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gnòthi seautòn

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Doxa:
Il filosofo Friedrich Nietzsche nel suo libro titolato “La genealogia della morale”, pubblicato nel 1887,  contrappone la “morale dei signori e la morale del gregge o degli schiavi” (Hegel distingue tra la morale del signore e quella dei servi; Marx, invece, tra oppressori e oppressi) e indaga sull’origine della morale per criticarne il valore oggettivo.

In questo testo Nietzsche disserta su “Buono e malvagio, buono e cattivo”,  “Colpa, cattiva coscienza e simili”, “Che significano gli ideali ascetici”.

Nell’incipit scrisse:  “Siamo ignoti a noi medesimi, noi uomini della conoscenza, noi stessi a noi stessi: è questo un fatto che ha le sue buone ragioni. Non abbiamo mai cercato noi stessi - come potrebbe mai accadere, un bel giorno, di trovarsi ?” (Nietzsche, Prefazione, I).

Penso che ogni individuo adulto si chieda il “senso della vita” nell’immensità del cosmo, nel susseguirsi dei giorni, degli anni.

Cosa sono io, minuscolo essere nello spazio siderale ? Anche se la scienza spiega molte cose, c’è sempre un “oltre”, che non si cela solo nell’universo ma anche nel “mikròs kòsmos”, così  venne definito l’individuo dal filosofo Democrito nel V – IV sec. a. C.. Era la medesima sapienza classica che coniava allora il noto appello “gnòthi seautòn” (= “conosci te stesso”), inciso  - si narra -  sul frontone del tempio dedicato ad Apollo, a Delfi.

piccolofi:
 gnothis eautòn

Doxa:
Dal vocabolario Treccani

questo è il link

https://www.treccani.it/vocabolario/gnothi-seauton/

gnòthi seautòn ‹ġnòtħi seautòn›. – Traslitterazione del gr. γνῶϑι σεαυτόν, forma originale della sentenza citata in lat. con le parole nosce te ipsum (v. questa voce) e in ital. con la traduz. conosci te stesso.

 ;D ;)

da Wikipedia

L'esortazione «conosci te stesso» (in greco antico γνῶθι σαυτόν, gnōthi sautón, o anche γνῶθι σεαυτόν, gnōthi seautón) è una massima religiosa greco antica iscritta nel tempio di Apollo a Delfi.

La locuzione latina corrispondente è nosce te ipsum.[2] È anche utilizzata in latino la versione temet nosce.

Doxa:
Lo scrittore Luigi Pirandello nel suo romanzo "Uno, nessuno e centomila" spiega come una persona possa indossare centomila maschere nella vita ed apparire agli altri diversa da come è realmente.

Il comportamento influenza la scelta fra l'essere e l'apparire. Essere sé stessi non è facile quando le circostanze esterne inducono ad "apparire".

Sin dall’antichità il tema dell’essere e dell’apparire fa parte della riflessione filosofica.

Essere sé stessi significa possedere la forza psicologica della libertà dal condizionamento dei giudizi altrui.

Essere sé stessi è toglierci la maschera e mostrarci come siamo..., anche se abbiamo paura.

Perchè molte volte non si riesce ad essere se stessi? Perché temiamo di non piacere agli altri, di non essere accettati per ciò che siamo.

Nell’interazione sociale fin dal primo sguardo tra due sconosciuti  vengono messi in atto processi psicologici (consapevoli o meno) tesi a costruire una rappresentazione, inizialmente ipotetica, della persona che abbiamo di fronte tramite la percezione di alcuni dettagli.

piccolofi:
Al di là della Treccani, io ricordavo l'espressione in greco e mi pare sia come l'ho scritta io. Ma certo è passato troppo tempo.
Conosci te stesso : chissà in quanti lo possono dire, di conoscere se stessi!  ::)

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