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Post - Serpico61

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Altro / Una notte, a Parigi... 1^ - parte
« il: Ottobre 24, 2011, 23:18:50 »
Francia 1940. La pattuglia procedeva lentamente lungo la via deserta. Il coprifuoco era iniziato da un paio d'ore e Parigi appariva deserta. A un tratto una figura attraversò la strada proprio dinanzi al mezzo dei militari. - Alt...stop! - L'Hauptmann Carl Wolfe estrasse la Luger d'ordinanza e sparò un colpo d'avvertimento. La persona si mise a correre più velocemente. Carl aveva vinto diverse gare di tiro prima della guerra. Senza fretta prese la mira e sparò di nuovo. La figura s'arrestò di colpo, per un istante sembrò che non fosse accaduto nulla, poi di colpo, s'afflosciò a terra. Carl scese dalla vettura e fece segno ai soldati di restare sul mezzo, quindi, da solo, s'avvicinò alla sagoma distesa a terra, la luger spianata davanti a se. Quando fu a circa tre metri sobbalzò spaventato. Un pianto disperato, il vagito tipico dei neonati gli perforò i timpani. Con cautela si chinò accanto a quello che sembrava un cumulo di stracci. Il foro della pallottola era ben visibile nella nuca. Quando girò il corpo per poco non gli prese un colpo. Il bel viso di una giovane donna lo fissava con gli occhi spalancati nella morte. Al petto, legata con alcune fasce, una creatura di qualche giorno appena stava urlando a squarciagola. Esitò solo un istante. Rinfoderò la luger e tagliò le fasce con il coltello che portava alla cintura. Il corpicino era talmente leggero e fragile che temette di provocargli qualche frattura. Si rimise in piedi e tornò verso l'automobile, i soldati lo fissarono senza emettere suono. - Helmut...- disse rivolgendosi al suo aiutante. - Helmut...andate a recuperare il corpo e caricatelo dietro...svelti! - Il giovane caporale lo guardò in modo strano. Era infatti alquanto inusuale una procedura del genere, di solito avrebbero chiamato squadre apposite,via radio,  create appunto a quello scopo. - Ma herr hauptmann... - fece per ribattere. - Helmut...obbedisci e basta! - Ruggì Carl mentre si sistemava sul sedile del passeggero. Il piccolo intanto si era addormentato. Era la fine di ottobre, l'aria a Parigi era pregna d'umidità. Prese una coperta dal retro della vettura e, con delicatezza, vi avvolse il corpicino. Berlino 1965. Abbracciato ai genitori, Joachim Amadeus Wolfe sorrise al fotografo. La toga e il cappello tipico da laurea sembravano calzare a pennello sul fisico alto e asciutto del giovane. La madre, una rotonda e rosea signora di mezz'età, si asciugava le lacrime con l'aiuto di un fazzoletto, mentre il padre, l'ex Hauptmann della Wehrmacht Carl Wolfe sorrise soddisfatto guardando il figlio. - Mentre il fotografo rivolgeva la propria attenzione verso altri neo laureati, Joachim gli si rivolse speranzoso. - Papà, è sempre valida la tua promessa di farmi scegliere il premio per la laurea? - Carl, che si aspettava quella domanda, sorrise annuendo. Di famiglia ricca, al ritorno dalla guerra aveva trovato praticamente intatte tutte le sue proprietà. Nonostante la Germania non stesse attraversando un buon periodo poteva considerarsi molto più che benestante. - Certamente Joachim, sai che mantengo sempre le promesse e dimmi, cosa ti piacerebbe? - Sapeva che il suo unico figlio amava in modo sviscerato le auto, ne possedeva un paio, ma da qualche tempo aveva messo gli occhi sull'ultimo gioiello di una casa italiana, la Ferrari. - Vorrei andare un mese a Parigi papà, non ci sono mai stato ma... ne ho sentito parlare molto e mi sono documentato...mi attira...è come se mi chiamasse... - Carl impallidì di colpo mentre il sorriso si spense del tutto dal suo viso.... Continua

