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Anch'io Scrivo poesia! / Re:C'è un posto nel mondo
« Ultimo post da Regina D'Autunno il Febbraio 18, 2024, 23:44:42 »
E' la vita, e noi non ci possiamo fare niente...
A volte è fatta anche di questo. Bella poesia!  :redd:
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Anch'io Scrivo poesia! / C'è un posto nel mondo
« Ultimo post da presenzadiritorno il Febbraio 18, 2024, 13:04:27 »
C’è un posto nel mondo dove i treni
sono rimasti fermi alla stazione
nelle panchine non si è seduto mai nessuno
e le persone non si sono mai incontrate.
Lì in quel posto del mondo, accatastate
in una stanza tra tavoli, sedie e soprammobili
di vetro ci sono gli amori che non sono mai nati
le speranze degli uomini che si sono persi
i sogni di chi non ha mai vissuto e i desideri
degli adulti che sono rimasti bambini.
In quel posto nel mondo c’è, tra salici e pensieri
un lago di lacrime mai versate, occasioni perdute
tra le attese e scelte mai prese per paura di perdere.
Quel posto del mondo non lo conosce nessuno
lì tutto è rimasto fermo, intatto come un primo giorno
e la polvere si è posata su tutto come coltre leggera
impalpabile e sincera.

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Anch'io Scrivo poesia! / Nella terra di nessuno
« Ultimo post da presenzadiritorno il Febbraio 17, 2024, 19:34:40 »
E quando a guardare oltre l’orizzonte
o ad ascoltare la voce distinta dal richiamo
toccare terra con le dita o muovere passi
mentre la radice al tempio  silenziosa sale
sì, quando questo sono rimasti in pochi
a farlo delusi dalla vita di mezzo,
dai confini mentali e dalla pendice brulla
allora ritirarsi significa chiudere la porta al mondo
o scegliere di aprirla solo a chi si riconosce uguale?


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Pensieri, riflessioni, saggi / Re:A Roma dimo così...
« Ultimo post da ninag il Febbraio 16, 2024, 19:53:50 »
 :)
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Cogito ergo Zam / Re:Tempo di Carnevale
« Ultimo post da Doxa il Febbraio 16, 2024, 11:20:16 »
Concludo  questo thread con due dipinti del pittore veneziano Pietro Longhi (1702 - 1785), custoditi a Venezia nella pinacoteca della Fondazione Querini-Stampalia,  nell’omonimo palazzo del XVI secolo.


Venezia: Palazzo Querini Stampalia



Palazzo Querini-Stampalia, una veduta d’interno



Pietro Longhi, Il Ridotto, olio su tela, 1750 circa, Pinacoteca Querini-Stampalia, Venezia

Questa composizione fu ispirata al Longhi  da un precedente dipinto realizzato da Francesco Guardi, custodito alla Ca’ Rezzonico (vedi precedente post).
La scena si svolge nel salone centrale del Ridotto di Palazzo Dandolo a San Moisé.
La scena del "Ridotto" occupò la fantasia del Longhi in numerose versioni. 



Pietro Longhi, il Ridotto di Ca' Giustinian, olio su tela, 1750 circa, pinacoteca Querini-Stampalia
Una copia è a Bergamo all'Accademia Carrara









 
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Cogito ergo Zam / Re:Tempo di Carnevale
« Ultimo post da Doxa il Febbraio 15, 2024, 09:53:42 »

Francesco Guardi, Il Ridotto, olio su tela, 1746 - 1750, Museo del Settecento Veneziano,  Ca’ Rezzonico, Venezia

(purtroppo l'immagine è parziale, cliccare sulla foto  per  averne il link e vederla intera)

Non sono riuscito a trovare un'altra foto con meno pixel.

[mister, come in altri forum ci sarebbe bisogno di far entrare tutta l'immagine anziché far "straripare" una parte. Grazie dell'attenzione]


In questo dipinto è raffigurata la sala grande del Ridotto. Si vedono anche altre sale più piccole con i giocatori.

Il “Ridotto” era la sala da gioco nel  Palazzo Dandolo a San Moisé. Era frequentato anche da Giacomo Casanova.
Veniva aperto in occasione del lungo periodo di Carnevale veneziano, che  nel ‘700 si dilungava dal 26 dicembre al mercoledì delle Ceneri. 

Poiché il gioco d’azzardo era per legge illegale, il Ridotto di San Moisè, aperto nel 1638, era l’unico ad essere considerato legittimo, ed era gestito dallo Stato: la Repubblica di Venezia.

I frequentatori erano obbligati ad indossare la maschera, di solito la baùta: bianca per gli uomini, nera per le donne. Erano esclusi dall’obbligo i nobili addetti ai banchi di gioco (i croupiers) che dovevano indossare la parrucca e la toga nera;  venivano stipendiati dal governo.  Erano nobili impoveriti,  appartenenti alle famiglie meno ricche;  venivano denominati  “Barnabotti”, nome che deriva dalla parrocchia di San Barnaba.

Questa casa da gioco  accoglieva  veneziani e stranieri, nobili e gente comune, ricchi e poveri.  Fu quindi quasi naturale che in tale ambiente iniziassero a diffondersi attività come la prostituzione e l’usura.  La presenza continua nelle sale di usurai e meretrici, il problema della dissipazione dei capitali con il gioco d’azzardo, gli oscuri rapporti d’affari tra gli usurai e i Barnabotti, motivarono la magistratura più temibile della Serenissima, il Consiglio dei X,  a decretare la chiusura  di questo Ridotto nel 1774.


Ed ora passiamo all’immagine.

E’ evidente la promiscuità degli strati sociali osservando i loro vestiti.

