Autore Topic: Il cigno nero  (Letto 2709 volte)

nihil

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Il cigno nero
« il: Febbraio 25, 2011, 23:39:32 »
per 3/4 il film è noiosissimo, per il restante tempo è paranoico-paranormale.

Qualunquamente incomprensibilmente cervellotico. :ppprrr:

fatbearMSS

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Re: Il cigno nero
« Risposta #1 il: Febbraio 28, 2011, 10:20:59 »
TRAMA:
La storia la conoscete piu o meno tutti. Il cigno bianco e il cigno nero. Una compagnia deve mettere in scena "Il lago dei Cigni" .. tutto qui.
 
più o meno.
 
Film bipolare che affronta in maniera noir e molto spesso "splatter" la bipolarità presente in tutti. Ad una prima lettura il film ci lascia la sensazione di essere solo ed esclusivamente questo.
Dove il corpo, attraverso la carne, somatizza realizza e fa esplodere le dicotomie fra il bene e il male, la passione e l'amore, la tecnica e il cuore.
Secondo me già fermandoci a questa chiave di lettura il film è godibilissimo
(escluse alcune scene ed alcuni effetti un pò troppo splatter a mio giudizio).

Però, c'è sempre un però.

Quando la ballerina deve entrare in scena il capo del corpo di ballo usa queste parole:
- L'artista per raccontare se stesso, per essere grande, deve perdersi.
 
Ed eccola la "mia" seconda chiave di lettura.

L'artista per ambire ad una "recitazione" perfetta deve annullarsi,
tagliare parti di se,
sfregiarsi sia nella carne che nell'anima
per entrare perfettamente nel personaggio che deve interpretare.

Analizzarsi e analizzare
attraverso
dolore e sacrifici.

L'artista deve rinunciare a se stesso ...  UCCIDERSI ... per dare vita al personaggio.

Tender Branson

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Re: Il cigno nero
« Risposta #2 il: Marzo 09, 2011, 03:08:13 »
Io già sul fatto della bipolarità, ho dei dubbi. Che sia presente in tutti, ancora di più.
Sul fatto che l'artista debba perdersi, invece, non ho dubbi: è una scempiaggine.
Semmai il contrario, attraverso l'arte l'artista si trova, si conosce e si fa conoscere.
Il personaggio è interpretato dall'attore, che gli dà corpo, e senza l'attore non esiste.
Il Riccardo terzo di Al Pacino e quello di Ian McKellen sono inevitabilmente diversi, per dire.

nihil

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Re: Il cigno nero
« Risposta #3 il: Marzo 14, 2011, 08:52:27 »
questo film ha ricevuto critiche pessime, al di là delle intenzioni della trama che rimane valida. La protagonista ha preso l'oscar, ma secondo me non era un granchè.

Crisalide

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Re: Il cigno nero
« Risposta #4 il: Marzo 14, 2011, 19:27:20 »
io l'ho trovato splendido

è difficile che non trovi difetti in un film... questo, tranne che nel parossismo del finale (scelta ben precisa), l'ho trovato consequenziale e realizzato al meglio... recitazione impeccabile, approfondimento psicologico dei personaggi capillare...

la presenza dell'OMBRA accanto alla "luce" in ogni individuo è una verità incontrovertibile, che ci piaccia o no

Crisalide

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Re: Il cigno nero
« Risposta #5 il: Marzo 14, 2011, 19:33:20 »
Io già sul fatto della bipolarità, ho dei dubbi. Che sia presente in tutti, ancora di più.
Sul fatto che l'artista debba perdersi, invece, non ho dubbi: è una scempiaggine.
Semmai il contrario, attraverso l'arte l'artista si trova, si conosce e si fa conoscere.
Il personaggio è interpretato dall'attore, che gli dà corpo, e senza l'attore non esiste.
Il Riccardo terzo di Al Pacino e quello di Ian McKellen sono inevitabilmente diversi, per dire.


ogni forma d'arte ha delle sfumature a sé

nella "scrittura" l'artista sicuramente si conosce... si fa conoscere solo a patto che lo voglia

altro è l'"interpretazione" sulla scena... l'attore o, in questo caso, il/la ballerino/a, riesce ad essere sulla scena pienamente il personaggio che interpreta a patto di mettere da parte se stesso ed "entrare" nel personaggio altro... anzi meglio se da questo (quasi entità a se stante capace di vita propria) si fa penetrare.