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Horror / La visita - la fine
« il: Ottobre 22, 2011, 14:48:39 »
Stupita di vedermi dottoressa? - Allungò quindi una mano e le toccò sfacciatamente il seno. - Mi perdoni, è da un anno che desideravo farlo, da quando... - Un ombra lo fece voltare di scatto. Il palestrato dietro il quale aveva cercato scampo la donna lo stava attaccando. Il bisturi luccicò alla luce delle lampade. - Non toccarla bastardo...non toccarla! - L'affilatissima lama gli lacerò appena la manica della giacca.  Nello slancio l'uomo perse l'equilibrio rovinando rumorosamente accanto al cadavere del collega. Nel contatto il bisturi gli sfuggì di mano ed egli fu lestissimo ad appropriarsene. Lo puntò quindi deciso alla gola del medico. - Qualcun altro che voglia fare il furbo? - Fu un avvertimento inutile, nessuno dei presenti aveva mosso un passo. Quindi rivolse di nuovo l'attenzione all'uomo che teneva per i capelli ma si rivolse alla donna. - Dottoressa Pascal, lei mi delude. Non mi dica che si fa trombare da questo pallone gonfiato, non ci credo. Scommetto che l'unica cosa gonfia che non ha è proprio ciò che penso io. -  Con una mossa repentina tranciò di netto la cintura dell'altro. - Fermo! - La voce stridula della dottoressa lo bloccò, il bisturi tornò minacciosamente ad appoggiarsi alla gola dell'uomo a terra. - Allora non è il suo boy vero? - La donna iniziò ad annuire con veemenza. - Bene... allora se è così... - La lama del bisturi affondò con un rumore agghiacciante nell'occhio destro dell'uomo. Un istante dopo anche il sinistro fece la stessa fine. Un giovane medico vomitò la colazione mentre la dottoressa Pascal svenne accasciandosi sul ripiano della scrivania. L'urlo dell'uomo fu terrificante e rimbombò per tutta la sala. Lo squarcio che egli gli praticò tranciandogli la carotide lo smorzò di colpo. Alzandosi con calma fissò l'uomo ormai cadavere. - Non lo sapevi che masturbarsi troppo provoca le cecità? - La risata gli uscì sguaiata e terribile provocando ulteriori brividi nelle persone rimaste. Alcune voci risuonarono al di la della porta sprangata. Ordini secchi, precisi. Si voltò verso i medici che lo fissarono con espressioni differenti, ma con un unico comune denominatore...paura...terrore. - Bene... - Disse avanzando verso di loro. - Sembra che sia arrivata la cavalleria...non preoccupatevi...tu! - Disse rivolgendosi al giovane che aveva vomitato. -  Apri quella porta e fai entrare tutti...veloce! - Questi non se lo fece ripetere due volte e, nel giro di trenta secondi, dopo aver chiuso a chiave la porta interna egli rimase solo con la dottoressa Pascal ancora svenuta sulla scrivania. - Chiunque tu sia la dentro...sono l'ispettore Salandra, ti chiedo di uscire con le mani bene in vista e di lasciar libere le persone che sono con te. - La voce gli giunse come da lontano, ormai era arrivato al culmine. Si portò sopra la donna e, delicatamente, le scoprì l'abbondante seno. Avvicinò quindi le labbra tremanti ai capezzoli e si preparò a morderli con passione. Un colpo violentissimo rimbombò di nuovo nella sala. - Signor Marani...signor Marani...che succede! Ma che voleva fare... - La dottoressa Pascal sorrise e aiutò l'uomo ad alzarsi e a rimettersi nel letto, era privo d'entrambe le braccia. - Quante volte glielo devo ripetere signor Marani, se desidera qualcosa non deve far altro che usare il microfono che ha al collo. - Dopo aver dato un'occhiata alla cartella clinica gli sorrise di nuovo. - Tutto a posto? Si è fatto male? - Marani scosse la testa in segno di diniego. - Bene, allora vado...buonanotte signor Marani... -Osservò il seno della giovane donna sobbalzare mentre lasciava la stanza. Rimasto solo iniziò a piangere, lo faceva tutte le sere. Ripensò a quel giorno maledetto. Stava tagliando un albero d'alto fusto con una potente motosega. Non ricordò quale fu l'errore che fece, ricordò solo che la pericolosissima lama gli troncò quasi del tutto il braccio sinistro. Nonostante il dolore lancinante cercò, stupidamente, di arrestare la macchina che, come impazzita, roteava intorno al suo corpo. Fu la sua fine. Un secondo colpo gli mozzò anche il braccio destro all'altezza del gomito. Poi la motosega s'arrestò di colpo.

