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Topics - Patapuffola89

Pagine: [1] 2
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Cinema e Tv / The perks of being a wallflower - Noi siamo infinito
« il: Dicembre 23, 2012, 19:59:06 »
Un film splendido in cui mi è capitato di inciampare.
Una storia agrodolce sull'adolescenza, che regala perle preziose.

In una macchina che sfreccia veloce, lo stereo a tutto volume, il finestrino abbassato, la compagnia di nuovi amici, Charlie dice: "Mi sento infinito".
Ecco.  :rose:

2
Laboratorio di scrittura creativa / La ragione
« il: Dicembre 14, 2012, 16:02:10 »
Ci penso e ci ripenso, ma non trovo soluzione... Quanto conta avere ragione?
E poi, conta di più avere ragione per davvero, o è più importante che gli altri siano convinti che io abbia ragione, anche se, in realtà io so di avere torto?
Perchè, certo, anche se gli altri non riconoscono che io ho ragione, il mio cuore è tranquillo, in quanto sa di essere nel giusto;
ma se poi le conseguenze della mia ragione non riconosciuta sono per me le stesse dell'avere torto, il mio cuore ha ben poco da rallegrarsi.
Alla fine, la realtà sfuma nella finzione fino a che nessuno sa più dire dove sia il confine, e a me resta solo un cuore ubriaco e confuso, che non sa più se gioire o disperarsi.

3
Letteratura che passione / Autori giapponesi
« il: Novembre 14, 2012, 19:44:49 »
Questo post nasce da uno scambio di battute con Nihil, che ha notato la mia passione per Murakami.
Premetto che parlo da semplice lettrice, e non certo da esperta in materia. Sarebbe quindi interessante un confronto con chi di voi ha avuto l'occasione di leggere alcune delle opere che cito.
Mi piacerebbe, inoltre, suscitare l'interesse di chi, invece, è completamente digiuno, e per un motivo o per l'altro, non si è mai avvicinato a questi autori.
Spero di non risultare tediosa.   :)


Il primo libro di un autore giapponese che io abbia mai letto è "La piccola ombra" di Banana Yoshimoto. Una racolta di racconti brevi che mi ha colta di sorpresa; in quel periodo infatti leggevo quasi esclusivamente thriller, e quando mia madre mi ha regalato quel libro, l'ho lasciato da parte per parecchio tempo.
Dopo averlo letto, però, non ho più abbandonato il genere. Ho letto tutto ciò che è stato pubblicato in Italia della Yoshimoto (è una scrittrice molto produttiva, quindi ha richiesto un tempo considerevole), poi mi sono spostata su altri autori: Natsuo Kirino (Le quattro casalinghe di Tokyo) , Natsume Soseki (Io sono un gatto), Murakami Haruki (L'uccello che girava le viti del mondo, 1Q84...) ed ora Yukio Mishima (Confessioni di una maschera).

La Kirino è una scrittrice di gialli, si allontana quindi molto dalla narrativa della Yoshimoto e di Murakami. Il modo però di raccontare i drammi e le tragedie è molto diverso da quello che si trova nei gialli occidentali: l'attenzione è comunque focalizzata sulla vita e sui pensieri delle quattro donne protagoniste, e sembra quasi che gli omicidi e i cadaveri (che vengono descritti in modo brutale e quasi disinteressato), siano semplici contorni, necessari alle riflessioni delle casalinghe che arrivano a ribellarsi, in modo più o meno violento, ai parenti vari che, in un modo o nell'altro, pesano su di loro. Altro che Desperate Housewives!
Libro splendido che colpisce per lo spaccato di vita quotidiana, più che per l'intrigo in sè (che è comunque architettato benissimo). Infatti, ho già un'altra opera della Kirino che mi attende sulla mia libreria.  :)

