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Post - gipoviani

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Sentimentale / Il peccato e i peccatori
« il: Settembre 21, 2012, 15:20:39 »
Visto che non posso parlare con nessuno di quello che ho scoperto, scriverò un diario. Non uno di quelli con il nastrino rosa, il lucchetto e la chiavetta che immancabilmente si perde. Un diario moderno.
I diari moderni si chiamano blog e non si scrivono ma si aprono e non sono segreti ma pubblici. Così potrò parlare a tutti del peccato senza nominare i peccatori, senza spezzare il cuore di nessuno. Ho bisogno di farlo, altrimenti impazzisco.
Le mie gambe si sono piegate per lo stupore e la vergogna. Mi sembrava una cosa tremenda, inconcepibile. Ero umiliato e offeso e mi sentivo tradito da tutti e due. Sceso dal tetto del garage dove ero andato controllare la parabola della tv satellitare che faceva i capricci, ho preso la moto e sono andato via e non volevo tornare più.
Poi ho deciso di vendicarmi sputtanandoli in un blog che chiamerò I peccati di SamPierdarena. E allora forse mi chiederanno scusa e io potrò perdonare, forse.  Questo è l’unico modo per sistemare le cose, altrimenti impazzisco. 

“I peccatori di Sampierdarena”
Venerdì 4 maggio
Li ho visti. Ho visto L. mettere una mano sotto la gonna di S. I nomi, i nomi interi ancora non li faccio, ma prima o poi li farò. Li metterò di fronte all’evidenza di quel che hanno fatto. E tutti in questo buco di città sapranno la verità. 
Lei stava in piedi preparando la macchinetta del caffè, lui è entrato è andato dietro di lei e le ha infilato una mano sotto la gonna a scacchi accarezzandole le cosce.  A questo punto pensavo che lei gli tirasse uno schiaffo e facesse una scenata. Niente di tutto questo. Si è girata e il suo viso non esprimeva rabbia o vergogna ma piacevole sorpresa; gli ha dato un veloce bacio sulle labbra allontanandolo da sé con un sorriso malizioso dipinto in viso dicendogli qualcosa che non potevo sentire ma doveva essere un dolce rimprovero.


L’idea della vendetta via blog, mi ha in parte già pacificato. Mi ha dato la forza di indossare una maschera di inconsapevolezza che mi permette di comportarmi con loro come se nulla fosse, come se niente fosse successo. Chissà se, quando la notizia del blog comincerà a diffondersi, si riconosceranno nei protagonisti, nei peccatori.
Ho comprato un po’ di materiale su Internet, piccole telecamere e microfoni in miniatura. Appena arrivano metterò la telecamera nella stanza di S. e le cimici nella sua auto. Poi sto incominciando a seguirli, discretamente perché se mi scoprissero il mio piano andrebbe a carte quarantotto.

“I peccatori di Sampierdarena”
Domenica 6 Maggio
Bene, molto bene. Vedo che il titolo vi ha intrigato, proprio come pensavo. Più di duecento collegamenti in un solo giorno. D'altronde più che un quartiere di una grande città, questo è un paesone con tutte le pruriginose curiosità di una piccola, pettegola comunità.
E lo so che volete conoscere non solo il peccato ma anche i peccatori. Statene certi; se continuerete a seguirmi, darò i loro nomi in pasto alla vostra curiosità e li sbranerete. Il blog è nato per questo. E sarà la loro fine e il mio nuovo inizio. Perché i peccati, lo sapete meglio di me, li fanno in tanti, anche molti (tutti?) di voi. Ma finché son privati non esistono, appena son conosciuti esplodono e tutti li condannano almeno in pubblico: alcuni per ipocrita perbenismo, altri per invidia.


