Finalmente fu davanti al computer, lo accese una strisciolina luminosa, le chiese la password.
Lei aveva scelto una password molto facile. Trentatrètrentintini entraronoa trentotrotterellando, una parola “facile”, anche se il computer non la riconobbe per dodici volte, dopo un’ora di tentativi il computer si aprì in tutto il suo splendore.
Adesso arrivava la parte più complessa, aprire la mail del ministero, furono necessarie trentasei password, e dopo quattro ore il documento si aprì. Clò rimase per dieci minuti in rigoso silenzio mentre leggeva le avvertenze. Alcuni messaggi erano molto persuasivi, e le facevano pensare che al ministero era considerata molto importante.
La data fu la cosa che la colpì di quel testo, era datato ventidue dicembre millenovecento diciotto, Clò ebbe un malore, quando lesse quanto riportato nel testo.
Carissimo Franz,
Qua stiamo bene, ma tu ricordati della frase che ti dissi al parco” Cenabis bene, mi Fabulle, apud me
paucis, si tibi di favent, diebus,
si tecum attuleris bonam atque magnam
cenam, non sine candida puella
et vino et sale et omnibus cachinnis.
haec si, inquam, attuleris, venuste noster,
cenabis bene; nam tui Catulli
plenus sacculus est aranearum.”.
Chiaramente era un messaggio in codice e doveva essere molto importante, per questo motivo decise di inviare una missiva al suo supervisorestoricodeltesto.
Il massimo dirigente del suo ministero, con grande emozione, aprì la busta sigillata che le era stata consegnata al momento della sua assunzione, su cui era postata una dicitura (da aprire solo in caso di urgenza estrema!!).
Clò era sicura che quello fosse il momento giusto e aprì senza esitare, anche con una certa emozione.
All’interno c’era un indovinello, “ Viaggia stando in un angolo!” Dopo diverse ore decise che la risposta era: ombrello. Compilò e inviò il testo all’indirizzo che apparve quando usò la parola “ombrello”.
Un po’ tremante pigiò e inviò.
Il bip del computer le fece capire che il documento era partito, felice ed emozionata dopo diciassette ore di lavoro, spense il computer, uscì e chiuse la porta blindata.
Aveva fame e si recò in cucina, in quel periodo mangiava davvero poco, da quando il medico le aveva consigliato cibi leggeri, lei usava solo la sfoglia fresca, di solito sua madre preparava tre contenitori da due chili ciascuno, già pregustava il suo pranzo, entrò in cucina e si accorse che non c’era rimasto nulla, sul tavolo c’era solo un pacco di penne lisce ancora chiuse nella confezione.
Corse in camera, ma con rammarico scoprì che la sua provvista di cioccolato era scomparsa. Le credenze vuote, il latte scomparso, in frigo era rimasta una carota secca. Non trovò né pane, né le merendine che aveva nascosto in un cassetto segreto.
Bussò alle camere dei cugini, nessuno le rispose, anche i genitori erano scoparsi, non capiva cosa potesse era accaduto in quelle poche ore di duro lavoro.
Presa dalla fame decise che doveva uscire, ma non aveva più energie ,così presa dallo sconforto si sdraiò sul divano e mangiò due sacchetti di caramelle che le erano rimaste nella borsa.
