Silvia e Adriano da quelle persone prudenti che erano, si erano recati dal loro grossista di fiducia e avevano acquistato, generi di prima necessità, avendo molti ospiti non volevano fare brutta figura.
Il loro furgone era stracarico, di formaggi, latte, frutta, verdura, farina, e una grossa scorta di lievito di birra, alcuni sacchi di noci, diversi quintali di pasta, pelati, olio, e tutto quello che serve per nutrire per almeno due mesi per una famiglia di 12 persone.
Entrati in casa ebbero un leggero disappunto nel trovare le dispense completamente vuote. Anche le camere dei nipoti erano vuote. Clò appena la vide si lanciò tra le sue braccia , ma la mamma si scansò e non l’accolse, per via della “Cosa”. Clò andò a sbattere contro lo spigolo del tavolo, la mamma le spiegò che prima doveva lavarsi le mani, e che questa era l’unica cosa importante in quel momento. Passarono l’intera giornata a scaricare e sistemare le provviste, anche perché si lavavano le mani ogni tre minuti come da protocollo.
Finalmente verso mezzanotte , fecero uno spuntino, con due chili di provola e cinque chili di pane. La mattina seguente Clò decise che doveva uscire, ma prima si doveva fare colazione data alla scarsità cibo del giorno precedente, stabilì che aveva bisogno di recuperare energia. Scaldò un litro di latte, prese una confezione di Pan Brioche e iniziò a sbocconcellare , in realtà non aveva appetito e mangiò solo quattro panini. Mentre mangiava udì la TV che comunicava importanti informazioni sulla “Cosa”. Il giornalista dal naso aquilino affermava che” La Cosa” era ovunque,” sui tetti, sulle strade, sulle mani , in aria, sotto i letti, sopra i letti, nei bagni, ma le mani erano molto pericolose e per questo potevano essere fermate in qualsiasi momento, questa affermazione la stupì non poco, in quanto rappresentante dello stato si sentiva investita di un ruolo sociale importante. L’uomo in TV mostrò un documento , in cui si doveva dichiarare. pena arresto immediato di non avere mai visto “La Cosa”, di non conoscere” La Cosa” e di giurare sul proprio onore di avere mani sterili. Avere mani sterili era davvero una cosa complicata, e Clò restò un attimo perplessa. Il giornalista continuò, a spiegare come ci si doveva comportare, mentre mandava un servizio dove cinquanta giornalisti sparsi per la città intervistavano chiunque , provarono anche a intervistare le mani di un macellaio, ma quelle dispettose si chiusero in un muto e ostinato silenzio. Clò si guardò le mani, non erano cambiate , o forse era lei che non capiva i cambiamenti. Raggiunse la sua postazione di lavoro per stampare il modello, anche se restava il problema delle mani sterili. Accese computer e stampante, e finalmente ebbe il modello in mano, la carta usata era quella del ministero per cui aveva una certa opalescenza, si capiva che non era un documento qualunque. Lo compilò in tutte le sue parti, anche se non sapeva come sterilizzare le mani. Per sua fortuna il loro parco era abbastanza ampio e i dieci ettari di terreno l’aiutarono a schiarirsi le idee. Aveva compreso come sterilizzare le manie e uscì a comprare un disinfettante.