Ho in programma per voi grandi novità. Fra un po’ potrete vedere e sentire L. e S. nell’esercizio delle loro funzioni peccaminose. Abbiate pazienza e sarete ricompensati. Anche perché voi li conoscete bene i protagonisti di questa lurida storia.
Oggi, quando Simona ha detto che sarebbe uscita, lasciandomi a guardare la Samp alla tv, ho preso la moto e l’ho seguita. Si è diretta verso la riviera di levante. Quando ho visto che abbandonava la statale, l’ho lasciata andare tanto sapevo dove era diretta: la casa di Ruta che le hanno lasciato i suoi genitori. Ne ho avuto la certezza quando dalla strada ho visto le persiane della cucina aperte. Mi sono nascosto dietro alcune auto in sosta, non ho dovuto aspettare che pochi minuti e l’ho visto arrivare con un sorriso di eccitazione stampato in viso. Doveva aver parcheggiato più lontano, fosse mai che qualcuno vedesse la sua macchina parcheggiata sotto la casa di Simona.  Si è guardato un attimo intorno ed è entrato nel portone senza suonare: lei deve averlo visto arrivare dalla finestra e gli ha aperto.
Ho pensato di far loro una improvvisata: tanto ho le chiavi. Il tempo di fare partire le danze e, quatto quatto, entro e li sorprendo. Vediamo cosa mi dicono. Poi ho desistito. Come dicono gli esperti, la vendetta è un piatto da gustare freddo. E comunque ho una ragione in più per essere incazzato: lui doveva essere a casa a vedere la Samp, non ha rispetto neanche per la fede blucerchiata.
Domani vengo a mettere una telecamera anche nella casa di Ruta.

“I peccatori di Sampierdarena”
Lunedì 7 Maggio
Cari amici, ho trovato il nido dei nostri piccioncini e so quando si incontrano: la domenica quando lui dovrebbe essere a vedere la Samp e lei dalle sue amiche. Ho riempito la casa di microspie e presto molto presto saprete cosa si cela dietro la rispettabile vita di due nostri concittadini. Vedrete come passa le domeniche pomeriggio una delle più conosciute e stimate avvocatesse di Genova.
E allora ci divertiremo. Avvertite amici e conoscenti, informate i colleghi, parlatene dal parrucchiere, fra non molto sentirete e vedrete i peccati di Sampierdarena. I peccatori saranno mostrati nella pubblica piazza.

Oggi mentre Simona era al lavoro sono entrato nella sua stanza e ho rovistato nelle sue cose. Nell’ultimo cassetto del comò ho fatto una scoperta sconvolgente: biancheria intima particolarmente sexy, addirittura dei reggicalze che mai le avevo visto addosso. Non pensavo che nessuna donna per bene indossasse questa roba, solo le puttane. Allora Simona è una gran puttana. La chiusura del sillogismo mi colpisce allo stomaco facendomi di nuovo piegare le gambe. Non è possibile, non è questa la Simona che pensavo di conoscere e che amavo, amo, sopra ogni cosa.
Fotografo la biancheria con il mio telefonino.

“I peccatori di Sampierdarena”
Martedì 8 Maggio
Buon giorno amici, vedo che crescete ogni giorno di più, siete più di cinquecento. E’ arrivato allora il momento per farvi il primo regalo.
Guardate bene cosa c’era nel cassetto di S. Un bell’armamentario di biancheria molto più che sexy. Magari la prossima volta vi posto le foto delle manette e dei frustini se li trovo.
 Io continuo a cercare, voi continuate a cercare me: i peccati di Sampierdarena stanno per essere svelati.


In una scatola di carta dentro l’armadio ho trovato vecchie foto di famiglia e una lettera di Beatrice vergata a mano. Ancora c’è gente che scrive lettere a mano?

Carissima Simona
non immagini quanto sia stato bello ricevere la tua lettera. Mi ha ricordato quando ce le scambiavamo a scuola durante l’ora di religione o di storia dell’arte.
Ero preoccupata per te, tanto. Dietro la tua apparente serenità io vedevo che la tua tristezza non passava con gli anni, anzi. Quello che mi hai raccontato è un po’ particolare e sorprendente lo ammetto, ma ti voglio dire una cosa. E mi piace scrivertela, così potrai leggerla tutte le volte che ti servirà. Non hai assolutamente niente di cui vergognarti.
Ti aggiungo poi la cosa forse che più di tutte vorresti sentire da me. Lui ti direbbe: vai avanti, segui il tuo cuore e cammina a testa alta. Vivi la tua vita e si felice. Io sono felice per te.


