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Post - ectobius

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Politica / Re:Perchè la Francia?
« il: Luglio 15, 2016, 11:03:35 »
È guerra!

Dopo circa settanta anni di pace, l’Europa è in guerra sul proprio territorio. Una guerra strana senza eserciti unitariamente organizzati e senza un fronte delineato; guerra che coinvolge Africa, Europa, America, Medio oriente, Russia… tutti in guerra su fronti frastagliati e con diversi metodi.
Solo il terrorismo, checché ne pensino in molti, ancora accomuna vecchie e nuove guerre… e sì, perché terrorismo erano i bombardamenti a tappeto delle fortezze volanti; terrorismo gli attentati a Roma, via Rasella, etcetera; terrorismo le uccisioni fasciste in Slovenia; terrorismo Srebenica…
Ma ciò che maggiormente crea inquietudine e angoscia in questa strana guerra rispetto al quelle tradizionali, risiede nella incapacità di prefigurarsi una fine: le vecchie guerre, prima o poi, cessavano con la sconfitta di un esercito, ma questa…?
E le responsabilità?… Tutte individuate storicamente, quindi inutile cercare di tirarsene fuori… inutili anche i “mea culpa”… Cosa occorre fare?… Ah, proprio non so!... francamente mi arrendo!


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Cogito ergo Zam / Re:Uno squarcio di ciò che succede in Italia
« il: Luglio 13, 2016, 18:03:06 »
Davvero una delusione questo Stranamore , o Strano che?
Lo reputavo più informato e capace di razionale spirito critico, invece lo scopro vittima e sostenitore del diffuso e sempre più ignorante senso comune, al livello della supponente signora Anna la bella, che si attacca ad un avatar, o a uno pseudonimo per giudicare, disprezzando, gli interlocutori.

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Cogito ergo Zam / Re:Uno squarcio di ciò che succede in Italia
« il: Luglio 13, 2016, 11:21:54 »
Che delusione!... strana... che?
Il fenomeno delle migrazioni di massa è antico quanto l'uomo e mai nessuno è riuscito a bloccarlo. Dimmi se anche tu pensi di riuscirci prendendoli a cannonate... piuttosto che salvar loro la vita? on quello che ci costa...

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Cogito ergo Zam / Re:Uno squarcio di ciò che succede in Italia
« il: Luglio 12, 2016, 10:47:53 »
Ciao Birik.
Bellissimo articolo.

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Cassonetto differenziato / Re:Deserto
« il: Luglio 12, 2016, 10:46:49 »
No! Birik c'è! Sempre lucida ed esaustiva nei suoi interventi.

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Cassonetto differenziato / Re:Deserto
« il: Luglio 12, 2016, 08:53:10 »
E' scomparsa anche Birik?

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Altro / Re:Via-andante in moto
« il: Luglio 11, 2016, 09:08:36 »
Non sembra che l'idea di postare a puntate abbia avuto successo. Pertanto invio l'intero racconto (un po' lungo) sperando che sia più letto.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Noi due spossati… col fiatone, il cuore e tutto, ci sediamo fianco  a fianco coi piedi nella cunetta e ci parliamo con calma:
“Con quella tuta!... e quella moto!… E poi il foulard... e poi…”
“Credevo di essere elegante!” 
“Ma fa’ il piacere!… Dove stai andando?”
“Non so... Vado!”.
I poliziotti hanno sciolto l’ingorgo e ora si accostano a noi che li sentiamo avvicinarsi, ma facciamo finta di niente; continuiamo a parlare tranquilli e quando ci sono vicini manco li caghiamo.
“Ohè!... Bella gente!!...”, fanno loro.
E noi non rispondiamo... ci hanno mica chiesto niente!
“Bella gente!!... Ohè!!”, insistono.
“Ehi!... E allora facci la domanda! Noi siamo qui che attendiamo… Su, fa la domanda!... È mica una domanda l’Ohè!!”.
Avversario, amico? Non so come definirlo ora che mi sembra mica più lo stronzo del dito!... forse siamo amici!
Ma il poliziotto, stizzito:
“Fa mica lo spiritoso te! Cominciate piuttosto a sgomberare la strada… accostate sulla destra i vostri mezzi!… favorite la patente!”.
I mezzi erano ancora piantati lì al centro della carreggiata… i “mezzi”!.
Io.
“Incazzatevi mica!… ce l’abbiamo mica con voi!”
“Ci mancherebbe altro!… Vediamo un po’!... Intralcio al traffico… rissa aggravata… resistenza a pubblico ufficiale... Vi costerà un patrimonio!”.
“Perché avete litigato?”: è l’altro poliziotto, che deve essere del tipo curioso.
“Sai che non ricordo come è cominciata!”, gli rispondo.
L’amico invece spiega… per lui una spiegazione convincente:
“Glie lo dico io!… Sembrava un fighetto... quella moto”... quel foulard...”.
“Volete prenderci per i fondelli?... Vi conciamo per le feste, noi!... Che, se ci mettiamo anche l’oltraggio a pubblico ufficiale, sono trecento euro… a testa!”.
Sembra si stia incazzando sul serio .
“Senti!”, ci faccio io, “Perché non risolviamo tutto con un caffè, al primo bar che ci fermiamo!”.
Una battuta spontanea e sfacciata, venuta su facile e leggera da meravigliarmi da per me, ché di norma ho mica ‘sta faccia tosta e comportamento così menefreghista! 
Beh! Voi non ci crederete!, ma i poliziotti non si sono sentiti presi per i fondelli... anzi!... e hanno messo via i taccuini e ci hanno augurato buon proseguimento.
Noi ci siamo stretti vigorosamente la mano.
Allontanandosi uno dei due ha detto:
“Mi piacciono questi tipi”.

