Autore Topic: Forze di Polizia e politica della spending review: quale futuro si prospetta?  (Letto 734 volte)

Faber

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Ciascuno ne tragga le ovvie conseguenze. Il taglio riguarderà 267 Presidi di Polizia e 300 strutture dell’Arma dei Carabinieri. Ancora, il governo Renzi sta pensando al blocco del turn-over sino al 2018, che tradotto in numeri significa la mancata assunzione di circa 50 mila unità per la Polizia di Stato e Carabinieri. Questo, senza contare la riduzione delle Stazioni carabinieri, oggi presenti su tutto il territorio nazionale (sono 4.632), per mancanza di personale dei vari ruoli (marescialli, brigadieri, appuntati e carabinieri). Probabilmente la "sicurezza" non è più (o non é mai stata) una priorità dei governi, se si considerano le criticità assai numerose che si evidenziano il lavoro diuturno degli operatori di polizia (a tutti i livelli), costretti a barcamenarsi per offrire comunque ai cittadini un servizio efficace, ancorché minimale. Tutto questo è destinato viepiù a peggiorare. Non é detto che il c.d. accorpamento delle FF.PP. (nazionali e locali) possa essere la giusta riposta per la soluzione dell'annoso problema relativo al taglio della spesa pubblica, anche in questo comparto. A mio avviso, occorreranno razionalizzazione delle forze disponibili, oculata destinazione dei fondi a disposizione, alleggerimento dell'attività burocratica che investe quotidianamente gli uffici, ed i reparti normalmente destinati all'attività operativa. Tanto per esser chiari: la magistratura invade di atti e attività c.d. delegate i reparti appartenenti alle diverse FF.PP., con aggravio delle procedure, dispersione delle risorse umane e materiali, talvolta per produrre atti inutili o ridondanti. Il Commisario COTTICELLI, bene si sarebbe regolato, a parere di chi scrive, se avesse puntato la sua attenzione verso la riduzione dell'attività burocratica dell'intera macchina statale, che rallenta e talvolta impedisce al sistema-paese di progredire, quando non semplicemente di amministrare quel tanto che basterebbe alla nazione per organizzarsi, lavorare e produrre: ricchezza, PIL e non solo carte su carte. Si consideri, ancora, che a causa delle inefficienze dei vari ministeri (quando non dello stesso governo) fondi destinati dalla UE per l'Italia non vengono spesi, poiché non giungono in tempo i progetti per la loro realizzazione. Anche questo è uno di quegli aspetti sul quale riflettere, sempre a proposito di revisione della spesa pubblica. Tuttavia, la storia continua e pare che non si impari nulla dal passato e, ancor meno, dai fatti che riguardano il presente o, peggio, dai numerosi segnali che arrivano anche dall’estero, in particolare dai 28 Paesi che compongono l’Ue. La grave crisi economica che ci ha investito sin dal 2008 e che non sembra voler passare né risolversi, nonostante le politiche di bilancio della Commissione europea, volte al contenimento della spesa pubblica sotto il 3% rispetto al Pil di ciascuna nazione, sta procurando notevoli grattacapi ai responsabili dei ministeri degli interni e dei responsabili ai massimi livelli dei corpi di polizia, in tutta l’area europea. I gravi fatti che hanno riguardato la Grecia, lo scorso anno, i movimenti di piazza in Francia, come nella vicina Spagna, i malumori che si avvertono in Portogallo come nella “ricca” Germania, stanno tutti lì ad indicare ai singoli governi che nel breve futuro, se la situazione economico-finanziaria dovesse peggiorare, ciascun Paese dovrà poter fare affidamento sulle proprie FF.PP., non solo per assicurare l’ordine e la sicurezza pubblica, ma evidentemente per essere in grado di proteggere i cittadini da quel fenomeno c.d. della “piccola delinquenza” (scippi, furti nelle abitazioni) che danno la sensazione che la qualità della vita stia peggiorando. Per tornare al filone principale dell’argomento trattato, non si può pensare né tantomeno sperare di risolvere i problemi di bilancio (specie se finalizzati alla riduzione della spesa pubblica) puntando sulle “anemizzazioni” delle risorse messe in campo per gli operatori di polizia, impegnati sul territorio a fronteggiare una delinquenza sempre più agguerrita e spavalda, poiché consapevole di avere di fronte operatori di polizia sfiancati dalle annose problematiche che riguardano il loro settore (a cominciare dagli stipendi che non vengono aggiornati dal 2008 e che rimarranno bloccati sino al 2020, stando alle dichiarazioni fatte nel corso degli incontri avvenuti di recente tra i ministri competenti e le varie rappresentanze sindacali).