Non riesco a finire. Ma che cazzo dici, Beatrice? Che vai dicendo? Come puoi pensare che lui le avrebbe detto brava? Ti hanno irretita o anche tu ti sei fatta corrompere da questo mondo nel quale conta solo l’appagamento delle proprie pulsioni più basse? Ma forse anche tu sei una puttana, anche tu avrai tanga e giarrettiere nell’armadio. Sono il solo a pensare che sia una cosa squallida?

Mi andrebbe di fare la lettera in mille pezzi, mi trattengo. Mi potrebbe tornare utile, magari posso pubblicarla sul blog. Per il momento la metto in tasca ai pantaloni.

“I peccatori di Sampierdarena”
Domenica 13 Maggio
Cari amici se tutto va come dico io, domani è il gran giorno. A quest’ora mentre la Samp sta perdendo 2 a 0 a Milano con l’Inter, loro se la stanno spassando nella casa di Ruta. Dove ci sono le mie telecamere che li stanno riprendendo. Domani le recupero e vi mostro tutto. Domani vedrete quali sono i peccati di Sampierdarena e conoscerete anche i peccatori.
Vi ringrazio per le tante mail che mandate. Qualcuno di voi però si è sbagliato, questo non è un sito commerciale. Non vi mando video a pagamento.
Per chi mi avete preso? Questo è, se volete chiamarlo così, giornalismo di inchiesta familiare: operazione famiglie pulite.


Lunedì sono un po’ emozionato e disorientato. Entro nella casa di Ruta. Chissà perché mi aspettavo di trovare tutto sottosopra , tutto in disordine come i miei pensieri. Invece è tutto in ordine, tutto pulito. Vado nella camera da letto matrimoniale, salgo sull’armadio, prendo la mini telecamera, sfilo la memoria micro SD da 16 gb, la inserisco nel lettore del mio pc.
Per un momento mi chiedo se veramente voglio vedere. Non sarebbe meglio scappare, andarsene via lontano. Le scuse non mi mancherebbero. I peccati non è forse meglio lasciarli nella sfera privata? Sono proprio sicuro di avere voglia veramente di vederla mentre lo fa e con lui per giunta?
Premo il tasto play. Pronto a stoppare quando la scena si facesse troppo esplicita: questo lo vedranno solo gli utenti del blog.
Loro sono distesi sul letto e si tengono per mano. Sono entrambi in biancheria intima. Parlano, parlano, parlano. Ogni tanto Luca fa una carezza sulla guancia di Simona. E lei sorride ed è come sempre splendida quando sorride. Parlano di me. Entrambi con dolcezza e affetto. Simona dice che non possono più tacere, me lo devono dire. Lui risponde che ha paura che io la prenda male, che non capisca, che mi senta tradito. Sono mesi che evita tutte le occasioni per rimanere solo con me, dice.
Passano interi minuti senza parlare solo guardandosi. Pensavo che vederli mi avrebbe fatto infuriare, ma non è così. Incredibile a dirsi: sono belli a vedersi.
Ad un tratto, lui le dice: “Non hai paura dello scandalo? Di quello che diranno le tue colleghe, i tuoi amici, i tuoi parenti?”
“Sì, tanta. So che qualcuno penserà che sia una poco di buono, una molestatrice. Molti parleranno male di me perché son bigotti, altri per convezione, qualcuna per invidia. Certe cose se le fanno le attrici o le dive della tv vanno bene, se le fa la vicina di casa la chiami puttana.”
“Io ho paura solo per Nici. Lo conosco da sempre, siamo cresciuti insieme. Ho tanta paura che non mi capisca. Certo sarà distrutto dalla gelosia, ma io mi sono innamorato. Ed è arrivato il momento il cui devo dirgli: Mi sono innamorato di tua ..”
Premo stop, non voglio sentire. Ha ragione sono distrutto dalla gelosia; forse è normale, forse patologico: probabilmente Freud mi citerebbe da qualche parte come caso esemplare.
Il fermo immagine li blocca che sono entrambi distesi sui fianchi e si guardano. Lui le sta sistemando i capelli dietro l’orecchio, lei sorride beata. Se ci fosse un programma che permettesse di vedere i pensieri delle persone, entrambi starebbero pensando “Ti amo”.
Era un piacere guardarli. Forse se avessi fatto scorrere il video avrebbero anche fatto sesso o forse l’avevano già fatto in un’altra stanza, chissà e chi se ne frega. Ma non penso che abbiano scopato, avranno di certo fatto l’amore.
Mi infilo la mano in tasca e trovo la lettera di Beatrice. E’ ancora lì nella tasca dei pantaloni, gli stessi per strano caso di quando la trovai.

