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Anch'io ho scritto un aforisma / i libri
« il: Novembre 09, 2014, 16:15:00 »
i libri sono come una scala, più ne leggi, più in alto sali e più in alto sali, maggiore e migliore è il panorama.
 abow

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Comunicazioni alla e dalla redazione / a scanso di equivoci
« il: Settembre 24, 2014, 16:54:17 »
l'utente Orizzonti Verticali non sono io, per chi mi conoscesse con tale nick su FB.

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Altro / Il primo giorno
« il: Giugno 12, 2014, 08:08:07 »
    Aspettavo l’inizio della scuola come un ingresso nell’adultità, finalmente sarei diventata grande. Ero semplicemente felice, forse perché non sapevo che sarebbe stata una condanna d’anni, senza amnistia e senza sconti.
 Credo di essermi alzata all’alba, piena d’emozioni; costrinsi mia madre a farmi le treccine con il nastro bianco a pallini blu. Il grembiulino bianco era la divisa ufficiale di questa mia nuova condizione di maturità, stirato a dovere e lungo quasi fino ai piedi. Mia madre faceva per il vestiario piani quinquennali per risparmiare; in realtà io crescevo a ritmi molto lenti e quel grembiule rischiava di essere portato sino all’università. Non accadde semplicemente perché non ci andai.
 Arrivammo davanti alla scuola, che era più o meno davanti a casa mia, con un umore esaltato e quasi patriottico. Una decina di scalini mi avrebbe portata alla porta magica della nuova avventura. Li salii con devozione, poi mi girai a salutare l’ultimo brandello di familiarità e fanciullezza che mi divideva dalla nuova vita. Lo ammetto, la mia vena melodrammatica è sempre stata presente. Misi la mano su quel maniglione, spinsi la porta e mi colse il terrore dell’ignoto. Un bidello mi afferrò per il braccio e mi trascinò dentro. Cominciai a scalciare e urlare insulti, ma lui non mi mollò, mi ritrovai nel cortile interno della scuola, insieme a mille altre bambine inamidate e terrorizzate. Allora non conoscevo i campi di concentramento, ma di sicuro per me fu la stessa cosa. Mura perimetrali alte e chiuse non offrivano via di fuga, non conoscevo nessuno e per la prima volta, ma non l’ultima, capii cosa significa sentirsi soli al mondo. Soli in mezzo ad una moltitudine. Imparai anche ad adattarmi e cercare di sopravvivere. Frugai nella tasca del grembiulino e scovai una caramellina. La strinsi nella mano e cercai chi potesse essere disperata come me. Vidi una bimbetta piccola, capelli castani, occhi vispi ma spauriti. Mi avvicinai, e le chiesi se per una caramella fosse disposta ad essere mia amica per tutto l’anno. Lei ovviamente accettò, mangiò la caramellina e sparì. Non la rividi più, ma mi ero consolata, sapevo che in quella moltitudine avevo un’amica.
 Fu la prima e unica volta che mia madre mi accompagnò a scuola. Mai venne a riprendermi all’uscita e se non fosse stata per la mia maestra che mi faceva attraversare la strada, forse sarei finita sotto il tram n. 27, a duecento metri da Piazza Loreto, che allora per me era solo una piazza come un’altra, non quella della storia.
 Per tutti i cinque anni delle elementari ho aspettato di vedere se mia madre era ad attendermi all’uscita, lei non venne mai e ancora oggi mi domando perché non le chiesi di farlo. La sensazione di dover camminare sulle mie gambe non era più una sensazione, ma la realtà e forse non tutto viene per nuocere, ho imparato a cadere in piedi. Di sicuro la sensazione d’abbandono è sempre stata presente, tutte le bambine avevano una mamma, io no, semplicemente a lei non interessava fare quello che fanno tutte le mamme.
 Alle scuole medie non andò meglio, la scuola era sempre la stessa, ma entravo da un altro lato. Ricordo benissimo che quando mi girava storto, parlavo con quella scuola, in fin dei conti l’avevo vista nascere, infatti la precedente era stata bombardata in tempo di guerra e mia madre mi raccontava con dovizia di particolari che un momento prima era lì, con un soldatino davanti di guardia. Il momento dopo non c’era più né scuola, né soldatino, che giaceva più sbriciolato di un mattone. Mia madre si rendeva conto di cosa diceva ad una bimbetta?
 Ricordo benissimo che una volta rimproverai la scuola per cosa non so e le dissi…ed io che ti ho visto pure crescere.
 Poveraccia lei innocente, ed io patetica e lacrimosa, ma quando non si ha nessuno con cui parlare, anche un edifico va bene.
     