“Mi piacerebbe stare un po’ con te!, ma debbo andare!…Purtroppo”. 
E nel porgermi un cartoncino:
“Il mio biglietto da visita. Telefonami quando arrivi in città, e vediamoci una volta!… Ci tengo!”.
Lui è partito.
Io sono rimasto lì seduto all’ombra di un albero.
Voglio incontrarlo ancora.
Mi sento leggero e riconciliato con tutto: il tempo che passa lento sotto quest’albero con un nuovo ritmo; si dilata il mio tempo; il mondo si dilata e lo assaporo, questo tempo. Sosto sui minuti… sui secondi… gradualmente mi trovo in un’altra dimensione nella quale mi sposto lentamente… spazio e tempo e universo in espansione!
So mica per quanto ho sonnecchiato!… so solo che ora ho appetito! e forse s’è fatta ora da pranzo!
Alla prima trattoria mi fermo!




Non ho percorso molti chilometri… un piazzale affollato di TIR… Ecco! Sono fortunato!... È risaputo!, dove si fermano i camionisti si mangia bene!
La trattoria:

“Da Sora Carmela - cucina casalinga”
Menu fisso! Prezzo fisso!

Una gargotta!
Poco illuminata e unto dappertutto… unti il pavimento, le pareti e i tavoli di legno... una gran confusione!… un vociare frastornante e risate possenti… e rutti! Vapori che filtrano da una porta in fondo che di quando in quando si spalanca per lasciar passare, giusto di misura, una donna grassa con le portate.
Un lercio bancone del bar, ma dietro non c’è nessuno al momento. Odori indefiniti!… fumo e puzzo di tabacchi di pessima qualità.
Ma ci sono i camionisti!... si mangia bene... garantito! 
Hanno davanti dei gran piatti fumanti, i camionisti: tagliatelle rosse di sugo, una montagnola nella scodella!
La signora grassa mi ha visto entrare e mi fa cenno di attendere mentre consegna i piatti a una comitiva sghignazzante.
Mi fa accomodare a un tavolo… da solo!
Apparecchia con un foglio di carta riciclata color ocra; un cestino con del pane a fette; una caraffa con vino rosso sfuso, della casa; un bicchiere; posate di latta.
Menu unico: per primo sono tagliatelle alla bolognese!
“Signora!, per me una porzione ridotta!”
“Sì, ma il conto non varia!”, mi risponde pronta sora Carmela… ci tiene a precisare!
Cerco di rassicurarla:
“Non è questo il motivo!”
Si avvia verso la porta in fondo facendo ballare un culone di rare proporzioni... sodo!... e mentre passa accanto al tavolo dell’allegra comitiva... tutti panzuti e senza collo, di colorito rubizzo… Splaaasc!... una gran pacca sul tafanario che risuona in ogni angolo della sala… e sono risate, scaracchi, rutti.
Lei manco una piega!
Continua ancheggiando fino alla porta e prima di attraversarla molla una scorreggia micidiale che fa vibrare all’unisono e per intero le immense chiappe del suo eccezionale armamentario... e anche vibra tutto l’arredo della spelonca.
E poi ha urlato:
“Alla faccia tua!”.
“Alla tua, e con la buona salute, sora Carmela!... ‘Tromba di culo sanità di corpo’…!!!”. 
Scrosciano gli applausi e si levano i bicchieri.
“Grazie, ragazzi!”, risponde la sora Carmela.
Sollevo anch’io il bicchiere per il brindisi e bevo. Ma che accidenti!... ‘sto sorso mi brucia dalla bocca all’esofago allo stomaco… fino al buco del culo Non riesco a trattenere una smorfia e i miei vicini di tavolo l’hanno notata e ridono e urlano.
Sono frastornato! Riesco mica a ben collocarli ‘sti tizi! Sono mostruosi robot, forti ed indistruttibili!
Le tagliatelle che la sora mi ha posto sotto il naso navigano nello strutto fuso; ingoiate scivolano lubrificate; in un attimo sono giù!
Mi aspetto a breve una mossa di viscere.
A metà piatto vorrei smettere ma ho un certo timore della imprevedibile sora.
Però il vino non lo bevo e mi faccio portare una caraffa d’acqua. 
“Sono astemio!…”, la rassicuro... ché già mi guarda male.
Poi aggiungo:
“Ne ho bevuto solo un sorso per onorare il brindisi alla sua salute!”
Resta soddisfatta, e la scusa accettata!
I camionisti del tavolo affianco si impossessano del mio vino… e giù!, che mangiano e bevono… Rubizzi gonfi, pressi allo scoppio!
Io lo spezzatino d’asino proprio non ce la faccio a finirlo; sono al limite del singhiozzo e per qualche difetto fisico non ce la faccio a ruttare… che poi qui non dovrei farmi problemi: qui potrei abbandonarmi a qualsiasi rumore corporale... e senza tante cerimonie.
Ora li invidio, ‘sti omoni! Hanno un fisico bestiale questi qui!… e se la sentono alla fine anche di sfidarsi a braccio di ferro!!
Poi, quasi a comando, si sono messi in moto a gruppi, scommettendo sui tempi di percorrenza. 
Hanno lasciato il locale.
Tutto finito quasi di botto!
La sala s’è vuotata e sono rimasto solo io che chiedo un caffè: “Non è previsto nel prezzo fisso”, mi fa notare la sora a scanso di contestazioni al momento del conto.
Me lo prepara, e mi chiede se sono rimasto soddisfatto!
“Soddisfattissimo!... perbacco!... dove si fermano i camionisti!… garantito!”.
“Allora vorrà dire che ritornerà… La città non è molto lontana!”. 
Ho bevuto il caffè con molta calma al tavolo e ho rifiutato il grappino artigianale... questo generosamente offerto dalla casa.
Tutto artigianale, garantito tossico per un fisico inadeguato come il mio.
Il piazzale è ormai sgombro… ma attendo seduto al tavolo ancora un po’. Poi con calma mi reco alla cassa e pago il prezzo fisso... più il caffè, e senza sconti!:
“Anche se non ha mangiato molto... il prezzo è fisso!”, si giustifica la sora Carmela.