E non venirmi a parlare di peccato, Simona, di quel peccato con cui ci tormentava Don Tito quando andavamo a dottrina. Tu non sei una donna che pecca ma una donna che ama e l’amore è sacro, credi a me che continuo ad andare a messa tutte le domeniche. Come dice don Gallo dove c’è l’amore c’è Dio.
Non ti preoccupare nemmeno di quello che verrà. L’amore non conosce età, abitudini codici e non rispetta le regole. L’amore è sempre una forza rivoluzionaria e travolgente, altrimenti non è.


L’amore non è mai peccato. Peccato sarebbe non apprezzarlo quando lo si incontri, qualsiasi vestito indossi. Beatrice l’aveva compreso prima e meglio di me. E aveva anche ragione a dire che anche Paolo avrebbe capito e approvato. Sarebbe stato geloso anche lui come me ma sarebbe dalla parte di Simona. Lui l’amava e avrebbe voluto che fosse felice, anche con Luca se è questo quello che vuole.
Mi è tutto così  chiaro che non capisco come mai non l’abbia capito da subito.

“I peccatori di Sampierdarena”
Lunedì 14 Maggio
Brutti porcelloni (vi siete già collegati in circa 10 mila),
ma perché non pensate anche voi a farvi una vita invece di rovistare con cattiveria e malizia nella vita degli altri. Ci saranno certo dei peccatori a Sampierdarena, pensate solo a tutti gli evasori fiscali, ma non certo quelli che pensate voi. Andate a farvi le seghe da qualche altra parte. Questo blog chiude.
Volevo vedere quanti guardoni riuscivo a incuriosire e allora mi sono inventato questa storia. Piaciuta? Bene ora andate a praticare il vostro squallido voyeurismo da qualche altra parte.
Un peccatore lo potete vedere domani mattina, allo specchio. E così farò anch’io.


Torno a casa sereno, come non mi capitava da quando li avevo sorpresi dal tetto del garage.
Entro in casa e li trovo seduti sul divano. Sembravano aspettarmi.
“Nici, ti dobbiamo parlare”.
Simona, mia mamma e Luca, il mio migliore amico, mi vogliono dire quel che già so.
Indosso un’espressione interrogativa mentre dentro di me sorrido. Guardo verso l’alto da dove Paolo da quasi tre anni ogni tanto mi fa avere i suoi consigli.
“Lo so, papà, devo fare finta di nulla.”.

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Sentimentale / Re:Capo d'Otranto
« il: Luglio 01, 2012, 18:36:02 »
Belle le descrizioni ed avvincente il racconto.

Grazie.
Spero quindi ti sia piaciuto

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Sentimentale / Re:Capo d'Otranto
« il: Luglio 01, 2012, 18:34:26 »
un ladro felice con un insormontabile senso di colpa da cui mai si assolverà La sua condanna sarebbe totale se l'amico avesse saputo che l'altro era lui. Il destino  però, in definitiva, è quello che fa e disfa le nostre vite, forse non siamo mai titalmente colpevoli. ahuh

e mai totalmente innocenti

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Sentimentale / Re:Capo d'Otranto
« il: Luglio 01, 2012, 18:33:21 »
mi piace e mi piace come fai 'sentire' quel mare, che porta via e conduce, che separe e unisce; il mare delle onde dei ricordi, delle occasioni mancate, delle storie irrisolte.
per quello che può valere quello che penso io, bravo.
c

volevo che il mare fosse un protagonista. Nella mia vità lo è stato e lo è tuttora. Ma tu queste cose le sai meglio di me

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Sentimentale / Re:Capo d'Otranto
« il: Luglio 01, 2012, 18:31:29 »
è lei che ha scelto... l'altro! Ma non c'è colpa, non esiste. Esistono solo conseguenze.