Sono appena all'inizio di Confessioni di una maschera, ma credo di poter già dire che lo stile narrativo mi ricorda quello di Soseki, anche se, per ora, trovo "Io sono un gatto" molto più gradevole. La narrazione un po' pesante e, a tratti, poco scorrevole dei due autori, viene smorzata in Soseki dall'originalità e dallla simpatia del protagonista e voce narrante: il gatto, appunto. Un gatto a cui nessuno ha mai dato un nome, e così si ritrova a ripetere "Io sono un gatto", perchè grazie alle sue caratteristiche fisiche, è l'unica cosa di cui è certo. Si trova così a riflettere sulla sua vita, sulla sua personalità, tentando di darsi una definizione, anche mettendosi a confronto con il suo padrone e tutti i vari personaggi che frequentano la sua casa e le immediate vicinanze.
Non voglio sbilanciarmi sui temi di Confessioni di una maschera, dato che sono ancora piuttosto indietro nella lettura; credo però che il fatto che sia stato tradotto dal giapponese all'americano e poi all'italiano gli abbia fatto perdere molte sfumature e delicatezze descrittive, solitamente presenti nei romanzi giapponesi, ma che qui non ho ancora trovato.

Infine, i miei preferiti.  ;)
La Yoshimoto e Murakami hanno uno stile descrittivo e poetico, che colpisce e meraviglia già dalle prime pagine; ma mentre la prima rimane, generalmente, su temi, personaggi, intrecci ed ambientazioni più reali e realistici, Murakami è stato descritto da molti critici come creatore di mondi onirici, e io non posso che essere d'accordo.
I suoi personaggi e le sue storie partono sempre più o meno strettamente legati alla realtà, per poi vivere cambiamenti ed esperienze, per l'appunto, oniriche, surreali, fortemente e profondamente spirituali, che portano ad un cambiamento radicale nella vita del protagonista e di chi lo circonda. Il tutto viene descritto in modo delicato e, allo stesso tempo, deciso. La trama lascia spesso molti interrogativi nel lettore, che non sempre, alla fine del libro, trovano risposta. Questa è una delle caratteristiche che più apprezzo di Murakami: la possibilità di interpretare la svolta spirituale del protagonista, o alcuni tasselli di essa, portandoti, infine, a riflettere su te stesso.
Ci sono molte opere di Murakami che non ho ancora avuto il piacere di leggere, anche se molte le ho già acquistate ( mi viene difficile resistergli, quando vado in libreria!  ;D), mentre l'ultima fatica della Yoshimoto "Moshi moshi" è già sul mio comodino che mi attende: per me, sarà un ritorno alle origini.

4
Anch'io Scrivo poesia! / Volevo esser bionda
« il: Novembre 13, 2012, 18:25:50 »
Entravo nella stanza
e ricevendo sguardi curiosi e ostili
volevo esser bionda.

Entravo nella stanza
e sentendo risatine di scherno
volevo esser bionda.

Entravo nella stanza
e ricevendo frecciatine pungenti
volevo esser bionda.

Ora entro nella stanza
e sentendo tutti gli occhi su di me
sono contenta di non essere bionda.


5
Anch'io Scrivo poesia! / Il tuo ricordo
« il: Ottobre 11, 2012, 21:17:19 »
Cerco il tuo ricordo
in un bocciolo di rosa
ed ora è il tuo viso antico
che mi guarda dalla gialla forsizia,
dal ruvido nespolo,
dal salice in lacrime,
perchè tutto il mio mondo mi parla di te.

6
15 minuti per creare / Valzer
« il: Luglio 15, 2012, 17:08:13 »
Tornare nei luoghi che abbiamo amato da bambini è un'esperienza magica. Molte cose sono cambiate, altre le trovi diverse per il semplice fatto che sei tu ad essere diverso. Ma le perle più preziose sono le cose rimaste identiche a com'erano, quando i tuoi occhi di bambino le hanno viste per l'ultima volta.
E' questa la meraviglia che mi ha colpita, tornando nel luogo in cui avevo trascorso tante estati. Ho girato per quella città e tutto mi sembrava immutato; la cosa fondamentalmente diversa era la mano che stringevo: non quella dei miei genitori, né quella dei nonni, ma quella del mio compagno.
Con lui sono voluta tornare in un luogo a me caro, ho passeggiato su quei marciapiedi consumati dai turisti, ho respirato l'aria del porto, mi sono seduta sulle panchine di pietra del lungo mare, ho partecipato con gioia alle feste sulla spiaggia.
Fino a quando non è partito il valzer.
"Andiamo a ballare!"
"Io non ballo il valzer" mi ha risposto.
Sono rimasta spiazzata. Le lacrime hanno cominciato a scorrere sul mio volto.
Per un attimo la fisarmonica mi aveva fatto dimenticare che il mio compagno di danze se n'era andato.
E io non avrei più ballato il valzer. Mai più.