I TIR avranno oramai già imboccato l’autostrada e non dovrei incontrare molto traffico su questa strada secondaria. Sarà una passeggiata confortevole nell’aria tiepida tra il verde dei colli… cipressi dritti, in fila!
La strada è stretta, ma il traffico quasi assente.
Tutta un’ondulazione, questa strada dalle curve dolci.
Di qua e di là campi coltivati, e anche prati fioriti.
Arrivo su un dosso!
In basso ci sono auto ferme!
Un TIR rovesciato… gente in agitazione… non distinguo con chiarezza.
Una luce lampeggiante…azzurra!
Ai lati due immensi prati ondulati: verdi, chiazzati di fiori multicolori, mucche al pascolo.
Non mi ci vuole molto ad arrivare laggiù.
Ci sono e riconosco la ‘machina’: grigia opaca, utilitaria nemmeno ultimo modello!
La “trabant!” del mio amico.
Oddio!... Si sono incontrati qui nel cunettone?… col TIR!… Ma come?... Tornava indietro?... per rincontrarmi?...
Sì, è proprio la sua auto, ridotta a lamiere contorte.
I soliti curiosi si tengono a una certa distanza da un corpo steso sull’asfalto… sono curiosi che guardano.
Due poliziotti fanno misurazioni con un metro e segnano l’asfalto col gesso. Parlano con voce nasale in apparecchi gracchianti.
Le mucche tranquille nel prato che masticano.
Alcune vacche coricate masticano inghiottono, rimasticano… quelle in piedi, pigre nel movimento del collo, fanno vibrare i campanacci.
Pace bucolica!... arcadica. Abbellisco niente!… era proprio così!  Scendo dalla moto e voglio avvicinarmi al corpo, ma mi ferma il poliziotto, che mi riconosce anche, ma fa finta di niente. Dico che sono infermiere, e mi lascia passare.
C’è anche quelli della televisione che insistono nelle riprese dei rottami. Tutti uguali i rottami, ma loro insistono a riprenderli.
E poi è al prato che rivolgono la loro attenzione e soprattutto i loro obiettivi.
Primi piani per le mucche! 
“Riprendete mica il corpo!…”, urla uno che deve essere il capo troupe.
“Solo i piedi inquadrate!... e mi raccomando, niente sangue!”.
I piedi senza scarpe!… per prima perdono le scarpe… sempre!
Ma anche una mano lui ha perso, e non si sa dove sia andata a finire.
Le scarpe, invece, una qui, e una là!
Il viso gonfio tutto da una parte così!… un occhio tappato da una palpebra gigantesca blu… cinque denti con tutto l’alveolo staccato… mascellare superiore penzolante... dalla bocca gorgoglia il sangue su un respiro affannoso.
L’avrei riconosciuto mica, lui... è la “trabant” che riconosco.
Una gelatina di cervella viene fuori lenta come da una vescica fessa... come un dentifricio… Il suo cranio ‘na vescica fessa! Ma dovrò pur fare qualcosa giacché mi sono dichiarato infermiere!
Il poliziotto, che momentaneamente tentava di assisterlo senza alcuna idea da dove cominciare, imbarazzato si fa da parte.
Ha una gamba tutta ruotata!
“Cercate un ramo così!”
Il ramo lo fisso, metto la gamba in asse… mi tolgo dal collo la sciarpa bianca di seta e ne faccio laccio emostatico al braccio che ha la mano tranciata di netto.