Chissà forse il gioco della felicità è a somma zero. E la felicità di caio determina l'infelicità di tizio. Allora è la felicità ad essere una colpa

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Sentimentale / Re:Elizabeth
« il: Luglio 01, 2012, 18:16:28 »
Veramente molto bello l'inizio.
Il finale ha troppo di detto - troppi sentimenti spiegati, detti appunto, quando dovrebbero essere solo mostrati - e ha troppo di non detto - perchè il lieto fine non è possibile?  Lui non ha figli e quindi perchè?
E' vero che non tutto h spiegazione e il mistero fa parte del fascino di un racconto. Ma allora bisogna almeno fornire al lettore degli indizi, per cui ciascuno si possa fare la sua idea.
Comunque l'ho letto con piacere.

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15 minuti per creare / Re:Io, nel Salento - I Parte
« il: Giugno 30, 2012, 20:31:43 »
Il mio commento è necessario visto sono che da salentino d'origine - toscano d'adozione -, sento tutta la nostalgia per la mia terra ogni giorno sempre più lontana.
Quindi non posso che giudicare straordinaria l'ambientazione di cui riesci a restituirci il calore e il colore.
Mi paiono un po' stereotipati i dialoghi.
Ci sono delle piccole imprecisioni: il grico è una lingua parlata ancora - oramai sempre meno - da piccole enclave greche. Non ha nulla a che fare con il dialetto salentino che è non è stato particlarmente influenzato dal grico. Un salentino comprende il grico come un lombardo. Gallipoli, nonstante il nome, non fa parte della grecia salentina.
Mi piace il finale.


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15 minuti per creare / Per Manuele
« il: Giugno 26, 2012, 09:24:29 »
Mi chiamo Manuele e vengo dal paese dove s’incontrano due mari, si incontrano tante culture e razze diverse, dove s’incontrano tanti turisti innamorati delle nostre chiese e della nostra cucina.

Solo il lavoro non si incontra mai nel Paese mio. Ed è sempre peggio. Mio nonno è andato in Svizzera per trovare un lavoro, mio padre, un mese sì e due no, fa il muratore e quando non trova niente qua, parte e va in alta Italia che lì ancora un po’ di fatica si trova, a saperla cercare.

Io sono dovuto andare fino in Afganistan per lavorare e non sono più tornato. Partito Carabiniere, tornato in un letto di legno. Io non ho voluto fare come il mio amico Mimmo che prima vendeva sigarette e poi s'è messo col gruppo di Padovano della sacra corona. E quando mi vedeva per le vie del paese mi faceva un sorrisino che mi voleva prendere per il culo. Lui gira per il paese in BMW e io l’ultimo giro in paese lo farò sul carro funebre. E se mi vede questa volta Mimmo non ride, ma si fa il segno della croce.

Ho deciso di stare dalla parte dei buoni, dello Stato, di chi la legge la fa difendere. E la legge, mi diceva mio nonno serve principalmente ai cafoni, che i signori non se ne fanno nulla della legge. Io tante cose non le so, che se avevo studiato col cazzo che ci andavo in Afganistan. Mi hanno detto che qui veniamo per portare la pace, per fare in modo che le donne possono fare la vita che fanno da noi. E io ci credevo.

Qualcuno pensa che io facevo la guerra, ma se volevo fare la guerra e sparare veramente per uccidere, io adesso stavo con Mimmo che ha tutte le donne che vuole e se gli dicono di uccidere a sangue freddo lui è capace che lo fa. Io qui facevo l’insegnante come qualcuno di voi. Insegnavo agli afgani a fare i poliziotti così noi ce ne potevamo tornare e loro si imparavano a cavarsela da soli.

E poco importa se è stato un incidente o un attentato, io sono morto lavorando onestamente.
Ma per qualcuno non sono nemmeno un morto sul lavoro.

