Autore Topic: L'odore dell'orzo  (Letto 4123 volte)

Arcobaleno

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L'odore dell'orzo
« il: Aprile 06, 2012, 16:26:30 »
Dai ricordi.....
L’odore dell’orzo                                     

In quel pigro crepuscolo creato dalle ciglia , quando  le palpebre si aprono al risveglio,  la prima cosa che i miei sensi percepivano era il  morbido tepore del letto e il profumo dell’orzo.
Tutte le mattine entrava nella mia stanza e mi penetrava il pensiero.
Per essere arrivato  lì  la casa era sveglia, ne seguivo il cammino che aveva fatto, dalla cucina su per le scale poi il ballatoio  la porta e sotto l’uscio … mai un ostacolo.
Le cose della camera erano ancora nella riposante oscurità del sonno. Solo dalle persiane la luce apriva il varco al mattino che  stava entrando. Ancora con la testa sul cuscino, ma ad occhi ben aperti , cercavo subito di guardare dallo spiraglio delle imposte, e  puntuali   le foglie del noce erano lì fuori  a salutare le finestre.
Estate e inverno, quel grande amico puntava verso  il cielo e io dal letto lo salutavo.
Per essere arrivato in camera l’odore dell’orzo, non c’era da indugiare, la nonna era già in faccende.
Indovinavo il  grembiule grigio, vedevo i suoi  bei capelli d’argento ravviati in un pocchio quasi sulla sommità del capo, intorno al volto e sul collo i ricciolini piccoli  come quelli degli angioletti sulle immagini sacre,  il sorriso  abbozzato che dava fuoco al suo volto, le mani  svelte, lo  sguardo attento a ogni cosa … Bisognava che mi vestissi senza indugio!
Il rituale di tutti i giorni ci attendeva per contenerci in un unico respiro che preparasse ai compiti della giornata.
In cucina, che sapeva di legno antico, di ranno, di pepe e di pane, il profumo dell’orzo si sentiva ancora più forte. Raccolto dalla cappa del camino , prigioniero fra le mattonelle bianche e marroni  del focolare, era superato soltanto  dall’odore del pane che si stava abbrustolendo sulle braci. Una poesia di profumi e colori era  in tutta la stanza:  la tovaglia , le tazze, il grande contenitore della marmellata di mele cotogne, l’odore del latte caldo … momento di dolci incontri familiari!  La zia Bruna, zia Miranda, la mamma, noi bambini, zio Rolando, la nonna, il nonno !…
Il parlottare era  subito  allegro e un poco ozioso, come si addiceva all’ora riposata preparatoria all’azione, poteva capitare ogni giorno,  ma ancor  più la domenica, quando sostare in casa era usuale per tutti. Provavo il gusto di una favola annunciata.  Conteneva senso di piacere e di spensieratezza, allegria e voglia di esserci … ma la magia più bella era in ciò che seguiva la colazione domenicale, cioè il racconto del sogno che si era fatto la notte.!  Ognuno avrebbe atteso il suo turno e fatto del suo meglio per essere dettagliato e preciso. Le voci, una ad una  o accavallandosi un po’ per rafforzare le immagini che non gli appartenevano, appassionate, si alzavano  da quell’angolo di paradiso . Nella mia immaginazione  le storie oniriche, cariche dell’enfasi di ciascun narratore sempre molto partecipativo al rito del racconto,  prendevano  vita,  creavano atmosfere cariche di suggestioni …
Le chicchere si vuotavano, alcune bocche rimanevano  silenziose  mentre gli occhi della mente correvano sulle strade illuminate del sogno degli altri. Allora castelli arroccati fra le nuvole,  prati su cui erano piovuti  fiori di gemme incastonati su anelli d’oro,  pupazzi di neve, voli su aquiloni per guardare nelle finestre e nei  camini ,la bisnonna tutta pizzi e merletti nel suo letto al piano di sopra, languida e malinconica che guardava  la sua gamba amputata e finita sotto all’armadio!!… Allora  zia Bruna, sempre romantica,ma tanto avventurosa, correva in soccorso  per sollevare l’atmosfera  divenuta un po’ triste a seguito di certi ricordi che inevitabilmente si innestavano sul sogno per partire verso altra destinazione.
…Diceva che questo fulmine  le era entrato in casa,  l’ aveva attraversato  tutta ed era  uscito per miracolo dalla finestra, in un finimondo di frantumi , dopo aver lambito la culla della Marisa, mia cugina!
Zia Miranda, decisa, pratica, non grande sognatrice, anzi,dissacrava certi risvolti teneri … perfino quelli scaturiti dal sogno, imboccava nuove strade di discorso. Via, via!....diceva.
O la nonna , non continuava con  i suoi fiori anche nel sogno? Guai a toccarle le ortensie! Penso ne contasse fiori e foglie con l’orgoglio della padrona di casa che ama il suo giardino. E come fu bella quella sua tavola  apparecchiata di lino di Fiandra, con cristalli di Boemia e porcellane di Sèvres !....fu  in onore del Prevosto!!
Talvolta nel suo sogno si affacciava anche lo zio Pietrino … morto piccino, mai conosciuto da me, ma tanto presente nella sua mente!...lo guardava che era lì accanto a lei nel lettone grande e che tendeva la manina verso mio nonno … oh, papà più!..    Emmimmi! (eccomi!)  con la sua  vocina, trotterellandole dietro per la casa... e la nonna raccontava il suo amaro sogno vero!   Qualche lacrima a quel punto le velava lo sguardo … e Pietrino da venti anni prima, nel sogno o nella realtà, tornava  fra noi!
Così il racconto dei ricordi  sembrò non aver  più fine nel tempo.  Quanti ne ascoltammo e raccontammo!
Il più suggestivo fu uno del nonno, il più intrigante  di tutti.
… Sapete voi quell’abbaino nel sottotetto?  Ebbene lì abitava l’Ermanzia , vicina scorbutica e attaccabrighe a cui non andava mai bene nulla, diceva il nonno. La sua mania era perseguitare i  gatti. Una strega, per tutti! e  continuava … Si era tutti nella corte, per il dopocena, a guardare le lucciole , quando un gatto nero sgattaiolò impaurito e infuriato  fra  le gambe degli  astanti, compreso il nonno.  Presa una granata per scacciarlo il gatto aveva cominciato ad attorcigliarsi come un serpente alle zampe delle sedie, soffiando e graffiando chi si parava davanti … un colpo fermo lo ha colto su una zampa  facendolo schizzare sul noce e su su fino all’abbaino.  Scomparso! come avrà fatto?  La mattina  successiva l’Ermanzia  nessuno la vide, era rimasta  a letto con una spalla rotta! Terminato il racconto , il nonno sorrideva …  i suoi occhi azzurri leggevano la meraviglia nei miei che pendevano dalle sue labbra.
Il sogno era già leggenda!... Ognuno  andava alle proprie riflessioni e al giorno iniziato .
Com’era bravo il mio patriarca!  Era lui più di tutti  unico, taciturno in genere, ma sornione, a fondere l’onirico  il reale  e il bizzarro  in un mélange di tempi  di luoghi e  sentimenti .   Un grande narratore!”