Si cerca la mano!… “Cercate la mano!”… C’è un tizio che si dedica solo a questo disperatamente! E ancora non l’ha rintracciata, la mano… che magari ci sarà anche qualcuno che pensa di poter rimettere insieme questo sfacelo!
La medicina dei miracoli!
L’ultima presa per i fondelli!
Lì in fondo strombazzano che vorrebbero passare Uno dice di avere molta fretta!… Un appuntamento… anche lui?
Ha anche bestemmiato!
La città deve essere veramente vicina se già ci sono i cameraman, e l’elicottero è in arrivo.
A bastonate allontanano le mucche dal prato che muggiscono incazzate... e c’hanno ragione, le mucche!
Dall’elicottero scendono assatanati in tuta arancione.
Si lanciano!
Qualche spettatore è rotolato giù nel prato a spintoni su una merda di vacca!
Gli sono addosso ora!
Massaggio cardiaco Spruzzi di bave e sangue e cervella.
“Un tubo!... Un tubooo!”… e Zac!, glie lo infila in gola… così, di brutto! Uno spruzzo rosso!… aspiratore a pedali!… poi un pallone respiratorio!... Ciuff…Ciuff…
E solleva le braccia a pugni stretti, esultante esaltato... ‘sto cazzone!: ha vinto!, sul povero amico mio. 
E si leva anche un applauso.
Lo lanciano sulla barella e via!... Presto!!! 
Riparte l’elicottero!
Io faccio a piccoli pezzi il suo biglietto da visita e lo lancio in aria.
I pezzetti volano alti nel vortice delle pale dell’elicottero… bianchi sul prato, come farfalle vanno a posarsi sui fiori.
E c’è un uomo robusto senza collo seduto su un pezzo di TIR I gomiti sulle ginocchia, il viso fra le mani… Un uomo immobile lì… così!… da quando sono arrivato… forse da prima. Ed è ancora lì quando la strada è sgomberata. Un poliziotto lo fa alzare e lo conduce a testa bassa verso l’auto Gli mette una mano sulla testa e lo fa salire sul sedile posteriore, in mezzo.
Non che lo arrestino… pura formalità!
Ma cambia niente lo stesso Non è più il camionista ruttante da “sora Carmela”... è bastata una frenata!... un botto… e la partita è cambiata. Non è più la stessa partita nella gargotta: le carte hanno altra identità: il tre di coppe non ha più il valore della briscola… ora è quello senza valore di uno scopone scientifico sparigliato!… nuove sono le regole!
Il gioco per te si è complicato!
Strombazzano… sorpassano… Siamo liberi!! Evviva! Frammenti di urla!!
Per ultimo… senza dar nell’occhio e assolutamente solo mi allontano anch’io, lento sulla moto… mi allontano a fatica come se un elastico mi facesse resistenza e tentasse di tirarmi indietro.
Mi allontano dal cunettone; dalla chiazza rossa all’interno della assurda goffa sagoma disegnata bianca di gesso sull’asfalto nero.
L’elastico continua a riportare laggiù la mia anima.
Saranno benevoli con te gli dèi... apriranno un varco al volo della tua anima nel vento del mondo e gli spiriti ti accoglieranno nel cielo limpido... lo stesso cielo che mi sta precipitando addosso come un pietrone.
Vaneggio!
Il cielo ancora splende e le mucche masticano nei pascoli fioriti.