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Anch'io Scrivo poesia! / Re: Attraverso i vetri
« il: Ottobre 21, 2011, 23:23:03 »
Interessante l'idea di un'anima sbiadita  dharmas

Bella  blisss

 ;D :rose:

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Anch'io Scrivo poesia! / Re: Attraverso i vetri
« il: Ottobre 21, 2011, 23:22:35 »

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Anch'io Scrivo poesia! / Re: Pianto
« il: Ottobre 21, 2011, 23:21:37 »
Accogliere anche il pianto, senza respingerlo, per sciogliere il dolore...

non è facile

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Anch'io Scrivo poesia! / Re: Pianto
« il: Ottobre 21, 2011, 23:21:16 »

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Anch'io Scrivo poesia! / Attraverso i vetri
« il: Ottobre 21, 2011, 12:12:26 »
Attraverso i vetri vedo scorrer la vita
il pallido sole d'ottobre non riesce
a scaldare la mia anima sbiadita
un'ansia dentro me si nutre...cresce

Una coppia passa abbracciata
l'osservo con una punta di nostalgia
il mio pensiero corre all'amata
che come l'estate appena passata fuggì via

Mai riuscirò ad esser felice e sereno
mai riuscirò a goder appieno
delle gioie e dei dolori che l'amore

questo sentimento difficile e intenso
instilla nell'animo di chi lo vive
tutto ciò attraverso i vetri gonfia il mio cuore






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Horror / La visita - 1^ parte
« il: Ottobre 20, 2011, 21:52:14 »
Dopo cinque ore d'attenta osservazione decise che era giunto il momento d'agire. La sala d'attesa era ancora gremita, persone sofferenti e parenti inviperiti sembravano sul punto d'esplodere. Con calma si diresse verso l'entrata della sala visite. - Signore...ehi signore...dove crede d'andar... - Un'infermiera decisamente in sovrappeso cercò di trattenerlo per un braccio. Non le diede nemmeno il tempo di finire la frase. Come per incanto quella che sembrava una motosega apparve nella sua mano. Non ebbe bisogno di tirare alcun cavo per accenderla, premette semplicemente un pulsante e la testa della donna venne recisa di netto. Appena toccò terra iniziò a rotolare come una macabra palla da bowling andando a fare strike contro la macchinetta del caffè. Il sangue caldo che fuoriuscì dalle arterie tranciate con quel gesto deciso investì le persone immediatamente vicine. Il corpo rimase per un lungo istante in posizione eretta poi, come una marionetta a cui fossero stati tagliati i fili, s'afflosciò al suolo. Il suono che produsse al contatto col suo stesso sangue fu simile allo sciabordio delle onde contro una scogliera. Le urla iniziarono un paio di secondi dopo. La gente, come impazzita, iniziò a correre da tutte le parti. Un vecchio disteso su una barella con tanto di flebo venne travolto, ribaltato e calpestato. Il tacco dodici di un transessuale in crisi isterica e col naso rotto gli affondò in un occhio. Il bulbo oculare schizzò dall'orbita per finire spiaccicato da decine di suole impazzite. Si voltò e, con cura, richiuse la porta alle sue spalle sprangando l'accesso. Una ventina d'occhi lo fissarono terrorizzati. In un angolo un uomo in camice bianco batteva furiosamente sui tasti di un telefono. Un istante dopo il braccio del malcapitato, troncato senzaneanche aver fatto fatica, arrossava le mattonelle bianche della sala visite. L'urlo gli si spense in gola quando, un secondo potente colpo, gli aprì letteralmente il cranio in due parti. Quando il corpo ormai senza vita toccò il suolo, spense l'arma e passò in rassegna i volti cadaverici dei presenti. Puntò quindi deciso verso la donna che cercava di mimetizzarsi dietro un collega robusto. - Non si nasconda dottoressa Pascal...non mi costringa... - Gli bastò alzare l'arma silenziosa per ottenere l'immediata attenzione della donna. Mostrando una sicurezza che contrastava in modo evidente col pallore del viso, la dottoressa si fece avanti cercando d'evitare il corpo mutilato del collega. - Come fa a conoscere il mio nome? Chi è lei? - L'uomo sorrise e indicò il cartellino di riconoscimento appeso al camice in corrispondenza del seno abbondante della donna. - Ma non è per quello che l'ho identificata, lei mi conosce molto bene dottoressa, sono sicuro che i suoi colleghi vorranno sentire la mia storia...vero? - Se fosse stato possibile la giovane sarebbe impallidita ancor di più, improvvisamente ricordò tutto. Temendo di svenire s'appoggiò a una scrivania, le viscere le si rivoltarono provocandole ulteriore malessere. Fissando a bocca aperta l'uomo che aveva di fronte riuscì solo a mormorare - Non è possibile...mio dio..non è possibile... - CONTINUA...

