Autore Topic: "Luce dalle stelle morte"  (Letto 737 volte)

Doxa

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"Luce dalle stelle morte"
« il: Dicembre 27, 2022, 16:38:33 »
Lo psicoanalista e saggista Massimo Recalcati ha pubblicato recentemente un suo saggio titolato “La luce delle stelle morte. Saggio su lutto e nostalgia”, edito da Feltrinelli.

La prima parte del titolo mi ha incuriosito, perciò prima di argomentare su questo libro, reputo opportuno un ripasso “ad alta voce” di alcune nozioni di astrofisica.

Guardando il cielo nelle notti  senza nubi, vediamo  le stelle che brillano di propria luce visibile. Quella luce è suscitata dalla fusione nucleare nel proprio nucleo che  genera energia e viene irradiata nello spazio come  luminosità, ma ci arriva dal passato. Infatti, se un astro è a mille anni luce, la sua radiazione elettromagnetica, che viaggia alla velocità di 300 mila km al secondo, noi la vediamo com’era mille anni fa.

Tanto più una stella è lontana da noi, tanto  più indietro nel passato fu emessa la luce che vediamo.

Quella luce proviene anche da  stelle che sono morte da migliaia di anni, ma continuiamo a vederla anche se esse non ci sono più.


Galassia della “Via Lattea”, formata circa 13 miliardi di anni fa. E’  costituita  da  quasi 300 miliardi di stelle e  da ammassi di nebulose. E’ soltanto una delle molte galassie – oltre cento miliardi – che popolano l’Universo. 

La Via Lattea, visibile di notte come una striscia biancastra,  è la galassia che ospita in periferia il nostro sistema solare. 


galassia a spirale, denominata “M 101”.

Il Sole è la stella più vicina alla Terra. La sua “luce” impiega  circa otto minuti per raggiungere il nostro pianeta.
 
Ma cos’è una stella ? In breve,  è un’enorme palla di plasma, gas  bollente, e altri materiali.
Il carburante delle stelle è l’idrogeno. Quando le stelle fondono l’idrogeno e l'elio liberano calore e luce dal nucleo.

Gli astrofisici dicono che le stelle che riusciamo a vedere sono circa seimila e la maggior parte di loro sono distanti dalla Terra circa  mille anni luce dal Sole. Più sono lontane da noi, più vediamo fievole la loro luce.

Le radioonde attraversano con facilità il pulviscolo e  permettono ai radioastronomi di elaborare una mappa della Via Lattea anche per le zone da cui non proviene luce.

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Doxa

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Re:"Luce dalle stelle morte"
« Risposta #1 il: Dicembre 27, 2022, 18:03:40 »
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Come già detto nel precedente post, gli astrofisici spiegano che la luce stellare arriva a noi con molti anni di ritardo, forse milioni di anni, anche da una stella già morta, scomparsa nel buio dell’universo. In tal caso guardiamo nel cielo notturno una presenza che è assenza, o un’assenza che sembra presente, come avviene  quando si è coinvolti dal sentimento della nostalgia per un passato che  non è più tra noi, ma anziché diventare oggetto di rimpianto regressivo ci illumina, pur nella sua assenza, ci raggiunge come una visitazione inattesa. E la nostalgia per ciò che non c’è più diventa viatico per il futuro.

Massimo Recalcati nel suo ultimo libro “La luce delle stelle morte. Saggio su lutto e nostalgia” evidenzia il rapporto della vita umana con l’esperienza traumatica della perdita.

Cosa accade dentro di noi quando perdiamo chi abbiamo profondamente amato? Quale vuoto si spalanca? Quale  “elaborazione del lutto” ci attende per ritornare a vivere?

Il  lutto e la nostalgia sono due esempi di come possiamo restare vicini a ciò che abbiamo perduto senza però farci  sopraffare dal dolore.

“Mentre il nostro tempo esalta il futuro, il progetto, l’intraprendenza, il lutto e la nostalgia ci ricordano che lo sguardo rivolto all’indietro non è sempre segno di impotenza, ma può anche  diventare risorsa  per avere la volontà di ricominciare”.

Secondo l’autore noi dobbiamo distinguere due differenti modalità della nostalgia.

Una forma è quella che conosciamo e che frequentiamo abitualmente, è la nostalgia per un evento passato, lo struggimento per quello che abbiamo vissuto e che non è più con noi: “può essere un amore,  può essere una persona cara scomparsa, può essere anche la nostra stessa giovinezza o la vigoria del nostro corpo che negli anni non è più la stessa”.

L’atteggiamento nostalgico  induce a pensare al passato ma blocca  il divenire.  “Il passato diventa una calamita che ci sequestra, che ci trattiene, e allora viene meno l’orizzonte dell’avvenire. La nostra vita è tutta all’indietro”.

La vita di ognuno è  segnata dalle perdite, non solo le morti delle persone care, ma anche da altri eventi: la separazione, l’abbandono, il tradimento, la perdita di ideali che si sono rivelati fallimentari. Ogni esperienza di sconfitta o di perdita, fa vacillare il significato del proprio  mondo.

Un’altra forma di nostalgia somiglia al fenomeno astrofisico della stella morta, ma la sua luce ci raggiunge dal passato.  Metaforicamente quella luce può essere il ricordo del primo bacio adolescenziale, il gesto di un insegnante, l’abbraccio della madre. Sono piccoli dettagli che abitano nella nostra memoria, non necessariamente grandi lezioni, e riescono ugualmente ad illuminare il nostro cammino durante la vita. 

mr.blue

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Re:"Luce dalle stelle morte"
« Risposta #2 il: Dicembre 27, 2022, 19:50:06 »
La luce delle stelle ci insegna che il tempo è relativo e dipende dall'osservatore.