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Topics - peroni

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Umoristico / San Valentino
« il: Novembre 24, 2011, 21:41:03 »
San Valentino

Amanti clandestini, si erano incontrati anni fa su quella stessa panchina davanti al più bel polmone verde della città grigia.
Ma poi erano stati costretti a nascondersi, a dissimulare il loro amore perché, si diceva, che non sta bene. L’ambiente, il contesto e la realtà non erano pronti ad accettare l’atto di donarsi di due anime e corpi.
Oggi, giorno dell’anniversario di quella prima notte galeotta era forte il ricordo della cena guardandosi negli occhi, della loro prima doccia insieme e del letto condiviso soffocando i gemiti della passione.
Oggi però s’incontravano quasi di nascosto, come due che fanno qualcosa di sporco, ma con la voglia di urlare a tutti il loro amore, come è concesso a tutte le coppie che si vogliono bene in questa giornata.
Un giorno, il 14 febbraio ormai istituzionalizzato per tutti, che fa gola ai venditori di cioccolatini, fiori e gioielli.
Si sedettero, per non dare troppo nell’occhio, su panchine diverse, ma in modo da potersi vedere.
Al momento convenuto si alzarono in piedi, attraversarono il prato tagliato di fresco e cominciarono a correre e passeggiare mescolandosi a tutti gli altri, però scambiandosi sguardi lascivi.
Questa danza d’amore durò venti minuti.
Poi successe ed i sensi ebbero il sopravvento.
Ed il loro amore non fu più segreto.
Ne parlarono per diverse settimane : “ Novantesimo Minuto”, “La Domenica Sportiva”, “Pressing”, “ Il Processo del lunedì” e tutti i quotidiani sportivi.
L’Ansa parlò di loro in questi termini:
“ Durante il derby Lazio-Roma al 20° del secondo tempo due giocatori avversari festeggiano un gol con baci ed abbracci inequivocabili. Imbarazzati si uniscono nel condannare l’episodio increscioso le due squadre, la terna arbitrale, il quarto uomo, gli ultrà delle rispettive curve ed i tifosi attraverso un sondaggio sui principali siti ultrà Squalifiche pesanti in arrivo per i due perché il calcio è un gioco maschio e non per signorine.”

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Altro / Un amore accecante
« il: Novembre 24, 2011, 21:36:58 »
“Arriva l’onda!“ gridò quando capì che il mare avrebbe inondato quel giovane corpo abbronzato e lucido di oli solari, sdraiato troppo vicino al bagnasciuga ed ignaro sotto ad un cappello di paglia nero stile anni 50’.
Lui immolò le sue scarpe da tennis per salvare asciugamano, zainetto, sandali e libro in lingua straniera. Il corpo apparteneva ad una atletica ragazza che gli sorrise strizzando gli occhi per il sole accecante. Lui chinandosi su di lei eclissò con la sua nuca il bagliore di mezzogiorno e le sorrise con gli occhi.
Spesso gli avevano detto che aveva gli occhi “che parlavano “.
Lui aveva il doppio della sua età o lei la metà di quella di lui, fate voi. Lui 44, lei 22.
Si presentarono, rimasero a parlare. Il sole accecante si tramutò in stelle e loro erano ancora lì.
Fu un estate meravigliosa che proseguì in autunno quando decisero di dividere lo stesso tetto.
Quando andavano in giro per il lungomare la gente si domandava se erano padre e figlia e loro ridevano complici. Lui faceva l’amore con passione mista a rabbia; se la sarebbe mangiata se avesse potuto. La sua freschezza gli donava emozioni mai provate, era brillante, ironica e lui non capiva come poteva stare con uno della sua età. Allora lei gli metteva il broncio e scuotendo la testa gli ripeteva “Sei proprio una zucca, forse un giorno ti farò diventare melanzana.“ e gli si accoccolava vicino come una gatta.
A questo punto di solito lui l’abbracciava forte forte e non visto i suoi occhi parlanti lacrimavano.
Dopo l’inverno e la primavera tornò l’estate con un sole implacabile e un giorno lei era a prendere il sole intenta a leggere quando sentì gridare“ Arriva l’onda!”.
La voce apparteneva ad un ragazzo in bermuda, codino, tatuaggio tribale e orecchino che immolò i suoi anfibi per salvarle l’asciugamano.
Avevano la stessa età, stessi gusti musicali, leggevano gli stessi autori stranieri, fumavano le stesse sigarette. Combaciarono subito: come le ultime due tessere di un puzzle. Lei cominciò a frequentarlo, l’altro, non le interessava più.
Era tornata in sintonia con la volubilità della sua età. Il quarantacinquenne innamorato soffrì oltre ogni previsione. La chiamava in continuazione finché alla fine fu costretta a cambiare numero; le sue lettere tornavano indietro, non riusciva più a dormire, nè a mangiare, nè a lavorare. Precipitò nella depressione più nera. Trascorsero i mesi e gli arrivò prima voce, poi conferma che lei stava sempre con il coetaneo nonostante questi la picchiasse e la tradisse senza nasconderlo.
Tornò l’estate col sole accecante. Ed un sabato verso mezzogiorno lui la rivide, distesa come la prima volta. Si chinò su di lei oscurando il bagliore accecante della luce, come al primo incontro.
Lei riconobbe quegli occhi “che parlano“ e si sentì come svenire.
E fu allora che gli occhi di lui si riempirono di lacrime mentre disse:“ Bisturi.”




