Autore Topic: Smettiamolo di negare: L'islam è un problema  (Letto 533 volte)

Annabel

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Smettiamolo di negare: L'islam è un problema
« il: Ottobre 01, 2015, 13:57:11 »
Vorrei citare a questo proposito Recep Tayyip Erdoğan, Primo Ministro della moderata Turchia, che molti vorrebbero accogliere nella Comunità Europea. In varie occasioni, tra cui la sua recente visita ufficiale in Germania, Erdogan, sicuramente un musulmano "moderato", ha pubblicamente dichiarato che "l'islamofobia" è un crimine contro l'umanità, che il termine "islàm moderato" è un insulto, in quanto non esiste un islàm moderato contrapposto ad un islàm fondamentalista, ma esiste un solo islàm e che anche il pretendere l'integrazione degli immigrati musulmani nella civiltà occidentale "è un crimine contro l'umanità". Queste citazioni ci dimostrano che anche un musulmano moderato può esporre idee non proprio moderate e sottolinea un quesito fondamentale a cui è obbligatorio trovare una risposta prima di esprimere opinioni sull'islàm o sui vari islàm.

Eesiste un islàm moderato? e, se esiste, quali sono le differenze tra islàm moderato e islàm radicale?
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Per avere una idea di quale sia l'islam moderato nei paesi islamici, basta riferirsi alle dichiarazioni sopracitate del Presidente Turco Erdogan o alla posizione dell'OIC (Organizzazione della Conferenza Islamica) all'ONU in tema di libertà di parola, di libertà religiosa e di diritti umani. I 57 stati islamici aderenti all'OIC non hanno sottoscritto la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, ma hanno firmato nel 1990 una carta analoga, la Dichiarazione del Cairo sui Diritti dell'Uomo nell'islàm che, agli Articoli 24 e 25, subordina alla shariah tutti i diritti precedenti. Basta pensare al trattamento riservato alle minoranze Cristiane e, dove ancora esistono, alle minoranze Israelite, senza parlare della lobby proislamica che finanzia, con ingenti fondi Sauditi, istituzioni Universitarie Occidentali e singoli pseudo-intellettuali per diffondere una immagine dell'islàm adatta al gusto occidentale e politicamente corretta.
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Tra i critici non musulmani dell'islàm c'è chi crede nell'esistenza di un islàm moderato anche se la maggioranza appare piuttosto scettica. Infine tra i più decisi critici dell'islàm troviamo gli ex-musulmani, che, pur vivendo in occidente, sono soggetti a gravi rischi per la loro incolumità personale e che, oltretutto, sono generalmente snobbati dall'establishment culturale occidentale.
Ho cercato di chiarirmi le idee con qualche ricerca e interrogando amici, conoscenti ed esperti: credo di poter sintetizzare le varie posizioni mediante queste tre opinioni.
La prima opinione è rappresentata dalle dichiarazioni sopra citate di Erdogan, secondo cui esiste un solo islàm ed è addirittura offensivo parlare di un islàm radicale e di un islàm moderato. Sicuramente Erdogan è considerato un moderato ed è più familiare con la cultura islamica di molti commentatori occidentali. Ma questa risposta contraddice l'opinione più diffusa nel mondo occidentale di un islàm moderato, travisato da una esigua minoranza di fanatici. Secondo lui, la mia domanda è senza senso: esiste solo l'islàm. Punto e basta.
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E il fondamentalismo? La seconda opinione mi fu fornita da una commentatrice di una mailing list dedicata all'islàm, a cui mi ero rivolto. La riporto qui di seguito, perché riflette l'opinione più diffusa, anche se, a mio parere, non è una risposta:

Non saprei dare una risposta scientifica ma a naso definirei moderati i musulmani che non chiedono come Dachan: "la creazione di una entità islamica all' interno dello Stato italiano, la censura dei testi scolastici, le scuole private islamiche, la celebrazione delle feste islamiche nelle scuole, la pausa per la preghiera del venerdì nei luoghi di lavoro, le banche e i mutui islamici, l' erogazione dell' 8 per mille ai musulmani e perfino un «bollino verde» per i cibi islamicamente corretti."
Le numerose risposte di questo genere meritano un commento: non sono credibili in quanto eludono il problema limitandosi a definire l'islàm moderato in termini negativi. Dicono cosa non è, secondo la loro idea di islàm, ma non dicono che cosa è, con solidi riferimenti teologici e dottrinali, nè in cosa differisce dall'islàm fondamentalista, nè quali sono gli errori interpretativi dell'islàm radicale, rispetto alla corretta interpretazione dell'islàm moderato[...]
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Infine la terza opinione, illuminante, poco nota e, a mio parere, corretta, mi è giunta da Mirco Romanato, che partecipa alla mailing list di cui sopra:

"La differenza tra musulmano moderato e musulmano estremista è semplicemente temporale.
Il musulmano moderato è il musulmano della Mecca, quando Maometto predicava pace, amore e tolleranza.
Il musulmano estremista è il musulmano di Medina, dove si è iniziato a rendere facoltativa l'autodifesa, poi obbligatoria, poi è diventata obbligatoria anche l'aggressione verso i non musulmani.

L'Islam predicato in pace a Maometto ha fruttato 150 seguaci in 15 anni di predicazione alla Mecca.
L'Islam predicato con la spada, in 10 anni, ha lasciato Maometto con un enorme numero di seguaci e nessun nemico vivo in tutta l'Arabia.

L'Islam di Medina viene dopo l'Islam della Mecca, quindi ha la precedenza secondo l'interpretazione islamica. Ma nulla vieta di fare come alla Mecca, all'inizio.

L'Islam è duale, non esiste solo l'Islam della Mecca o solo quello di Medina, esistono insieme,contemporaneamente. Ma, come certe illusioni, non è possibile vedere l'uno e l'altro contemporaneamente. Il che è un problema per la mente occidentale allenata e abituata a non considerare valide le interpretazioni dualistiche (opposte).