Io, se rinasco, mi sa che faccio come Mimmo.

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15 minuti per creare / Re:quella volta che
« il: Giugno 23, 2012, 22:48:54 »
sperando solo la radio torni a suonare.
bello

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15 minuti per creare / Maturità
« il: Giugno 22, 2012, 19:25:19 »
Lecce, 1978. Mi ricordo solo che faceva caldo, come oggi. Pensavo che tutto il mondo trattenesse il respiro perchè io facevo la maturità.
Siena, 2012. Irene sarà già arrivata a scuola, la faranno sedere e, se tutto andrà bene e il nuovo meccanismo elettronico funzionerà, fra un po' leggerà le tracce.
Sarebbe stato bello parlarne coi suoi nonni. Papà avrebbe chiamato ieri per gli ultimi consigli e mamma avrebbe telefonato adesso per sapere se era andata via tranquilla.
Fra qualche giorno anche questo sarà solo un ricordo.

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Sentimentale / Capo d'Otranto
« il: Giugno 22, 2012, 18:09:12 »
Di nuovo.
Siamo sulla lancia di legno di suo padre. La prima volta che ci son salito avevo poco più di 10 anni. Angelo mi ha insegnato tutto quello che so sulla pesca.
Di nuovo quel sogno.
E’ il momento del  bolentino. Facevamo sempre così: dopo un’ora abbondante di traina se non era stata fortunata, ci fermavamo al largo della punta di Palacia, dove l’Adriatico diventa Ionio. Innescavamo le canne, mangiavamo puccie con le olive e formaggio e bevevamo vino rosso.
Fortunatamente mi sveglio. Forse questa volta evito di fare tutto il sogno per intero.
Dario, il più classico dei migliori amici: compagni di classe, cresciuti nella stessa strada, tutti e due juventini di ferro. Penso che dai 6 anni ai 16 anni saremmo stati senza vederci solo nel periodo estivo. I suoi, originari di Gallipoli, andavano sullo Ionio, i miei leccesi veraci, si erano costruiti una casetta a Torre dell’Orso sull’Adriatico. Separati solo dal mare, dicevamo ogni tanto scherzando. Dai sedici anni in poi, anche le vacanze trascorrevamo insieme, prima girando l’Europa con l’interrail, poi scoprendo la Grecia dell’Egeo, l’unico mare comune. Quasi sempre con altri amici e a volte con amiche o quasi fidanzate.
Nel mentre, l’università a Bologna, l’avventura più pericolosa.
Non mi devo addormentare pensando a lui, altrimenti il sogno riprenderà.
Pensa al lavoro, mi dico. Pensa al Procuratore capo che ti sta rompendo le scatole sull’incidente nel cantiere di quel suo amico e alle pressioni neanche tanto velate che ti sta facendo.
Ma non funziona, il pensiero va dove vuole lui: a quando ero ancora uditore giudiziario e arrivò al palazzo di giustizia la notizia che il figlio dell’Avvocato Angelo Peruzzi, anche lui promettente avvocato, si era schiantato con la macchina contro un palo della Lecce-Maglie alle 10 del mattino. Pare fosse completamente ubriaco.
Mi riaddormento e torno sulla barca a vedere il faro di Otranto al largo della punta di Palacia. Comincio a sudare.
Spara la bordata all’improvviso.  “Sono sicuro che Simona abbia un altro”. Mi sento gelare. Bevo un sorso di vino. Non so che dire. Lui sposta il viso dal mare verso di me e mi guarda. Il suo sguardo è prima interrogativo poi disperato.
Con Simona era cambiato tutto. Non che non ci vedessimo più, ma non esisteva più il noi che veniva prima di tutto, anche delle ragazze. Ce n’erano state diverse e qualcuna, specie in vacanza, ce l’eravamo anche equamente divisa. Ora Simona era il centro del suo mondo. Lo vedevo troppo felice per essere geloso e Simona era fantastica, proprio come diceva lui.
