Autore Topic: Caro diario  (Letto 6744 volte)

Nuvola

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Re:Caro diario
« Risposta #30 il: Maggio 05, 2012, 15:57:12 »


Superare il dolore non significa non aver amato. [/b]
Semplici quanto vere queste parole. L'amore non è dolore e non si identifica con esso;  ma l'amore  accoglie e contiene anche il dolore, e quando quest'ultimo svanisce, l'amore rimane perché è più grande e più forte di qualsiasi altra realtà.

Doxa

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Re:Caro diario
« Risposta #31 il: Maggio 10, 2012, 22:26:14 »
Stasera ho voglia della stagione estiva,  del mare,  vorrei ascoltare il  rumore della risacca, vedere la luna che inargenta il golfo ed ascoltare Fred  Bongusto che canta “Una rotonda sul mare”…



Una rotonda sul mare,
il nostro disco che suona,
vedo gli amici ballare,
ma tu non sei qui con me.

Amore mio, dimmi se sei
triste così come me
dimmi se chi ci separò
è sempre lì accanto a te,
se tu sei felice con lui
o rimpiangi qualcosa di me
io ti penso sempre sai, ti penso...



Doxa

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Re:Caro diario
« Risposta #32 il: Maggio 16, 2012, 19:18:39 »
E' l’alba. Dalla mia finestra vedo l’unico negozio aperto, quello del fornaio, dal quale arriva il profumo del pane appena cotto.

La fragranza mi fa rammentare il forno che era nei pressi della casa dei miei nonni paterni. Dal panificio si spandeva nell’aria  l’odore di legna bruciata insieme a quello acre della sansa di oliva,che il panettiere usava come combustibile.



Nella tarda mattinata  ci andavano le donne del vicinato per far cuocere il pane preparato da loro. Il fornaio disponeva le forme impastate una ad una su tavole di legno coperte con teli bianchi.

Una delle clienti era la mia nonna. Una volta la settimana lei preparava in casa il pane per la sua famiglia e lo mandava a cuocere nella panetteria. 

Farina, acqua, lievito e sale erano gli ingredienti che mescolava nella madia di legno per creare le pagnotte casarecce, che venivano conservate per alcuni giorni nello stipo senza perdere il sapore e la morbidezza. “Il pane di ieri è buono domani” diceva, ripetendo il noto proverbio.

La nonna copriva i suoi capelli con un foulard e cominciava ad impastare fino ad ottenere la massa, spessa e consistente. Poi la copriva con un telo e la lasciava fermentare tutta la notte.

Il giorno successivo aggiungeva altra farina ed acqua tiepida e continuava ad impastare, aiutandosi con i pugni chiusi, fino ad ottenere l’amalgama solido e compatto, poi ne staccava dei pezzi e li modellava con le mani nella forma rotonda.




Li metteva in fila su due tavole e col coltello li incideva nella parte superiore con il segno della croce. Tale incisione serviva per far cuocere meglio il pane ma anche come segno di riconoscimento, per distinguerle dalle altre pagnotte portate a cuocere da altre donne nella stessa infornata.

Per portare al forno i panetti da cuocere, mia nonna li metteva in piccoli cestini, che avevano all’interno   un tovagliolo di stoffa  per non far attaccare l’impasto.

Io ed i miei cugini, Luigi ed Elisa, che trascorrevamo le vacanze estive nella casa dei nonni al mare, portavamo dal fornaio i cestini col pane.  Ne prendevamo due ciascuno, sorreggendoli sotto le braccia, uno per parte.

Poi tornavamo a prendere le pagnotte cotte



Con i miei cugini tagliavamo delle fette di pane casareccio ancora caldo, le spargevamo con l'olio e  ci mettevamo pezzi di pomidoro. E per noi era una festa.

Ora rammento con nostalgia quei giorni d'estate e le rondini che si rincorrevano nel cielo sereno. Tutto passa. Rimangono i ricordi !

« Ultima modifica: Maggio 16, 2012, 19:22:42 da dottorstranamore »

Doxa

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Re:Caro diario
« Risposta #33 il: Maggio 29, 2012, 17:19:37 »


All’inizio della stagione estiva,  dopo la chiusura delle scuole,  i miei genitori mi mandavano  con il treno o col pullman dai nonni paterni.  La loro casa  domina il golfo fino alle isole Tremiti.

Era il tempo delle vacanze. Ogni volta  che partivo provavo una grande emozione .

Da quelle stagioni estive sono passati tanti anni ma continuo a cercare su quella spiaggia dell’Adriatico i perduti giorni della mia giovinezza, i ricordi.