La sagoma di gesso sull’asfalto
Non posso continuare questo viaggio.

Faccio inversione a U; raggiungo la sagoma di gesso sull’asfalto; mi tolgo la giacca di pelle nera della tuta e copro la sagoma insanguinata.
Copro.
“Dormi, amico mio!”.

Rientro a casa. 
Ma questa moto?
La deposito in cantina
Il casco nel suo comparto
Il restante della tuta di pelle nera.

Senza la sciarpa bianca di seta, sono “Gabbiano” che non ha raggiunto il mare.

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Altro / Re:Via-andante in moto
« il: Luglio 07, 2016, 17:01:02 »
Terza puntata. A puntate non per civetteria: il mio è un hobby senza pretes. Lo faccio solo per no annoiare con un testo lungo... magari poco digeribile.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Noi due spossati… col fiatone, il cuore e tutto, ci sediamo fianco  a fianco coi piedi nella cunetta e ci parliamo con calma:
“Con quella tuta!... e quella moto!… E poi il foulard... e poi…”
“Credevo di essere elegante!” 
“Ma fa’ il piacere!… Dove stai andando?”
“Non so... Vado!”.
I poliziotti hanno sciolto l’ingorgo e ora si accostano a noi che li sentiamo avvicinarsi, ma facciamo finta di niente; continuiamo a parlare tranquilli e quando ci sono vicini manco li caghiamo.
“Ohè!... Bella gente!!...”, fanno loro.
E noi non rispondiamo... ci hanno mica chiesto niente!
“Bella gente!!... Ohè!!”, insistono.
“Ehi!... E allora facci la domanda! Noi siamo qui che attendiamo… Su, fa la domanda!... È mica una domanda l’Ohè!!”.
Avversario, amico? Non so come definirlo ora che mi sembra mica più lo stronzo del dito!... forse siamo amici!
Ma il poliziotto, stizzito:
“Fa mica lo spiritoso te! Cominciate piuttosto a sgomberare la strada… accostate sulla destra i vostri mezzi!… favorite la patente!”.
I mezzi erano ancora piantati lì al centro della carreggiata… i “mezzi”!.
Io.
“Incazzatevi mica!… ce l’abbiamo mica con voi!”
“Ci mancherebbe altro!… Vediamo un po’!... Intralcio al traffico… rissa aggravata… resistenza a pubblico ufficiale... Vi costerà un patrimonio!”.
“Perché avete litigato?”: è l’altro poliziotto, che deve essere del tipo curioso.
“Sai che non ricordo come è cominciata!”, gli rispondo.
L’amico invece spiega… per lui una spiegazione convincente:
“Glie lo dico io!… Sembrava un fighetto... quella moto”... quel foulard...”.
“Volete prenderci per i fondelli?... Vi conciamo per le feste, noi!... Che, se ci mettiamo anche l’oltraggio a pubblico ufficiale, sono trecento euro… a testa!”.
Sembra si stia incazzando sul serio .
“Senti!”, ci faccio io, “Perché non risolviamo tutto con un caffè, al primo bar che ci fermiamo!”.
Una battuta spontanea e sfacciata, venuta su facile e leggera da meravigliarmi da per me, ché di norma ho mica ‘sta faccia tosta e comportamento così menefreghista! 
Beh! Voi non ci crederete!, ma i poliziotti non si sono sentiti presi per i fondelli... anzi!... e hanno messo via i taccuini e ci hanno augurato buon proseguimento.
Noi ci siamo stretti vigorosamente la mano.
Allontanandosi uno dei due ha detto:
“Mi piacciono questi tipi”.