7
Anch'io Scrivo poesia! / Autunno
« il: Luglio 15, 2012, 13:54:37 »
Cammino lentamente,
per la strada deserta.
Sotto ai miei stivali, con voci sempre nuove,
le foglie scricchiolano il loro addio all'estate.
Il vento mi dona il profumo della legna,
che generosa muore nei camini.
Il cielo sfoggia tutto il suo blu
mentre io, lentamente, cammino.

8
Letteratura che passione / Il signore delle mosche
« il: Luglio 10, 2012, 23:21:21 »
Leggendo questo libro non ho potuto fare a meno di pensare che mi sarebbe piaciuto leggerlo a scuola: sembra fatto apposta per essere analizzato in classe.   :)
Un gruppo di ragazzini su un'isola deserta che, abbandonati a loro stessi, tentano di organizzarsi in una società, secondo le regole che sono state loro insegnate. Eleggono democraticamente un capo, si raccolgono periodicamente in assemblea, discutono sul da farsi, parlando uno alla volta. Ralph e Piggy sono il simbolo della civiltà, insistono sull'importanza del fuoco, cercano di convincere gli altri dell'inutilità della paura e dell'impossibilità dell'esistenza di una bestia sull'isola; Jack e i suoi cacciatori, cedendo alla paura e all'irrazionalità, si trasformano in esseri primitivi che offrono un tributo ad un'ipotetica bestia, sperando nella sua clemenza. Così, a mio parere, danno vita alla teoria di Hobbes: un gruppo di selvaggi che, per sopravvivere, cedono di comune accordo il potere ad un sovrano, a cui si assoggettano.
Penso sarebbe stato interessante spingersi oltre con la storia, per vedere come l'autore interpretava il ritorno alla civiltà dei "selvaggi"; in che modo Jack e la sua tribù potrebbero mai riuscire a tornare a casa, in una società che mai potrebbe condividere la loro condotta? La stessa società che hanno rifiutato e abbandonato quando hanno deciso di dedicarsi alla caccia e alle danze, rinunciando alle regole e alle responsabilità? Ralph riuscirebbe a vivere sostenendo la teoria "stavamo giocando alla guerra", o finirebbe col denunciare gli assassini del suo fedele compagno?

9
Anch'io Scrivo poesia! / Quel che e' stato
« il: Luglio 10, 2012, 00:58:01 »
Ricordo con un brivido i tuoi occhi castani
fissi nei miei come se non volessi distoglierli mai.
Ora l'attimo e' perduto ma ancora mi sorprendo a pensare a te
che sei stato il mio passato più' di quanto io sia stata il tuo.

10
15 minuti per creare / La scatola
« il: Luglio 01, 2012, 16:53:19 »
Con cura avvolgo ogni cosa in carta di giornale.
Così, lentamente, sparisce il vasetto dipinto all'elementari, il vecchio giocattolo trovato nell'happy meal, il delfino di vetro vinto ad una caccia al tesoro all'estate ragazzi, la classidra con la sabbia colorata, le scatoline di porcellana ereditate dalla nonna.
Inesorabilmente lo scaffale si svuota. Oggetto dopo oggetto, ricordo dopo ricordo, anni di vita passano nelle mie mani che ormai guardano al futuro.
Il coperchio cala ora sulla scatola, mentre io già pregusto la dolcezza dei ricordi ritrovati, nell'attimo in cui l'aprirò di nuovo.

11
Anch'io Scrivo poesia! / Vita a matita
« il: Giugno 06, 2012, 19:28:46 »
Con un tratto leggero
accenno un progetto
un piccolo schizzo
che profuma di nuovo.

Ma le ruvide incombenze
spazzan via tutto
lasciando solo un'ombra scolorita
e l'amara consapevolezza
di vivere una vita
debolmente tracciata a matita.