Ancora oggi al mattino, qui a casa mia, c’è sempre l’odore dell’orzo.

                                                                                               
Il sogno vietato è il veleno del vivere.

Rubio

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Re:L'odore dell'orzo
« Risposta #1 il: Aprile 06, 2012, 18:06:30 »
Mi sembra che l'attitudine sia passata da nonno a nipote. Molto ben scritto.

Arcobaleno

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Re:L'odore dell'orzo
« Risposta #2 il: Aprile 09, 2012, 11:35:10 »
Sono così dolci i ricordi!...ed è gentile ed amico il tuo commento.
Grazie!
Il sogno vietato è il veleno del vivere.

nihil

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Re:L'odore dell'orzo
« Risposta #3 il: Aprile 18, 2012, 08:51:24 »
bello condividere i ricordi, anche perchè ognuno poi rincorre i suoi, esattamente come i sogni da raccontare. Grazie abow

crisca

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Re:L'odore dell'orzo
« Risposta #4 il: Giugno 08, 2012, 00:23:24 »
mi è sembrato di sentire...il profumo del caffellatte....
grazie

Arcobaleno

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Re:L'odore dell'orzo
« Risposta #5 il: Giugno 15, 2012, 10:23:26 »
Ciao Crisca,
da un poco assente mio malgrado, mi affaccio un attimo alle mie nostalgie su  Zam e, piacevolmente sorpresa, trovo il tuo ricordo insieme al mio!
Il trasalimento condiviso dà gioia sempre..ancora di più se sono trascorsi gli anni!
Grazie a te.
Arcobaleno
Il sogno vietato è il veleno del vivere.

piccolofi

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Re:L'odore dell'orzo
« Risposta #6 il: Giugno 10, 2022, 22:41:59 »
 Questo racconto/quadretto di vita è bellissimo e si gusta, si centellina nei minimi particolari : proprio come l'autrice chiaramente si gode col ricordo quella sua vita familiare dei primi anni, calda e accogliente come quella cucina d'altri tempi, da cui veniva l'odore dell'orzo e il profumo del pane fatto in casa, che raggiungeva il suo risveglio.
Se Arcobaleno fosse ancora fra noi, non potrei che dirle sommessamente : " Brava! ". E anche grazie.
 :-[

Platino

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Re:L'odore dell'orzo
« Risposta #7 il: Giugno 11, 2022, 14:48:16 »
Conosco questo odore, tra i campi e anche da piccolo, in cucina. Mi piace molto questo racconto. Brava Arcobaleno, ovunque tu sia.

piccolofi

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Re:L'odore dell'orzo
« Risposta #8 il: Giugno 13, 2022, 00:33:58 »

  Il posto dell'arcobaleno è il cielo.... : ecco dov'è.    Vorrei potesse leggerci.