Poesia d'amore: uno dei genere più gettonati al mondo, su cui si
cimentano, si sono cimentati e si cimenteranno dilettanti e
professionisti, illustri e sconosciuti, bravi e "scartine".
Insomma, tra i molti sentimenti umani su cui la poesia universale si
sbizzarrisce da secoli, l'amore la fa da padrone: invero vi sono
temibili concorrenti, soprattutto sul versante triste: morte,
solitudine, miseria e compagnia non sono lontani dalle produzioni più
o meno poetiche universali; ma, come per il pessimismo di maniera, sono
molto dubbioso sulla validità delle poesie d'amore.
Io stesso preferisco trattare l'argomento nelle mie prose: i miei
racconti trasudano amore in ogni riga, credo di averne scritto al
massimo un paio dove l'amore non fa capolino; ma poesie d'amore
francamente non mi va di pubblicarne.
Per un semplice motivo:o sono un esercizio di stile, un generico inno a
questo sentimento così importante (ma al tempo stesso così difficile
da definire oggettivamente), oppure sono dedicate a qualcuno che
realmente esiste, ad una persona che meriterebbe un poco di
riservatezza.
Nel primo caso (esercizio di stile) si possono avere anche risultati
notevoli, ma allora siamo in presenza di poeti "teste di serie"
quelli che di qualsiasi cosa scrivano, la sanno scrivere divinamente.
Nel secondo (ed è sicuramente il più diffuso) non è difficile
immaginare il disagio dei lettori più sensibili al pensiero di essere
come dei "guardoni", spettatori, ancorché autorizzati, di fatti
strettamente personali. Vi è poi ancora una componente importante in
questo settore della poesia: se si tratta di un componimento che viene
dal cuore, dedicato ad una persona vera, e non si sa frenare la voglia
di mostrarlo al mondo, come minimo andrebbe chiesto il permesso a
questa persona che una volta ottenuto renderebbe il destinatario come
un coautore. Perché a mio avviso l'essere autori si concretizza nel momento
in cui quel che scriviamo decidiamo di esibirlo, a uno o a centomila,
non fa differenza.
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