12
Sentimentale / Fantasie
« il: Marzo 27, 2012, 23:20:36 »
Anna e Sara sono al centro della pista, come ogni sabato sera. Cambia il locale, cambia la musica, ma la loro voglia di divertirsi resta sempre la stessa. Sono giovani e carine, gli occhi del locale sono puntati su di loro, sulle loro gambe nude, sui loro abiti colorati e svolazzanti, sui loro sorrisi.
Si scambiano sguardi ammiccanti, danzano tenendosi per mano, sfiorandosi, godendo dell’interesse che suscitano negli uomini attorno a loro.
L’estate è quasi finita, settembre è alle porte, ma per loro non fa più differenza; gli anni della scuola sono ormai alle spalle e l’autunno non comporta niente di più di un cambio di guardaroba.
Non sono amiche da tanto, ma si trovano bene insieme. La coppia storica, in realtà, è formata dai loro fidanzati, amici da sempre.
Anna sente una mano appoggiarsi sul suo fianco, si gira, ma invece di Marco, trova Luca, che le passa una birra ghiacciata.
“Grazie! Dov’è Marco?”
Anna è costretta ad urlare nell’orecchio di Luca per farsi sentire sopra la musica.
Luca fa un cenno con la testa, lei si volta e vede, poco più in là, Marco porgere una birra Sara.
“Io non ti basto?”
Anna torna a voltarsi verso Luca. Ha uno strano sguardo, e il suo tono la fa ridere.
“Mi accontenterò…”
Risponde, stando al gioco.
Negli ultimi mesi Anna e Marco avevano  passato molto tempo con Sara e Luca: tutti i loro amici, ancora studenti universitari, erano partiti per le vacanze, mentre i loro impieghi avevano permesso alle due coppie solo qualche week-end fuori porta.
Così, per gran parte dell’estate, erano stati solo loro quattro.
Ormai facevano tutto insieme: durante la pausa pranzo, lasciavano i rispettivi uffici per trovarsi in qualche bar, la sera uscivano spesso a cena insieme e nel week- end, per poter sfruttare fino in fondo il sabato sera e poi tornare a piedi, si fermavano quasi sempre a dormire a casa di Luca, l’unico che abitava in centro,.
Nella casa che presto sarebbe stata di Sara e Luca.
Anna pensa a questo mentre balla con lui, e a come le loro vite sarebbero cambiate di lì a poco.
“Tutto ok?”
Sorride a Luca, riscuotendosi dai suoi pensieri.
Inutile pensarci adesso: la musica è così travolgente, la birra piacevolmente fresca e Luca così vicino…
“Mi stai fissando”
“Sei molto bella”
“Grazie”
Le sue labbra si spostano dal suo orecchio alla sua guancia, per poi trovare quelle di lei.
Anna si lascia avvolgere dalle braccia di Luca, dal profumo della sua acqua di colonia.
Un bacio leggero, così leggero da venire subito sopraffatto dalla realtà.
“Non credo sia una buona idea”
Anna ha ceduto alla curiosità, alla tentazione di realizzare una fantasia che da qualche tempo la stuzzicava, e ora si sente in colpa.
Perché Luca è l’amico del suo fidanzato, e il fidanzato della sua amica. Più proibito di così!
Ma Luca non sembra imbarazzato, né offeso. Le sorride, divertito.
“Forse aveva ragione Marco…”
“Cosa vuoi dire?”
Anna ora è confusa. Molto confusa.
“Secondo lui era meglio parlarvene prima, ma l’ho convinto che così sarebbe stato più eccitante e spontaneo…”
“Eravate d’accordo?”
Ora è sbalordita, ma anche un po’ divertita.
“Già, però a lui è andata meglio, oppure molto peggio.”
Anna si guarda intorno, ma non riesce più a vedere Sara e Marco.