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Fantasy / Re: Il volto - la fine
« il: Ottobre 20, 2011, 14:15:07 »
 :rose: :sl:

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Anch'io Scrivo poesia! / Pianto
« il: Ottobre 20, 2011, 11:02:56 »
 

Riccioli d'oro sparsi sul cuscino

t'osservo riposar tranquilla e serena

guardando i tuoi occhi mi rivedo bambino

accarezzo il tuo bel viso e ciò attenua la mia pena

 

Ricordo i tuoi primi incerti passi

mi correvi incontro ridendo estasiata

non volevi mai che ti lasciassi

per me era un'estasi concluder la giornata

 

Ma il destino triste e crudele

come un ragno che paziente tesse le sue tele

pose fine con mio sgomento a quest'incanto

 

La legge arcana e alquanto assurda

decise che tutto ciò doveva finire

un bacio sfiora la tua guancia la pioggia fuori soffoca il mio

pianto

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Fantasy / Re: Il volto - la fine
« il: Ottobre 20, 2011, 11:01:19 »
è un racconto fantasy, non v'è dubbio, ma si potrebbe leggerlo come atto di accusa verso il livellamento delle personalità, come in uso nella nostra società negli ultimi anni! ahuh


Infatti quello era il mio intento  ;D

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Anch'io Scrivo poesia! / Scrivere
« il: Ottobre 18, 2011, 20:21:30 »
Scrivere a volte è una tortura
nella mente s'affollano svariati scenari
e pur di non metter giù una bruttura
vengono accantonati sogni di gloria e denari
 
E mentre cervello e cuor si dan ragione
e la notte cupa incombe
ci si allontana con tristezza dalla magione
uscendo all'aperto tra le fronde
 
L'aria umida e frizzantina stempera la tensione
ma tutto ciò serve a rinfocolar l'eccitazione
d'un disegno iniziato e mai finito
 
Il vento freddo assale la pelle nuda e scoperta
la mente stanca d'un tratto si riscopre di nuovo aperta
tornare indietro è un battito di ciglia nulla è sopito