“Mi piacerebbe stare un po’ con te!, ma debbo andare!…Purtroppo”. 
E nel porgermi un cartoncino:
“Il mio biglietto da visita. Telefonami quando arrivi in città, e vediamoci una volta!… Ci tengo!”.
Lui è partito.
Io sono rimasto lì seduto all’ombra di un albero.
Voglio incontrarlo ancora.
Mi sento leggero e riconciliato con tutto: il tempo che passa lento sotto quest’albero con un nuovo ritmo; si dilata il mio tempo; il mondo si dilata e lo assaporo, questo tempo. Sosto sui minuti… sui secondi… gradualmente mi trovo in un’altra dimensione nella quale mi sposto lentamente… spazio e tempo e universo in espansione!
So mica per quanto ho sonnecchiato!… so solo che ora ho appetito! e forse s’è fatta ora da pranzo!
Alla prima trattoria mi fermo!

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Cassonetto differenziato / Re:Deserto
« il: Luglio 07, 2016, 07:06:12 »
Grazie per il “matto”, che per me vuol dire che non faccio parte del gregge al seguito di un “caprone”.
E’ vero non hai mai detto nulla a proposito dei “marò”, ma tutto si tiene, e comunque in certo modo lo dici:
“un incidente occorso durante una missione antipirateria, i marò non si trovavano lì per gioco”.
Ma anche i due poveri indiani non si trovavano lì a giocare ai pirati su una barchetta ad assaltare la mastodontica petroliera.
Riguardo ai musulmani, che sono più di un miliardo nel mondo, mi sembra che i più siano moderati e, poveracci anch’essi, vittime del terrorismo (islamico, si fa per dire) e, sembra anche abbiano il coraggio di dire che la loro è una religione di pace. E poi, che la loro cultura abbia poca considerazione per le donne sono fatti loro, e la lotta per l’emancipazione, delle donne e dalla religione, è questione solo di loro. La lotta devono portarla avanti da soli… senza interferenze esterne valide solo a creare esasperazioni di orgoglio, frustrazioni  e rabbia. Ogni cultura è buona in sé, ed è esecrabile, oltre che frutto d’ignoranza, che ci siano tanti a parlare di culture superiori tanto per dare sfogo all’aria di troppo che hanno in corpo.
Ho cercato di dialogare con te da  persona civile, ma “a lavare la testa all’asino si perde l'acqua e il sapone” .
Altra perla: “… e che facciamo? Ci lasciamo invadere da questa gente…?”. E non sei capace di andare un po’ indietro per capire il fenomeno della migrazioni di massa per il quale, nel caso specifico, l’Occidente ha precise responsabilità. Tu lo risolveresti a cannonate sui barconi?... come del resto consigliò il “caprone”?
E con questo passo e chiudo!!!... definitivamente.

