che sotto è percorso da insidiose correnti.
La saggezza orientale, lo studio di una persona di rilievo e grandi capacità, possono soccorrere ancora, dare preziose dritte a chi con attenzione voglia leggerle, interpretarle, e con questo adattarle poi a contesti diversi ma in qualche modo attinenti.
Mi appare un'operazione interessante, frutto di una curiosità creativa.
   

victor

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Re:L'arte del Comando
« Risposta #4 il: Settembre 20, 2020, 12:16:23 »

Ciao Piccolofi.

Hai solo cominciato a leggere, data la lunghezza. Lo so, non sono una persona normale, è difficile catalogarmi. E anche capirmi. Sono fatto così, anzi sono nato così!

Riassumere il testo? È già riassunto. Stringerlo ancora di più? Avrei tolto delle parti che ritengo interessanti. Ho voluto riportarlo così come a quel tempo l’ho scritto e come l’ho utilizzato per sedute di formazione, con dibattito annesso.

Dici che la vita “in fondo è un combattimento”. In linea di massima sono d’accordo, anche se io ho sempre cercato di interpretala come una gara. Qualche volta ho incontrato qualche avversario scorretto, ed io ho reagito cercando di evidenziare e denunziare le sue scorrettezze, non ho cercato di fare io lo scorretto. Qualche volta (tre volte in verità) mi hanno anche messo le mani addosso, e lì ho reagito ad armi pari ed ho vinto tutte le volte sul ring (nel senso che le ho prese e le ho date, ma quelle che ho date sono state più di quelle che ho prese).

Dici anche che è un testo di “autoaffermazione”. Sì, è proprio così. Nella scala di Maslow dei Bisogni (ne ho fatto cenno) l’autoaffermazione è messa all’ultimo gradino (il più alto) della sua Piramide. Cioè una persona che ha realizzato (ha scalato, ha soddisfatto) tutti i gradini precedenti cerca di raggiungere anche quest’ultimo. Ho sempre saputo che nessuno (tranne il proprio padre e la propria madre) ti offrirà qualcosa su un piatto d’argento. “Se vuoi qualcosa, vai e prendila …” diceva la madre (Elizabeth Taylor) al figlio (James Dean) in un vecchio film di cui non ricordo più il titolo, ed io l’ho sempre saputo. E quando volevo qualcosa studiavo e progettavo come raggiungerla, tenendo sempre presente la correttezza, l’educazione, ma anche il coraggio, così come mi aveva insegnato mia madre che era una persona eccezionalmente buona, ma di tanto in tanto mi ricordava che “chi pecora si fa il lupo se la mangia”.

La lettura o meno di quanto ho scritto dipende dall’interesse che desta nelle persone che leggono. E chi è interessato lo legge, ci studia e ci riflette.

Ciao, Piccolofi, sei sempre attenta e precisa nelle tue osservazioni (indipendentemente dal fatto che siamo d’accordo o meno). È un piacere dialogare con te.

Victor
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Doxa

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Re:L'arte del Comando
« Risposta #5 il: Settembre 20, 2020, 13:57:40 »
Victor ha scritto
Citazione
La lettura o meno di quanto ho scritto dipende dall’interesse che desta nelle persone che leggono. E chi è interessato lo legge, ci studia e ci riflette.

Caro Victor, sono interessato all'arte del comando, sono un fautore della vita militare, specie per molti giovani rammolliti d'oggi, perciò ho letto e metabolizzato i consigli di Sun Tzu.

Per essere efficiente il comando ha bisogno di autoritarismo, meglio  ancora la "dictatura", specie se il dictator gira tra la folla a cavallo col pennacchio bianco sul cappello.


Questa foto non so se mi fa ridere o commiserare, però esteticamente è eloquente sull'importanza del "pennacchio" come simbolo del potere.

Mi vien da ridere se penso il presidente del consiglio, Conte, col cappello piumato in testa.

Da un discorso ad un altro...

Ho un sogno ricorrente: suono il tamburo per dare il ritmo ai vogatori sulle navi "galere" (o galee) da cui il lemma "galeotti.


Con quelle imbarcazioni  non c'era il sovraffollamento nelle carceri. Gli antichi Romani non si potevano permettere di dare per anni vitto e "alloggio" agli omicidi e ai delinquenti. Questi dovevano lavorare. Di solito nelle miniere ("ad metalla) oppure li mandavano a combattere, e sicuramente venivano uccisi.

Quei "ragazzi di Colleferro" che hanno ucciso in modo atroce quel  giovane di Capoverde sono adatti per le truppe di assalto e pronti alla morte, anziché tenerli in galera.

In subordine, mettiamoli ai lavori forzati.

Anatema ! E cosa ho detto di straordinario ? Quei tipi vanno recuperati !

Recuperati ? Essi sono irrecuperabili !

La loro forza fisica e abilità nell'arte marziale vanno sfruttate al meglio.  ;)

Perciò crucifige. Altro che "buonismo" alla papa Francesco, oppure "ar volemose bene" alla romana, come se diceva "na vorta", ma da molti anni non più. La frase è passata di "moda".