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Fantasy / Il volto - la fine
« il: Ottobre 18, 2011, 20:13:02 »
Un nuovo risveglio, un nuovo incubo lo pervase quando si rese conto d'essere incatenato a un letto. Uno di quei lettini in acciaio destinati ai cadaveri. Era nudo. Tremava. Una figura immonda incombeva su di lui e lo fissava con un ghigno malefico. - Lei è dei nostri...si rassegni - Non ebbe il tempo di replicare, a un cenno dell'orribile essere un'altrettanta oscena figura s'avvicinò e gli afferrò i testicoli strizzandoli tanto da farlo urlare - Mi sarebbe piaciuto farmi scopare da te giovanotto, ora è troppo tardi...ora subirai la trasformazione... - La vecchia dell'aereoporto gli sorrise mettendo in mostra una fila di denti marci, i bulbi oculari pendevano sempre attaccati a un sottile lembo di pelle gelatinosa. La bocca gli venne immediatamente serrata da un potente nastro adesivo. Quindi la donna afferrò un bisturi coi tentacoli che aveva al posto delle braccia. -  L'anestesia...vi prego...datemi l'anestesia! - urlò nella propria mente. Quando il mostro calò il ferro verso il proprio ventre temette di svenire. Nulla di tutto ciò. Osservò senza alcun dolore i propri genitali mentre venivano recisi dal proprio corpo e posati in una bacinella d'acciaio. - Nella tua nuova condizione non ti serviranno più...tranquillizzati - Gli sorrise riprendendo la propria opera. - Ora installerò all'interno del tuo sterno una sostanza che il tuo mondo non conosce. Questa ti darà possibilità di mutazione secondo le situazioni. All'inizio troverai difficoltà...poi sarà facile... - Continuava a brandire, minacciosamente, il bisturi sporco del suo sangue e, seguendolo con lo sguardo, si accorse con orrore che gli stava incidendo il petto, tagliando energicamente, dando forma  alla classica incisione a ipsilon che si usa nelle autopsie. Di nuovo egli non sentì alcun dolore. Prese quindi un enorme siringa contenente un liquido lattiginoso di color porpora e calò l'ago al centro del suo petto. Un formicolio immediato gli percorse il corpo come una potente scossa elettrica. Vide i propri arti assumere sembianze simili a quelle dei due esseri presenti nella stanza. Tremando per lo shock e il freddo chiuse gli occhi cercando d'urlare con tutto il fiato che aveva in corpo, ma il nastro soffocò ogni suo tentativo.Poi... d'un tratto... fu libero. Le catene giacevano ai piedi del lettino, i due esseri lo fissarono soddisfatti. Cautamente si mise a sedere e osservò il proprio corpo. Gli organi genitali erano ancora al loro posto, lo sterno ricoperto di peli non mostrava alcuna cicatrice. Fu l'omone, tornato a sembianze umane, a rompere il silenzio. - Le abbiamo dimostrato signore che noi possiamo tutto, noi siamo il popolo eletto  a insegnarvi a cambiare, a fare in modo che tutti, indistintamente,contribuiate a rendere ancora invincibile e sfarzoso il nostro mondo. Ora anche lei fa parte di questo popolo...lei è un nuovo Senza-Volto. Grazie a ciò che la nostra Regina le ha iniettato ora lei ha una nuova missione - La donna che, nel frattempo, era tornata la vecchia dell'aereoporto, accennò un inchino. - Ora lei ha il potere di restare senza volto quando vuole ma, cosa più importante, potrà imporlo anche agli altri. - D'istinto egli si portò una mano al viso. La pelle piatta sotto le dita lo sconcertò di nuovo. - Provi di nuovo... -Disse l'uomo. Obbedendo rifece  l'azione ...occhi naso e bocca ricomparvero quasi d'incanto. Guardò quindi interrogativamente  l'uomo. - Domani lei dovrà trovarsi nella zona Arrivi dello scalo principale. Una persona spaventata varcherà l'ingresso, lei dovrà accoglierla, il resto verrà da se...- Scese dal lettino e, nudo come un verme, fissò i due con un'espressione stralunata - Uno alla volta? Non finirà mai questa storia - La Regina prese la parola bloccando l'omone che stava per replicare -  Si...è un processo lungo, ma per aprire le menti delle persone ci vuole tempo...bisogna combattere. Tu non sei il solo, domani, in tutti gli scali del mondo, inizierà il Risveglio...vai e combatti... - L'indomani, una donna dal volto terrorizzato varcò la soglia dello scalo...egli avanzò sorridendo verso di lei...