 

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Pensieri, riflessioni, saggi / sapevatevelo
« il: Giugno 05, 2014, 08:20:09 »
Questa ve la devo raccontare. Mio figlio che lavora all'estero ( Viet, Nigeria, Germania, Dubai e altro) ha inserito nel suo pc un programma chiamato TOR, che dà la possibilità a persone dei paesi in guerra, Siria e commpany, di trasmetrtere notizie e appelli tramite il suo IP, senza che il regime li scopra. In pratica non si vede da dove il messaggio è partito, ma solo da quale IP esce. Da tutto il mondo potevano usare il suo IP. Anche da Roma. Ed è quello che hanno fatto. Sono entrati tramite il suo pc, in quello dei alcuni politici.
Conseguenze: Digos alle 5 di mattina in casa della coinquilina ( lui era all'estero)e  perquisizione di tutto, anche della roba della ragazza e del suo fidanzato. Poi sono andati a casa della fidanzata e anche lì perquisizione a tutto spiano, mi domando con quale diritto visto che l'indagine riguardava mio figlio; perquisita anche l'auto. Inutile dire che il famoso pc da controllare era a casa nostra, dove lo lascia per paura di furti, qui non sono venuti, già stufi di spilluzzicare tra ricette di cucina, filmini zoombie piratati, pettegolezzi tra ragazze e niente altro. Hann lasciato detto alle ragazze di farsi vedere! senza nessun verbale :Ppp: .
Risultato: mio figlio deve pagare un avvocato per non finire nei guai. Il pc suo però non l'hanno nemmeno toccato, boh?
E se si presentano alle 5 del mattino mi toccherà pure fargli il caffè.
Ah, una cosa però l'hanno detta: che mio figlio deve stare più ordinato, la sua stanza pare esplosa e l'auto conserva di tutto, dalle bottigliette d'acqua vuote, a cartocci di patatine paleozoiche e credo che sia l'unica cosa che hanno scritto nel verbale!
Ovviamente la prossima volta che gli verrà in mente di dare una mano e persone inguaiate nelle varie guerre rinuncerà!

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15 minuti per creare / le millemiglia
« il: Maggio 30, 2014, 07:56:48 »
Andare nel senese, tra prati e valli ed essere perseguitata dalle Millemiglia, automobiline d'epoca, bellissime e puzzolenti. In centro a Siena è stato permesso loro di girare intorno al Duomo e in Piazza del Campo, strombazzando e riempiendo le stradine di smog. Alcune auto non riuscivano nemmeno a girare tra i vicoli e dovevano fare alcune manovre. Questi vecchi piloti, illusi di poter essere giovani, perchè pieni di soldi, sono teneri e rompiballe. Oggi come oggi, li ho trovati lievemente offensivi, il loro fare ha divertito tutti, ma non la gente che tira la carretta. Questi tipi ovviamente sono pieni di soldi, vengono da Olanda, Germania, Inghilterra, Spagna...e altri Paesi, devono quindi avere tempo a disposizione e un pacco di soldi da buttare via. Alloggiavano in un posto stupendo da 300 euro a notte, esattamente dove stavo io, che però non ho pagato, poichè il soggiorno mi è stato regalato da amici. Li vedo lì intorno alle auto che parlano tra loro come se parlassero dei figli, con amore e delizia, e magari alla moglie non rivolgono nemmeno un pensiero. Temo che siano adulti che non hanno ancora deciso di crescere...giocano con le automobiline. Meglio così che ai soldatini!
E po li ho avuti sulla strada intorno a San Geminiano, San Galgano, Volterra, insomma il viaggio nel senese è diventato un viaggio tra auto anzichè tra poggi e valli. E c'era anche Mister Bean, che alla fine è finito pure fuori strada.Una cosa però va detta, le auto d'epoca sono davvero belle, ed hanno colori che ora non usano più, sono azzurre cielo, gialle pulcino, rosa fucsia! L'effetto dolcissimo che fanno è quello di prendere un giorno di 50/40/30 anni fa e infilarlo nel oggi. Un passato che cammina in mezzo a noi. Buffa sensazione e sarà per questa che tutti applaudivano, come vedere la gioventù di ritorno con tutta la sua esuberanza, tutti ridevano come se fossero propietari delle auto e partecipi dell'avventura. E quando si è felici del passato, temo che il presente sia meno invitante.
E queste auto d'epoca non pagano nemmeno il bollo: anch'io posso definirmi d'epoca, ma continua a pagare le tasse.  :prtr:

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Anch'io ho scritto un aforisma / predisposizione
« il: Maggio 24, 2014, 08:14:27 »
Per essere geniali, ci vuole predisposizione.

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Pensieri, riflessioni, saggi / persone strane
« il: Maggio 23, 2014, 09:17:42 »
i politici sò persone strane, ma io ne ho conosciute di più strane ( e simpatiche) Una faceva gli oroscopi ai morti, non ho mai saputo con quali risultati. Una recensiva libri mai scritti, ma davvero bene, che ti faceva voglia di leggerli. Una si inventava ricordi che non aveva, perche i suoi non le piacevano. La vita è bella, se sai adattarla con una pence qua, un orlo là, un bottone lì. La vita siamo noi. ;)

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Anch'io ho scritto un aforisma / il primo
« il: Maggio 15, 2014, 07:11:25 »
oggi è il primo giorno degli ultimi che ci rimangono da vivere. Praticamente viviamo sempre questo primo giorno.

