Autore Topic: Quando è troppo tardi  (Letto 1368 volte)

piccolofi

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Quando è troppo tardi
« il: Marzo 30, 2020, 21:08:25 »
                               -   QUANDO E' TROPPO TARDI   -


Gli atti della vita pesanti come un macigno.
Un sacco di ghisa che non vorresti caricarti sulle spalle, ma tocca a te.
E allora, già stanca, ti avvii.
Da dove ti verrà la forza? Speri che si farà avanti, che l'incontrerai per caso per strada.
Ti consolerà la mano che un poco ti si tende, inadeguata, ma almeno c'è.
Cercherai di drogare la mente, il pensiero che sfugge, che galoppa in avanti e non regge briglie.
Stordimento? Ma sai che non puoi.
Al contrario : non è il momento dello stordimento, non è ancora l'oppio del dolore sordo come un sottofondo.
No, il sangue scorre ancora, almeno il tuo, e il dolore sferza i suoi colpi.
Arrivano i flashback, i rimorsi.
Cosa non ho fatto? Cosa avrei potuto fare?  Perché non ho colto i segnali, perché ero troppo impegnata a pensare a me?
Ma è tardi. Si è già oltre, la realtà ti ha superato.
E' oltre i dubbi che ancora ti agitavano, oltre i problemi irrisolti su cui pure ti arrovellavi.
Perché? Perché non ho saputo trovare soluzioni, perché non ho capito abbastanza e non ce l'ho fatta in tempo?
E mentre pensi a chi, affidata a te, si dibatte adesso nella debolezza e nel dolore, in mani ignote, ti odi con tutta te stessa.
Ero impegnata a vivere, ho rimandato il pensare più compiutamente a lei.
E lei aveva solo me.
Le mercenarie non contano, solo i parenti contano.
Cosa aspettavo?  Neppure ho visto, ecco perché non ho capito.
E poi non avevo, in quel campo, cognizione di causa.
Delle tante cose che leggo, quelle non le sapevo, neppure le sospettavo.  E così, niente allarme.
Dio mio!
La tempesta perfetta della malattia proprio quando un sistema vien meno.
Tutto, ma.. alla base ci sono io : io, non altri a cui non può importare, non ho saputo vedere, e neppure ho indagato!
Ignoranza? Egoismo?
L'una e l'altro, in un mix micidiale.
Povera donna, chi ti può aiutare adesso?
Grazie alle mie omissioni, è arrivata la tua ora.
Che non so quando scoccherà, ma è iniziato il conto alla rovescia.
Non cambio mai.
Sono sempre stata e sono tuttora una merda, un'inadeguata.
E avevi solo me!
Bell'investimento!  La tua prima e poi rimasta unica figlia.
Sorella mia, aspettala e accoglila con la tua dolcezza, il tuo mite altruismo.
Tu che sapevi scusarmi quando non lo meritavo, tu che Dio ha preso lasciando me sulla terra.
Tu, l'unica figlia degna che può accompagnarla in Cielo.
Lei si è dibattuta tanto nella vita, forse era l'ora che si riposasse infine, anche se con quella buffa cocciutaggine di vita fino a una manciata di giorni fa dichiarava : " Io non voglio morire!  ".
No, a 98 anni non era ancora pronta a morire.
Forse perché sua sorella Luisa era morta a 100 anni, coprendo un intero secolo.
Sorella mia, zia mia, accompagnatela, non lasciatela sola.
Lei che adesso traballa incerta verso il Cielo. 


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P.S
 ( Non sapevo dove postare :  non è propriamente una lettera d'amore, anche se è una " lettera " a me stessa e in qualche modo parla, ahimé, d'amore. )                             
« Ultima modifica: Aprile 01, 2020, 03:04:46 da piccolofi »

nihil

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Re:Quando è troppo tardi
« Risposta #1 il: Aprile 07, 2020, 15:01:14 »
va benissimo qui. Ma non ritenerti responsabile, noi non siamo il destino . Il destino lo scrive Dio, nella sua infinità bontà e non bontà.

piccolofi

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Re:Quando è troppo tardi
« Risposta #2 il: Aprile 07, 2020, 23:28:08 »
Io mi ritengo sempre responsabile, e infatti ho l'angoscia. Farmi sconti non mi consola.  Il guaio è che siamo umani, e questo comporta essere ampiamente imperfetti : non vedere in tempo, non capire in tempo, non sapere in tempo. E a volte il tempo è terribilmente essenziale, fa la differenza.