Bene, Piccolofiore, il numero dei lettori di questo topic sta aumentando.
Dobbiamo continuare
non possiamo deluderli !
Essi si aspettano da me una "nuova bordata di erudizione"...
, perché è salutare come aperitivo-apericena.
Allora continuo
Hai scritto "cavalletta" ? Questo nome non è nuovo al dottore in legge Balanzone, dotto e tronfio leguleio bolognese.
dottor Balanzone
L’esimio mi ha detto di dirti che i “Celiferi”, noti come “cavallette” o “locuste”, non fanno del male alle persone, però devi distinguere se sono “cavallette nane” o “cavallette migratorie” (locuste). Inoltre, la “cavalletta verde” è una comune “Tettigonia viridissima”, ortottero non mortifero, appartenente al sott’ordine degli “Ensifera”.
Il cavilloso Balanzone, conoscitore della scienza umana, descrive i celiferi in modo noioso e prolisso, mescolandoli in un groviglio inestricabile, però molti bolognesi, ma anche persone da fuori regione, spesso si rivolgono a lui per un consulto su argomenti diversi: egli non nega il suo aiuto e il suo giudizio, ma coglie l’occasione per elargire la sua valutazione soggettiva, di solito sbagliata.
Il dottor Balanzone mi ha detto di dirti che in questo periodo è molto impegnato lungo i portici di Bologna nel dare pareri per risarcimento danni post Covid, ma comunque non ti lascia da sola nel panico, puoi continuamente rivolgerti al suo collaboratore residente a Roma, conosciuto come Rugantino, meglio conosciuto come ex dottorstranamore.
Rugantino è “er bullo de Trastevere, un povero popolano che indossa calzoncini logori, fascia intorno alla vita, casacca e fazzoletto ar collo. E’ svelto co' le parole e cor cortello, arrogante e strafottente, ma in fondo buono, amabile e pavido.
Piccolofiore, dije ar Rugantino tuo, chi è “quer fijaccio de na mignotta” che te fa soffrì, poi ce pensa lui “a faje due asole nello stommico” (= stomaco).
[…]
“Se ti facessero ‘na prepotenza,
chiamami subito: corro d’urgenza!
Faccio una strage, faccio macelli,
specie col vino de li Castelli.
Se dopo tutto vengo alle mani,
c’è poco da rugà semo romani!”
(versi presi dalla filastrocca “Maschere”, scritta da Domenico Volpi)
Rugantino era innamorato de la bella Rosetta, moglie del violento e geloso “Gnecco er matriciano” (da Amatrice, prov. di Rieti, zona “reduce” dal noto terremoto di due anni fa).
Rugantino scommette co l’amici di sedurla prima della “Sera dei Lanternoni” o dei “moccoletti”, il martedì grasso. La tradizione voleva che nella sera dell’ultimo giorno di Carnevale
“le finestre si illuminavano, ed una enorme e chiassosa folla si riversava nelle strade. Ognuno aveva un proprio lume, ed il divertimento consisteva nello spegnere con qualsiasi stratagemma (l'inventiva era veramente grande!) il moccolo degli altri, cercando di tener sempre acceso il proprio. Nell'allegra confusione, secondo le fonti dell'epoca, si alzavano anche ‘infiniti clamori’ ed espressioni ‘indecenti e scandalose’. In alcune occasioni arrivarono quindi i divieti: chiunque fosse stato trovato, il martedì grasso, con ‘candele, moccoli, lanternoni o fiaccole’ rischiava cinque anni di carcere. Non è tutto. Chi denunciava i detentori di moccoletti avrebbe dovuto ricevere un premio pecuniario. Il condizionale è d'obbligo perché le autorità, mentre cercavano di sviluppare con incentivi materiali la collaborazione popolare, spesso non mantenevano le promesse”.Dopo quanto ti ho detto, gentile Piccolofiore, spero che tu voglia considerarmi degno erede di Balanzone e meritevole del tuo "interpello", anche se nel mio “dicere”, come quel dottore in legge, salto di palo in frasca, perché coinvolto dalla confusione mentale. L'importante è amarti e lasciarti amare dai tuoi fans.