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Fantasy / Il volto 2^ parte
« il: Ottobre 16, 2011, 21:48:41 »
Quando si risvegliò la situazione era completamente cambiata. Si ritrovò comodamente seduto su una poltrona in un elegante ufficio, un uomo dall'aspetto imponente lo fissava dall'altra parte della scrivania. Indossava un completo grigio ed era completamente calvo ma, cosa importante, il suo viso era del tutto normale. D'istinto si portò le mani al volto, occhi naso e labbra erano di nuovo al loro posto, tirò quindi un sospiro di sollievo e fissò a sua volta l'uomo - Dove mi trovo? Chi è lei? - Quest'ultimo si alzò e, dopo aver fatto il giro della scrivania, gli si mise di fronte. - Signore, lei è un eletto...benvenuto tra noi... - Gli porse quindi la mano che strinse automaticamente. Al contatto ebbe una brevissima e fugace visione dell'addetto ai rifornimenti, della hostess e dei passeggeri dell' aereoporto , per una frazione di secondo sembrò che anche all'uomo scomparisse la faccia, ma fu un attimo. Dopo aver chiuso e riaperto gli occhi, l'uomo stava sempre sorridendo - Il suo aereo portava 240 passeggeri, un tremendo temporale imperversava e un fulmine colpì un'ala facendolo precipitare in poco tempo . 239 morti...un unico sopravvisuto...lei... - Egli ascoltò quella ricostruzione a bocca aperta, ricordava vagamente d'essersi imbarcato. Gli unici ricordi vividi erano le non-facce. - Ma... - proseguì l'altro dopo un istante - Le autorità hanno dichiarato che nessuno, ripeto...Nessuno...è scampato al disastro, ma noi sappiamo che non è vero, lei è qui, sano e salvo, anche se per l'umanità intera lei non esiste più...lei è morto e defunto...lei ora ha una missione... -  Fissò l'uomo con un'espressione indecifrabile, quindi con un scatto che stupì persino se stesso, s'alzò di colpo. - Non so chi sia lei e non so dove mi trovo, ma di una cosa sono certo, io uscirò da questa stanza e me ne andrò a casa, da mia moglie, dai miei figli... - L'uomo sorrise e disse una sola parola - Prego... -  Aprì la porta con fare deciso e subito si bloccò inorridito. Centinaia di corpi bruciati e orrendamente mutilati occupavano l'ampio corridoio che portava all'uscita. La puzza terribile lo costrinse a tapparsi il naso, represse un conato di vomito e, quando fece per tornare sui propri passi, una voce lo fermò. Una voce stridula che parve riconoscere e che lo fece voltare nonostante il ribrezzo. La vecchia dell'aereoporto lo fissava con le pupille che pendevano sulle guance attaccate a un lembo di pelle sottile. - Che ci fa lei qui? Lei ha una missione...se ne vada! - Sbattè violentemente la porta e fissò con astio l'uomo che, sempre sorridendo, lo osservava. - Cosa cazzo succede! Chi sono quelle persone! Cosa mi sta succedendo! - Per tutta risposta l'uomo si sedette dietro la scrivania e l'invitò ad accomodarsi. - Posso ascoltare anche in piedi - s'affrettò a rispondere trattenendo a stento la voglia d'aggredire quel ciccione viscido e sfuggente. L'altro non disse nulla, si limitò ad alzare un braccio puntando le dita verso di lui. Un formicolio insopportabile iniziò a percorrergli le membra, istantaneamente si portò le mani al viso e, per la seconda volta, il panico lo pervase. Era di nuovo senza volto. Menando fendenti alla cieca, avanzò sin dove ricordava fosse la scrivania, ma le sue braccia mulinarono nell'aria senza incontrare nessun ostacolo. A un certo punto incespicò in quello che doveva essere il ricco tappeto visto in precedenza e cadde rovinosamente a terra. Fece per rialzarsi ma la suola di una scarpa gli premette il viso a terra - Lei è dei nostri ormai signore...se ne deve rendere conto... non può opporre resistenza... - In un ultimo tentativo di ribellione cercò d'afferrare il piede dell'uomo, la scarpa scivolò via dal piede con estrema facilità. Si ritrovò tra le mani qualcosa di viscido, bavoso e appiccicoso...svenne di nuovo....

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Fantasy / Re: Il volto 1^ parte
« il: Ottobre 16, 2011, 08:54:30 »
e la seconda parte?  :))

In giornata  ;D

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