Tuttavia, il percorso indicato dal Commissario COTTARELLI propone alcuni elementi sui quali è opportuno ragionare, magari intorno ad un “tavolo tecnico”, al fine di individuare tutti gli elementi che costituiscono l’organizzazione amministrativa e quella operativa, laddove possono essere razionalizzate, per la realizzazione di un piano volto a risparmiare il più possibile, senza per questo creare nocumento all’attività operativa. Per questa ragione, si è tutti d’accordo quando si parla di accorpamento delle Centrali operative, specie quando presenti nei grandi centri urbani. Il che significa che, ad esempio, a Roma come a Milano o Torino, a Palermo come a Napoli o Bari, sono presenti ed operanti contemporaneamente le centrali della Polizia, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e del locale Corpo di Polizia municipale: evidentemente con grave spreco di risorse umane e mezzi che, nel migliore dei casi, si sovrappongono nel controllo delle aree da controllare. La stessa cosa accade per il pattugliamento delle coste e dei laghi: imbarcazioni dei vari corpi di polizia (compresa ovviamente la Capitaneria di porto con i mezzi della Guardia costiera) che per corrono avanti e indietro lungo le coste dei nostri litorali. La situazione, ovviamente, non cambia se si parla del controllo dei cieli: elicotteri della Polizia, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza (qualche volta anche del Corpo Forestale e così via elencando).

Qualcosa tuttavia si è mosso a livello comunitario e cioè la previsione del numero unico operativo il “112”. Un numero attraverso il quale, in qualunque dei Paesi che compongono l’Ue, i cittadini potranno comporlo per chiedere ogni tipo di assistenza. La sua istituzione, che è già operativa su quasi tutto il territorio nazionale, prelude all’accorpamento delle centrali operative. Un buon inizio, dunque che fa ben sperare. Comunque occorre non abbassare la guardia, poiché la politica, che spesso, purtroppo, decide senza conoscere a fondo le problematiche che vorrebbe gestire, potrebbe essere tentata a percorrere la facile via che porta anche all’unificazione di tutti i corpi di polizia, storicamente presenti e che fanno parte indiscutibilmente della storia d’Italia. Se ciò dovesse accadere, si sacrificherebbero sull’altare di una pretesa politica di contenimento del bilancio statale, le singole peculiarità e professionalità che contraddistinguono gli uomini e le donne che fanno parte delle FF.PP. nazionali e locali. Per questa ragione, solo poche settimane or sono il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen.C.d’A. Leonardo GALLITELLI, ha alzato la voce per difendere le oltre quattromila Stazioni carabinieri che a suo dire sono “un presidio che non appartiene all’Arma, ma agli italiani”. Anche su questo la politica in generale ed il governo in particolare, dovranno fermarsi per fare le opportune valutazioni e riflettere, ora e per il futuro prossimo, su quale destinazione si deve dare alle FF.PP., ai suoi operatori.  Ma soprattutto, quale livello di sicurezza garantire ai cittadini dell’Europa nel suo insieme.
"Tutte le anime sono immortali. Ma le anime dei giusti sono immortali e divine" Socrate

L'uomo non può creare nessuna opera che sopravviva ad un libro

nihil

  • Mucchine
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l'talia è decisamente un Paese strano, affogato in inutilissima burocrazia. Mi si spieghi perchè i politici hanno una marea di scorta ( risorse economiche sciupate)...ma chi volete che se li fili? ma chi mai li rapirà?
Credo che le decisioni andrebbero prese da chi sa di cosa si sta parlando, Cottarelli probabilmente non è dentro il problema, come non lo sono gli altri. Pensano di comportarsi come se gestissero un'azienda, con i conti in mano! e infatti i conti non tornano, non dal punto di vista operativo.
 In questo modo nascono le ronde di volontari, con ciò che ne consegue, probabili esaltati con manie di potere.
Tanto per dirne una, lo sapete chi dirige i geologi in Italia? uno laureato in scienze motorie! come farà mai a sapere quali sono le priorità del territorio?

Si taglia su tutto, tranne che sui politici, a vedere il TG si notano maree e torme di politicanti che riscuotono e chiaccherano e basta.

patriziagiangregorio

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