Escono dal locale, per telefonare a Sara. Chiamare Marco è inutile, il suo cellulare è sempre spento.
Dopo qualche squillo, scatta la segreteria telefonica.
Luca è sorpreso, forse più dal fatto che il suo amico sembra essere stato più fortunato di lui, che dalla mancata risposta di Sara.
Uno scappellotto arriva in risposta alle sue mute domande. Sara è dietro di lui, un po’ imbronciata.
“Siete due idioti”
Finisce la sua sigaretta e la spegne con la punta del sandalo.
Prende Luca sotto braccio.
“Dai, andiamo a casa”
Anna e Marco li seguono, in silenzio.
Finché non riesce più a trattenersi.
“Ma come vi è venuta questa idea?”
“Lascia stare, mi sa che abbiamo fatto una cazzata”
Anna si lascia sfuggire un sorriso. Il fatto che i ragazzi ci avessero pensato su insieme la divertiva, la faceva sentire di nuovo una liceale, con un ragazzo impacciato e immaturo; soprattutto, la faceva sentire meno in colpa.

Quando arrivano a casa di Luca sono passate da poco le due. Raramente tornano a casa così presto il sabato sera. Si siedono in salotto, nessuno ha ancora detto una parola. Luca sembra riscuotersi per primo.
“Birra?”
Si alza, apre il frigorifero e tira fuori una confezione da sei lattine. Marco ne apre subito una, Sara sembra pensarci un po’ su, poi si alza dal divano portandosi dietro la borsa.
“Vado fuori a fumare”
Luca e Marco sono molto abbattuti. Anna comincia a sentirsi in imbarazzo.
“Vado a farmi una doccia. Lasciatemi una birra”

L’acqua tiepida scorre sulla sua schiena, e Anna sente la tensione e l’imbarazzo scivolare via.
Sola nella doccia, ripensa al bacio di Luca, e non può fare a meno di spingere oltre la sua fantasia.
Immagina il corpo di Luca, caldo, sopra al suo, le sue braccia forti che la stringono, e il sorriso sulle sue labbra, mentre si china su di lei per baciarla…
Chiude il rubinetto per fermare, insieme all’acqua, i suoi pensieri. Solo fantasie.
Si asciuga velocemente, infila le mutandine di raso blu e la sottoveste uguale, la sottoveste che piace tanto a Marco, e fissa la sua immagine riflessa nello specchio: senza trucco e con i capelli bagnati, sembra ancora una ragazzina, la stessa ragazzina che Marco ha timidamente invitato a cena, cinque anni prima. Questa, e solo questa, è la realtà.

Quando esce dal bagno la casa è silenziosa. In salotto, seduto al tavolo, c’è solo Luca.
“Marco e Sara?”
“Marco era stanco, è andato a letto, Sara è uscita a comprare le sigarette. Ti ho tenuto una birra. ”
Anna apre la lattina, beve un sorso e si siede sul divano. Luca sorride e beve un sorso dalla sua.
“A Sara è passata?”
“Le passerà. Tu non sembri essere arrabbiata.”
“Infatti non lo sono”
“Allora dovresti dirlo a Marco. Pensa che tu sia incazzata nera”
“Davvero? Pensavo fosse giù di morale per il rifiuto di Sara”
“Veramente Sara non gli ha detto di no.”
Anna  è sbalordita. A saperlo prima, non avrebbe respinto Luca.
Questo pensiero, appare in un lampo nella sua mente, per poi andarsene subito, sostituito dalla curiosità.
“Ma allora cos’è successo? Perché è arrabbiata?”
“Non lo so. Né lei né Marco ne hanno voluto parlare”
Luca non sembra preoccupato, solo un po’ curioso. Anche Anna vuole togliersi una curiosità.
“Mi vuoi dire perché l’avete fatto?”
“Marco cosa ti ha detto?”
“Niente”
“Curiosità”
“In che senso?”
Luca esita, fa un respiro profondo prima di continuare.
“Tu. Mi incuriosisci.”
“Non capisco…”
“L’ho detto a Marco dopo un bicchiere di troppo e lui ha confessato che ogni tanto si chiede come sarebbe stare con Sara, così ci è venuta l’idea di provare a realizzare le nostre fantasie, solo per una sera.”
Anna non sa più cosa pensare. Per un attimo è gelosa del fatto che Marco abbia fantasticato su Sara, ma poi l’idea di Luca che fantastica su di lei la fa sorridere.
“Ti incuriosisco”
“Si”
“Perché?”
Anna distende le gambe nude sul divano, in attesa di una risposta.
Luca sorride di nuovo, sembra pensarci un po’ su.
“Sei carina”
Un sorriso sarcastico increspa le labbra di Anna.
“Ma davvero? Mentre ballavamo, poco prima che mi baciassi, mi hai detto che ero molto bella…”
Si stupisce vedendo Luca arrossire.
“D’accordo, sei splendida. Ma non è questo il punto. Non è facile da spiegare. E’ il tuo modo di fare: come sorridi, come cammini, quel lampo di malizia che ogni tanto hai negli occhi, il modo in cui ballavi questa sera… Tutte cose che, quando ci penso, mi fanno desiderare di poter tornare a casa con te, subito, da soli. ”
Anna non riesce a credere alle sue orecchie.
Le fantasie che aveva pensato di aver lasciato nella doccia si risvegliano prepotentemente, e un lieve rossore si impadronisce delle sue guance; raccoglie le ginocchia al petto e resta in silenzio, mentre Luca va a sedersi accanto a lei.
“Ultimamente non riesco più a guardarti come la ragazza del mio migliore amico, la voglia di fare una pazzia è troppo grande.”
Il suo sguardo scivola dal suo volto al suo seno, la cui forma si intravede sotto la sottoveste sottile, poi giù lungo le sue gambe abbronzate fino ai piedi smaltati di rosso, per poi puntare nuovamente gli occhi in quelli di lei.
“Forse è meglio se raggiungo Marco.”
“Si, forse è meglio.”
“Devo spiegargli che non sono arrabbiata con lui, se è ancora sveglio…”
“Anche fosse, scommetto che con quella sottoveste non faresti molta fatica a svegliarlo”
Anna, suo malgrado, sorride.
“Buonanotte Luca”
“Buonanotte Anna”