Tender Branson

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Re: Il cigno nero
« Risposta #6 il: Marzo 14, 2011, 20:37:49 »
la presenza dell'OMBRA accanto alla "luce" in ogni individuo è una verità incontrovertibile, che ci piaccia o no

A me l'idea stessa di incontrovertibilità sa di dogma, di credenza e quindi lo rifiuto.

Non esistono verità incontrovertibili e assolute, l'uomo non cova il male dentro di sé, il peccato originale è una invenzione.

Questo penso.

Crisalide

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Re: Il cigno nero
« Risposta #7 il: Marzo 14, 2011, 20:42:59 »
la presenza dell'OMBRA accanto alla "luce" in ogni individuo è una verità incontrovertibile, che ci piaccia o no

A me l'idea stessa di incontrovertibilità sa di dogma, di credenza e quindi lo rifiuto.

Non esistono verità incontrovertibili e assolute, l'uomo non cova il male dentro di sé, il peccato originale è una invenzione.

Questo penso.

l'uomo non "cova" infatti il male dentro di sè, ma il male esiste ed ha una sua funzione... quella di far emergere il bene


che sia una verità incontrovertibile non lo dico io... e non lo dice la chiesa ufficiale... anzi... la chiesa, per prima, ci ha aiutato a mettere il male fuori di noi come qualcosa di inaccettabile da rifiutare... è per questo che, di solito, con il fenomeno della "proiezione" (psicanalisi) lo vediamo negli altri e ci riteniamo immuni... ma se lo vediamo, se lo riconosciamo, è perchè lo conosciamo... lo abbiamo dentro esattamente come il bene... poi a noi la scelta... per libero arbitrio

Tender Branson

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Re: Il cigno nero
« Risposta #8 il: Marzo 14, 2011, 22:56:48 »
la presenza dell'OMBRA accanto alla "luce" in ogni individuo è una verità incontrovertibile, che ci piaccia o no

A me l'idea stessa di incontrovertibilità sa di dogma, di credenza e quindi lo rifiuto.

Non esistono verità incontrovertibili e assolute, l'uomo non cova il male dentro di sé, il peccato originale è una invenzione.

Questo penso.

l'uomo non "cova" infatti il male dentro di sè, ma il male esiste ed ha una sua funzione... quella di far emergere il bene


che sia una verità incontrovertibile non lo dico io... e non lo dice la chiesa ufficiale... anzi... la chiesa, per prima, ci ha aiutato a mettere il male fuori di noi come qualcosa di inaccettabile da rifiutare... è per questo che, di solito, con il fenomeno della "proiezione" (psicanalisi) lo vediamo negli altri e ci riteniamo immuni... ma se lo vediamo, se lo riconosciamo, è perchè lo conosciamo... lo abbiamo dentro esattamente come il bene... poi a noi la scelta... per libero arbitrio

Senti, se ti va di discutere, e non è mica un obbligo, fai precedere le tue asserzioni da un "secondo me", grazie.

Non sono disposto a riconoscere verità o autorità, e non parlo con chi ritiene di averne.

Niente di personale.