« Ultima modifica: Settembre 21, 2020, 16:32:37 da Doxa »

victor

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Re:L'arte del Comando
« Risposta #6 il: Settembre 20, 2020, 14:13:23 »
Ciao, Doxa,

Il mio scritto, in effetti, cerca di trasferire regole ed esperienze militari nella vita civile.

In riferimento a coloro i quali commettono episodi di violenza inaudita e ingiustificata, la proposta di recuperarli con la vita militare è molto interessante. Che ne diresti di una “Legione Italiana” sulla falsa riga della “Legione Straniera” francese?

Grazie per la citazione.
Victor
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piccolofi

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Re:L'arte del Comando
« Risposta #7 il: Settembre 20, 2020, 22:22:32 »
Eh, Victor, ho detto onestamente che avevo letto solo in parte causa lunghezza, ma non era assolutamente una critica.
Tant'è che penso che continuerò, stante che davvero si possono trarre lezioni utili e trasferibili, sia pur con gli opportuni aggiustamenti, a contesti moderni.
Tu hai fatto un'opera interessante e penso che averne fatto delle lezioni pubbliche sia stata un'ottima idea, fruttifera per chi abbia saputo ascoltare e riflettere. Perché è qui il punto : non si tratta certo di un'esposizione da assorbire distrattamente e pari pari, ma ognuno può trarne spunto per sè e la propria vita, dopo averci pensato su.
Circa l'esortazione di tua madre, beh, anche mia nonna paterna aveva insegnato a suo figlio che " chi si fa pecora il lupo lo mangia ", ed è purtroppo vero : l'essere umano è, si, sociale, ma questo lo porta sia al confronto che spesso alla conflittualità, che solo in pochi sanno vivere con equilibrio e senza.." spargimento di sangue ".Ad ogni modo, essere puramente proni o pavidi non porta bene, perché..homo homini lupus.
Quanto alle idee di Doxa, io non sono abituata a crocifiggere nessuno, dunque mi pare logico che ciascuno esponga il suo punto di vista, per quanto magari dissacratorio di tabù e controcorrente.
Però, se da un lato comprendo come si arrivi a pensare che solo quella forma estrema di comando che è la dittatura possa assicurare ordine, regole e una convivenza apparentemente più spiana.. mai ne sarò fautrice : perché, giustizia della cosa a parte, so perfettamente ( lo insegnano la storia e la psicologia umana )che il dittatore, di qualunque colore, degenererà nel culto di se stesso e pertanto compirà follie e sarà nefasto.
Aggiungiamoci che, dato il potere assoluto consolidato e l'avere in mano la vita o la morte delle persone, sarà difficilissimo scalzarlo quando i suoi eccessi lo avranno fatto apparire pericoloso e da rimuovere agli occhi dei più, e questo avverrà solo a prezzo di molte vite umane, generalmente dei migliori sia intellettualmente che moralmente.
Dunque, per me, bisogna tenerci cara la democrazia, per quanto faticosa da vivere e con esiti magari temporaneamente desolanti.
E per l'utilizzo della gentaglia che ha commesso i delitti più efferati.. direi che le galee non esistono più, ma sarebbe davvero il caso di farli lavorare anche pesantemente, anziché farli mantenere ai povericristi di cittadini che si guadagnano a fatica la vita.
Ma siamo in Italia, la patria dei cogl., pardon buonisti e quaquaraquà, mica in Inghilterra!
 

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Re:L'arte del Comando
« Risposta #8 il: Settembre 21, 2020, 16:42:32 »
Piccolofiore, a proposito di degenerazione del comando dittatoriale

clicca sul link per ridere con l'attore Petrolini nel ruolo di Nerone

https://www.youtube.com/watch?v=iMcAIMVxa9s
« Ultima modifica: Settembre 21, 2020, 16:44:20 da Doxa »

piccolofi

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Re:L'arte del Comando
« Risposta #9 il: Settembre 21, 2020, 23:21:22 »
Grazie Doxa, ma di ridere non ho proprio voglia.
Magari un bell'inno funebre oggi sarebbe più adeguato.

mr.blue

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Re:L'arte del Comando
« Risposta #10 il: Settembre 24, 2020, 15:01:18 »
Oppure ci può essere un approccio differente, visto che non abbiamo nessuna nazione da difendere a parte le corazze mal armate e piuttosto debolucce del nostro "Io".

- Prepararsi poco
- Andare alla guerra immediatamente.
- Prepararsi mentalmente per una probabile sconfitta.
- Imparare dai propri errori.

Quante volte non abbiamo affrontato una sfida o non siamo usciti dalla zona di comfort per paura di sbagliare?
Gli errori fanno male al proprio ego ma spesso, insegnano di più di una vittoria.
Attraverso l'azione e l'analisi degli errori commessi si apprende molto di più che dall'immobilità.