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Altro / Re:Via-andante in moto
« il: Luglio 05, 2016, 12:33:17 »
2° brano.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Ho lasciato l’autostrada.
Ondulazioni nel verde di una campagna curata e linda; la moto danza sulle dolci curve; m’inclino alternativamente con impegno, e mi figuro l’eleganza leggera di un balletto sulla musica discreta del motore.
L’aria è tiepida. Il cielo è una pagina grigia senza parole scritte, e per un attimo meraviglioso il pensiero è sospeso.
La direzione?
Chissenefrega!
Ho sciolto le catene: la direzione verrà da sé.
Il mio tempo si muove, avanti e indietro dal presente al passato e sembra non invecchiare con io in scena senza spartito, ma riconosco i cattivi attori sul palcoscenico dei ricordi, anche se, ora, con spirito benevolo: generosità e pietas per le comparse evanescenti.
Tutto sembra procedere bene… ma no!, sembrava.
Un improvviso strombazzo mi fa sobbalzare: Pa!…Pa!…Pa!!… Paaaaa!!
Un Paapaaaa assordante.
Stronzo sorpassa, sparisci!, si accomodi, prego. Con un largo gesto del braccio lo invito... e anche con un inchino della moto lo invito. Ma  lo sconosciuto disturbatore della quiete non mi sorpassa, anzi, per tutta risposta,  solleva il dito medio e continua a strombazzare e strombazzare. Probabilmente sorride divertito ed ebete, il dito molle e lascivo che mi fa schifo. Mi prende anche una rabbia… e così sollevo il pugno destro e lo faccio roteare nell’aria.
Ma… che fa ‘sto coglione?
Mi sorpassa, e di botto; frena e si mette quasi di traverso sulla strada stretta… proprio a questo modo, invadendo quasi entrambe le corsie.
Per fortuna c’è poco traffico… direi anzi che ora la strada è deserta… a parte me e lo stronzo.
E così sono costretto a fermarmi. Nel contempo, urlo poderosi “fanculo stronzoooo!” … nel casco, che lui non può sentire.
Non posso accostare a destra… tanto a cosa serve con quell’auto di traverso? 
Scende l’individuo; anch’io scendo dalla moto; mi tolgo il casco e mi do una calmata e mi piazzo al centro della strada in atteggiamento difensivo: le gambe larghe, le braccia lungo il corpo, ma nche pronto a farle scattare le braccia in caso di necessità... dal basso in micidiale uppercut!!... a due mani… qualora l’individuo avesse brutte intenzioni.
La sua ‘machina’… grigia sbiadita e opaca; una ‘machina’ utilitaria, mica un granché!, e anche vecchio modello!... insomma una “trabant”. 
Con calma lo stronzo, come al rallentatore avanza verso di me: sorriso ironico; andatura caracollante… mi è vicinissimo… alla distanza giusta che dovrei scattare…
ORA!!!
Ma ci riesco mica così a freddo!
Siamo faccia a faccia; ci tocchiamo col naso.
È scena da film western, ma lui, invece di fermarsi a guardarmi truce negli occhi come da copione, ’ sto stronzo scatta imprevedibile; tutto mi abbraccia, braccia e tutto, e tenta di piazzarmi una ginocchiata nei coglioni.
Teh!
E io?
Secondo lui io dovrei stare qui pronto a farmeli schiacciare i coglioni?
Pezzo di merda!
E insiste col ginocchio, ma io parto con la testata alla radice del naso... colpo micidiale, la testata, ma la mia è debole e non spande sangue... mi è riuscita mica tanto bene!, comunque è valsa a fargli mollare la presa dell’abbraccio.
Ci avvinghiamo; perdiamo l’equilibrio; finiamo col rotolarci sulla strada così… da una cunetta all’altra ci rotoliamo.
E avanti così per un pezzo senza farci male.
Qualche auto s’è fermata, e abbiamo anche degli spettatori ora, che non si spazientiscono, anzi sembra che lo spettacolo piaccia!
Ci circondano gli spettatori, e scommettono anche.
Alla fine è la polizia che mette termine allo sceneggiato.
“Circolare!… Circolare!...”

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Cassonetto differenziato / Re:Deserto
« il: Luglio 05, 2016, 06:56:20 »
“Sono una tigre, certo, ma per niente affatto di pianura. Sono una tigre di alta montagna, luogo solitario, dove la gran massa non riesce a salire, e forse neppure ci pensa”.


Dai, non esagerare!: “la gran massa non riesce a salire”, e lo so che ti riferisci ai Kommunisti, che non esistono, ma continuano a essere una tua ossessione. È in questo la tua rigidità: l’esserti fermata lì. Hai indossato paraocchi che ti impediscono di vedere la tragica realtà dei nostri giorni. Non l’hai detto, ma si può essere certi che per te l’umanità non ha per tutti lo stesso valore: i due “marò” sono eroi, i due pescatori uccisi due pezzenti di nessun valore; gli italiani ammazzati in Bangladesh (per carità non attaccarti a quello che sto dicendo per accusarmi di cinismo: capisco la tragedia e sono gonfio di pietas) valgono più di duecento cinquanta musulmani massacrati a Bagdad e delle migliaia di straccioni in fondo al Mediterraneo. E poi ci sono gli straccioni uccisi per vendere i loro organi… ma non penso che tu arrivi a tanto, da considerare giusto che…
Bisogna che tu tolga i paraocchi e vedendo ciò che ti succede a occhi ben aperti, tu possa almeno intenerirti e provare pietà per tutte le vittime di un sistema assurdo.

