Autore Topic: "Braccialetti rossi"  (Letto 1476 volte)

Annabel

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"Braccialetti rossi"
« il: Febbraio 15, 2015, 11:26:51 »
La serie televisiva "Braccialetti rossi" è stata una delle ormai sempre più pare trasmissioni tv che ho seguito con piacere. Bella la trama, bello il significato di tutti gli eventi raccontati, e bravi gli attori, tutti, con particolare simpatia per i ragazzi protagonisti. Bene, dopo questo spontaneo e piacevolmente sentito elogio voglio esprimere il mio disappunto per il fatto che sarà trasmessa tra poco anche la seconda serie di "Braccialetti rossi". Ormai sta diventando  una consuetudine (direi cattiva consuetudine) che, dopo un successo televisivo, si cerchi di prolungare il brodo con la continuazione della storia, aggiungendo episodi su episodi, storiella su storiella, con la comparsa di nuovi personaggi e la sparizione di altri,  diluendo e rovinando per sempre, a mio modesto parere, tutta la bellezza della storia e dell'interpretazione della prima programmazione, della prima serie, che non viene neppure  quasi più ricordata, annullando tutto il bel lavoro fatto all'inizio. Già l'ultimo episodio mi è sembrato un po' più arrangiato dei precedenti,  la seconda serie probabilmente sarà di qualità inferiore. Spero che finisca quanto prima questa moda di far diventare tutto delle insulse telenovele.   
« Ultima modifica: Febbraio 15, 2015, 11:31:27 da Annabel »

nihil

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Re:"Braccialetti rossi"
« Risposta #1 il: Febbraio 21, 2015, 07:54:12 »
sarà anche un buon prodotto, ma io che ho lavorato in oncologia, tutta questa bellezza non ce l'ho mai vista. C'era tanto "star male" e morire in silenzio.

Annabel

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Re:"Braccialetti rossi"
« Risposta #2 il: Febbraio 26, 2015, 15:46:00 »
Vero, per le patologie rappresentate, questa serie televisiva non è stata proprio inerente alla realtà, ma credo che abbia trasmesso il senso giusto di affrontare certe malattie, cioè non tanto o non solo con la speranza di farcela, ma con il desiderio di continuare comunque a vivere la vita nel presente, come se non si avesse nulla di grave, con serenità e, perché no, anche con gioia, nei limiti delle condizioni fisiche, s’intende. Finché c’è vita bisogna comunque viverla e cercare quanto più possibile di assaporala nei suoi aspetti positivi.
Personalmente credo che per le patologie oncologiche le terapie ufficiali quasi sempre precipitano ancora di più le condizioni generali del paziente a causa della loro tossicità (tutte le medicine sono tossiche), ma penso pure che ogni situazione è un caso a sé e che una cura può andare bene per una persona e male per tante altre. Credo che ogni malato dovrebbe quindi essere libero di scegliere la terapia che sente più adatta a sé e alle modalità in cui intende affrontarla, potendo scegliere anche tra terapie alternative, purché sia preventivamente bene informato su rischi e benefici tra quelle disponibili e che intende scegliere, offrendo la possibilità anche a chi non dispone di grosse somme di denaro, di curarsi a carico del SSN. Le terapie non ufficiali sono a volte molto costose, ma sempre meno di quelle dove lo zampino delle multinazionali farmaceutiche (e non solo) ci sguazzano guadagnando enormi profitti multimiliardari, alla faccia di chi si ammala.
« Ultima modifica: Febbraio 26, 2015, 16:01:56 da Annabel »