È difficile cancellare le tracce che gli avvenimenti lasciano nella nostra anima. Siamo il risultato del nostro passato, siamo come il frutto di una pianta, con i colori, i profumi e le imperfezioni che i venti e le piogge hanno impresso sulla superficie.

Il mio paesaggio dell'anima è fatto di memorie, nostalgia, amori, compagnie.

Su quella battigia ho raccolto stamane la sabbia dorata. L’ho stretta nel palmo della mano per non perderla.

Le placide onde si frangevano lentamente sulla scogliera, liberando nell’aria l’odore salmastro del mare. 

Per tornare a casa ho attraversato vigneti ed oliveti vicini la costa. Il silenzio era rotto dal cinguettio degli uccelli e dalla  lieve brezza marina che faceva ondeggiare i fusti del frumento nei campi di grano.   

Ora sto davanti al computer e dalla finestra osservo due merli che saltellano nel  prato. Odo lo stormire delle foglie  di due alti pioppi che luccicano al sole di maggio. Le siepi del pitosforo  sono piene di fiori profumati e la fragranza   arriva nella mia stanza.
« Ultima modifica: Maggio 30, 2012, 08:31:29 da dottorstranamore »

ciro

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Re:Caro diario
« Risposta #34 il: Maggio 29, 2012, 18:18:45 »
Fichi d'india e trabucco all'orizzonte che si perde nel mare calmo. Atmosfera magica anche per chi non è originario  della zona, come noi .

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Re:Caro diario
« Risposta #35 il: Maggio 30, 2012, 09:04:19 »


Grazie Ciro per il tuo intervento.

Nel dialetto locale  del luogo da me evocato si dice  “lu travoc” oppure “lu travuc”.  In italiano “trabocco”. E’ una struttura in legno e serve per la piccola pesca costiera. La rete è quadrata ed è trazione verticale.

Il termine “trabucco” viene usato nella zona più a nord ma anche a sud del mio luogo dell’anima.

Ciro sei a nord  o a sud  di tale zona ?

Per far comprendere anche agli altri lettori  di quale tratto di mare stiamo parlando occorre dire che questa “macchina”  è diffusa nel Mare Adriatico lungo il litorale  delle province di Chieti,  Campobasso,  Foggia e parte della costa  a nord di Bari.
« Ultima modifica: Maggio 30, 2012, 09:16:52 da dottorstranamore »

ciro

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Re:Caro diario
« Risposta #36 il: Maggio 31, 2012, 07:57:44 »
Sulle coste garganiche ce ne sono decine di trabucchi. Meravigliosi.
Sono e vivo a Foggia.
Ciro.
« Ultima modifica: Maggio 31, 2012, 08:00:29 da ciro »

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Re:Caro diario
« Risposta #37 il: Giugno 01, 2012, 08:33:32 »
Sono nello studio-biblioteca della mia casa a Milano, vicino al duomo.  Alle pareti ci sono scaffali in legno colmi di libri ed il pavimento è coperto da una soffice moquette. Mentre leggo ascolto la musica a basso volume. La radio sta trasmettendo la canzone “Innamorati a Milano” cantata da Ornella Vanoni.

http://www.youtube.com/watch?v=iITeQ4Cg_e4

Sapessi com'e' strano
sentirsi innamorati a Milano, a Milano.

Senza fiori, senza verde,
senza cielo, senza niente
fra la gente, tanta gente.

Sapessi com'e' strano
darsi appuntamenti a Milano,
a Milano.

In un grande magazzino,
in piazza o in galleria,
che pazzia, che pazzia.

Eppure,
in questo posto impossibile
tu mi hai detto ti amo,
io ti ho detto ti amo
ti amo
ti amo.

ciro

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Re:Caro diario
« Risposta #38 il: Giugno 02, 2012, 04:47:24 »
Carissimo, hai scelto  testi di canzoni immortali, da Battiato a Califano. Mi sarebbe piaciuro conoscere Battiato che adoro e in un momento di presunzione ho scritto anche testi che avrei voluto che lui rivestisse della musica celestiale che crea, ma non ho mai avuto il coraggio di mandargleli. Ho conosciuto personalmente Califano e oltre il personaggio romanesco che si è cucito addosso aanche per esigenze commerciali vi è un grande poeta, ed è solo questa la sua più grande aspirazione, tutto il resto è noia, per lui e anche per me. Dedico a lui e a quei pochi amici che leggeranno queste misere parole un pensiro sull'amore e sulla noia che ho sentito uscire in silenzio dal mio profondo senza una ragione apparente. Cosìè è, così deve essere.
L'amore può  uccidere un cuore, la noia lo seppellisce.