42
Cassonetto differenziato / Re:Deserto
« il: Luglio 04, 2016, 18:39:29 »
Da queste due risposte con immediatezza mi viene spontaneo collocare il dottor Stranamore nella parte di“leone di montagna, Annabel  in quella di “tigre di pianura”.

43
Altro / Via-andante in moto
« il: Luglio 04, 2016, 10:47:15 »
Il racconto è lungo. Lo posterò a brani per non stancare, pertanto mi aspetto che qualcuno voglia leggerlo in leggerezza.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Ho acquistato una moto!… mica una qualsiasi! Ricca di cromature e molto accessoriata… vistosa, insomma! Uno zaino comodo che contenesse l’occorrente; una meravigliosa tuta di pelle nera in due pezzi: pantaloni con pettorina e bretelle, un giubbotto, sempre di pelle nera, con tante splendenti cerniere; casco integrale, nero, da astronauta; una lunga sciarpa bianca di seta da far svolazzare al vento... il pezzo forte!
E così?
“Hai voluto la bici? Ora pedala!”.

Ma non ho una meta… andrò da viandante… sì, viandante. 
Nietzche in proposito:
“… viandante che sale su pei monti [...], un peregrinare[…] infine non si vive  se non con se stessi”.
E così, elegante sulla moto, non so dove andare.
Guido piano lungo le vie affollate del centro e attiro gli sguardi : sono giovane; e con quella moto; quella tuta da sballo… beh, credo bene che susciti, quanto meno, curiosità… magari simpatia… invidia?
Il foulard di seta bianco, poi: svolazzante alla brezza.
Vado fuori città senza direzione, come mosca catturata cui hanno tagliato le ali e fugge cercando invano di riprendere il volo.
Avete già capito che non parto nella migliore disposizione d’animo: sì, provo da qualche tempo un disagio imprecisato e ho solo voglia di fuggire.
Da cosa poi?
Precisamente non so!
Il cielo è uniformemente grigio; a tratti scende una pioggerella leggera, che è piuttosto una nebbia umida e unta.
Vado a caso, lento, vaneggiando; in marcia alla cieca.
Una pianura d’argilla stracolma di cartacce e “mondizia”… poltrone sfondate... cuscini sventrati e piume bianche d’oca... e di gabbiani, e nere di corvo.
È sorvolata da uccelli la discarica!
Gabbiani striduli e famelici; grandi candidi dalle grandi ali e zampe palmate per nuotare nella “mondizia”. Questi gabbiani maestosi si stagliano in brevi voli contro il cielo denso e scuro… baccagliano… scendono affamati… Calma! Ce n’è per tutti!… Spataplamm!… una nuova carrettata!
Ce n’è per tutti! Garantito! E a questi gli sta bene anche il pesce marcio garantito, anche se il pesce fresco è altra cosa… lo ammettono!... ma ce n’era mica più tanto e costava fatica catturarlo... questo è garantito senza sforzo!
E al mare hanno girato le spalle i gabbiani… anche loro!
È lontano chilometri il mare, e chilometri, e non lasceranno mai più l’immondizia!
Cristo!… Chi è stato il primo? Lo stronzo d’un gabbiano che stridò:
“Ragazzi c’è da mangiare per tutti… senza sforzo!”.
E tutti qui!... che poi ingrassano e si ammalano e non avranno più il coraggio di volare liberi sul mare… e io che ancora mi illudo di poter fuggire dalla “mondizia”, e senza ali per volare alto sul mare.


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Cassonetto differenziato / Re:Deserto
« il: Luglio 04, 2016, 10:43:59 »
Beh, ci provo io a ravvivare il ramo narrativa. E' un lungo racconto, e lo posterà a brani per non stancare... che se non vi dovesse piacere, ditemelo pure senza farvi problemi.
Ciao, Annabel. Ma io ho l'impressione che sia tu rigida su certe posizioni, e non disposta al colloquio... e alla mediazione.

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Cassonetto differenziato / Deserto
« il: Giugno 24, 2016, 10:02:39 »
Ma cosa succede a questo sito? Non è più frequentato, se non da Stranamore, che, oltretutto, ho l'impressione sia poco letto. E' scomparsa perfino "Presenza"... e "Nihil" che fine ha fatto?

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