A destra,  c’è una donna che indossa un abito bianco  tiene in mano un fuso e una conocchia  (attributo distintivo delle prostitute) vicina ad un Barnabotto che sembra dare  ad un uomo una chiave, presa dal mazzo di chiavi: un fatto di facile interpretazione.

Sull’estrema sinistra  un altro Barnabotto è intento a prestare denari ad un nobiluomo mascherato.

Un bambino gioca con il cagnolino.

p. s. La sorella di Francesco Guardi,  Maria Cecilia, nel 1719 si unì in matrimonio col famoso pittore Giovan Battista Tiepolo.
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Cogito ergo Zam / Re:Tempo di Carnevale
« Ultimo post da Doxa il Febbraio 15, 2024, 09:35:05 »
Buongiorno Nina,  stamane  di Venezia ti offro la veduta della Ca’ Rezzonico.


 
L’edificio prospetta sul  Canal Grande. Fu progettato da Baldassarre Longhena su incarico della nobile famiglia Bon. Il cantiere venne aperto nel 1667 ma per difficoltà economiche dei committenti la costruzione venne  lasciata incompiuta.

Nel 1751 Giambattista Rezzonico l’acquistò e lo fece completare. Il cantiere chiuse nel 1758.

Lo so, la tua curiosità ti motiva a chiedermi chi erano i Rezzonico, ed io brevemente ti dico che un primo  Rezzonico documentato a  Venezia si chiamava Aurelio, ed era l'anno del Signore 1638. Era, originario della provincia di Como e dedito all’attività finanziaria e al commercio.  Era un discendete dei conti Della Torre di Rezzonico, da cui il cognome.


 
Castello di Rezzonico, costruito nel 1363 dal feudatario Della Torre, poi Della Torre-Rezzonico.
Il maniero è situato nella sponda nord-occidentale del Lago di Como.

Dal 1687 il ramo veneziano dei Rezzonico entrò a far  parte del patriziato della città lagunare. Di questa famiglia faceva parte Carlo Rezzonico (1693 – 1769), che il 6 luglio 1758 fu eletto al soglio pontificio col nome di  Clemente XIII.

Ora Nina virtualmente saliamo lo scalone d’onore per poi entrare in quel che fu il bel salone da ballo, ancor oggi ornato con gli affreschi e i lampadari di Murano.



Nei tre piani dell’edificio si dipana il Museo del Settecento Veneziano. Possiamo ammirare i mobili, le porcellane i lampadari, ecc., ma in particolare i capolavori di Giambattista e Giandomenico Tiepolo. Nella collezione di quadri ci sono i dipinti dedicati a Venezia da Guardi, Canaletto e Longhi.

Nel prossimo post  ti offro la foto di un dipinto di Francesco Guardi riguardante il Carnevale di Venezia.

segue
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Pensieri, riflessioni, saggi / Re:A Roma dimo così...
« Ultimo post da Doxa il Febbraio 15, 2024, 09:20:31 »
Cara Nina la primavera è vicina e Roma ti attende per "rinovellare" i tuoi ricordi.


Roma, piazza Trilussa, monumento dedicato al poeta romanesco Carlo Alberto Salustri, detto “Trilussa”.

Piazza Trilussa è situata tra il Lungotevere della Farnesina ed il Lungotevere Raffaello Sanzio, di fronte a Ponte Sisto, fatto costruire dal pontefice Sisto IV in occasione del giubileo del 1475.

Sulla destra, guardando la foto, c’è l’epigrafe marmorea con incisa la sua ironica poesia titolata “All’ombra”



La traduzione: “Mentre mi leggo il solito giornale sdraiato all’ombra di un pagliaio vedo un porco e gli dico: – Addio, maiale! vedo un asinello e gli dico: – Addio, somaro! Forse queste bestie non mi capiranno ma provo almeno la soddisfazione di poter dire le cose come stanno senza paura di finire in prigione”.

Ed ora alcune parole quasi in disuso che incitano un individuo alla violenza verso un altro: sfonnalo, sdrumalo, gonfialo, spaccalo,  arompilo, sventralo, aricomponilo.

Parole dialettali ancora in uso:

a bizzeffe” = in gran quantità;

a bonbisogno” = all’occorrenza, se serve;

“a bracalone” = chi indossa pantaloni larghi;

“na caterva” = gran quantità;

“ a cecio”, oppure “a faciolo”
= al momento giusto;

“ te la fai a fette” = camminare a piedi;

“ a pedagna” =  camminare a piedi;

“ a sbafo”
= senza pagare”; per esempio: mangiare senza pagare;

“ a scrocco” = a spese di altri.  :happy:
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Pensieri, riflessioni, saggi / Re:A Roma dimo così...
« Ultimo post da ninag il Febbraio 14, 2024, 23:16:39 »
Ancora ricordo  quando tanti anni fa vidi un gentile signore che attraversava la strada, e un solerte automobilista forse frettoloso, che non lasciò passare il passante, forse entrambi presi dal logorio della vita cittadina. Il gentil pedone si affrettò subito a far comprendere la sua posizione   allungando il braccio  in direzione dell'automobilista, mandandogli sicuramente un messaggio "Li mortacci tua!". La città era ROMA.
Nina
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Anch'io Scrivo poesia! / Amore, Via del Bene
« Ultimo post da Regina D'Autunno il Febbraio 14, 2024, 20:20:24 »
L'amore è essere amati
dalla persona a cui tieni,
è bello quando si è ricambiati
ma anche quando si sa
di essere amati senza mostrarlo...
E' il sentimento più generoso
dell'animo umano che ti guarda dentro
e ti fa conoscere la via del bene.
 :Ppp:
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