Penso che il Califfo lo gradirebbe, voi cosa ne pensate?
« Ultima modifica: Giugno 02, 2012, 05:37:53 da ciro »

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Re:Caro diario
« Risposta #39 il: Giugno 12, 2012, 11:31:28 »
Ho conosciuto personalmente Califano e oltre il personaggio romanesco che si è cucito addosso aanche per esigenze commerciali vi è un grande poeta, ed è solo questa la sua più grande aspirazione, tutto il resto è noia, per lui e anche per me. ...
Penso che il Califfo lo gradirebbe, voi cosa ne pensate?

Gentile Ciro, in passato ho scritto a Califano per fargli conoscere alcuni miei testi collegati alle sue canzoni. E lui oltre a complimentarsi con me mi ha ringraziato.

Penso che il "Califfo" gradirebbe dialogare con te. Questa è la sua e-mail Fans Club: info@francocalifano.com

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Re:Caro diario
« Risposta #40 il: Giugno 12, 2012, 11:49:52 »
Questa notte sono stato svegliato dal vento e dal temporale. Ho ascoltato le diverse sonorità dei due  fenomeni atmosferici e con la memoria son tornato alle lunghe sere d’inverno di tanti anni fa,  quando udivo i tuoni che rimbombavano nella lunga gola fra le montagne e la famiglia si riuniva vicino al fuoco nel caminetto.

Durante il ricordo ho pensato  che ci vuole poco per ravvivare la brace e le fiamme. E poco ci vuole per rianimare l’amore. Per amare occorre che il soffio vitale sia in noi, altrimenti  l’amore si attenua, finisce.

Il soffio vitale che alimenta l’amore è come una leggera brezza, una lieve carezza che dà senso alla vita.  Non conosce  le ore, i giorni,  le stagioni, gli anni.

L’amore è sempre generoso, diverso dall’amore-possesso, l’amore-tirannia, l’amore-ossessione.

Amare significa non poter fare a meno della persona che ami, ma quella persona non è tua solo perché l’ami. Devi rispettare la sua libertà, accettarla per quello che è.

L’educazione ad amare è fondamentale nella vita di ognuno. L’amore è un sentimento che non si può insegnare o apprendere per via teorica; lo si può conoscere solo sperimentandolo, vivendolo. L’amore è come l’energia radiante. 

« Ultima modifica: Giugno 12, 2012, 11:56:06 da dottorstranamore »

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Re:Caro diario
« Risposta #41 il: Luglio 24, 2022, 15:45:04 »
Sono passati dieci anni !

Ed oggi ho voglia di riparlare del diario...



Il sostantivo “diario” ha la stessa radice  del sostantivo in lingua latina “dies” (= giorno).

Diario: dal latino “diàrium” (= vitto giornaliero), plurale “diaria” (razione quotidiana per gli schiavi o i soldati in epoca romana).

Nel nostro tempo il sostantivo “diaria” allude all’indennità di denaro che il datore di lavoro corrisponde al dipendente in trasferta come rimborso per spese di viaggio e soggiorno fuori sede.

Nell’Alto Medioevo i parlanti il latino tardo attribuirono alla parola “diarium” (derivata da dies) il significato di “registro giornaliero”, significato che permane ancora oggi nei diari utilizzati in diversi ambiti, come il diario scolastico (anche elettronico), usato dagli studenti per  indicare giornalmente i compiti assegnati dai docenti.

Diffusa è anche l’agenda cartacea o digitale sulla quale giornalmente molte persone annotano e commentano eventi, persone, le “morte stagioni”, le emozioni,  i sentimenti, i  rimandi della memoria, le osservazioni e spesso  le confessioni intime durante il vespertino raccoglimento sulla pagina bianca, che ci attende con la sua capacità di “salvezza   psicologica”, in un sobrio offrirsi alla nostra sofferenza, alla parola redentrice.

Nel passato era consuetudine donare, al compimento della maggiore età, ornati quaderni di diario, con pagine bianche sulle quali scrivere nel corso degli anni. Tale usanza induce al colloquio interiore,  all’ardua e faticosa oggettivazione della propria coscienza, per raccontarsi quasi dal di fuori.  Chi scrive lo fa per puntualizzare a sé stesso ciò che gli sta accadendo e solitamente all'inizio di una pagina  scrive la data.

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Re:Caro diario
« Risposta #42 il: Luglio 25, 2022, 19:12:16 »
Questo forum è come un diario che marca il passare del tempo.