Scrittura creativa
Scrittura creativa => 15 minuti per creare => Topic aperto da: squarcio88 - Novembre 03, 2011, 12:37:11
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Non avevo scelta quella mattina, era inutile stare a sbattere il viso contro la fredda trasparenza della finestra. L'armonico parco dell'ospedale, contrastava con la nuda infermità del mio corpo. "Ce la faremo" sussurrò Chiara, "e quel giorno ti porterò via con me". Accarezzai quel braccio, che in vita mia si era spesso esposto a consolatori abbracci. "Quando accadrà Chiara?" inveii con le lacrime agli occhi, "sei sempre così fiduciosa, lo ero anch'io, ma ora...". Baciai la morbida spalla, cercando in essa il tepore di Dio. "Avere paura è umano, ma siamo sempre state assieme, è la nostra forza, ricordi?". Massaggiai la cute districando i lunghi capelli bianchi. "Ho sempre saputo che cosa sarebbe stato un giorno di noi, ma ora, scorgere quel momento mi distrugge". "Mi ami?" intervenne lei dolcemente. "Lo sai, ed è proprio questo che mi fa rodere ulteriormente".
Ce ne andammo assieme, in una splendida giornata autunnale. I caldi colori della natura si specchiavano vanitosi nella finestra. Una foglia particolarmente curiosa, con l'aiuto del vento, si schiantò sul vetro. Mentre cercava di riprendersi osservò l'interno.
La nostra bianca stanza,
il nostro letto singolo,
il nostro unico corpo spento.
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che dolce tristezza di mattinata! :rose:
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Belo :rose:
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Grazie mille, era questo che volevo trasmettere :rose:
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Questo scritto ha una gran forza espressiva, e' pregnante e inconsueto. Mi e' piaciuto
davvero.
:dharmainiziative:
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Anche a me è piaciuto molto! Trasmette una dolcezza fuori dal tempo! :)
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Grazie mille davvero a tutti quanti :rose:
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Ho riletto questo scritto di Squarcio di ben 10 anni fa e lo trovo bellissimo, oltreché pieno di risonanze e molto misterioso.
Chi è l'io narrante? Chi è Chiara?
La mia prima interpretazione è che si trattasse di Squarcio stessa e di sua madre, presente accanto a lei nel ricordo e che le infondesse sia consolazione sia l'idea di poter svanire un giorno insieme, divenute un'unica cosa.
Ma mi par di ricordare che il nome vero dell'autrice sia Chiara, e in questo caso si tratterebbe di una sorta di racconto immaginario, visionario, in cui il suo amato possa andarsene con lei vicino, ormai fatta vecchia, uniti come una cosa sola.
Qualunque sia la " verità", un racconto rimane un fatto più aereo, visionario appunto, un parto dell'interiorità, e dunque forse non ha senso cercare il filo reale su cui si snoda.
Alcune realtà probabilmente sono solo un punto di partenza, da cui prende il volo, libero e creativo, il pensiero, il sentire dell'autore.
Ciao Squarcio, se mai mi leggi. Vorrei risentirti e rileggerti.
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L'avevo letta, ma la rileggo con piacere!