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Cinema e Tv / Apocalypse Now
« il: Maggio 08, 2014, 09:23:05 »
Film non certo recente, che sono andata a vedere in onore della Settimana della storia del cinema.
Ora ho capito perchè lo avevo sempre visto sino a che il colonnello stordito fa il surf, più o meno 1/4 di film.
Cinematograficamente l'ho apprezzato, ma la storia mi ha urtato i nervi. Gli americani vengono rappresentati come una massa di pazzi che va in guerra, cosa risaputa perchè in tutti i film vengono rappresentati così. E va bene! sino ad un certo punto si parla di guerra, poi dopo 3/4 di film Coppola deraglia in filosofeggimenti ermetici con un Marlon Brando assurdo. Mi ha fatto lìimpressione che Coppola volesse dire molto, e alla fine abbia detto troppo; campi fissi inutili, espressioni uguali dall'inizio alla fine di un Martin Sheen che non ha mai saputo fare molto di più. Ho visto però un Harrison Ford giovanissimo, abbastanza credibile. Tutto sommato non mi è piaciuto, anche la sua lunghezza alla fine ha stancato gli spettatori.

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Anch'io ho scritto un aforisma / spero
« il: Aprile 30, 2014, 08:08:18 »
Spero, ergo sum!

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Anch'io ho scritto un aforisma / occhi
« il: Aprile 28, 2014, 08:09:30 »
vediamo anche ad occhi chiusi.

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Anch'io ho scritto un aforisma / vivere
« il: Aprile 27, 2014, 09:07:46 »
ho da fare di meglio, che vivere!
 cosa?...boh, mò ci penso! ;)

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Anch'io ho scritto un aforisma / !!!
« il: Aprile 26, 2014, 09:20:45 »
Incredibile come le solite cose siano sempre le stesse! :D

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Cassonetto differenziato / PAGINE
« il: Aprile 26, 2014, 09:12:53 »
Ispirandomi ad un esperimento trovato in rete, vi propongo un nuovo gioco.

Metterò pagine o meglio stralci  di testi ( in modo anonimo) e chi lo desidera si lascerà andare a pensieri o riflessioni, senza mai svelare il libro da cui è tratta la pagina, se si fosse riconosciuta.
Insomma... si dirà ciò che il testo suggerisce spontaneamente...ricordi, fantasie, sensazioni...



Primo stralcio


Le pareti erano scialbate a calce, sicchè la stanza pareva quasi luminiosa e arieggiata. Cominciarono a comparire quadri; in grande parte calendari che mostravano bionde improbabili e piacenti con in mano bottiglie di Coca-Cola.
Henry aveva contribuito con due dipinti del suo periodo delle penne di pollo. Un fascio di erba del gregge dorata stava in un angolo ed un mazzo di penne di pavone era inchiodato al muro accanto all'orologio a pendolo.
Ci misero qualche tempo prima di riuscire ad avere una stufa, e quando  trovarono quella che volevano, un mostro dalle volute argentee con fornelli adorni di fiori e, sul davanti, simile ad un'aiuola di tulipani nichelati, fecere fatica ad appropiarsela.
Era troppo grande perchè la potessero rubare, e il suo possessore rifiutò di separarsene per darla alla vedova con otto figli che Mack inventò e patrocinò nello stesso momento.

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Pensieri, riflessioni, saggi / la borsetta
« il: Aprile 26, 2014, 08:53:19 »
Dicono che le borsette delle donne siano come i gusci delle chiocciole, contengono la loro casa.
Ed è vero.
 Nella borsetta ci stanno tutte quelle cose che sono come un elastico, di quelli che tengono insieme pezzi di ricordi o di attualità. Una vecchia foto, che racconta un periodo del passato o una speranza del futuro. Briciole di qualche cracker per le emergenze, come quella volta che ero andata dal dottore e non sapevo quando ne sarei uscita.
Una carta di caramella, un rossetto sfuggito dalla trousse.
 Il rossetto delle emergenze, in realtà, per quando mi sento particolarmente diafana, anonima, spenta, inesistente.
 E allora ci vuole colore, il colore è una invenzione splendida, immagino un mondo in bianco e nero, che in defitiva diventa grigio: schifoso. Il grigio è il colore della non esistenza, anche se il grigio dell'acciao o dell'argento è il colore della, luce.
E gli uomini poverini, non possedendo una borsetta, non avranno mai la sorpresa di trovare infilate nella cucitura tre mentine adolescenziali ormai indissolubilmente abbracciate insieme, come per un grande amore, spiaccicato e lievemente colloso.

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