Per fortuna qualcosa abbocca alla mia canna, deve essere grosso perché tira come un dannato. Non siamo più in barca, stiamo pescando dal balcone della casa dei miei genitori. E il mare è il cortile dove io e Mario abbiamo passato infiniti pomeriggi a giocare. E la cosa ci sembra normale. Lui è tornato a sorridere. Quando riavvolgo la lenza, attaccato all’amo c’è solo un foglio di giornale con la notizia dell’incidente, più pesante di qualsiasi preda. E lui non c’è più.
Di nuovo mi sveglio. zuppo di sudore
Mia moglie dorme tranquilla accanto a me. Mi alzo più piano che posso, ma non è abbastanza.
“Arturo… Tutto bene?”.
“Dormi, amore, vado in bagno”.
Sulla soglia della porta, mi giro a guardarla. Come è bella, quanto la amo.
A Simona non ho mai detto nulla. E la notizia del tasso alcolemico non era mai trapelata, tanto nessun altro si era fatto male. Lei non aveva mai saputo che lui sapeva. Pensa che sia stato solo un incidente.
In bagno mi sciacquo la faccia, mi cambio il pigiama. Piango, perché io sono sicuro che non è stato un incidente.
In cucina mi verso quattro dita di Ron. Fuori è tutto buio sono le 3 del mattino, in strada non circola nessuno. Non voglio tornare a letto, ho troppa paura di rifare il sogno. Ma non vorrei neanche che mia moglie mi trovasse qui a bere, guardando il nulla che c’è fuori.
“Alla prima auto che passa torno a dormire”, ma mentre formulo il patto con me stesso, un SUV blu di qualche fighetto coi soldi passa sotto casa.
“Alla prima macchina rossa”, riaggiusto immediatamente l’accordo. Sono un giudice e cambio le leggi come mi pare.
Alla terza auto rossa e al secondo bicchiere di ron mi dico che è ora di riaffrontare il letto.
Il ron fa il suo dovere e mi addormento.
Mi sveglio un attimo prima che mia figlia, Giulia, di cinque anni, salti sul letto.
“Mamma, Papà. Bisogna alzarsi. Dobbiamo andare allo Zoo-Safari”.
Oh già. Oggi è il giorno fatidico. Giulia si prepara a questa gita da almeno un mese.
“Ma Giulia, a quest'ora le giraffe stanno ancora dormendo” dice mia moglie “rimaniamo un altro po’ a letto tutti e tre insieme”.
“Va bbeeene. Ma che facciamo?"
E' troppo eccitata per starsene calma e tranquilla e regalarci, magari, una mezzoretta di dormiveglia.
"Allora parliamo. Papà raccontami di quanto tu e mamma vi siete conosciuti. Ti sei innamorato subito della mamma?”.
“Dai babbi raccontami, raccontami, raccontami”.
“Si, appena l’ho vista”.
Simona mi guarda e sorride.
Io mi sento un ladro. Un felice ladro maledetto.

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Anch'io Scrivo poesia! / Re:La strada delle nuvole
« il: Giugno 20, 2012, 20:03:41 »
Grazie a tutti,
non sapete quanto mi hanno fatto piacere le vostre parole.
Un abbraccio, gipo

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Anch'io Scrivo poesia! / La strada delle nuvole
« il: Giugno 17, 2012, 00:27:03 »
Sdraiato sull’erba sto
a veder passar le nubi
a sentire trascorrere gli anni
per ricordarmi di quando partimmo.
Seduto d’inverno sullo scoglio
dove la prima volta ti toccai
incerto ancora se seguirti.
Lo sapevi che senza di te non sarei mai partito,
ma non pensavi che senza di te sarei tornato.
La tua morte per la mia libertà,
un debito che sto ancora pagando.
Non siamo riusciti a far cambiare strada alle nuvole.

29
15 minuti per creare / Re:la porta
« il: Aprile 15, 2012, 12:27:21 »
Un'intimità violata è violata per sempre.

30
15 minuti per creare / Re:interruzione improvvisa
« il: Aprile 15, 2012, 12:21:03 »
Non ho voglie, ma mi manca l'amore.
Splendido pezzo. Davvero brava.
Dovresti scrivere una storia, non copiare sentenze

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