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Altro / Una donna da salvare
« il: Novembre 24, 2011, 21:35:52 »
 Dottore, la stiamo perdendo!”. “Adrenalina, presto, tre unità! “.
Il medico avrebbe tremato se le emozioni avessero fatto parte del suo DNA.
Ma il suo cuore era più asettico della intera sala operatoria.
Tutta l’équipe avrebbe sudato freddo, se avesse potuto. Avevano una responsabilità troppo grande; da loro dipendeva il futuro di quella donna. Dovevano salvarla. Ma era stanca, abbandonata dalla vita.
E finalmente la morte si era ricordata di lei dopo così tanto tempo.
“ Quanti anni ha?“chiese l’anestesista.“ Non lo so, mi pare 99 tra una settimana.”
 “Caduta dalle scale” e “Trauma cranico “ erano gli scarni referti.
Distesa, impotente, fragile, i lunghi capelli d’argento raccolti in una cuffia verde.
Il mondo, fuori dalla clinica, non era più quello che aveva conosciuto da bambina.
Non c’era più nulla che la trattenesse. Niente più emozioni per lei. Nel suo stato di incoscienza percepiva solo una cantilena lontana che si andava affievolendo all’avanzare del grumo di sangue che premeva nel suo cervello. Era una filastrocca della sua infanzia. Ancora per qualche istante gli alti ed i bassi della melodia rimasero visibili sullo schermo che rimandava l'attività del suo cervello. Le sue ultime tracce di vitalità.
Poi la linea verde si appiattì seguita da un sibilo senza fine.
“ Non ce l’abbiamo fatta “disse il chirurgo con voce metallica.
Poco dopo, altoparlanti, satelliti e schermi al plasma diedero la notizia in tutto il mondo.
“Oggi, 30 dicembre 2182, alle ore 0,51, si è spenta, Wanda Campioni, l’ultimo essere umano “.
Tutti gli androidi si fermarono per un minuto, anche se nessuno di loro conosceva il significato della parola lutto.
Il giorno seguente l’équipe medica venne riprogrammata perché ormai non serviva più a nessuno.

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Presentazioni / salve
« il: Novembre 24, 2011, 21:27:33 »
Eccone un altro. Cresciuto con Carosello e la TV in B/N.
Ogni tanto scrivo racconti brevi.
Surreali, ironici, a volte grotteschi. L'atmosfera che mi piace ricreare è quella della serie "Ai confini della realtà", per chi si ricorda questa serie televisiva.
Come faccio a inserire i miei racconti?
Gradirei ricevere un vostro feedback.
Saluti.
Fabio

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