In piedi nel corridoio buio, Anna esita ad aprire la porta della camera dove Marco sta dormendo.
La serata appena trascorsa le sembra così irreale, mentre l’uomo che troverà nel letto è la realtà; da cinque anni è la sua realtà. Mentre Luca è la realtà di Sara, e quando sarà nuovamente estate, quella casa sarà ormai la loro casa. Anche questa è la realtà.
Si è finalmente decisa ad abbassare la maniglia quando sente una mano appoggiarsi sul suo fianco, si gira, e trova Luca.




 

13
Anch'io Scrivo poesia! / Sull'erba
« il: Marzo 05, 2012, 16:33:57 »
Seduta sull'erba
scruto il cielo grigio
in cerca di una risposta
che il cuore non sa darmi.

Una pioggia fredda
cade ora sul mio viso
a lavare via le lacrime
che le mie mani stanche
non riescono più ad asciugare.

14
Letteratura che passione / Prenditi cura di lei
« il: Gennaio 27, 2012, 21:42:59 »
E' passato quasi un mese da quando ho letto questo libro,
ma non posso fare a meno di continuare a pensarci...
La vita di una madre raccontata dal punto di vista dei figli,
che non l'hanno mai vista come donna, ma solo come "la mamma",
é una vita di dolori e sacrifici, ma posso dire con sicurezza che non è
questo che mi ha colpita.
Forse è stata l'idea dell'universalità del concetto di "mamma" a stupirmi
con la sua autenticità, anche se, pensandoci bene, è una cosa che già
sappiamo, da una certa età in poi; mi sono, tristemente, riconosciuta nei figli,
così presi dal loro presente e futuro, da non riuscire nemmeno a chiedersi,
se non a comprendere, quanto fosse realmente faticosa la vita della persona
che li accudiva.
Perchè la mamma è sempre la mamma, in Italia come nelle campagne della Corea.
Ma allora perchè Kyung-Sook Shin è riuscita, con una storia così semplice,
senza molti colpi di scena, a commuovermi profondamente?
Qual è l'ingrediente segreto della sua storia?
Qualcuno di voi l'ha letto? Come vi è sembrato?

15
Anch'io Scrivo poesia! / Mattino d'inverno
« il: Gennaio 25, 2012, 21:19:57 »
Guarda.
Ogni cosa è immobile, immutata, eterna.
L'aria è ferma, il cielo dorme, e le folgie, esauste, ricoprono il terreno gelido.

Ascolta.
Ogni cosa è muta, serena, solitaria.
L'uccellino tace, la brina imbavaglia i prati, il silenzio è solo tuo.

Ora, respira.

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