Crisalide

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Re: Il cigno nero
« Risposta #9 il: Marzo 14, 2011, 23:32:06 »
io non ritengo di essere detentrice di alcuna verità... semplicemente mi riconosco in alcune teorie che più corrispondono al mio sentire... esattamente come è per te...

questo tuo atteggiamento non pone a tuo favore, ma tant'è... saprò sopravvivere anche senza discutere con te che sembri non essere disposto al confronto

non mi sembra di aver letto in nessun punto del tuo discorso "secondo me"... eppure non ho avuto dubbi che delle asserzioni così drastiche fossero tue e solo tue... punti di vista... opinioni... le tue valide non meno delle mie...

amen
« Ultima modifica: Marzo 14, 2011, 23:45:27 da Crisalide »

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Re: Il cigno nero
« Risposta #10 il: Marzo 15, 2011, 09:28:13 »
Se leggi meglio, vedrai che in nessun punto parlo di verità, e sempre premetto o pospongo un "penso". Il fatto stesso che tu invece parli di "verità incontrovertibile" denuncia un atteggiamento dogmatico.

Come si può confrontarsi con chi ritiene non solo che una verità (per di più incontrovertibile) esista, ma addirittura di esserne in possesso?

Non ti pare che parlare di verità ti ponga automaticamente fuori da ogni confronto?

Come ti ho detto, sono assolutamente disposto al dialogo, a patto che ci si riconosca mutualmente la assoluta ignoranza riguardo l'universo che ci circonda, che caratterizza ogni essere umano, e si ponga ogni asserzione come pura e semplice opinione, per quanto sostenuta da ipotesi, teorie, studi.

Potrò sembrare pedante. Probabilmente lo sono davvero.


MCF

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Re: Il cigno nero
« Risposta #11 il: Marzo 21, 2011, 14:35:13 »
Sono assolutamente d'accordo: l'artista deve annullarsi per assumere la personalità del personaggio che deve interpretare. Credo che sia proprio questa la difficoltà dell'attore e del regista: capire com'è il personaggio, entrare nella sua mente e poi agire come lui. Ciao.


TRAMA:
La storia la conoscete piu o meno tutti. Il cigno bianco e il cigno nero. Una compagnia deve mettere in scena "Il lago dei Cigni" .. tutto qui.
 
più o meno.
 
Film bipolare che affronta in maniera noir e molto spesso "splatter" la bipolarità presente in tutti. Ad una prima lettura il film ci lascia la sensazione di essere solo ed esclusivamente questo.
Dove il corpo, attraverso la carne, somatizza realizza e fa esplodere le dicotomie fra il bene e il male, la passione e l'amore, la tecnica e il cuore.
Secondo me già fermandoci a questa chiave di lettura il film è godibilissimo
(escluse alcune scene ed alcuni effetti un pò troppo splatter a mio giudizio).

Però, c'è sempre un però.

Quando la ballerina deve entrare in scena il capo del corpo di ballo usa queste parole:
- L'artista per raccontare se stesso, per essere grande, deve perdersi.
 
Ed eccola la "mia" seconda chiave di lettura.

L'artista per ambire ad una "recitazione" perfetta deve annullarsi,
tagliare parti di se,
sfregiarsi sia nella carne che nell'anima
per entrare perfettamente nel personaggio che deve interpretare.

Analizzarsi e analizzare
attraverso
dolore e sacrifici.

L'artista deve rinunciare a se stesso ...  UCCIDERSI ... per dare vita al personaggio.

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Re: Il cigno nero
« Risposta #12 il: Marzo 27, 2011, 00:50:39 »
Il cigno nero l'ho trovato un film splendido, sia esteticamente (tralasciando alcune scene che potevano essere evitate e che non aggiungono niente alla storia, anzi la banalizzano) sia per quanto riguarda la sceneggiatura.
Innanzitutto chi conosce la danza e ha frequentato almeno un pò i relativi ambienti non può non aver ritrovato molti elementi , ben riportati nel film, che caratterizzano questo mondo.
In secondo luogo mi è piaciuto anche il voler terminare il film senza una fine, buona o cattiva che sia, proprio come accade nella vita. semplicemente è.
"al bumba si paga, SEMPRE! stasera in cartellone GIRO DELLA MUERTE, biglietto omaggio per chi viene accompagnato da una tigre albina del bengala"